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  1. #11
    Avamposto
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    Predefinito Rif: Il Capitano - Corneliu Zelea Codreanu e la Romania Legionaria

    Domenica 30 novembre 2008

    Non Prevarranno!



    Esattamente 70 anni fa veniva vigliaccamente assassinato Corneliu Zelea Codreanu, fondatore del movimento rivoluzionario romeno della Guardia di Ferro.
    Dopo averlo incarcerato il re Carol II lo fece uccidere inscenando un tentativo di fuga dal carcere.
    Il suo movimento - organizzato in cellule dette Cuib, con sede centrale alla celeberrima Casa Verde - si contraddistingueva per la forte ispirazione cattolica, il tradizionalismo, l'aspra lotta alla corruzione parlamentare e la vicinanza alle esigenze dei ceti più deboli, tra i quali godeva di un ampio consenso.
    Proprio per questo i suoi militanti, costantemente perseguitati, stavano diventando una forza troppo ingombrante per il governo conservatore che si liberò barbaramente del Capitano.
    Questo soprannome derivava dal suo innato carisma, che folgorò personaggi quali E. Cioran, M. Eliade, J. Evola ed intere generazioni di "postfascisti", oltre a (udite! udite!) Indro Montanelli, inviato in Romania nel 1940 per il Corriere della Sera.



    AVGVSTO: Non Prevarranno!

  2. #12
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: Il Capitano - Corneliu Zelea Codreanu e la Romania Legionaria

    NAE IONESCU, maestro di Mircea Eliade
    e della "giovane generazione" della Romania interbellica



    Nato il 16 giugno 1890 a Braila, Nae Ionescu studiò filosofia tra il 1909 e il 1913 all'Università di Bucarest, dove fu allievo anche di Nicolae Iorga. Nel 1913 si recò in Germania con la moglie, dalla quale ebbe due figli; internato durante la guerra in un campo di concentramento (il Regno di Romania si era schierato a fianco dell'Intesa), nel 1919 conseguì a Monaco di Baviera il dottorato con una tesi su "la logica come tentativo di una nuova fondazione della matematica". [1] Tornato in patria al termine del conflitto, fu introdotto dal suo ex professore Constantin Radulescu-Motru nel corpo docente, in qualità di assistente incaricato di logica, teoria della conoscenza e metafisica. I titoli dei primi corsi tenuti dal nuovo docente (Il problema della Divinità, La realtà della vita spirituale, Metafisica e religione, La fenomenologia dell'atto religioso) [2] sono sufficienti a mostrare in quale radicale contrasto si ponesse l'insegnamento del prof. Ionescu nei confronti dell'orientamento razionalista che dominava alla Facoltà bucarestina di Lettere.

    «Parlare di cristianesimo e filosofia cristiana nell'università -scrive Mircea Eliade- era, nel 1921, una vera rivoluzione». [3] E ancora: «Parlare di 'redenzione', 'santità', 'ortodossia', 'eresia' in corsi di metafisica e logica significava allontanarsi da una consolidata consuetudine di idealismo e positivismo. I problemi di metafisica e filosofia religiosa erano stati esclusi da tempo dalle preoccupazioni accademiche. Il professor Nae Ionescu è stato il primo a porre -con competenza e originalità- questi problemi al centro delle sue lezioni. (...) È vero che solo il professor Nae Ionescu si poteva permettere la libertà di parlare di religione, cristianesimo, mistica e dogmatica dalla cattedra di metafisica; e questo perché era al contempo un logico temibile, teneva corsi di filosofia della scienza e aveva presentato la tesi di dottorato su una questione matematica. La sua solida preparazione scientifica non poteva essere contestata da nessuno. Non poteva essere sospettato di patetismo, di 'misticismo', di dilettantismo». [4]

    Decisamente rivoluzionario perché infrangeva il monopolio idealista e neoidealista, l'insegnamento di Nae Ionescu si collocava nel solco della migliore linea culturale romena, tanto che Eliade ha potuto vedere in lui il successore diretto di Iorga e un erede di Pârvan: «Dopo il momento profetico e apollineo di Vasile Pârvan (...) Nae Ionescu si manifesta fin da principio come un tipo socratico: contro l'oratoria, contro il profetismo, contro una metafisica esteriore. Egli riconduce la metafisica al suo punto di partenza: la conoscenza di sé». [5]

    Così, al cristianesimo umanistico e moralistico che si era diffuso negli ambienti ortodossi della capitale romena Nae Ionescu oppose «un cristianesimo aspro, asociale, (...) esclusivamente teocentrico, la cui unica norma era l'amore per Dio: di fronte a ciò, 'l'amore per il prossimo' appariva solo come una deviazione occidentale». [6] Teologo di «un cristianesimo metafisico», Nae Ionescu non risparmiò nemmeno il Patriarca Miron (che sarà complice dell'oligarchia nell'assassinio di Codreanu): «riteneva che la mentalità secolaristica, laicizzante e protestantica del capo della Chiesa romena costituisse un'intrusione delle concezioni del mondo moderno, che egli detestava, nel seno della vita spirituale della Chiesa». [7] Questo interesse per gli studi teologici culminò, nel 1927-28, nella pubblicazione di "Logos - Revue internationale d'études orthodoxes": ai due numeri che videro la luce collaborarono autorevoli esponenti del pensiero ortodosso, tra cui Florovskij e Florenskij.

    Tra i giornali e le riviste sui quali Nae Ionescu scrisse, fu il quotidiano "Cuvântul" il veicolo più efficace della sua azione paideutica. Questo giornale, di cui il filosofo fu il principale animatore, in seguito al rientro di Carol in Romania (nel 1930) diventò una sorta di organo ufficioso della corte regale; lo stesso Nae Ionescu fu a un passo dal diventare consigliere del re, nel quale venivano ancora riposte tante speranze. Ma, soprattutto a causa dell'ostilità nutrita nei confronti del professore da parte di Magda Lupescu, la potente maîtresse ebrea del sovrano, i consiglieri favoriti di Carol furono Wieder e Urdareanu, sicché tra il 1931 e il 1932 il prestigio di Nae Ionescu negli ambienti del Palazzo scemò in misura considerevole.

    La rottura definitiva coi circoli di corte e col governo ebbe luogo nel 1933. Ritornato da un viaggio nel Reich, dove era rimasto positivamente impressionato dalla rivoluzione crociuncinata, Nae Ionescu auspicava una soluzione analoga anche per la Romania: «la sua opposizione alla politica del re era diventata manifesta e si accentuava di giorno in giorno. Da tempo, ormai, Carol II non lo ascoltava più. Nei suoi articoli su 'Cuvântul', Nae Ionescu non cessava di attaccare, con garbo ma in maniera evidente, la politica regale, e faceva non meno chiare allusioni alla camarilla di corte». [8]

    Allorché, al momento della campagna elettorale, l'azione intrapresa dall'oligarchia contro il movimento legionario si concretò in una vera e propria persecuzione terroristica fatta di arresti arbitrari, torture e violenze d'ogni genere e culminò nel decreto di scioglimento del "Gruppo C. Z. Codreanu" e con l'arresto di undicimila legionari [9], Nae Ionescu mise a disposizione dei militanti guardisti la sua prestigiosa testata. Rimasti privi dei loro pochi organi di stampa, i legionari trovarono in "Cuvântul", come pure in "Calendarul" di Nichifor Crainic, «la principale tribuna di denuncia delle prepotenze governative». [10]

    In seguito all'eliminazione fisica del presidente del consiglio Ion Duca ad opera di un nucleo legionario (il 29 dicembre 1933), vi fu una nuova e ancor più massiccia ondata repressiva, nel quadro della quale "Cuvântul" fu costretto a sospendere le pubblicazioni, mentre il professor Ionescu veniva arrestato e incarcerato a Jilava, senza che fosse formulata contro di lui la minima imputazione. Rilasciato anche lui dopo le elezioni, si recò in tribunale a deporre in qualità di teste a discarico; tra l'altro dichiarò che, come genitore, si augurava che i propri figli Radu e Razvan potessero ricevere quell'educazione che veniva impartita ai giovani nelle file del movimento legionario.

    A convergere sulle posizioni del movimento legionario, Nae Ionescu era predisposto per via del suo stesso modo di vedere le cose. «La sua posizione apertamente antidemocratica, espressa negli articoli su L'individualismo inglese e su Descartes, padre della democrazia moderna, così come nella conferenza sul Sindacalismo, faceva di lui un uomo di sinistra nella politica sociale e un reazionario d'estrema destra nella tecnica politica». [11]

    Se Mircea Vulcanescu attribuisce al suo maestro la simultanea appartenenza alla destra politica e alla sinistra sociale, Nae Ionescu esprime formalmente il rifiuto di tali categorie in quanto inadeguate e insufficienti: «Io cerco di pensare sulle realtà politiche, per delimitare problemi e trovare soluzioni di governo. Sono di destra o di sinistra? Non lo so proprio. Perciò, risparmiatemi queste domande. Non per altro, ma non hanno nessun senso». [12]

    Dalle più alte gerarchie legionarie, gli stessi concetti venivano contemporaneamente espressi da Vasile Marin, che nell'autunno del 1933 era entrato nella redazione di "Cuvântul". Secondo Vasile Marin, la definizione della Guardia di Ferro come movimento «di destra» mira a «presentare l'azione legionaria come un movimento reazionario». Invece, «come il fascismo e come il nazionalsocialismo, il movimento legionario lotta per la creazione dello stato totalitario (...) La concezione totalitaria della riforma dello Stato ci impedisce di accordare una qualunque importanza a queste nozioni (di "destra" e di "sinistra", n.d.r.), prive per noi di significato. (...) Non possiamo essere né a destra né a sinistra, per la buona ragione che il nostro movimento abbraccia tutto quanto il piano della vita nazionale (...) Quando la stessa rivoluzione russa si nazionalizza intensamente (...) e quella fascista si socializza sempre più profondamente, che senso hanno più le etichette desuete di 'destra' e di 'sinistra', per essere ancora applicate alle azioni e ai regimi politici? Uno solo: la diversione!». [13 ]

    Nae Ionescu ci si presenta dunque come il massimo esponente intellettuale di quella che potremmo chiamare la "rivoluzione conservatrice" della Romania. Difatti Vulcanescu mette in risalto, nell'orientamento rivoluzionario del suo professore, la fondamentale irriducibilità al liberalismo: «Attento alle trasformazioni insensibili degli orientamenti del mondo, antiliberale perché gli sembrava che la funzione essenziale dei liberali (...) consistesse nel violentare il corso naturale dello sviluppo della nazione, Nae Ionescu era in attesa di chi riuscisse a dare una risposta alla sua attesa di una rivoluzione, una rivoluzione che non doveva essere nient'altro se non la manifestazione della realtà romena di sempre». [14] D'altronde il teologo ortodosso fondava su un passo biblico la certezza che, «quando il re è inetto, Dio suscita dal seno del popolo un Capitano». Così era avvenuto in passato con Michele il Prode, con Tudor Vladimirescu, con Avram Iancu. Così avveniva in quegli stessi anni con Corneliu Zelea Codreanu.

    L'ingresso di Nae Ionescu nel mondo legionario comportò, da parte del filosofo, l'assunzione di un vero e proprio impegno militante, che si tradusse in una serie di conferenze tenute su tutto il territorio romeno. I risultati furono immediati: il movimento riscosse numerose adesioni tra studenti, docenti e professionisti, mentre il suo prestigioso maître à penser si attirò parecchie ostilità: «tra gli uomini politici e i giornalisti di sinistra, ovviamente, ma soprattutto tra quelli di destra». [15]

    Gli intellettuali legionari rimasero in contatto permanente con Nae Ionescu, «lo consultavano di continuo, gli chiedevano di fornir loro motivi di riflessione e di lotta. E, siccome nel movimento non si faceva niente senza il consenso del capo, se ne deduce che quest'ultimo approvava tali contatti». [16]

    L'autorità acquisita da Nae Ionescu in mezzo ai legionari e la totale fiducia di cui godette presso di loro sono dimostrate dal fatto che egli «fu la guida diretta di alcuni guardisti per quanto concerne talune delle loro azioni, sia nel quadro del movimento sia fuori di esso». [17] Vulcanescu menziona esplicitamente, tra gli altri: Mircea Eliade, Vasile Marin, Ion Mota.

    Quest'ultimo, allorché nel novembre 1936 partì per il fronte spagnolo, consegnò al professore alcune lettere in cui aveva redatto il proprio testamento spirituale. [18] E fu Nae Ionescu a scrivere la prefazione per Crez de generatie (Credo di generazione), una raccolta di articoli di Vasile Marin, dopo che questi cadde combattendo a Majadahonda al fianco di Ion Mota.

    Nel gennaio 1938 "Cuv`ntul riprese le pubblicazioni. Mircea Eliade ne curava la pagina culturale, redigendo lui stesso due o tre articoli alla settimana e facendo collaborare alcuni suoi ex allievi. (Fu in questo periodo, per l'esattezza nel mese di marzo, che Nae Ionescu conobbe Julius Evola: lo scrittore italiano pranzò a casa del professore, con Eliade e con il matematico Octav Onicescu, un membro del CAUR romeno). Ma la nuova serie del giornale di Ionescu dovette interrompere le pubblicazioni tre mesi più tardi, allorché la dittatura instaurata dal re scatenò una massiccia persecuzione contro la Guardia di Ferro.

    Nae Ionescu fu arrestato nella notte tra il 16 e il 17 aprile, assieme ai dirigenti legionari e ai militanti d'avanguardia, e fu internato con loro in un reclusorio nei pressi di Miercurea Ciuc, «il più duro, il più raffinato che la tecnica carceraria avesse concepito». [19] Privato della libertà, malato e sofferente per una grave disfunzione cardiaca, colpito nell'attività professionale con la revoca dell'incarico universitario, il professor Nae Ionescu fu, nel campo di concentramento, un modello vivente di dignità e forza d'animo. Anzi, grazie a lui il reclusorio diventò una sorta di "università legionaria": Egli tenne per i compagni di prigionia una serie di conferenze, i cui argomenti andavano dalla metafisica al «fenomeno legionario». [20] imitato in ciò da Mircea Eliade, che parlò sulla lotta di liberazione dell'India contro il dominio britannico. A una tale attività i carcerieri reagirono adottando misure repressive straordinarie; lo stesso ministro degli Interni prescrisse per il professore un regime di isolamento speciale.

    Fu in questo periodo di isolamento che Nae Ionescu scrisse il saggio su Machiavelli: «su sottile carta igienica, ma con la stessa estetica di calligrafo perfetto, con la stessa perfetta impaginazione di sempre, che lo rendono simile a un testo cinese». [21] Mircea Vulcanescu, che prese visione del manoscritto (tuttora inedito), dice che la peregrinazione intellettuale di Machiavelli alla ricerca del Principe evoca inevitabilmente nel lettore l'analogo tentativo compiuto da Nae Ionescu, il quale, dopo avere indirizzato le proprie aspettative prima su Carol II e poi su Iuliu Maniu, ritenne finalmente di aver trovato nel Capitano del movimento legionario l'uomo del destino romeno.

    In seguito all'assassinio di Codreanu, avvenuto esattamente cinquant'anni fa, nella notte tra il 29 e il 30 novembre (la notte in cui, secondo la tradizione popolare, si scatenano i demoni più pericolosi), Nae Ionescu venne scarcerato, assieme ad un gruppo di legionari. Ma, poiché il campo di concentramento non lo aveva piegato ed egli aveva continuato imperterrito a manifestare la sua opposizione alla dittatura, il 13 gennaio 1939 venne ricondotto a Miercurea Ciuc. Rilasciato una seconda volta, il 9 marzo fu nuovamente arrestato; stavolta fu internato all'ospedale militare di Brasov, dove rimase fino al 24 giugno. In occasione delle "stragi di settembre", fu incarcerato per la quarta volta.

    Nell'inverno successivo Nae Ionescu ritornò nella sua villa di Baneasa, dove, come ricorda Eliade, il professore aveva il permesso di ricevere una volta alla settimana i suoi ex allievi.

    Il 15 marzo 1940 Nae Ionescu morì, in circostanze che non sono mai state chiarite. Circolò insistente la voce secondo cui sarebbe stato avvelenato per ordine della camarilla di corte; questa in effetti lo temeva molto, perché nell'imminente crisi del regime egli avrebbe svolto un ruolo importante, dati i contatti che aveva in Germania e dato il grande prestigio di cui godeva in Romania.

    Alle esequie intervenne una folla immensa: "professori universitari, direttori di ministeri e di istituti culturali, giornalisti, studenti, borghesi e popolani, che si accalcavano per vederlo per l'ultima volta"22.

    Mircea Eliade, che tenne il discorso funebre e fu tra coloro che portarono a spalle la bara, ha detto che il professore voleva essere seppellito con la foto di Codreanu che egli portava sempre con sé. Ma la foto venne sequestrata dalla Procura.



    Claudio Mutti



    Note:

    1 Die Logistik als Versuch einer neuen Begründung der Mathematik, München 1919.

    2 I corsi universitari di Nae Ionescu furono parzialmente pubblicati da alcuni ex allievi (Noica, Vulcanescu ecc.) che costituirono un "Comitato per la stampa dell'opera di Nae Ionescu". Finora gli editori romeni hanno pubblicato oltre il 70% della sua produzione: la sua tesi di dottorato, otto corsi universitari, le più note conferenze extrauniversitarie, quasi tutta la pubblicistica identificata come sua (molti scritti li pubblicò anonimi o firmati con vari pseudonimi) e una parte considerevole della sua corrispondenza epistolare.

    3 Mircea Eliade, ...si un cuvânt al editorului (... e una parola dell'editore), in: Nae Ionescu, Roza vânturilor (La rosa dei venti), Bucarest s.d. (ma: 1937), p. 439.

    4 Mircea Eliade, op. cit., pp. 439-440. Nei suoi diari, Eliade ha spesso rievocato la figura di Nae Ionescu. Anche i personaggi di alcuni romanzi eliadiani lasciano intravedere il profilo del maestro.

    5 Mircea Eliade, ...si un cuvânt al editorului, cit., p. 429.

    6 Mircea Vulcanescu, Nae Ionescu. Asa cum l'am cunoscut (Nae Ionescu. Così come l'ho conosciuto), Bucarest 1992, pp. 43-44.

    7 Mircea Vulcanescu, op. cit., p. 75.

    8 Mircea Eliade, Memorii I, Bucarest 1991, p. 286.

    9 Horia Sima, Histoire du Mouvement Légionnare, Rio de Janeiro 1972, pp. 103-106.

    10 Horia Sima, Mari existente legionare (Grandi vite legionarie), "Tara si Exilul", I, 8, 1 giugno 1965, p. 22.

    11 Mircea Vulcanescu, op. cit., p. 91.

    12 Nae Ionescu, Tot despre "dreapta" çi "stânga" (Ancora su "destra" e "sinistra"), 25 giugno 1933, in: N. Ionescu, Roza vânturilor, cit., p. 342.

    13 Vasile Marin, "Extremismul de dreapta" ("L'estremismo di destra"), in "Axa", 29 ottobre 1933, rist. in: V. Marin, Crez de generatie (Credo di generazione), München 1977, pp. 207-213.

    14 Mircea Vulcanescu, op. cit., p. 91.

    15 Mircea Eliade, Memorii I, cit., p. 341.

    16 Mircea Vulcanescu, op. cit., p. 101.

    17 Mircea Vulcanescu, op. cit., p. 78.

    18 Testamento di Ion Motza, Edizioni all'insegna del Veltro, Parma 1984 (ristampa dell'ed. 1987).

    19 Radu Gyr, Sofferenza, sacrificio e canto, in: Guardia di Ferro, Al passo con l'Arcangelo. Ritmi legionari, Edizioni all'insegna del Veltro, Parma 1982, p. 54.

    20 Nae Ionescu, Il fenomeno legionario, Edizioni all'insegna del Veltro, Parma 1998.

    21 Mircea Vulcanescu, op. cit., p. 98.

    22 Pericle Martinescu, La despartirea de Nae Ionescu (Al distacco da Nae Ionescu), "Criterion", serie nuova, I, 2, 1990.





    Da: http://www.italiasociale.org/Cultura/Nae_ionescu.htm

  3. #13
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    Onore al Capitano!
    Onore ai Legionari di ieri e di oggi!

  8. #18
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    Thumbs up Re: Il Capitano - Corneliu Zelea Codreanu e la Romania Legionaria

    In ricordo di Corneliu Zelea Codreanu (13/9/1899-30/11/1938), oggi 13 settembre 2016, nell’anniversario della sua nascita…





















    Articoli su Codreanu da "Agerecontra"
    (http://www.agerecontra.it/public/press40/):




    Codreanu: C’erano in lui saggezza e coraggio, sogno e realtà

    Codreanu: C?erano in lui saggezza e coraggio, sogno e realtà « www.agerecontra.it
    “Sì, avevo davanti a me l’eroe, nel senso mitico e storico della parola. C’erano in lui saggezza e coraggio, sogno e realtà, forza e bellezza fisica di un semidio, semplicità e limpidezza evangelica e, soprattutto, dalla sua fronte di marmo e dai suoi sguardi penetranti l’irradiazione così serena, in questo momento di pericolo, dell’anima del passato e della terra romena.” (Il principe Sturdza a proposito del Capitano.)
    http://www.agerecontra.it/public/pre...9/CAPITANO.jpg
    Reggio Emilia: ?Decadenza, dal Piano Kalergi all?accoglienza business? « www.agerecontra.it
    “Susciteremo un’atmosfera spirituale, un ambiente morale in cui nasca e di cui si nutra e cresca l’uomo eroe. Quest’ambiente dovremo isolarlo dal resto del mondo, erigendo barriere spirituali il più elevate possibili. Difenderlo da tutti i venti pericolosi della viltà, della corruzione, della dissolutezza – da tutte le passioni, che seppelliscono le nazioni e uccidono gli individui.” - Corneliu Zelea Codreanu.





    Video-Conferenza di "Radio Spada" su Codreanu...
    Luca Fumagalli e Piergiorgio Seveso del forum
    "Tradizione Cattolica" e di “Radio Spada” hanno organizzato un paio di conferenze (v. qui: Corneliu Zelea Codreanu: un percorso tra politica e metapolitica") su Corneliu Zelea Codreanu (13 Septembrie 1899 - 30 Noiembrie 1938), fondatore dell’eroico movimento mistico-politico rumeno “Legione Arcangelo Michele” – “Legiunea Arhangehelului Mihail”:





    Archivio per | Radio Spada
    http://www.radiospada.org/tag/corneliu-zelea-codreanu/
    Corneliu Zelea Codreanu: una conferenza a Como (20 settembre 2012) | Radio Spada
    “Due redattori di Radio Spada, Luca Fumagalli e Piergiorgio Seveso, hanno tenuto una conferenza dal taglio introduttivo al pensiero politico e morale di Corneliu Zelea Codreanu, realizzatasi grazie all'iniziativa e all'ospitalità di Forza Nuova Como, Lotta Studentesca, Militia e Associazione 410, la sera del 20 settembre 2012. Per un curioso caso del destino, l'indomani scoppiava una polemica greve e desolante che rischiava di trascinare Codreanu nelle miserie della politica italiana (il neo capogruppo del PDL nel dimissionario consiglio regionale del Lazio intervistata anni fa davanti ad un ritratto di Codreanu) e nelle spire della peggiore disinformazione, tipica delle miserabili gazzette che insozzano le povere edicole della Penisola. A questo coro sgraziato non ha mancato di partecipare, non si sa bene a quale titolo, Riccardo Pacifici della comunità ebraica di Roma, che ha affastellato una serie di grossolani errori storici e politici ("Codreanu nazista", "Codreanu antisemita", "Codreanu cattolico"). Ovviamente la figura di Codreanu, lontanissima dallo spirito degli antisemitismi novecenteschi, è molto più complessa e ricca rispetto a queste banalizzazioni propagandistiche, talvolta interessate, talvolta frutto dei miseri tempi in cui viviamo. Pur ribadendo la assoluta centralità salvifica del cattolicesimo romano ("Extra Ecclesia nulla salus") e del Papato romano ("Ubi Petrus ibi Ecclesia") nell'azione e nella teologia di Radio Spada, non possiamo che cogliere gli aspetti più interessanti e profondi del pensiero di questo politico cristiano orientale. Buona visione!”
    “CONFERENZA TENUTA DA PIERGIORGIO SEVESO E LUCA FUMAGALLI PER L'ASSOCIAZIONE CULTURALE 410 COMO, MILITIA COMO, FORZA NUOVA LARIO, LOTTA STUDENTESCA LARIO.
    LA SPADA DELL'ARCANGELO: UN INCONTRO CON C. Z. CODREANU”

    www.youtube.com/watch?v=kmoLGR712Ow
    Corneliu Zelea Codreanu: una conferenza a Como (20 settembre 2012) | Radio Spada
    VIDEO. Una nuova conferenza su Codreanu a Como (29.11.2012) | Radio Spada


    Corneliu Zelea Codreanu: un percorso tra politica e metapolitica"
    Di Guelfo Nero nel forum Tradizione Cattolica
    https://forum.termometropolitico.it/...olitica-3.html






    Una bella canzone dedicata a Codreanu da parte degli Ultima Frontiera:



    IL Capo di Cuib - Ultima Frontiera
    https://www.youtube.com/watch?v=Duq3IY4CC1Q







    Siti per approfondire la figura, il pensiero, la vita di Codreanu e del suo movimento:




    CODREANU
    Corneliu Zelea Codreanu - Pagina dedicata fondatorului Miscarii Legionare
    La Legione Arcangelo Michele
    http://www.codreanu.ro/cap5.html
    Corneliu Zelea Codreanu - Wikipedia

    Corneliu Zelea Codreanu
    “il 13 settembre 1899 nasceva il Capitano.....onore alla più fulgida e mistica figura del XX° secolo...”





    Consiglio soprattutto i suoi "Diari dal Carcere":

    Corneliu Zelea Codreanu, Diario dal carcere, Edizioni di Ar, Padova 1982.

    Questa che segnalo è la vecchia edizione che ho, ormai c'è quella nuova, anche se era meglio la copertina di prima...Molto bello anche questo libro sempre delle Ar che documenta e riporta le impressioni di semplici popolani franco-provenzali ed occitani di Grenoble che avevano ben conosciuto Codreanu di persona:






    ​"CAMMINA SOLTANTO SULLE STRADE CHE TI SONO INDICATE DALL'ONORE. LOTTA E NON ESSERE MAI VILE. LASCIA AGLI ALTRI LE VIE DELL'INFAMIA. E' MEGLIO MORIRE COMBATTENDO SULLE VIE DELL'ONORE, CHE VINCERE PER MEZZO DI UN'INFAMIA" - C.Z. CODREANU







    Altre ricorrenze del giorno 13 settembre…





    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
    “13 settembre 2016: Martedì della XVII settimana dopo Pentecoste."

    “Il 13 settembre 1821 Papa Pio VII Chiaramonti con la Bolla "Ecclesiam a Jesu" scomunica gli aderenti alla Carboneria.”

    San Maurilio - Sodalitium
    “13 settembre, San Maurilio, Confessore (Milano? – Angers, 13 settembre 453), fu vescovo di Angers. Le reliquie del santo furono disperse dai rivoluzionari nel 1791.”

    Carlo Di Pietro - Giornalista e Scrittore
    “Preghiera al Santo del giorno.

    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.
    Eterno Padre, intendo onorare San Maurilio, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima, per i meriti di questo santo, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, San Maurilio possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”






    Luca, Sursum Corda!


    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: Il Capitano - Corneliu Zelea Codreanu e la Romania Legionaria

    Il movimento politico italiano "Forza Nuova" veniva fondato 19 anni fa il 29 settembre 1997, il giorno di San Michele Arcangelo, ispirandosi all'esempio della “Legione Arcangelo Michele” di Corneliu Zelea Codreanu...
    Su San Michele Arcangelo, la “Legione Arcangelo Michele” di Codreanu e "Forza Nuova"...





    29 Settembre: S.Michele Arcangelo | Forzanuova Milano
    "In questo giorno, ogni militante rinnova solennemente la sua dichiarazione di fedeltà alla causa forzanovista, invocando l’intercessione potente del principe della milizia celeste San Michele Arcangelo, che la Tradizione cattolica ci presenta come colui che guida le schiere angeliche fedeli a Dio [la Santissima Trinità, ossia Padre, Figlio (Gesù Cristo) e Spirito Santo], contro la ribellione di Lucifero.
    Il significato del nome Michele è un atto di fedeltà ed un grido di guerra insieme: fedeltà a Dio ed al Suo ordine, guerra a chi lo nega, ossia Lucifero e le sue schiere.
    Michele, infatti, vuol dire “chi come Dio”, e questo è il grido che lancia l’Arcangelo di fronte alla ribellione di chi non accetta il piano del Creatore.

    La figura di San Michele Arcangelo si manifesta, dunque, in quello che può essere considerato l’atto sovversivo per antonomasia, appunto il “non serviam” di Lucifero, il rifiuto di servire Dio ed assecondare il Suo piano; l’atto di cui la lotta fra l’ordine e l’antiordine, che si combatte tra gli uomini nel tempo e nello spazio, ne è il drammatico riflesso.
    San Michele è, quindi, la guida celeste di quanti si schierano sotto le insegne della Santissima Trinità e combattono per difenderne ed affermarne l’ordine nella società degli uomini, contro i divulgatori di empietà; ma è anche guida ed aiuto per il combattimento che ciascuno di noi è chiamato a condurre interiormente, contro tutto ciò che deturpa la nostra dignità di uomini e di cristiani.
    La Chiesa cattolica romana insegna ad invocarne l’aiuto con queste parole: “Sancte Michael Arcangele defende nos in proelio”. Nel corso del cosiddetto medioevo, ossia durante l’epoca della Cristianità europea romano-germanica, che fu periodo di grande fede e devozione – ove la religione occupava il vertice nella vita dei singoli e nella gerarchia dell’ordinamento politico e sociale – la figura di San Michele è stata dominante e veneratissima.
    La cavalleria, ossia l’ordine dei combattenti e dei difensori della fede e della società cristiana, ha come patrono e difensore proprio San Michele (Duce della cavalleria celeste), essendo, invece, San Giorgio l’archetipo della santità cavalleresca.
    La scelta di Forza Nuova di porsi sotto il patrocinio di San Michele Arcangelo, manifesta la consapevolezza di partecipare ad una battaglia i cui termini sono solo di riflesso politici, economici e sociali.
    E la maniera migliore di dimostrare tale consapevolezza , non può che essere rappresentata da uno stile di vita coerente."




    "d. CURZIO NITOGLIA 15 marzo 2011 FN Con Noi
    http://www.doncurzionitoglia.com/fn_con_noi.htm
    FN Con Noi
    "Cosa è “Forza Nuova”



    Mi è giunto un libretto, di circa 100 pagine, intitolato “Con Noi”, il quale racchiude il programma dottrinale del movimento politico di “Forza Nuova”. Questo fu fondato il 29 settembre 1997 e venne posto sotto la protezione di San Michele Arcangelo (“Con Noi”, p. 6), il Principe della Milizia Celeste, che combatté contro Lucifero, (il quale si era eretto contro Dio) e lo sconfisse al grido “Quis ut Deus?”, che vuol dire appunto “Michael”. Lucifero era il più bello e intelligente degli Angeli buoni, ma, non volendo riconoscere la sua dipendenza da Dio, divenne un Angelo malvagio o diavolo e fu precipitato nell’Inferno, creato solo allora da Dio, dopo un’immane battagliata delle Milizie Celesti buone e fedeli a Dio, capitanate da San Michele, contro quelle malvagie, capitanate da Lucifero, divenuto perverso dopo il suo “Non serviam” rivolto contro Dio. (...)
    Nell’opuscolo “Con Noi” di ‘Forza Nuova’ a pagina 20 si legge: «Un ordinamento politico retto, trova il suo compimento attraverso il riconoscimento della regalità sociale di Gesù Cristo»."










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    29 settembre 2016: San Michele Arcangelo…
    Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio!







    Sodalitium - Sito ufficiale dell'Istituto Mater Boni Consilii
    San Michele Arcangelo - Sodalitium
    “29 settembre, San Michele Arcangelo.
    Sancte Michaël Arcangele, defende nos in proelio, contra nequitias et insidias diaboli esto presidium; imperet illi Deus, supplices deprecamur; tuque, princeps militiae coelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen.
    San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli. E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell’Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. Così sia.”










    "Carlo Di Pietro - Giornalista e Scrittore

    Preghiera al Santo del giorno
    +
    Sancte Michaël Arcangele, defende nos in proelio, contra nequitias et insidias diaboli esto presidium; imperet illi Deus, supplices deprecamur; tuque, princeps militiae coelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen
    +

    #sdgcdpr"













    Dedicazione di S. Michele Arcangelo, 29 settembre

    http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm
    Dedicaz. di S. Michele

    Guéranger, L'anno liturgico - Dedicazione di san Michele Arcangelo
    “29 SETTEMBRE DEDICAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO
    L'anno liturgico
    di dom Prosper Guéranger



    Radio Spada
    “29 settembre 2016: Dedicazione di San Michele Arcangelo.
    Oggetto della festa.
    La dedicazione di S. Michele è la festa più solenne che la Chiesa celebra nel corso dell'anno in onore di questo Arcangelo, e tuttavia lo riguarda meno personalmente perché vi si onorano tutti i cori della gerarchia angelica. Nell'inno dei primi Vespri la Chiesa propone alla nostra preghiera l'oggetto della festa di oggi con le parole Rabano Mauro, abate di Fulda:
    Celebriamo con le nostre lodi
    Tutti i guerrieri del cielo,
    Ma soprattutto il capo supremo
    Della milizia celeste:
    Michele che, pieno di valore,
    Ha abbattuto il demonio [1].
    Origine della festa.
    La festa dell'otto maggio richiama il ricordo dell'apparizione al monte Gargano e nel medioevo si celebrava soltanto nell'Italia del Sud. La festa del 29 settembre è propria di Roma e segna l'anniversario della Dedicazione di una basilica oggi scomparsa, che sorgeva sulla via Salaria, a Nord-Est della città.
    Il fatto della dedicazione spiega il titolo conservato alla festa nel Messale Romano: Dedicatio sancti Michaelis. Le Chiese di Francia e Germania, che nel Medioevo seguivano la liturgia romana, hanno attenuato spesso nei loro libri liturgici il titolo originario della festa, che venne presentata come festa In Natale o In Veneratione sancti Michaelis, così che dell'antico titolo non restava altro che il nome dell'Arcangelo.
    L'ufficio di san Michele.
    Anche l'Ufficio non poteva conservare il ricordo della dedicazione. Infatti gli antichi Uffici relativi alle dedicazioni celebravano il santo in onore del quale la chiesa era consacrata e non l'edificio materiale in cui egli era onorato; non avevano perciò niente di impersonale e rivestivano anzi un carattere molto circostanziato.
    L'Ufficio di san Michele può essere considerato una delle più belle composizioni della nostra liturgia e ci fa contemplare ora il principe delle milizie celesti e capo degli angeli buoni, ora il ministro di Dio, che assiste al giudizio dell'anima di ogni defunto, ora ancora l'intermediario, che porta sull'altare della liturgia celeste le preghiere dell'umanità fedele.
    L'Angelo turiferario.
    I primi Vespri cominciano con l'Antifona Stetit Angelus, che deriva il testo dall'Offertorio della Messa del giorno: "Un angelo stava presso l'altare del tempio e aveva un incensiere in mano: gli diedero molto incenso e il fumo profumato si elevò fino a Dio". L'Orazione della benedizione dell'incenso alla Messa solenne designa il nome di questo angelo turiferario: "Il beato Arcangelo Michele". Il libro dell'Apocalisse dal quale son presi i testi liturgici ci spiega che i profumi, che salgono alla presenza di Dio, sono le preghiere dei giusti: "Il fumo degli aromi formato dalle preghiere dei santi salgono dalla mano dell'angelo davanti a Dio" (Ap 8,4).
    Il Mediatore della Preghiera eucaristica.
    È ancora Michele che presenta al Padre l'offerta del Giusto per eccellenza ed Egli infatti è designato nella misteriosa preghiera del Canone della Messa in cui la santa Chiesa chiede a Dio di portare sull'altare sublime, per mano dell'Angelo Santo, l'oblazione sacra in presenza della divina Maestà. È cosa molto sorprendente notare negli antichi testi liturgici romani che san Michele è sovente chiamato l'Angelo Santo, l'Angelo per eccellenza.
    Probabilmente sotto il pontificato di Papa Gelasio fu compiuta la revisione del testo del Canone nel quale l'espressione al singolare Angeli tui fu sostituita con quella al plurale Angelorum tuorum. Proprio a quell'epoca, sul finire del V secolo, l'Angelo era apparso al vescovo di Siponto, presso il Monte Gargano.
    Vocazione contemplativa degli Angeli.
    Come si vede la Chiesa considera san Michele mediatore della sua preghiera liturgica; egli è posto tra l'umanità e la divinità. Dio, che dispose con ordine ammirabile le gerarchie invisibili (Colletta della Messa), impiega, per opulenza, a lodare la sua gloria il ministero degli spiriti celesti, che contemplano continuamente l'adorabile faccia del Padre (Finale del Vangelo della Messa) e, meglio che gli uomini, sanno adorare e contemplare la bellezza delle sue infinite perfezioni. Mi-Ka-El: Chi è come Dio? Il nome esprime da solo, nella sua brevità, la lode più completa, la più perfetta adorazione, la riconoscenza totale per la trascendenza divina e la più umile confessione della nullità delle creature.
    Anche la Chiesa della terra invita gli spiriti a benedire il Signore, a cantarlo, a lodarlo e esaltarlo senza soste (Introito, Graduale, Communio della Messa; Antifona dei Vespri). La vocazione contemplativa degli Angeli è modello della nostra e ce lo ricorda un bellissimo prefazio del Sacramentario leoniano: "È cosa veramente degna... rendere grazie a Te, che ci insegni, che, per mezzo del tuo Apostolo, che la nostra vita è trasferita in cielo, che, con benevolenza comandi, di trasportarci in spirito là dove quelli che noi veneriamo servono e di tendere verso le altezze, che nella festa del beato Arcangelo Michele contempliamo nell'amore, per il Cristo nostro Signore".
    Aiuto dell'umanità.
    La Chiesa sa pure che a questi spiriti consacrati al servizio di Dio è stato affidato un ministero al fianco di coloro, che devono raccogliere l'eredità della salvezza (Ebr 1,14). Senza attendere la festa del 2 ottobre, dedicata in modo speciale agli Angeli custodi, la Chiesa già oggi chiede a san Michele e ai suoi Angeli di difenderci nei combattimenti che dobbiamo sostenere (Alleluia della Messa; Preghiera ai piedi dell'altare dopo l'ultimo Vangelo). Chiede ancora a san Michele di ricordarsi di noi e di pregare per noi il Figlio di Dio, perché nel giorno terribile del giudizio non abbiamo a perire. Nel giorno terribile del giudizio il grande Arcangelo, vessillifero della milizia celeste, difenderà la nostra causa davanti all'Altissimo (Antifona del Magnificat ai secondi Vespri) e ci farà entrare nella luce santa (Offertorio della Messa dei defunti).
    Preghiera.
    Da questa terra, nella lotta contro le potenze del male, possiamo rivolgere all'Arcangelo la preghiera di esorcismo che Leone XIII inserì nel rituale della Chiesa Romana:
    "Principe gloriosissimo della celeste milizia, san Michele Arcangelo, difendici nel combattimento contro le forze, le potenze, i capi del mondo delle tenebre e contro lo spirito di malizia. Vieni in soccorso degli uomini, che Dio ha fatti a sua immagine e somiglianza e riscattati a duro prezzo dalla tirannia del diavolo.
    La santa Chiesa ti venera come custode e patrono; Dio ti ha confidato le anime redente per portarle alla felicità celeste. Prega il Dio della pace, perché schiacci Satana sotto i nostri piedi, per strappargli il potere di tenere gli uomini in schiavitù e di nuocere alla Chiesa. Offri le nostre preghiere all'Altissimo perché sollecitamente scendano su di noi le misericordie del Signore e il dragone, l'antico serpente, chiamato Diavolo e Satana, sia precipitato, stretto in catene, nell'abisso, perché non possa più sedurre i popoli".
    [1] Seguiamo la versione antica del Breviario monastico, non quella del Breviario Romano, ritoccata da Urbano VIII.
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1114-1117.”









    In onore di San Michele Arcangelo | Radio Spada

    In onore di San Michele Arcangelo | Radio Spada
    “In onore di San Michele Arcangelo di Alessandro Elia
    Oggi, 29 settembre, la Liturgia della Chiesa ricorda la festività di San Michele Arcangelo. Il suo nome deriva da «Mi-ka-El», che vuol dire «chi è come Dio?». Infatti nessuno è come l’Onnipotente e chiunque osi sfidarLo si fa nemico anche San Michele, che combatte coloro i quali non hanno alcun timore di Dio. Nella nostra epoca c’è grandissima urgenza dell’aiuto dell’Arcangelo, perché moltissimi uomini, anche all’interno della Chiesa, non temono l’Altissimo e perciò sono “peggio dei demoni, che almeno temono e tremano davanti a Dio” (Padre Pio).
    Michele si contrappone ed è detestato da Lucifero, che è il capo degli angeli che Dio fece precipitare negli inferi poiché si ribellarono a Lui. San Michele è generale degli angeli che combattono contro il male e con il suo scudo è difensore della Fede, della Verità e della Chiesa. Egli è «capo supremo dell’esercito celeste», secondo la Sacra Scrittura, in cui è citato ben cinque volte, nel libro di Daniele, di Giuda e infine nell’Apocalisse.
    Come Maria Santissima, anche San Michele ha un grande potere di intercessione ed è cosa molto buona e gradita al Signore la devozione all’Arcangelo. Non a caso nell’iconografia cattolica sia la Beata Vergine Maria che L’Arcangelo Michele sono raffigurati, a seconda delle circostanze, con il serpente o il drago rappresentante il diavolo sotto i piedi, che nel caso di san Michele, Egli è pronto a trafiggere con la sua spada.
    Siccome San Michele è protettore del popolo cristiano, che infatti un tempo ne chiedeva sempre l’intercessione durante i pellegrinaggi pericolosi, vi è una sua maestosa statua sulla vetta di Castel Sant’Angelo a Roma. Inoltre, durante il Medioevo furono costruiti in suo onore la splendida abbazia di Mont Saint-Michel in Normandia, La Sacra di San Michele sul Monte Pirchiriano, in Piemonte e il santuario del Monte Gargano in Puglia.
    Il 13 ottobre 1884, al termine della Santa Messa da lui celebrata, Il Santo Padre Leone XIII rimase immobile per qualche minuto in stato di turbamento. Subito dopo si recò nel suo studio ed è proprio in quel momento che scrisse la preziosissima preghiera, che tutti sono invitati a recitare il più possibile, rivolta a San Michele Arcangelo. Soltanto in seguito il Pontefice spiegò cosa gli successe durante la messa. Disse di aver udito Gesù e Satana e di aver avuto una spaventosa visione dell’Inferno: «ho visto la terra avvolta dalle tenebre e da un abisso, ho visto uscire legioni di demoni che si spargevano per il mondo per distruggere le opere della Chiesa ed attaccare la stessa Chiesa che ho visto ridotta allo stremo. Allora apparve San Michele e ricacciò gli spiriti malvagi nell’abisso. Poi ho visto San Michele Arcangelo intervenire non in quel momento, ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l’Arcangelo».
    Il giorno stesso ordinò al Segretario della Sacra Congregazione dei Riti di far avere a tutti i Vescovi la supplica a San Michele che aveva appena scritto, giacché da quel momento al termine di ogni Messa doveva essere recitata la suddetta invocazione al Principe delle milizie celesti.
    Tristemente, ma anche piuttosto misteriosamente, dopo il Concilio Vaticano II, tale nobilissima supplica cadde in disuso e non fu più obbligatoria al termine del Santo Sacrificio.
    Di seguito la preghiera a San Michele Arcangelo di Papa Leone XIII.
    Sancte Michaël Arcangele, defende nos in proelio, contra nequitias et insidias diaboli esto presidium; imperet illi Deus, supplices deprecamur; tuque, princeps militiae coelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen
    Significato: San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli. E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell’Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. Amen.”
    http://i0.wp.com/radiospada.org/wp-c...73d25799a6.jpg









    SAN MICHELE ARCANGELO NELLA LOTTA CONTRO IL DEMONIO | Radio Spada

    San Michele Arcangelo lo conosciamo sin dall’Antico Testamento come colui che veglia sugli eletti (Dan. 12,1), veglia sul popolo eletto d’Israele, veglia quindi su Abramo e sulla sua discendenza, il quale era «cristiano in voto», difatti Abramo, come Gesù ricorda in Gv. 8,54-56, credeva in Lui e da ciò deriva la «stirpe», dalla fede in Cristo. San Giovanni ci riporta la risposta di Nostro Signore alle pretese dei bugiardi: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò».
    A san Michele è assegnato pure il compito di difendere gli eletti in un momento drammatico che, come risulta dal contesto di Daniele 12 e dalla Tradizione, coincide anche con la resurrezione generale connessa con il giudizio di Dio. Dice il Signore: «Se qualcuno […] non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città» (Mt. 10,14-15). Importantissimo, quindi, il ruolo di san Michele anche alla fine dei tempi, come sostegno santo per chi vi giunge vivo.
    Egli è anche Arcangelo della buona morte, ovvero assiste il moribondo affinché questi resti saldo nella fede, riceva i Sacramenti e si salvi, contro gli assalti del maligno che vuole, invece, far perdere fiducia in Dio facendo dannare l’anima della vittima di turno.
    >>> CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIU’ <<<
    Il terrore dei demonii: San Michele Arcangelo
    Nel Nuovo Testamento, san Michele protegge tutti i battezzati nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, dai tremendi assalti di Satana e di tutti gli angeli decaduti.
    Da Giuda 9 apprendiamo che egli è un Arcangelo, per di più veniamo informati di una tremenda lotta che ebbe con diavolo, ma i dati distintivi più importanti che emergono dallo Scritto sono la carità e l’umiltà che caratterizzano l’Arcangelo, il quale, durante la battaglia, dice al maligno: «Ti condanni il Signore!»; ci ricorda difatti la Scrittura: «non osò accusare [il diavolo, NdA] con parole offensive». Dio giusto, Uno e Trino: «con rigore […] […] infliggerà [al diavolo ed agli uomini iniqui,NdA] la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti» (Mt. 24,51).
    In Apocalisse 12,7 capiamo che ci fu una lotta in Cielo, pertanto san Michele a capo delle schiere angeliche di Dio Trinità, ricevette il compito di scacciare il drago, ovvero Lucifero che, una volta depravatosi nell’intelligenza e sfigurato nell’aspetto, divenne Satana e, con 1/3 degli angeli ormai ribelli, vennero tutti precipitati. Si legge: «[…] la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra» (Apoc. 12,4). Secondo la comune esegesi cattolica, un terzo delle stelle sarebbero gli angeli pervertitisi.
    L’iconografia classica ci tramanda l’immagine di san Michele rivestito di armatura, e questo lo dobbiamo al suo essere guerriero, difensore e protettore, cavaliere celeste venerato anticamente dai nobili popoli germanici i quali usavano porre la sua effigie sui vessilli. La corona è piuttosto un elmo glorioso, talvolta sostituita con un’importante aureola, sempre e comunque a testimoniare la santità del capo dell’armata celeste di Dio, rimarcando anche la sua importanza gerarchica nella monarchia, così come accade nella Chiesa stessa, Istituzione divinamente monarchica. La bilancia, accompagnata da una lancia al posto della spada soprattutto nelle iconografie nordiche e russe, rappresenta la pesatura, ovvero l’Arcangelo presenta le anime al cospetto dell’Altissimo, il Quale pesa i meriti e le colpe, pertanto giudica giustamente: o salvando, oppure comminando la pena eterna. Dice il signore: «[…] Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno […] Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo» (Mt. 13,40).
    San Michele è pure il turiferario celeste, come testimonia Apocalisse 8,3, quindi porta l’aureo turibolo, o «incensiere d’oro», delle preghiere davanti all’altare Celeste.
    Siamo certi che esistono san Michele e tutti gli angeli, siano essi o buoni o cattivi, perché la Rivelazione ce lo dice. Solo che la Scrittura liberamente interpretata (il «sola Scriptura» di luterana dannata memoria) non basta, pertanto la nostra certezza viene dalla Chiesa, che ha dapprima chiarito il dato rivelato, interpretando la Scrittura tradizionalmente e secondo il principio di «convergenza dei Padri», il che esclude ogni fantasiosa esegesi arbitraria, e successivamente ha definito queste verità rivelate, pertanto dobbiamo crederle.
    Dunque, come ricorda sant’Agostino nella «Lettera contro Mani», così come è la Chiesa che mi dice di credere nei Vangeli, poiché senza la Chiesa neanche sapremmo quali testi sono Sacri e quali sono fandonie, allo stesso modo dobbiamo credere a tutte quelle verità indispensabili alla salvezza: che la Chiesa definisce e ci impone all’osservanza. Diversamente sarebbe come credere che la ruota gira e si sposta, ma poi fare una macchina con i cerchioni quadrati. Ciò sarebbe contro la retta ragione.
    Ad ogni anima viene dato un corpo, ogni uomo è così supportato dall’Angelo custode, che ci protegge dalle tentazioni e dalle vessazioni degli angeli decaduti o demoni. Quando l’uomo muore, non esistono anime erranti, difatti l’anima o è salva o è condannata, ma sempre «confinata». L’Angelo, è opinione teologica comune, sarà la santa compagnia di chi si è salvato, come il diavolo sarà il carnefice eterno di chi si è dannato. Non esistono, salvo rarissimi casi riconosciuti esplicitamente dalla Chiesa, manifestazioni terrene di anime dei defunti.
    Estrapolato (Cf. Controsenso, Basilicata, anno V, n° 11) intervista integrale del 13 marzo 2014, Mistero (Italia 1) a Carlo Di Pietro













    "Questo testo devozionale, scritto da un padre gesuita, fornisce ai lettori le principali coordinate teologiche dell'angelologia scolastica (natura e funzione degli angeli nell'economia della Salvezza), per poi soffermarsi sulla figura storica di San Michele Arcangelo e sul ruolo da esso giocato, sia nella battaglia protostorica contro gli angeli ribelli, sia nelle principali apparizioni michelite della storia (con particolare attenzione a quella del Monte Gargano e a quella di Roma)."


    TITOLO: Il terrore dei demonii: San Michele Arcangelo
    SOTTOTITOLO: Novena in apparecchio alla doppia festività del medesimo
    CURATORI: Marcello Stanzione e Carlo Di Pietro
    PRESENTAZIONE:
    Questo testo devozionale, scritto da un padre gesuita, fornisce ai lettori le principali coordinate teologiche dell'angelologia scolastica (natura e funzione degli angeli nell'economia della Salvezza), per poi soffermarsi sulla figura storica di San Michele Arcangelo e sul ruolo da esso giocato, sia nella battaglia protostorica contro gli angeli ribelli, sia nelle principali apparizioni michelite della storia (con particolare attenzione a quella del Monte Gargano e a quella di Roma). Con un taglio argomentativo, lontano dalle suggestioni delle angelologie spurie e fantasiose, l'autore presenta, tramite numerose riflessioni teologiche, la figura dell'Arcangelo come quella del principale difensore della Cristianità nel corso dei secoli. La parte finale dell'opera, non priva di un certo afflato esortativo e lirico, si incentra sulle principali devozioni a San Michele. L'opera ha la prefazione di Carlo Di Pietro e Don Marcello Stanzione.

    INDICE:

    • Introduzione
    • Al lettore
    • Ragionamento relative alla Novena
    • Dell’esistenza dei demonii nel mondo
    • Dei caratteri dei demonii
    • Delle infestazioni diaboliche negli uomini
    • Dell’infestazione diabolica con alcune persone spirituali
    • Esempii singolari e straordinarii dell’infestazione diabolica con alcune persone spirituali
    • Dell’infestazione diabolica nell’ordine fisico negli uomini
    • Dell’infestazione diabolica delle abitazioni e dei luoghi
    • S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per la sua sublime grandezza
    • S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per la sconfitta toccata loro per sua mano in cielo
    • S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per le vittorie contro di loro riportate nell’antico Testamento
    • S. Michele Arcangelo terror de demonii per le vittorie riportate nel nuovo Testamento col legamento di Lucifero, e colla distruzione dell’idolatria
    • S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per la difesa della Chiesa di Gesù Cristo contro i loro assalti
    • S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per la difesa di ciascun dei fedeli contro le loro oppugnazioni in tempo di vita
    • S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per la difesa di ciascun de’ fedeli dalle loro tentazioni in punto di morte
    • S. Michele Arcangelo terror de’ demonii per la vittoria che riporterà su di essi negli ultimi tempi del mondo
    • S. Michele Arcangelo terror dei demonii pel trionfo che menerà su di loro, nel dì dell’universale giudizio
    • Gloria distinta di S. Michele Arcangelo in cielo pel pieno trionfo riportato sui demonii a vantaggio degli Angeli e degli uomini
    • Preghiere in onore di S. Michele Arcangelo
    • Altre preghiere in onore di S. Michele Arcangelo
    • Formola di elezione di S. Michele Arcangelo a special protettore
    • Preghiera al Santo Angelo Custode

    Imprimatur per la parte riprodotta dall’edizione originale: Fr. Hieronymus Gigli Ord. Praed. S. P. A. Magister. Petrus De Villanova Castellacci Arch. Petrae, Vicesg.
    PAGINE 136 formato A5
    © 2013 Edizioni Radio Spada"







    “Il 29 settembre 440 San Leone I Magno viene esaltato al Sommo Pontificato
    .”
    “Il 29 settembre 855 Papa Benedetto III, già esaltato al Sommo Pontificato nel luglio dello stesso anno, viene incoronato.”
    “Il 29 settembre 1850 con la Bolla "Universalis Ecclesiae" ristabilisce la gerarchia cattolica in Inghilterra.”
    “Il 29 settembre 1932 con la bolla "Acerba animi" Papa Pio XI condanna nuovamente le persecuzioni laiciste in Messico.”
















    Apparizione di S. Michele arcangelo

    8 maggio - Apparizione di S. Michele Arcangelo

    S. Raffaele arcangelo
    24 ottobre (29 settembre) - S. Raffaele, arcangelo
    S. Gabriele arcangelo
    24 marzo (29 settembre) - S. Gabriele arcangelo
    SS. Angeli custodi
    2 ottobre - SS. Angeli custodi


    https://forum.termometropolitico.it/...arcangelo.html
    San Michele Arcangelo Di AgnusDei nel forum Cattolici
    https://forum.termometropolitico.it/314412-29-settembre-dedicazione-di-s-michele-arcangelo.html
    29 settembre - Dedicazione di S. Michele arcangelo







    Luca, Sursum Corda!

    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: Il Capitano - Corneliu Zelea Codreanu e la Romania Legionaria

    29 settembre 2017: Dedicazione di San Michele Arcangelo…
    Ora pro nobis, Sancte Míchaël Archángele!!!


    Santa Messa celebrata da Don Frank Sauer, ospite di Don Floriano Abrahamowicz il quale l’ha introdotto e presentato durante l’omelia, oggi venerdì 29 settembre 2017 per la Festa di San Michele Arcangelo:




    “Festa di San Michele Arcangelo (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=tkZfJG5FSe0
    Santa Messa e benedizione della statua di San Michele Arcangelo
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php”





    Guéranger, L'anno liturgico - Dedicazione di san Michele Arcangelo
    http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm
    “29 SETTEMBRE DEDICAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO L'anno liturgico di dom Prosper Guéranger”






    https://www.sursumcorda.cloud/preghi...lla-lotta.html
    “San Michele Arcangelo difendici nella lotta”
    https://www.sursumcorda.cloud/
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/

    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda ha aggiunto 2 nuove foto.
    Atto di affidamento a San Michele Arcangelo;
    Preghiera a San Michele Arcangelo;
    Piccola Novena a San Michele Arcangelo;
    Devozione a San Michele ed al Preziosissimo Sangue di Gesù;
    Preghiera del Papa Leone XIII per difendere la Chiesa;
    Supplica a San Michele;
    Preghiera di protezione di Leone XIII.”



    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...d9&oe=5A3CF995




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    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...33&oe=5A7D5F2A










    San Michele - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-michele/
    “29 settembre, San Michele Arcangelo.

    “Sul monte Gargano la venerabile memoria del beato Michele Arcangelo, quando al suo nome fu ivi consacrata una chiesa, misera veramente per la struttura, ma adorna di celeste virtù”.
    Sancte Michaël Arcangele, defende nos in proelio, contra nequitias et insidias diaboli esto presidium; imperet illi Deus, supplices deprecamur; tuque, princeps militiae coelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen.
    San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli. E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell’Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. Così sia.”












    Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch/
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    “29 Septembre : Dédicace de Saint Michel Archange.”
    “Prière à Saint Michel Archange du Pape Léon XIII.”


    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...35&oe=5A4E1491



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    L?ORAZIONE ORIGINALE DI PAPA LEONE XIII A SAN MICHELE: UNA PROFEZIA CIRCA LA FUTURA APOSTASIA A ROMA ? Amici di Fra Daniele
    http://www.amicidifradaniele.it/sito...stasia-a-roma/
    “L’ORAZIONE ORIGINALE DI PAPA LEONE XIII A SAN MICHELE: UNA PROFEZIA CIRCA LA FUTURA APOSTASIA A ROMA.

    L’orazione originale di Papa Leone XIII all’Arcangelo San Michele fu profetica.
    Composta oltre 100 anni fa, dipoi soppressa dato il suo struggente contenuto, l’orazione originale di Papa Leone XIII a San Michele è una delle più interessanti e controverse preghiere colleganti alla presente situazione nella quale trovasi la vera Chiesa Cattolica. Il 13/10/1884, dopo la Santa Messa mattutina, Papa Leone XIII fu traumatizzato al punto di svenire. Coloro che si trovavano in sua presenza pensarono che egli fosse morto. Una volta ripresa conoscenza il Papa descrisse una spaventosa conversazione da lui udita, provenuta dal fianco del tabernacolo. Tale conversazione fu delineata da 2 voci, voci le quali Papa Leone XIII comprese essere chiaramente quelle di Gesù Cristo e del Diavolo. Il Diavolo si vantò di potere distruggere la Chiesa Cattolica, a patto che gli fossero stati concessi 75 anni -100 anni onde svolgere il suo piano. Il Diavolo domandò ancora il permesso di operare una grande influenza sopra coloro che si sarebbero offerti al suo servizio. Alle richieste del Diavolo nostro Signore Gesù Cristo apparentemente rispose:
    “Ti saranno concessi il tempo ed il potere.”.

    Turbato profondamente da ciò che egli aveva udito Papa Leone XIII compose la seguente ed originale Orazione a San Michele, ancora profezia, ordinando che essa venisse recitata al termine di tutte le Sante Messe come protezione per la Chiesa Cattolica dagli attacchi provenienti dall’Inferno. Ciò che segue è l’orazione originale continuata da qualche commento. L’orazione originale è stata estratta da’ La Raccolta, una collezione munita di imprimatur delle orazioni ufficiali ed indulgenti della Chiesa Cattolica.

    Orazione originale all’Arcangelo San Michele di Papa Leone XIII, 1930:
    “O glorioso Arcangelo San Michele, principe dell’armata Celeste, sia tu la nostra difesa nella terribile guerra che noi conduciamo contro i principati e le podestà, contro i regnanti di questo mondo di tenebre, di spiriti e di male. Giunga tu in aiuto dell’uomo, il quale Iddio creò immortale, fatto nella Sua medesima immagine e somiglianza, e redense a sì gran prezzo dalla tirannia del Diavolo.
    Che tu combatta in questo giorno la battaglia del Signore, assieme agli angeli santi, come già tu combattesti la guida degli angeli superbi, Lucifero, e la sua armata apostatica, i quali furono impotenti onde poterti resistere, né fuvvi più per loro posto nel Cielo.
    Quel crudele, quell’antico serpente, il quale è appellato Diavolo o Satana, il quale seduce il mondo intero, fu spedito negli abissi con i suoi angeli. Ecco, questo primevo nemico ed uccisore degli uomini ha acquisito coraggio. Trasformato in un angelo di luce egli vagabonda in giro assieme alla moltitudine di spiriti malvagi, invadendo la Terra di modo da offuscare il nome di Dio e del Suo Cristo, di modo da sequestrare, uccidere e spedire alla perdizione eterna le anime destinate alla corona della gloria eterna. Questo malvagio dragone rovescia, come il più impuro dei diluvi, il veleno della sua malizia sugli uomini di mente depravata e di cuore corrotto, lo spirito della menzogna, dell’empietà, della blasfemia ed il pestilenziale alito dell’impurità e di ogni vizio ed iniquità.
    Questi sì astuti nemici hanno riempito ed inebriato con impudenza ed amarezza la Chiesa, la Sposa dell’immacolato Agnello, ed hanno posto empie mani sui suoi più sacri possedimenti. Nel luogo santo medesimo, nel quale è stata stabilita la Sede del beatissimo Pietro e la sedia della Verità per la luce del mondo, essi hanno innalzato il trono della loro abominevole empietà, con l’iniquo piano per il quale allorché il Pastore viene colpito le pecore siano disperse.
    Che tu salga, dunque, o invincibile principe, che tu voglia recare aiuto contro gli attacchi degli spiriti perduti al popolo di Dio, donando loro la vittoria. Essi venerano te come il loro protettore e patrono; in te la Santa Chiesa gloria la sua difesa contro il malizioso potere dell’Inferno; ate ha Iddio affidato le anime degli uomini da stabilirsi nella Celeste beatitudine. Deh, che tu voglia pregare al Dio della pace acciocché Egli ponga Satana sotto i nostri piedi, talmente conquistato che egli non tenga più gli uomini in cattività e non nuoccia più la Chiesa. Che tu offra le nostre orazioni dinnanzi all’Altissimo, cosicché esse siano velocemente conciliate con le pietà del Signore, e sconfiggendo il dragone, l’antico serpente, il quale è il Diavolo e Satana, che tu lo renda ancora cattivo negli abissi, talché egli non seduca più le nazioni. Amen.
    Ecco la Croce del Signore; siate disperse voi ostili potenze. Il Leone della tribù di Giuda ha conquistato, la radice di Davide. Voglia Tu lasciare che le Tue pietà siano su di noi, o Signore. In quanto noi abbiamo sperato in Te. O Signore, oda Tu la mia preghiera. Voglia Tu lasciare che il mio grido giunga a Te.
    Preghiamo.
    O Iddio, il Padre di nostro Signore Gesù Cristo, noi invochiamo il Tuo santo nome e come supplicanti noi imploriamo la Tua clemenza, affinché mediante le intercessioni di Maria, sempre Vergine immacolata e nostra Madre, e del glorioso Arcangelo San Michele, Tu ci degni del Tuo aiuto contro Satana e tutti gli altri spiriti immondi, i quali girovagano nel mondo per l’ingiuria della razza umana e la rovina delle anime. Amen.”

    Come osservabile, particolarmente dalla porzione in grassetto, Papa Leone XIII previde e predisse la grande apostasia, scandendo che tale apostasia sarebbe stata guidata da Roma, Italia, Roma, Italia, la quale sola è il luogo santo medesimo, nel quale è stata stabilita la Sede del beatissimo Pietro e la sedia della Verità per la luce del mondo. Papa Leone XIII previde chiaramente che tale luogo, la Città del Vaticano in Roma, Italia, nel quale fu stabilita la sedia Pietrina dal primo Papa, San Pietro medesimo, sarebbe divenuto il trono dell’abominevole empietà di Satana, con l’iniquo piano per il quale allorché il Pastore [il vero Papa] viene colpito le pecore [i fedeli Cattolici] siano disperse. Tali furono le parole di Papa Leone XIII.
    Papa Leone XIII non predisse la defezione della Chiesa Cattolica, in per sé impossibile, giacché i cancelli dell’Inferno possono giammai prevalere sulla Chiesa Cattolica (Matteo 16), né la defezione della sedia Pietrina, altrettanto impossibile (Luca 22), egli bensì predisse l’implementazione di un’apostatica e contraffatta religione Cattolica da Roma, Italia, per la quale il pastore, il vero Papa, sarebbe stato rimpiazzato da un usurpante Antipapa, come talora accaduto nella storia della Chiesa Cattolica, con l’iniquo piano donde le pecore fossero disperse.
    La preghiera di Papa Leone XIII vaticinò ancora che gli impuri apostati di Satana avrebbero posto mani empie sui possedimenti più sacri della Chiesa Cattolica. Quali sono i possedimenti più sacri della Chiesa Cattolica? Essi sono quelle cose che il Cristo le ha affidato, in altre parole, il deposito della Fede Cattolica, assieme a tutti i suoi dogmi, ed i 7 Sacramenti istituiti da nostro Signore Gesù Cristo Stesso. Laonde, l’orazione di Papa Leone XIII vaticinò la tentata distruzione del deposito della Fede Cattolica.
    Nel 1934 la sconvolgente orazione di Papa Leone XIII, riportata disopra, fu mutata senza spiegazioni. La frase chiave riferentesi all’apostasia proveniente da Roma, Italia, il luogo santo, nel quale la Sede di San Pietro fu stabilita per la luce del mondo, venne rimossa. Intorno allo stesso periodo, morto Papa Leone XIII, dunque, l’uso dell’orazione originale a San Michele di Papa Leone XIII dopo ciascuna Santa Messa venne sostituita con una totalmente nuova combinazione, l’oggi famosa ed abbreviata preghiera a San Michele, ancora portante il nome di Papa Leone XIII, tuttavia, ovviamente non scritta da cotale Papa. Tale orazione detta come segue.
    Nuova orazione a San Michele di Papa Leone XIII: “San Michele Arcangelo, difendici in battaglia, sia tu la nostra protezione contro la malvagità e gli inganni del Diavolo; possa Iddio respingerlo, noi umilmente preghiamo; possa tu, o principe dell’armata Celeste, mediantela possanza di Dio, schiacciare all’Inferno Satana e tutti gli spiriti malvagi i quali girovagano nel mondo per la rovina della anime. Amen.”
    Non vi è alcunché di errato con tale preghiera a San Michele, anzi, essa è molto buona ed efficace. Ciò malgrado, il punto è che essa non è l’orazione originale a San Michele composta da Papa Leone XIII, ordinata da recitare alla fine di ogni Santa Messa bassa. Essa fu promossa in forma sostitutiva cosicché i fedeli fossero ignari dell’incredibile suo contenuto originale, come disopra descritto. Se la preghiera originale a San Michele fosse stata recitata alla fine di ciascuna Santa Messa, piuttosto che soppressa nel 1934, quanti milioni di persone, in più, avrebbero posto resistenza all’incontro con la nuova e tentata religione ecumenica, liberale, apostatica?
    L’orazione originale di Papa Leone XIII a San Michele calza anche precisamente con la famosa apparizione, e predizione, di nostra Signora di La Salette, Francia, del 1846: “Rome perderà la Fede e diverrà la sede dell’Anticristo… la Chiesa sarà eclissata”. Le parole di Papa Leone XIII indicano che l’Anticristo medesimo, o quantomeno le forze dell’Anticristo, avrebbe stabilito la propria sedia a Roma, Italia:
    “Nel luogo santo medesimo, nel quale è stata stabilita la Sede del beatissimo Pietro… essi hanno innalzato il trono della loro abominevole empietà… “.”


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    L?orazione originale di Papa Leone XIII a San Michele: una profezia circa la futura apostasia a Roma « www.agerecontra.it
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    san michele « Risultati della ricerca « www.agerecontra.it
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    LA PRIORITÀ ASSOLUTA IN UNA CHIESA SENZA PAPA « www.agerecontra.it
    http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=29691
    "LA PRIORITÀ ASSOLUTA IN UNA CHIESA SENZA PAPA - L’EDITORIALE DEL VENERDI di Arai Daniele

    La mancanza del vero Capo è dunque una certezza, anche se lasciando tante questioni in sospeso. Qui si apre un ventaglio di opinioni, che non dovrebbero, però, accantonare la priorità assoluta, che non cambia né dipende da circostanze o difficoltà umane.
    Il problematico Conclave di Viterbo è un esempio della continuità di questa priorità assoluta nella fede dei figli fedeli della Chiesa. Né veramente manca oggi, se non nei sedevacantisti, da quando quelli più attaccati all’importanza della presenza del Papato, come voluto al Signore sono arrivati alla certezza, dato il suo stravolgimento, della vacanza. Ciò era allora una cosa sola con assoluta priorità di sempre. Ma chiaramente questa restava nell’ordine dei principi, da tener presente, fino alla fine del mondo.
    L’ASSOLUTA PRIORITÀ DELLA CHIESA NEI NOSTRI TEMPI
    Un principio fondante della Chiesa non cambia. Anzi, se raggirato diviene ancora più urgente. Nel caso attuale si è scoperto che la sua applicazione era sbagliata nel conclave che elesse Roncalli divenuto G23 perché questo era un deviato e proprio nel senso di mutare la Chiesa.
    Poiché lo dimostrò, iniziando a operare in questo senso, il suo conclave è nullo. Ciò vale per i successori e per accresciute ragioni di deviazione nella fede. La situazione è interamente inquadrabile nel MISTERO D’INIQUITÀ, perdurante da quasi sessant’anni.
    La sola soluzione è nell’intervento divino per ristabilire la Chiesa come è stata edificata da Dio.
    Ma un’azione è richiesta ai sui figli, che tale intervento sia supplicato secondo la testimonianza della Sua integrità e priorità assolute nella Fede; che sia nelle mani del Signore.
    E nessuna supplica può esse più piacevole a Dio Padre che quella attraverso il Santo Sacrificio del Figlio.
    La visione di Mgr Guérard des Lauriers di difendere ad ogni costo questo canale privilegiato della Grazia, era la giusta, anche in rapporto a quella di Mgr Lefebvre. Ma doveva farlo ponendo tutto integralmente nelle mani del Signore. A causa delle sue elucubrazioni teologali che vogliono la Chiesa sempre legata a una idea di chiesa «materialiter», ciò non funzionò proprio per aver perso di vista la priorità assoluta della continuità pura e semplice del Papato, creando tanta confusione.
    Adesso per il 13 di ottobre di Fatima, avremmo un altro prete uscito dalla neo FSSPX, che ha chiesto di venire perché non più in comunione con gli anticristi a Roma. Sembra che più e più dei preti i fedeli capiscano l’inganno e, anche andando incontro a tante difficoltà, rompano questi vincoli perversi con l’altra chiesa. Siamo in pochi, ma speriamo che il Signore senta la supplica fatta attraverso la Santa Messa perché ristabilisca la posizione del Suo Vicario.
    Esso sarà quello per la promessa finale di Fatima. Per ora la mia collaborazione si ferma qui. A breve, nei Sacri Cuori di Gesù e Maria."
    "P.S. della Redazione di Agerecontra.it: Mgr. Lefebvre, col suo sedeplenismo pubblico, con le sue scelte diplomatiche, provocò a nostro avviso, una mentalità ed una prassi scismatiche, che permangono tutt’ora, alimentando la peggior confusione nell’orbe cattolico, che i suoi successori, posti da lui stesso in posizioni apicali, hanno sbracato in maniera totale. Perciò, pur rispettando l’opinione dell’autore, non vediamo una “neo FSSPX” ma una FSSPX in continuità con l’eredità pubblica lasciata dal fondatore. L’ipotesi teologica di Mgr. Guerard non ci ha mai visto come sostenitori, in quanto siamo sedevacantisti simpliciter."


    SETTIMANA DI SAN MICHELE ARCANGELO E DEGLI ANGELI CUSTODI « www.agerecontra.it
    http://www.agerecontra.it/public/press40/?p=19062
    "SETTIMANA DI SAN MICHELE ARCANGELO E DEGLI ANGELI CUSTODI
    L’EDITORIALE DEL VENERDI di Arai Daniele
    Centenario delle prime apparizioni dell’Angelo ad Aljustrel (Fatima, 1915)

    Lucia non aveva ancora nove anni, ma già aveva l’incarico di pascolare il gregge della famiglia. L’accompagnavano di solito tre amichette. È nei documenti che nel 1915 a Lucia e alle altre apparve una figura avvolta in una nuvola bianca brillante come la neve, che non si avvicinò né rivolse loro la parola. Le tre amiche lo raccontarono in giro; no Lucia che non ne parlò nemmeno in casa e soffrì perché in paese la gente rideva del racconto. Lucia ne trasse motivo per un futuro riserbo, fino al momento in cui dovete descrivere tutto delle manifestazioni angeliche di Fatima.
    Raccontò allora: “Da quanto posso più o meno calcolare, mi pare che fu nel 1915 che avvenne la prima apparizione di quello che penso essere l’Angelo, il quale non osò allora, manifestarsi completamente. Per quanto concerne il tempo, credo che avvennero nei mesi da aprile a ottobre del 1915.
    “Sulla costa del Cabeço, ch’è voltata verso Sud, mentre dicevo la corona in compagnia di tre compagne, di nome Teresa Matias e Maria Rosa Matias sua sorella e Maria Justino, della frazione di Casa Velha, vide che sopra l’albereto della valle che si stendeva ai nostri piedi, alleggiava come una nuvola, più bianca della neve, qualcosa trasparente, con forma umana. Le mie compagne chiesero cos’era. Risposi che non lo sapevo. In giorni diversi si ripetè altre due volte.
    “Quest’apparizione mi lasciò nello spirito una certa impressione che non so spiegare. Poco a poco, quell’impressione andava svanendo e credo che, se non fossero stati i fatti posteriori, col tempo, l’avrei dimenticata completamente.
    Le tre apparizioni dell’Angelo l’anno dopo (1916)
    “Non posso precisare le date, perché a quel tempo io non sapevo ancora contare gli anni né i mesi e, neppure i giorni della settimana. Tuttavia mi pare che fu nella primavera del 1916 che l’Angelo ci apparve, la prima volta, nella grotta del Cabeço.
    “Ho già detto nello scritto su Giacinta, come salimmo la costa in cerca d’un rifugio; e come, dopo aver merendato e pregato, cominciammo a vedere, a una certa distanza, sopra gli alberi che si stendevano verso Oriente, una luce, più bianca della neve in forma d’un giovane trasparente, più brillante d’un cristallo attraversato dai raggi del sole. Conforme si avvicinava, distinguevamo sempre meglio le fattezze. Eravamo sorpresi e mezzo assorti. Non dicevamo una parola.
    L’atmosfera soprannaturale che ci avvolse era così intensa che quasi non avevamo coscienza di esistere durante lungo tempo, continuando nella posizione in cui ci aveva lasciati, ripetendo sempre la stessa orazione. Si sentiva così intensa e intima la presenza di Dio, che non avevamo il coraggio di parlare neppure fra di noi. Il giorno dopo sentivamo lo spirito ancora immerso in quell’atmosfera, che soltanto molto lentamente andò sparendo.
    “Di quest’apparizione, nessuno pensò di parlarne né di raccomandarne segreto. S’impose da sé. Era una cosa così intima che non era facile dirne una pur minima parola. Forse ci fece maggiore impressione, perché era la prima, così chiara.
    La seconda dovette essere in piena estate, in quei giorni di maggiore calore in cui rientravamo con le nostre greggi a metà mattina, per uscire di nuovo sul tardi-
    Andavamo dunque a passare la siesta all’ombra degli alberi che circondavano il pozzo già più volte ricordato (dell’Arneiro). La terza, di nuovo al Cabeço, im autunno.
    La Prima apparizione sulla collina del Cabeço
    Nel 1916 Lucia va sempre a pascolare il gregge, ma questa volta con i cuginetti Francesco, di otto anni e Giacinta di sei anni. Nella primavera del 1916 i tre erano al pascolo sulla collina del Cabeço, quando appare la figura simile a un giovine molto bello vestito di un bianco come la neve che al sole sembrava di cristallo trasparente. Poteva essere solo un Angelo, che questa volta si avvicinò dicendo: «Non temete. Io sono l’Angelo della Pace. Pregate con me». Si inginocchiò e curvando la fronte fino al suolo e recitò tre volte la preghiera, imitato da loro:
    «Dio mio, io credo, adoro, spero e Vi amo. Vi domando perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano.»
    L’Angelo si rialzò dicendo loro: «Pregate così. I cuori di Gesù e di Maria ascoltano la voce delle vostre suppliche.» E scomparve.
    Francesco vede l’apparizione ma non ode le parole, che gli saranno riferite da Lucia e da Giacinta. Così sarà per tutte le apparizioni che seguiranno.
    La seconda apparizione presso il pozzo della casa di Lucia
    Nell’estate 1916, mentre Lucia, Francesco e Giacinta giocavano attorno al pozzo della casa di Lucia, apparve di nuovo lo stesso Angelo, che domanda loro: «Cosa fate? Pregate molto! I Santi Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi progetti di misericordia. Offrite sempre preghiere e sacrifici all’Altissimo.»
    Lucia domanda allora come devono sacrificarsi e l’Angelo risponde:
    «In tutto ciò in cui vi è possibile offrite a Dio un sacrificio in atto di riparazione per i peccati da cui è offeso, e in atto di supplica per la conversione dei peccatori. In questo modo voi attirerete la pace sulla vostra patria. Io sono il suo Angelo Custode, l’Angelo del Portogallo. Soprattutto accettate e sopportate con sottomissione le sofferenze che il Signore vi invierà».
    “Queste parole s’impressero nel nostro spirito, come una luce che ci faceva capire chi era Dio: come ci amava e voleva essere amato; il valore del sacrificio, e quanto Gli era gradito; come, in attenzione ad esso, convertiva i peccatori. Perciò, da quel momento cominciammo a offrire al Signore tutto ciò che ci mortificava, ma senza mettersi a cercare altre mortificazioni o penitenze, se non quella di passare ore continue prostrati per terra, ripetendo la preghiera che l’Angelo ci aveva insegnato.
    La Terza aparizione dell’Angelo nell’autunno 1916
    “La Terza aparizione dell’Angelo mi pare che dev’essere stata in ottobre, o fine di settembre, poiché non andavamo più a passare la siesta a casa.
    Mentre il gregge pascola, sempre sulla medesima collina, Lucia, Francesco e Giacinta stanno ripetendo molte volte la preghiera insegnata loro dall’Angelo, egli compare.
    “Come ho già detto nello scritto su Giacinta, passammo dalla Pregueira (un piccolo oliveto appartenete ai miei genitori) alla grotta, facendo il giro della costa dalla parte di Aljustrel e Casa Velha. Là dicemmo la nostra Corona e la preghiera che nella prima apparizione ci aveva insegnato. Mentre eravamo lì, ci apparve per la terza volta, tenendo in mano un calice e su di esso un’Ostia, dalla quale cadevano dentro al calice alcune gocce di sangue. Lasciando il calice e l’Ostia sospesi in aria, si prostrò per terra e ripetè per tre volte l’orazione: Ecco la nuova preghiera insegnata dall’Angelo che, lasciando il Calice e l’Ostia sospesi nell’aria, si prostra fino a terra a fianco e imitato dai pastorelli, ripetendo per tre volte:
    “Santissima Trinità Padre Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profonmente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo prresente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze com cui Egli stesso è offeso. E per i meriti infiniti del Suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori”.
    Dopo, alzatosi, prese di nuovo in mano il calice e diede l’Ostia a me, quel che c’era nel calice lo fece bere a Giacinta e Francesco, dicendo allo stesso tempo:
    «Prendete e bevete l Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Fate riparazione per i loro delitti e consolate il voltro Dio”.
    Di nuovo si prostrò per terra e ripetè con noi, ancora tre volte, la stessa orazione.
    In seguito sparì. Spinti dalla forza del soprannaturale che ci avvolgeva, imitavamo l’Angelo in tutto, cioè prostrandoci come lui e ripetendo le orazioni che egli diceva. La forza della presenza di Dio era così intensa, che ci assorbiva e annichilava quasi completamente. Sembrava privarci perfino dell’uso dei sensi del corpo durante un lungo tempo. In quei giorni facevamo le azioni materiali, come portati da quello stesso senso soprannaturale che a ciò ci spingeva. La pace e felicità che sentivamo era grande, ma soltanto intima, con l’anima ompletamente concentrata in Dio. La fiacchezza fisica che ci prostrava era pure molto grande.
    Osservazioni
    In ciascuna delle tre apparizioni l’Angelo fa già menzione del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria come a cuori legati indissolubilmente fra loro. L’Angelo ricorda l’estrema gravità del peccato e la necessità di ripararlo nell’amore con l’orazione, il sacrificio, l’offerta eucaristica e la comunione riparatrice, pure per i peccati altrui.
    A proposito del nome di “Angelo della Pace” (primavera 1916) si noti che, poco prima delle tre apparizioni dell’Angelo del 1916, nel mese di febbraio, il governo portoghese aveva accolto la richiesta inglese di sequestrare navi tedesche, causando la dichiarazione di guerra da parte della Germania il 9 marzo e determinando in seguito la necessità di preparare truppe portoghesi da inviare al fronte francese.
    È importante notare che a proposito della pace l’Angelo (in primavera, estate e autunno 1916) non chiede di pregare per la pace ma, invece, chiede riparazione dei peccati e preghiere per la conversione dei peccatori. La guerra è pure castigo divino, il cui rimedio è sopratutto soprannaturale; solo riparando ai delitti degli uomini e attraverso le conversioni può tornare la tranquilità dell’Ordine di Dio, che determina la pace.
    Quanto al nome di “Angelo custode del Portogallo” (estate 1916) si osservi che le antiche Patrie Cristiane etano protette nel corso dei secoli dalla Provvidenza, perché volute da Dio, attraverso il ministero degli Angeli.
    Alcuni studiosi identificano questo Angelo con San Michele Arcangelo a cui più volte nei secoli passati i Re del Portogallo affidarono il Paese.
    Si può credere che l’Angelo della terza parte del Messaggio profetico di Fatima sia lo stesso delle apparizioni predecenti, quando egli si presentò in altra veste. Dopo, non più il giovane visto dai pastorelli, ma dell’annunziatore dei castighi divini, che seguono innevitabilmente il disprezzo degli avvisi divini, come segue:
    Abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza!
    Chi era li se non San Michele Arcangelo, cui Papa Leone XIII aveva invocato nel suo esorcismo sul più grande pericolo che avrebbe potuto colpire Santa Madre Chiesa:
    “Orde astuziosissime hanno riempito di amarezza la Chiesa, Sposa Immacolata dell’Agnello, inebriandola con assenzio; si sono messi in opera per realizzare tutti i loro empi disegni. Laddove è stata costituita la sede del beatissimo Pietro, Cattedra della Verità per illuminare i popoli, li hanno messo il trono dell’abominazione della loro empietà, affinché, ferito il pastore le pecore fossero disperse.”
    Ecco il più grande pericolo che sarebbe più chiaro poco prima del 1960: l’elezione di un modernista filomassone al Trono di Pietro, che avrebbe aperto la Chiesa al mondo dei nemici della Sposa Immacolata dell’Agnello, inaugurando l’empio Vaticano 2 che, con i suoi esecutori conciliari ha inaugurato la stirpe dei bottegai dell’assenzio ereticale che ha riempito di amarezza la Chiesa e diffuso l’empietà ecumenista nel mondo!
    Gloriosissimo Principe delle Milizie celesti, Arcangelo S. Michele, difendici nella battaglia contro le potenze delle tenebre e la loro conciliare malizia."











    Forza Nuova è stata fondata il 29 settembre del 1997, festa di San Michele Arcangelo, quindi oggi il 29 settembre 2017 festeggia i 20 anni di fondazione, il ventennio forzanuovista!!!
    Forza Nuova è forse l’unico movimento politico in Italia che può essere definito di Destra radicale e che alla battaglia politica, economica e sociale associa in primis quella spirituale a favore del Cattolicesimo integrale come testimoniano ad es. certe conferenze in passato con don Floriano Abrahamowicz e l’amicizia di Roberto Fiore con Matteo Castagna, Antonio Diano e la conseguente stretta collaborazione almeno a Verona con il Circolo Christus Rex…
    Auguri a Forza Nuova, ai suoi militanti e a tutti coloro che si chiamano Michele; che il Santo Arcangelo interceda per loro e per tutti noi, Amen!!!




    Il programma politico di Forza Nuova - " Orgoglio Nazionale dal 1997 "
    http://www.forzanuova.eu/
    “Forza Nuova è un movimento politico fondato il 29 settembre del 1997, sotto il patrocinio di San Michele Arcangelo, da Massimo Morsello e Roberto Fiore.”


    FN Con Noi
    http://www.doncurzionitoglia.com/fn_con_noi.htm


    29 Settembre: S.Michele Arcangelo | Forzanuova Milano



    Il Circolo Christus Rex apre la sede nazionale a Verona « www.agerecontra.it
    “(...) Invochiamo l’intercessione della Santa Vergine Maria affinché ci protegga e conservi nella perseveranza e San Michele Arcangelo perché ci dia la forza nelle tribolazioni e vivifichi sempre in tutti noi le virtù di Fede, speranza e carità che desideriamo, primariamente in noi stessi e nelle nostre famiglie, per poter poi continuare a mantenere una militanza viva e ricca di grazie per la Gloria di Dio, di cui siamo solo servitori e mezzi. Chiediamo a tutti di ricordarci nelle loro preghiere.”

    “Christus Rex è un circolo cattolico di Verona, fondato nel 2007, aderente al Sedevacantismo il cui responsabile nazionale è Matteo Castagna.
    Il circolo è legato a Forza Nuova grazie alla moglie di Castagna, che ne è stata anche candidata, inoltre non è raro vedere le due associazioni sfilare assieme. I membri di CR definiscono se stessi «Cattolici Apostolici Romano Integrali», si dichiarono disponibili a collaborare con partiti o movimenti non dichiaratamente ostili al Cattolicesimo e che si schierano generalmente a “destra”. Il gruppo aderisce ad una versione attualizzata del Sodalitium Pianum.”


    “CONFERENZA 'DIO, PATRIA, FAMIGLIA' Forza Nuova, NPD, Christus Rex Verona, 10 aprile 2015.
    Intervento di Matteo Castagna Responsabile Christus Rex.
    https://www.youtube.com/watch?v=nSMlSBoH3HA”

    “Don Floriano Abrahamowicz, Matteo Castagna e Andrea Giacobazzi – Presentazione del libro “Anche se non sembra”:
    https://www.youtube.com/watch?v=e_Dc1x2qhnY”

    Anche se non sembra

    “7 Ottobre 2010: Commemorazione battaglia di Lepanto a Verona
    https://www.youtube.com/watch?v=0jFDlEWrhqE”








    https://www.radiospada.org/2015/09/i...ele-arcangelo/
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/
    “29 settembre 2017: Dedicazione di San Michele Arcangelo.”

    “Il 29 settembre 440 San Leone I Magno viene esaltato al Sommo Pontificato.”
    “Il 29 settembre 855 Papa Benedetto III, già esaltato al Sommo Pontificato nel luglio dello stesso anno, viene incoronato.”
    “Il 29 settembre 1850 con la Bolla "Universalis Ecclesiae" ristabilisce la gerarchia cattolica in Inghilterra.”
    “Il 29 settembre 1932 con la bolla "Acerba animi" Papa Pio XI condanna nuovamente le persecuzioni laiciste in Messico.”
    “Buona Festa di San Michele Arcangelo!”
    https://www.radiospada.org









    SAN MICHELE ARCANGELO NELLA LOTTA CONTRO IL DEMONIO | Radio Spada
    “San Michele Arcangelo lo conosciamo sin dall’Antico Testamento come colui che veglia sugli eletti (Dan. 12,1), veglia sul popolo eletto d’Israele, veglia quindi su Abramo e sulla sua discendenza, il quale era «cristiano in voto», difatti Abramo, come Gesù ricorda in Gv. 8,54-56, credeva in Lui e da ciò deriva la «stirpe», dalla fede in Cristo. San Giovanni ci riporta la risposta di Nostro Signore alle pretese dei bugiardi: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò».
    A san Michele è assegnato pure il compito di difendere gli eletti in un momento drammatico che, come risulta dal contesto di Daniele 12 e dalla Tradizione, coincide anche con la resurrezione generale connessa con il giudizio di Dio. Dice il Signore: «Se qualcuno […] non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città» (Mt. 10,14-15). Importantissimo, quindi, il ruolo di san Michele anche alla fine dei tempi, come sostegno santo per chi vi giunge vivo.
    Egli è anche Arcangelo della buona morte, ovvero assiste il moribondo affinché questi resti saldo nella fede, riceva i Sacramenti e si salvi, contro gli assalti del maligno che vuole, invece, far perdere fiducia in Dio facendo dannare l’anima della vittima di turno.
    >>> CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIU’ <<<
    Il terrore dei demonii: San Michele Arcangelo
    Nel Nuovo Testamento, san Michele protegge tutti i battezzati nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, dai tremendi assalti di Satana e di tutti gli angeli decaduti.
    Da Giuda 9 apprendiamo che egli è un Arcangelo, per di più veniamo informati di una tremenda lotta che ebbe con diavolo, ma i dati distintivi più importanti che emergono dallo Scritto sono la carità e l’umiltà che caratterizzano l’Arcangelo, il quale, durante la battaglia, dice al maligno: «Ti condanni il Signore!»; ci ricorda difatti la Scrittura: «non osò accusare [il diavolo, NdA] con parole offensive». Dio giusto, Uno e Trino: «con rigore […] […] infliggerà [al diavolo ed agli uomini iniqui,NdA] la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti» (Mt. 24,51).
    In Apocalisse 12,7 capiamo che ci fu una lotta in Cielo, pertanto san Michele a capo delle schiere angeliche di Dio Trinità, ricevette il compito di scacciare il drago, ovvero Lucifero che, una volta depravatosi nell’intelligenza e sfigurato nell’aspetto, divenne Satana e, con 1/3 degli angeli ormai ribelli, vennero tutti precipitati. Si legge: «[…] la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra» (Apoc. 12,4). Secondo la comune esegesi cattolica, un terzo delle stelle sarebbero gli angeli pervertitisi.
    L’iconografia classica ci tramanda l’immagine di san Michele rivestito di armatura, e questo lo dobbiamo al suo essere guerriero, difensore e protettore, cavaliere celeste venerato anticamente dai nobili popoli germanici i quali usavano porre la sua effigie sui vessilli. La corona è piuttosto un elmo glorioso, talvolta sostituita con un’importante aureola, sempre e comunque a testimoniare la santità del capo dell’armata celeste di Dio, rimarcando anche la sua importanza gerarchica nella monarchia, così come accade nella Chiesa stessa, Istituzione divinamente monarchica. La bilancia, accompagnata da una lancia al posto della spada soprattutto nelle iconografie nordiche e russe, rappresenta la pesatura, ovvero l’Arcangelo presenta le anime al cospetto dell’Altissimo, il Quale pesa i meriti e le colpe, pertanto giudica giustamente: o salvando, oppure comminando la pena eterna. Dice il signore: «[…] Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno […] Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo» (Mt. 13,40).
    San Michele è pure il turiferario celeste, come testimonia Apocalisse 8,3, quindi porta l’aureo turibolo, o «incensiere d’oro», delle preghiere davanti all’altare Celeste.
    Siamo certi che esistono san Michele e tutti gli angeli, siano essi o buoni o cattivi, perché la Rivelazione ce lo dice. Solo che la Scrittura liberamente interpretata (il «sola Scriptura» di luterana dannata memoria) non basta, pertanto la nostra certezza viene dalla Chiesa, che ha dapprima chiarito il dato rivelato, interpretando la Scrittura tradizionalmente e secondo il principio di «convergenza dei Padri», il che esclude ogni fantasiosa esegesi arbitraria, e successivamente ha definito queste verità rivelate, pertanto dobbiamo crederle.
    Dunque, come ricorda sant’Agostino nella «Lettera contro Mani», così come è la Chiesa che mi dice di credere nei Vangeli, poiché senza la Chiesa neanche sapremmo quali testi sono Sacri e quali sono fandonie, allo stesso modo dobbiamo credere a tutte quelle verità indispensabili alla salvezza: che la Chiesa definisce e ci impone all’osservanza. Diversamente sarebbe come credere che la ruota gira e si sposta, ma poi fare una macchina con i cerchioni quadrati. Ciò sarebbe contro la retta ragione.
    Ad ogni anima viene dato un corpo, ogni uomo è così supportato dall’Angelo custode, che ci protegge dalle tentazioni e dalle vessazioni degli angeli decaduti o demoni. Quando l’uomo muore, non esistono anime erranti, difatti l’anima o è salva o è condannata, ma sempre «confinata». L’Angelo, è opinione teologica comune, sarà la santa compagnia di chi si è salvato, come il diavolo sarà il carnefice eterno di chi si è dannato. Non esistono, salvo rarissimi casi riconosciuti esplicitamente dalla Chiesa, manifestazioni terrene di anime dei defunti.
    Estrapolato (Cf. Controsenso, Basilicata, anno V, n° 11) intervista integrale del 13 marzo 2014, Mistero (Italia 1) a Carlo Di Pietro”






    In onore di San Michele Arcangelo | Radio Spada
    “In onore di San Michele Arcangelo di Alessandro Elia

    Oggi, 29 settembre, la Liturgia della Chiesa ricorda la festività di San Michele Arcangelo. Il suo nome deriva da «Mi-ka-El», che vuol dire «chi è come Dio?». Infatti nessuno è come l’Onnipotente e chiunque osi sfidarLo si fa nemico anche San Michele, che combatte coloro i quali non hanno alcun timore di Dio. Nella nostra epoca c’è grandissima urgenza dell’aiuto dell’Arcangelo, perché moltissimi uomini, anche all’interno della Chiesa, non temono l’Altissimo e perciò sono “peggio dei demoni, che almeno temono e tremano davanti a Dio” (Padre Pio).
    Michele si contrappone ed è detestato da Lucifero, che è il capo degli angeli che Dio fece precipitare negli inferi poiché si ribellarono a Lui. San Michele è generale degli angeli che combattono contro il male e con il suo scudo è difensore della Fede, della Verità e della Chiesa. Egli è «capo supremo dell’esercito celeste», secondo la Sacra Scrittura, in cui è citato ben cinque volte, nel libro di Daniele, di Giuda e infine nell’Apocalisse.
    Come Maria Santissima, anche San Michele ha un grande potere di intercessione ed è cosa molto buona e gradita al Signore la devozione all’Arcangelo. Non a caso nell’iconografia cattolica sia la Beata Vergine Maria che L’Arcangelo Michele sono raffigurati, a seconda delle circostanze, con il serpente o il drago rappresentante il diavolo sotto i piedi, che nel caso di san Michele, Egli è pronto a trafiggere con la sua spada.
    Siccome San Michele è protettore del popolo cristiano, che infatti un tempo ne chiedeva sempre l’intercessione durante i pellegrinaggi pericolosi, vi è una sua maestosa statua sulla vetta di Castel Sant’Angelo a Roma. Inoltre, durante il Medioevo furono costruiti in suo onore la splendida abbazia di Mont Saint-Michel in Normandia, La Sacra di San Michele sul Monte Pirchiriano, in Piemonte e il santuario del Monte Gargano in Puglia.
    Il 13 ottobre 1884, al termine della Santa Messa da lui celebrata, Il Santo Padre Leone XIII rimase immobile per qualche minuto in stato di turbamento. Subito dopo si recò nel suo studio ed è proprio in quel momento che scrisse la preziosissima preghiera, che tutti sono invitati a recitare il più possibile, rivolta a San Michele Arcangelo. Soltanto in seguito il Pontefice spiegò cosa gli successe durante la messa. Disse di aver udito Gesù e Satana e di aver avuto una spaventosa visione dell’Inferno: «ho visto la terra avvolta dalle tenebre e da un abisso, ho visto uscire legioni di demoni che si spargevano per il mondo per distruggere le opere della Chiesa ed attaccare la stessa Chiesa che ho visto ridotta allo stremo. Allora apparve San Michele e ricacciò gli spiriti malvagi nell’abisso. Poi ho visto San Michele Arcangelo intervenire non in quel momento, ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l’Arcangelo».
    Il giorno stesso ordinò al Segretario della Sacra Congregazione dei Riti di far avere a tutti i Vescovi la supplica a San Michele che aveva appena scritto, giacché da quel momento al termine di ogni Messa doveva essere recitata la suddetta invocazione al Principe delle milizie celesti.
    Tristemente, ma anche piuttosto misteriosamente, dopo il Concilio Vaticano II, tale nobilissima supplica cadde in disuso e non fu più obbligatoria al termine del Santo Sacrificio.
    Di seguito la preghiera a San Michele Arcangelo di Papa Leone XIII.
    Sancte Michaël Arcangele, defende nos in proelio, contra nequitias et insidias diaboli esto presidium; imperet illi Deus, supplices deprecamur; tuque, princeps militiae coelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen
    Significato: San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli. E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell’Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. Amen.”

    http://i0.wp.com/radiospada.org/wp-c...73d25799a6.jpg







    Preghiere: Coroncina di San Michele Arcangelo
    http://www.unavox.it/Strumenti/Pregh...n_SMichArc.htm




    "Milizia di San Michele Arcangelo (M.S.M.A.)"
    Milizia di San Michele Arcangelo (M.S.M.A.)
    http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/




    "Dedicazione di S. Michele Arcangelo, 29 settembre."
    Guéranger, L'anno liturgico - Dedicazione di san Michele Arcangelo
    http://www.unavoce-ve.it/pg-29set.htm
    “29 SETTEMBRE DEDICAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO”







    Ora pro nobis, Sancte Míchaël Archángele!!!
    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 
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