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  1. #11
    Ghibellino
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    Predefinito Rif: Breve nota sui Patti dell'agosto 1939

    Citazione Originariamente Scritto da Anton Hanga Visualizza Messaggio
    Il Patto di non aggressione tedesco-sovietico

    :::: Redazione :::: 6 ottobre, 2009 ::::

    GLI USA PROGETTANO LA GUERRA INTESTINA DELL’EUROPA

    (…) Sarebbe desiderio degli Stati democratici che là in Oriente scoppiasse un conflitto bellico fra il Reich tedesco e la Russia. Poiché il potenziale delle forze dell’Unione Sovietica non è finora noto, potrebbe avvenire che la Germania, allontanandosi troppo dalla sua base, venisse condannata a una guerra lunga e debilitante. Allora soltanto gli Stati democratici, come opina Bullitt [ambasciatore degli USA in Francia, ndr], attaccherebbero la Germania e la costringerebbero a una capitolazione. Alla mia domanda se gli Stati Uniti prenderebbero parte a una simile guerra, egli mi rispose: “Indubbiamente sì, ma solo quando Inghilterra e Francia avranno attaccato per prime!” Lo stato d’animo negli Stati Uniti è, come disse, di fronte al nazismo e hitlerismo così teso, che già oggi regna fra gli americani una psicosi simile a quella della dichiarazione di guerra dell’America alla Germania nel 1917.

    (Dal Rapporto dell’ambasciatore polacco a Washington, conte Jerzy Potocki, del 21 novembre 1939; cit. secondo Documenti polacchi concernenti la preistoria della guerra. Prima serie, Berlino 1940)

    (…) Dalla conversazione con Bullitt ricavai l’impressione che egli abbia ricevuto dal Presidente Roosevelt una precisa definizione del punto di vista adottato dagli Stati Uniti in considerazione dell’attuale crisi europea. (…) Il contenuto di queste direttive, che Bullitt mi elencò nel corso del colloquio durato mezz’ora, è il seguente:

    1. Un ravvivamento della politica estera sotto la direzione del Presidente Roosevelt, il quale condanna drasticamente e inequivocabilmente gli Stati totalitari. 2. I preparativi della guerra da parte degli Stati Uniti, per mare, per terra e nell’aria, che vengono spinti con ritmo accelerato e ingoiano l’immensa somma di un miliardo e duecentocinquanta milioni di dollari. 3. La risoluta intenzione del Presidente che Francia e Inghilterra pongano fine a qualunque politicadicompromesso con gli Stati totalitari. Non devono entrare con essi in alcuna discussione, che possa avere per scopo un qualunque spostamento territoriale. 4. Una garanzia morale che gli Stati Uniti abbandoneranno la politica isolazionistica e saranno pronti, nel caso di una guerra, a intervenire attivamente a fianco dell’Inghilterra e della Francia. L’America è disposta a mettere a loro disposizione tutte le sue risorse finanziarie e tutte le sue provviste di materie prime.

    (Dal Rapporto dell’ambasciatore polacco a Washington, conte Jerzy Potocki, del 16 gennaio 1939; cit. secondo Documenti polacchi concernenti la preistoria della guerra. Prima serie, Berlino 1940)


    IL PATTO DI NON AGGRESSIONE

    (…) Reali divergenze d’interessi fra la Germania e l’URSS non sussistono. Gli spazi vitali della Germania e dell’URSS si toccano, ma non si urtano nei loro bisogni neutrali. Manca quindi a priori ogni motivo di una tendenza aggressiva di un paese contro l’altro. La Germania non ha mire aggressive di alcun genere contro l’URSS. Il governo del Reich è d’avviso che fra il Mar Baltico e il Mar Nero non esista alcun problema che non possa essere regolato a soddisfazione dei due paesi. Si tratta qui di problemi quali: Mare Baltico, Stati Baltici, Polonia, questioni sud-orientali, ecc. A prescindere da ciò, la collaborazione politica dei due paesi non potrebbe non essere utile. Questo si riferisce anche all’economia tedesca e sovietica che s’integrano a vicenda in ogni senso. (…) L’inasprimento dellerelazioni tedesco-polacche, provocato dalla politica inglese, come altresì l’incitamento inglese alla guerra e le conseguenti ricerche d’alleanza, rendono necessaria una rapida chiarificazione dei rapporti tedesco-russi. (…)

    (Ordine telegrafico di Ribbentrop all’ambasciatore tedesco a Mosca, 14 agosto 1939)

    Al cancelliere del Reich signor A. Hitler.

    Ringrazio per la lettera. Spero che il patto tedesco-sovietico di non aggressione apporterà un serio miglioramento delle relazioni politiche fra i nostri due paesi. I popoli dei nostri paesi hanno bisogno di reciproche relazioni amichevoli. Il proposito del governo tedesco di concludere un patto di non aggressione crea la base per la liquidazione delle tensioni politiche e per il ristabilimento della pace e della collaborazione fra i nostri due paesi. Il governo sovietico mi ha incaricato di comunicarvi che è d’accordo con l’arrivo del signor von Ribbentrop a Mosca il 23 agosto.

    (Lettera di I. V. Stalin ad A. Hitler, 21 agosto 1939)

    VON RIBBENTROP AL CREMLINO

    Ero conscio della particolare responsabilità di quella missione, avendo io stesso proposto al Fuehrer di fare il tentativo di un’intesa con Stalin. Era in genere possibile un compromesso dei mutui interessi? A quel tempo le missioni militari inglese e francese a Mosca trattavano ancora col Cremlino circa l’ideato patto militare. Per quanto stava in me avrei fatto di tutto per conseguire un accordo. Erano questi i pensieri che mi agitavano quando il nostro aereo si stava avvicinando a Mosca, dove accanto alle bandiere dell’Unione Sovietica sventolavano quelle del Reich. Fummo ricevuti dal nostro ambasciatore conte Schulenburg e dall’ambasciatore russo Potemkin. Dopo aver passato in rivista una compagnia d’onore delle forze aeree sovietiche, il cui atteggiamento e aspetto facevano senza dubbio una buona impressione, guidati da un colonnello russo ci recammo all’ex ambasciata austriaca, dove alloggiai durante il mio soggiorno a Mosca. (…) Dopo un breve e formale saluto ci sedemmo in quattro intorno a un tavolo: Stalin, Molotov, Schulenburg ed io. (…) Al principio del colloquio esternai il desiderio della Germania di porre le relazioni tedesco-sovietiche sopra un nuovo piano, e di trovare un accordo degli interessi in tutti i campi, volendo intenderci con la Russia per lunghissimo tempo. Ricordai a tale proposito il discorso di Stalin tenuto in primavera, nel quale a nostro avviso aveva espresso propositi analoghi. (…) Parlò Stalin, breve e conciso, senza spendere molte parole; ma ciò che disse era chiaro, inequivocabile e mostrava, come mi sembrò, pure da parte sua il desiderio di giungere a un compromesso e a un’intesa con la Germania. (…) La risposta di Stalin era tanto positiva che, dopo la prima spiegazione fondamentale, nella quale fu constatata la reciproca buona disposizione a concludere un patto di non aggressione, si poté passare subito alla parte materiale della delimitazione dei mutui interessi ed in ispecie alla crisi polacco-tedesca. Durante le trattative regnò un’atmosfera favorevole, benché i russi fossero conosciuti quali diplomatici duri. Le sfere d’interessi nei paesi situati fra la Germania e l’Unione Sovietica furono circoscritte. La Finlandia, la più gran parte degli Stati baltici, come altresì la Bessarabia, vennero dichiarati appartenenti alla sfera sovietica. Per il caso dello scoppio di un conflitto tedesco-polacco che, data la situazione vigente non sembrava escluso, fu convenuta una linea di demarcazione. (…)

    Stalin si alzò per tenere un breve discorso, nel quale parlò di Hitler come dell’uomo che sempre aveva straordinariamente ammirato. Con parole molto amichevoli espresse la speranza che con i trattati testé conclusi si sarebbe avviata una nuova fase delle relazioni tedesco-sovietiche. (…) Stalin m’avevafatto sin dal primo momento del nostro incontro una forte impressione: era un uomo di grande levatura. Il suo modo d’esprimersi freddo, quasi asciutto, eppure così preciso, e la durezza, ma altresì l’ampiezza di vedute nel condurre le trattative, mostravano che la sua fama non era immeritata. Il corso delle mie discussioni e conversazioni con Stalin mi procurò un chiaro concetto della forzae potenza di quest’uomo, il cui cenno era diventato un ordine fino nel più lontano villaggio dell’immensa Russia, e che era riuscito a fondere i duecento milioni d’individui del suo regno, come nessuno era stato in grado di farlo.

    (Joachim von Ribbentrop, Fra Londra e Mosca, Bocca, Roma 1954, pp. 220-225)

    I RESPONSABILI DELLO SCOPPIO DELLA GUERRA

    (…)
    a) non è stata la Germania ad attaccare la Francia e l’Inghilterra, bensì la Francia e l’Inghilterra hanno attaccato la Germania, assumendosi la responsabilità della guerra in corso;
    b) dopo l’inizio delle ostilità, la Germania si è rivolta alla Francia e all’Inghilterra con proposte di pace, appoggiate dall’Unione Sovietica, perché essa ha sempre ritenuto, e continua a ritenere, che una rapida cessazione della guerra alleggerirebbe in modo radicale la situazione dei popoli e dei paesi tutti;
    c) i circoli governativi dell’Inghilterra e della Francia hanno brutalmente respinto sia le proposte di pace della Germania che i tentativi dell’Unione Sovietica intesi a ottenere quanto prima la cessazione del conflitto.
    Questi sono i fatti.
    Che cosa possono contrapporre a questi fatti i politici da café-chantant dell’agenzia Havas?

    (I. V. Stalin, “Pravda”, 30 novembre 1939)

    Interessante.

    Io però continuo a chiedermi e a chiedervi: ma per quale maledetto motivo il Terzo Reich attaccò proditoriamente l'Unione Sovietica nel 1941 con l'Operazione Barbarossa?

    Io pensavo in un primo momento che Hitler si fosse accorto del tiro mancino tiratogli dagli occidentali nel 1939 (dichiarazione di guerra solo a lui e non a Stalin) e pensasse che Stalin fosse complice di questa manovra.

    Devo dire che le vostre argomentazioni successive mi hanno indotto a credere che Stalin non centrasse niente in questo "complotto", però tutto questo non spiega il perchè del folle attacco tedesco all'URSS nel 1941.

    Che centri qualche cosa la famosa "missione" di Hess in Gran Bretagna nello stesso 1941 (precedente all'invasione dell'URSS, mi sembra)?

    Hitler sconfesso sempre Hess dandogli del pazzo, siamo sicuri che fosse proprio così? Più passa il tempo più sono tentato a credere che la II° G.M. nasconda tanti di quei segreti che ci vorranno mille anni per svelarli tutti, sempre che sia possibile svelarli.

  2. #12
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    Predefinito Rif: Breve nota sui Patti dell'agosto 1939

    Può essere Ultima Legione, ma molto ha pesato, secondo me, l'ideologia di Hitler e le sue idee riguardo gli spazi a est della Germania!

  3. #13
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    Predefinito Rif: Breve nota sui Patti dell'agosto 1939


  4. #14
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    Predefinito 23.08.1939: Il Patto Molotov – Von Ribbentrop

    Testo del Patto di non aggressione germanico-sovietico Molotov – Von Ribbentrop
    ***

    Il governo del reich tedesco ed il governo dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche desiderosi di rafforzare la pace tra la Germania e l’URSS e di continuare dalle vigenti disposizioni di accordo di neutralità firmate nell’aprile del 1926 fra la Germania e l’URSS, hanno raggiunto il seguente accordo:

    Articolo I. Entrambe le Alte Parti contraenti si obbligano a desistere da qualsiasi atto di violenza, qualsiasi azione aggressiva, e qualsiasi attacco tra loro, individualmente o congiuntamente con altre Potenze.

    Articolo II. Qualora una delle Alte Parti contraenti dovesse diventare l’oggetto di una azione bellica da parte una terza Potenza, l’altra Alta Parte contraente non darà in alcun modo il proprio sostegno a questa terza Potenza.

    Articolo III. I governi dei due Alte Parti contraenti devono, in futuro, mantenere un continuo contatto gli uni con gli altri, ai fini di consultazione e per lo scambio di informazioni su problemi che riguardano i loro interessi comuni.

    Articolo IV. In caso di dispute o conflitti che dovessero sorgere tra le Alte Parti Contraenti in nessuna modo le due nazioni parteciperà a qualsiasi raggruppamento di Potenze, che mira all’altro contraente.

    Articolo V. In caso di dispute o conflitti che dovessero sorgere tra le Alte Parti contraenti su problemi di qualunque tipo, entrambe le parti dovranno risolvere tali controversie o conflitti esclusivamente attraverso amichevole scambio di opinioni, o, se necessario, attraverso l’istituzione di commissioni di arbitrato.

    Articolo VI. Il presente trattato ha una durata di dieci anni, la validità del presente trattato verrà automaticamente prorogata per altri cinque anni, salvo che, una delle Alte Parti contraenti non si opponga entro un anno prima della scadenza del termine.

    Articolo VII. Il presente trattato sarà ratificato nel più breve tempo possibile. Le ratifiche saranno scambiate a Berlino. L’accordo entra in vigore non appena viene firmato.

    [La sezione di seguito non è stata pubblicata al momento dell’annuncio del trattato ]

    Protocollo segreto aggiuntivo.

    Articolo I. In caso di riassetto territoriale e politico nei settori appartenenti agli Stati baltici (Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania), il confine settentrionale della Lituania rappresenta il confine delle sfere di influenza della Germania e URSS. A questo proposito l’interesse della Lituania nella zona di Vilna è riconosciuto dalle Parti.

    Articolo II. In caso di riassetto territoriale e politico delle aree appartenenti al stato polacco, le sfere d’influenza della Germania e dell’Unione Sovietica sono delimitate approssimativamente dalla linea dei fiumi Narev, Vistola e San. Il problema di sapere se gli interessi di entrambe le parti rendono auspicabile il mantenimento di un polacco Stato indipendente e come tale stato debba essere limitato, può solo essere risolto, solo nel corso di ulteriori sviluppi politici. In ogni caso entrambi i governi risolveranno la questione per mezzo di un accordo amichevole.

    Articolo III. Per quanto riguarda l’Europa sud-orientale la parte sovietica reclama il suo interesse per la Bessarabia. La Germania dichiara il suo completo disinteresse per questi settori.

    Articolo IV. Questo protocollo deve essere trattato da entrambe le parti come rigorosamente segreto.

    Mosca, 23 agosto 1939.

    Per il governo del Reich tedesco v. Ribbentrop

    Plenipotenziario del governo della USSR V. Molotov

  5. #15
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    Predefinito Rif: 23.08.1939: Il Patto Molotov – Von Ribbentrop

    LA GRANDE RUSSIA E IL PATTO MOLOTOV – RIBBENTROP: TATTICA O EURASIA ANTELITTERAM?

    Il 23 di luglio del 1939 è ormai passato agli annali come il grande giorno dell’alleanza. In un clima sicuramente surreale, superando non poche ostilità interne rispettivamente alla NSDAP e al PCUS, la Germania Nazionalsocialista e la Russia Comunista, Adolf Hitler e Josif Stalin, rappresentati nell’occasione dai due Ministri per gli esteri Joachim Von Ribbentrop e Vjaceslav Molotov, giunsero ad uno storico patto di non aggressione. Spiazzando l’opinione pubblica mondiale, soprattutto in Occidente, ma sicuramente attendendo le aspettative di molta parte dei rispettivi apparati di regime, la Germania e la Russia stabilirono un accordo che ufficialmente ripartiva la divisione dei territori conquistati della Polonia, ma che lasciava sottendere qualcosa di ben più focale.

    Ambedue i capi di Stato vedevano una possibilità di influenza nelle rispettive sfere orientali e occidentali, ed indubbiamente il tatticismo ha giocato un ruolo fondamentale, ma l’ipotesi di un’alleanza ventilava da molto tempo. La crisi in Europa era di enorme portata sin dall’inizio degli anni Trenta. Designate ormai in maniera nitida, soprattutto a partire dal 1937, le composizioni geopolitiche che avrebbero contrassegnato il conflitto mondiale del ’39-’45, Adolf Hitler e gran parte dei suoi gerarchi, soprattutto Joseph Goebbels, vedevano nell’URSS staliniana un naturale interlocutore politico, dopo l’enorme avanzamento industriale e militare seguito al piano quinquennale, come d'altronde lo stesso Stalin e larghissima parte delle gerarchie sovietiche scorgevano nella Germania l’unica grande potenza non capitalista nel cuore dell’Europa occidentale, un autentico “pericolo” per scardinare Inghilterra e Francia e proteggersi, in attesa di tempi migliori, dall’eventuale fronte atlantico.

    Dal 1939 al 1941, l’Unione Sovietica di Stalin, riversò parte delle sue ingenti materie prime alla Germania, consentendone un rapido incremento della produzione industriale e militare. Il fabbisogno energetico e agricolo era però anche un sostegno nei confronti di quella che Stalin considerava una nazione grandiosa, la nazione che diede i natali al pensiero moderno e contemporaneo (e soprattutto, in ottica sovietica, a Marx ed Engels). L’aspetto culturale dunque, non va sottovalutato, soprattutto considerando l’importanza, sempre più crescente della questione nazionale. Se il linguaggio e la semantica, nella Russia Comunista così come già da tempo nella Germania dell’imprescindibile Heidegger e dell’ermeneutica, cominciavano ad assumere una primaria e fondamentale importanza, era sempre più evidente lo sviluppo di un clima culturale profondamente rinnovato, in grado di riconsegnare allo scenario nazionale personalità e intellettuali eccellenti, in precedenza estromessi e invisi alla Rivoluzione.

    Il linguista Trubeckoj,il geopolitico Savickij, o storici quali Vernadskij e Suvchinskij, tra i primi artefici del Movimento Eurasiatista storico, non esitarono a ridefinire il nuovo assetto politico, seguito alla Rivoluzione d’Ottobre, come l’esatta antitesi, alla tesi Zarista imperiale, in una dialettica (molto hegeliana), che auspicava la sintesi tra la costituzione di un grande Impero Eurasiatico, russofilo e bizantino, ed un’organizzazione socialistico-comunitaria delle Nazioni coinvolte.

    Il tentativo di raggiungere e rendere fattuale questa sintesi viene attribuito da diversi esperti di storia politica a Stalin: in quest’ottica va senza dubbio ricordato che il leader comunista non era soltanto un figlio dell’Ossezia, una delle regioni georgiane più legate alla tradizione russa e nazionale, ma anche un ex seminarista, educato in gioventù alla più ferrea tradizione cristiano-moscovita della Chiesa d’Oriente. Nella storia della tradizione ortodossa si inserisce puntualmente una profonda linea di cesura nei confronti di tutto ciò che proviene dall’esterno, specialmente da Occidente: la Russia, per secoli impostata secondo una continuità contadina e rurale senza precedenti per longevità nel resto del globo “tecnologizzato”, ha nei fatti sempre guardato con enorme sospetto un mondo che nel frattempo ha visto scorrere rivoluzioni, golpe, secolarizzazioni, scontri e cambiamenti socio-culturali epocali.

    Eppure, diversamente da paesi effettivamente rimasti estranei al processo industriale e tecno-progressistico, la Russia non ha mai mostrato alcun segno di debolezza, ha sempre saputo proteggere sé stessa attraverso una coesione che parrebbe ineguagliabile in un così vasto Impero.

    Per quanto moderno e figlio del materialismo occidentale potesse apparire, molti di quegli esponenti dell’Eurasismo vedevano nel Bolscevismo l’evento capace di dare linfa e compattare la Nazione Russa, all’interno di un rinnovato senso di appartenenza, ispirato da valori (solidarietà, comunitarismo, giustizia ed equità sociale) tanto “occidentali” per provenienza, quanto, in potenza, universalmente umani e politici, di necessità “russificati” nello scenario della Rivoluzione.

    L’influenza esercitata da questi autori su Stalin non è dimostrabile, ma è per lo meno chiaro quanto Stalin e il popolo russo, fossero, negli anni Trenta, legati indissolubilmente, e che tutto il più audace tentativo di russificare e reinserire il Socialismo nell’alveo della Tradizione, è contenuto nel semplice asserto di una linea tanto snella quanto densa di significato: Socialismo in un Paese.

    Una linea che cominciò ben presto a prendere forma, proprio dopo la sistemazione della questione agraria e la redistribuzione delle rendite attraverso il più diretto controllo di Mosca, e dopo la trasformazione industriale di parte delle più grandi aree del Paese, che consentirono la razionalizzazione delle risorse di cui geologicamente è ricchissimo. Colpisce un comunicato ufficiale del Partito, che nel 1941, proprio nel periodo della rottura del patto con Hitler, annuncia: “fin dai tempi più remoti il popolo russo è pervaso di sentimento religioso. La Chiesa, dopo l’avvio delle operazioni militari contro la Germania, si è mostrata nella sua luce migliore […] il Partito non può più privare il popolo delle sue chiese e della libertà di coscienza”. Questo storico comunicato, che sancisce una nuova (ma probabilmente mai del tutto venuta meno) saldatura tra il Soviet e la Chiesa di Mosca, non avrà alcun senso se non quello di riconoscere alla sacralità e alla tradizione popolare, un ruolo importante, nei fatti inamovibile e riconducibile ad ogni effetto a quei “caratteri” che Stalin individuò trenta anni prima nei suoi scritti riguardanti la nazionalità.

    Duraturo e destinato alla totale stabilità, questo incontro epocale, distese e risolse uno scontro (non di rado culminato nella triste oppressione, in passato) ormai problematico: nel 1943 fu permessa l’elezione di un nuovo Patriarca, il metropolita di Leningrado Aleksij, e la vita interna della Chiesa ortodossa potè cominciare un nuovo corso, proprio per volontà di Stalin, al quale il Patriarcato non ha mai smesso di guardare con sostanziale nostalgia, come all’unico vero statista bolscevico che riuscì a concepire la fondamentale importanza che la tradizione ortodossa poteva rivestire nell’ambito di un sistema politico che volesse addivenire all’organicità etica e sociale, quale era quello Sovietico. La riprova sta in un telegramma che la Chiesa ortodossa inviò a Stalin il 21 dicembre del 1949: "Caro Josif Vissarionovich, nel giorno del suo 70esimo compleanno, le esprimiamo la nostra profonda riconoscenza. preghiamo per il rafforzamento del Suo vigore e benedicendo il Suo eroismo ce ne ispiriamo noi stessi".

    Socialismo in un paese: quel Paese che stava pian, piano ritornando alla tradizione sacrale che lo aveva contrassegnato per quasi mille anni. Che questo Paese si identificasse col Socialismo tanto da esserne esempio e guida per gli altri popoli oppressi, è altrettanto evidente. Una nazione-faro, la Russia, nelle intenzioni del suo governatore, molto similmente a quanto lo stesso Hitler affermava della sua Grande Germania ai popoli europei, panarabi e latino-americani.

    Che Berlino e Mosca fossero intimamente legate da un comune progetto, riscontrabile per conferma anche in Germania, presso il fondamentale contributo geopolitico di Karl Hausofher, è un dato saldo e incontestabile, alla pari – d'altronde – dell’ammirazione estetica e politica che due grandi autori vicini alla cultura del Nazionalsocialismo, come Ernst Junger e Pierre Drieu La Rochelle nutrivano per Josif Stalin.

    E in circostanze ben diverse la profonda intesa creatasi tra i due dittatori avrebbe senza dubbio, seppur nell’insidia della lunga fase, creato qualcosa di profondamente simile alla progettata Europa da Lisbona a Vladivostok.

    http://xoomer.virgilio.it/controvoce...lcomunismo.htm
    Ultima modifica di Spetaktor; 23-08-10 alle 23:03

  6. #16
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    Predefinito Rif: 23.08.1939: Il Patto Molotov – Von Ribbentrop


  7. #17
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    Predefinito Re: Rif: Breve nota sui Patti dell'agosto 1939

    Citazione Originariamente Scritto da Ultima legione Visualizza Messaggio
    Io ho una mia idea sul perchè sia scoppiata la II° Guerra Mondiale.

    Innanzitutto la questione di Danzica non c'entra assolutamente niente, la Guerra ha radici lontane, parte dal crollo di Wall Sreet del 1929, e ha avuto come causa la volontà del capitalismo anglosassone di liberarsi di un pericolo e mortale avversario politico-ideologico che era la Germania Nazionalsocialista.

    Sono convinto che la Guerra fu voluta dagli anglo-americani, la storia di Danzica fu solamente il "casus belli".

    Lo stesso patto Molotov-Ribbentrop, che, secondo me, non fu per niente segreto, fu in realtà una trappola ben congeniata contro Hitler. Questi era convintissimo, dopo la firma del Patto, che Inglesi e Francesi non avrebbero mai potuto mettersi contro la Germania e l'URSS e che quindi non ci sarebbe stata nessuna guerra.

    Errore fatale! Sono convinto che anche Stalin partecipò a questo gioco sporco e il fatto che gli occidentali dichiararono guerra ALLA SOLA GERMANIA e non anche all'URSS, pur essa invasore della Polonia, sta li a dimostrarlo.

    La cessione di metà dell'Europa a Stalin a guerra finita fu la sua ricompensa.

    Probabilmente Hitler capì di essere stato giocato quando Francia e Inghilterra dichiararono guerra solo alla Germania, capì il gioco di Stalin, cercò di anticiparlo con l'invasione del 1941, ma oramai era troppo tardi.

    E pensare che c'è ancora qualcuno che crede che la guerra mondiale sia stata combattura per difendere la libertà e la democrazia. Mah!
    Pure la sedia non ha retto dal ridere, e son caduto per questo.
    Quando riapre il bagaglino, se mai riaprisse, mandagli il tuo curriculum, ti prendono al volo.

    Scusa l'ilarità, ma santiddio qui siamo al capolavoro del megarevisionismo.......... a stò punto per me Hitler era ebreo, ed ha voluto la guerra per far dar la colpa poi ai tedeschi, così che poi avessero i suoi fratelli ebrei la Palestina, anche stà teoria regge su..........

    P.S: gli angloamericani se avessero voluto fermare la nascente ideologia nazista, lo avrebbero potuto fare già nel 36 con la Renania, quando i tedeschi valevano militarmente una cippa, perchè aspettare il 39? A parte che casomai è una questione franco-britannica, perchè poi difatti gli USA entreranno in guerra solo più tardi e non all'inizio.
    Ultima modifica di saluti75; 18-02-14 alle 04:10

  8. #18
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    Predefinito Re: Rif: Breve nota sui Patti dell'agosto 1939

    Citazione Originariamente Scritto da saluti75 Visualizza Messaggio
    Pure la sedia non ha retto dal ridere, e son caduto per questo.
    Quando riapre il bagaglino, se mai riaprisse, mandagli il tuo curriculum, ti prendono al volo.

    Scusa l'ilarità, ma santiddio qui siamo al capolavoro del megarevisionismo.......... a stò punto per me Hitler era ebreo, ed ha voluto la guerra per far dar la colpa poi ai tedeschi, così che poi avessero i suoi fratelli ebrei la Palestina, anche stà teoria regge su..........

    P.S: gli angloamericani se avessero voluto fermare la nascente ideologia nazista, lo avrebbero potuto fare già nel 36 con la Renania, quando i tedeschi valevano militarmente una cippa, perchè aspettare il 39? A parte che casomai è una questione franco-britannica, perchè poi difatti gli USA entreranno in guerra solo più tardi e non all'inizio.

    Avviso ai naviganti. In questo forum si rispettano le opinioni delgi altri e si evita di fare battute fuori luogo.

    Nel merito dell'articolo concordo anche io che la tesi di Ultima Legione sia un po'....stiracchiata. Ma è un fatto che gli occidentali dichiararono la guerra alla sola Germania e non all'URSS. E questa è una cosa che potrebbe anche far pensare.
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  9. #19
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    Predefinito Re: Rif: Breve nota sui Patti dell'agosto 1939

    Citazione Originariamente Scritto da Ultima legione Visualizza Messaggio
    Avviso ai naviganti. In questo forum si rispettano le opinioni delgi altri e si evita di fare battute fuori luogo.

    Nel merito dell'articolo concordo anche io che la tesi di Ultima Legione sia un po'....stiracchiata. Ma è un fatto che gli occidentali dichiararono la guerra alla sola Germania e non all'URSS. E questa è una cosa che potrebbe anche far pensare.
    https://books.google.it/books?id=XXI7zNzBfBgC
    https://en.wikipedia.org/wiki/Reichskonkordat luglio 1933
    https://en.wikipedia.org/wiki/German...ggression_Pact 1934
    https://en.wikipedia.org/wiki/Anglo-...aval_Agreement 1935
    https://en.wikipedia.org/wiki/Anti-Comintern_Pact 1936
    https://en.wikipedia.org/wiki/Munich_Agreement settembre 1938
    http://archives.chicagotribune.com/1...-with-germany/ dicembre 1938
    https://en.wikipedia.org/wiki/Pact_of_Steel marzo 1939
    https://en.wikipedia.org/wiki/German...ggression_Pact giugno 1939
    https://en.wikipedia.org/wiki/German...ggression_Pact giugno 1939
    Ecco, magari se si fa un'elenchino delle prove della lotta senza quartiere dell'occidente alla Germania, e si ricorda anche che alla dichiarazione di guerra fece seguito da parte inglese e francese ...UN BEL NIENTE, fino a quando fu Hitler stesso (e non la perfida Albione o i mangiaranocchie) ad aprire il fronte occidentale (anche lui complice del piano? ), magai ci si pensa un po' su prima di darsi alla fantastoria...

 

 
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