Il Tricolore italiano, come molti altri esistenti, risale alla Rivoluzione francese e costituisce una variante di quello transalpino. Venne adottato dai Giacobini italiani, i quali sostituirono il blu francese col verde, che secondo il simbolismo massonico rappresenta la natura e, con essa, l'acquisizione dei diritti naturali quali l'uguaglianza e la libertà; il bianco divenne simbolo della fede e il rosso il simbolo dell'amore.

In seguito il verde venne riconosciuto come colore nazionale, simbolo della speranza in un futuro migliore. Fu Napoleone Bonaparte che, nel 1796, su richiesta dei patrioti italiani riuniti a Milano, per primo diede carattere ufficiale all'utilizzo del tricolore, permettendone l'uso ai combattenti della Penisola al seguito del suo esercito. La bandiera era nata in quel periodo, al municipio di Reggio Emilia, scelta da 110 delegati rivoluzionari italiani dei territori di Bologna, Ferrara, Modena e appunto Reggio. La bandiera, ritenuta simbolo di democrazia, indipendenza e unità, venne adottata dalla Repubblica Cispadana nel 1797 e poi da quella Cisalpina. Nei primi tempi i colori erano variamente disposti: in bande orizzontali o verticali, col verde in alto o all'asta. Solo nel 1798 fu definitivamente adottata la forma rettangolare e la tripartizione verticale col verde all'asta. Quando Bonaparte decise d'adottare il tricolore come bandiera nazionale del costituendo Regno d'Italia, ne variò la forma in quadrata.

Nel periodo della Restaurazione, il tricolore fu abbandonato per riapparire durante i Moti carbonari del 1821 accanto a quello della Carboneria (azzurro, bianco e rosso). Venne usato dai mazziniani rivoltosi in Savoia nel 1834, poi sbarcò in America meridionale al seguito di Garibaldi esiliato, fu il vessillo della Giovine Italia di Mazzini e fu sventolato anche durante, ad esempio, le insurrezioni del 1837 in Sicilia, del 1841 in Abruzzo e del 1843 in Romagna; infine, fra il 1848 e il 1849, sventolò in tutti gli Stati italiani in cui si affermarono governi costituzionali. Il re Carlo Alberto di Savoia, nel suo Statuto albertino, dedicò un intero articolo alla definizione della bandiera, sebbene in occasione della guerra contro l'Austria (1848-1849) l'antico vessillo sabaudo, al quale erano legate le glorie della casata, riprese vigore ed ebbe maggior fortuna del tricolore. Tuttavia il re, per ribadire con forza «il sentimento dell'unione italiana», impose il tricolore con al centro lo scudo dei Savoia bordato d'azzurro; in tale formala bandiera divenne, nel 1861, vessillo ufficiale della nazione italiana.

Nel 1946, alla proclamazione della Repubblica, lo stemma sabaudo, che già durante la Seconda guerra mondiale era caduto in disuso per motivi politici, scomparve definitivamente.