Business Insider

Marta Panicucci

I treni a idrogeno saranno i protagonisti del futuro del trasporto ferroviario. La rivoluzione, destinata ad azzerare le emissioni inquinanti, è già realtà in Germania, ma sta prendendo forma anche in Toscana e in Trentino, le due Regioni italiane che, a braccetto con Ferrovie dello Stato, stanno iniziando a disegnare il futuro del trasporto ecologico e silenzioso su rotaia.


La “prima mondiale” di un treno a idrogeno è andata in scena a inizio dicembre 2017 in Bassa Sassonia, dov’è partito il primo treno blu con la sigla H0 che sta per “idrogeno a zero emissioni”. Si chiama Coradia iLint ed è realizzato da Alstom, il colosso francese attivo nella produzione di treni e infrastrutture ferroviarie, che di recente ha virato sulla nuova tecnologia a idrogeno conquistando la Germania.

Saranno infatti altri 14 i treni a cella a combustibile che entreranno in funzione in Bassa Sassonia a partire dal dicembre 2021.

A trainare la rivoluzione ci sono gli evidenti benefici per l’ambiente e anche per l’inquinamento acustico. I convogli di Coradia iLint, silenziosi e a zero emissioni, perché emettono solo vapore e acqua di condensa, andranno a sostituire sulle linee non elettrificate gli attuali treni diesel, inquinanti e fastidiosi per coloro che vivono vista rotaie. L’energia per la trazione dei convogli arriva da una cella a combustibile a idrogeno. Ad oggi il gas usato per i treni in Sassonia è un sottoprodotto derivante dall’industria, che è riciclato e riutilizzato in questo processo come prodotto di scarto, sposando a pieno i principi dell’economia circolare. L’autonomia dei Coradia iLint con un “pieno” di idrogeno va dai 600 agli 800 chilometri con una velocità massima di 140 km/h. In Germania scommettono che la rivoluzione della mobilità a idrogeno prenderà piede entro una decina d’anni, a patto però che si sciolga il nodo dell’approvigionamento energetico e del trasporto del gas alle stazioni ferroviarie. Su questo fronte è sceso in campo il Gruppo Linde, società tecnologica leader mondiale nel settore dei gas e dell’ingegneria, che costruità e gestirà in Germania la prima stazione al mondo di ricarica a idrogeno.

Lo stesso problema dovrà essere affrontato dal fronte italiano, aperto di recente grazie ad una modifica normativa che ha superato lo scoglio che imponeva, in sede di rifornimento delle bombole, una pressione massima di 350 bar (ora innalzata a 700 bar). Nel dicembre scorso, Renato Mazzoncini, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, in occasione di un convegno a Milano, disse che la sperimentazione italiana dei treni Alstom partità dal Trentino e dalla Toscana.

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