Pedaggi, Consiglio di Stato boccia gli aumenti
respinto ricorso di Anas e Consiglio dei ministri
Confermato lo stop deciso dal Tar del Lazio sugli aumenti previsti dalla manovra economica. Il Codacons: "Ora il governo rimborsi gli automobilisti". La decisione riguarda solo enti territoriali che avevano presentato ricorso
ROMA - Il Consiglio di Stato dà ragione al Codacons che insieme alla provincia di Roma aveva presentato ricorso al Tar del Lazio e conferma lo stop agli aumenti dei pedaggi su autostrade e raccordi autostradali in gestione Anas decisi con la manovra economica, scattati lo scorso 1 luglio.
A seguito degli aumenti, diversi enti locali capeggiati dalla provincia di Roma e associazioni dei consumatori si erano rivolti al tribunale amministrativo regionale del Lazio, che aveva decretato la sospensione dei rialzi. A quel punto la presidenza del Consiglio dei ministri aveva presentato un contro-ricorso al Consiglio di Stato, che già il 3 agosto scorso aveva disposto in via cautelare che i pedaggi rimanessero abbassati secondo sentenza del Tar, rinviando a ieri la discussione nel merito con il contradditorio tra le parti. Oggi la sentenza definitiva che dà ragione agli enti locali. Ma, specifica il Consiglio di Stato, la decisione del Tar del Lazio non è da estendere a tutto il territorio nazionale, ma "deve essere interpretata nel senso di riferirsi non all'intero territorio nazionale, ma solo ai singoli segmenti stradali interessanti gli ambiti spaziali degli enti territoriali ricorrenti". Il ricorso al Tar Lazio era stato presentato dalla Provincia di Roma, da quelle di Pescara e di Rieti e da alcuni comuni dell'hinterland romano.
Per il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, "anche il Consiglio di Stato conferma che le nostre argomentazioni erano giuste e sacrosante. Non solo, come poteva sembrare ovvio, dal punto di vista politico e sociale, ma anche da quello strettamente giuridico. Con la nostra forza e tenacia abbiamo vinto e dato un contributo determinante per seppellire questo odioso balzello che penalizzava in modo particolare chi vive, studia e lavora nel territorio romano".
I caselli nei quali era prevista la maggiorazione - e che invece ora rimangono ai 'vecchi' prezzi - sono Roma nord, Fiano Romano, Roma est, Lunghezza, Settecamini, Ponte di Nona, Roma sud, Roma ovest, Maccarese Fregene, Nocera, Cava de Tirreni, San Gregorio, Buonfornello, Mercato S. Severino, Avellino est, Firenze-Certosa, Valdichiana, Ferrara sud, Benevento, Falchera, Bruere, Settimo Torinese, San Benedetto del Tronto, Chieti-Pescara, Pescara ovest Chieti, Lisert sulla A4.
Codacons: "Ora rimborsi a automobilisti". Soddisfatto per la decisione del Consiglio di Stato il Codacons, che ora però ora sollecita un rimborso per gli automobilisti che hanno pagato pedaggi maggiorati: " È evidente come ora le maggiori somme pagate ai caselli debbano essere restituite agli automobilisti, altrimenti si configurerebbero veri e propri reati a danno degli utenti", ha detto il presidente del Codacons, Carlo Rienzi sottolineando che "il governo deve studiare dei meccanismi di rimborso automatico in favore di quei cittadini che, utilizzando le infrastrutture stradali, hanno subito ingiusti incrementi tariffari, ritenuti illegittimi sia dal Tar che dal Consiglio di Stato. Se ciò non avverrà - avverte Rienzi - siamo pronti ad intentare una class action in favore degli automobilisti che già da oggi possono fornire la propria pre-adesione all'iniziativa compilando il modulo pubblicato sul blog www.carlorienzi.it". E il presidente lancia un avverimento al governo: "Qualora poi, come si vocifera in ambienti bene informati, il governo decidesse di fare il furbo e di aggirare le disposizioni dei Tribunali mediante un apposito decreto legge, non esiteremo non solo a far annullare il decreto dalla Corte Costituzionale, ma immediatamente denunceremo alla Procura della Repubblica i ministri che voteranno a favore del decreto legge in Consiglio dei Ministri, per truffa aggravata e inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità". Analogo avvertimento viene da Enrico Gasbarra, deputato Pd e membro della Commissione Trasporti della Camera: "Di fronte a questa sonora bocciatura che causa un mancato introito all'Anas, il ministro Tremonti sappia che ci opporremo con ogni mezzo a un eventuale decreto del governo con cui immagini di superare la sentenza".
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Ma se questi importi erano già stati conteggiati all'interno della manovra da 25 miliardi, adesso mancheranno all'appello.
Qualcuno per caso sa a quanto ammontava nella manovra questa voce di entrata?
E adesso cosa succede?
Da dove salteranno fuori i denari mancanti all'appello?