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Discussione: Arborensia

  1. #1
    Sardista po s'Indipendentzia
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    Predefinito Arborensia

    Questa mattina sono stato alla inaugurazione, presso l'Antiquarium Arborense, della mostra di plastici storici "In Civitate Aristanis" della “Collezione A. Schirru”.
    Davvero meritevole per chi fosse interessato all’urbanistica medioevale di Oristano.
    Nell’occasione, è stato presentato dal Prof. Giampaolo Mele, il Sito web ufficiale dell’ISTAR Istituto Storico Arborense.
    Questo il link: Istar | Istituto Storico Arborense
    Consiglio di visitarlo anche per la qualità e quantità di documenti che si possono scaricare gratuitamente, a cominciare dalla Carta de Logu.

  2. #2
    Sardista po s'Indipendentzia
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    Predefinito Re: Arborensia

    Ottimo articolo di Giulio Gaviano sul settimanale d’informazione dell’Arcidiocesi di Oristano “L’ARBORENSE”.

    https://www.arborense.it/cultura/180...e-schirru.html


    Aristanis nel 1300. Com'era la capitale del Giudicato d'Arborea?

    Giovedì, 03 Maggio 2018


    È il lavoro straordinario di un uomo di scuola che si rivolge principalmente alle scuole

    Così il presidente dell’ISTAR Maurizio Casu introduce la mostra di plastici che riproducono le torri e le mura di Oristano medievale realizzati dal professor Augusto Schirru ed esposti all’Antiquarium Arborense
    di Giulio Gaviano

    Le celebrazioni de Sa die de sa Sardigna sono occasione ideale per parlare di storia sarda e l’Istituto Storico Arborense, oltre alla ricerca, svolge anche un’importante attività di divulgazione.

    Davanti al plastico che rappresenta l’intera città, il direttore scientifico Giampaolo Mele spiega ai ragazzi di scuola che bisogna pensare al futuro guardando alla storia, per capire meglio e attraversare i tempi difficili che stiamo vivendo:

    Vedete questa città? Ventotto torri… Nel 1368 una potentissima confederazione di regni, imperialista, non riuscì a espugnare Oristano, la sacra capitale del regno d’Arborea. Ci rimise la vita Pedro de Luna, il luogotenente generale del re d’Aragona, quando il donnichello Ugone III uscì dalle mura a sorpresa e inflisse agli aragonesi una delle più brucianti sconfitte della loro storia...

    Vedere la ricostruzione della cinta muraria può essere un primo passo per capire cos’era Oristano nel ‘300. Un modo per approfondire è visitare il sito dell’ISTAR, Arborensia, inaugurato recentemente e ricco di documenti che un tempo sarebbe stato arduo reperire. Mele coinvolge i ragazzi direttamente in una ricerca attiva, grazie alla tecnologia, esaminando le fonti insieme a loro, senza eccessivi tecnicismi.

    Com’era, dunque, Oristano nel medioevo?

    Aristanis era la capitale di uno stato in mezzo al Mediterraneo, su un’isola nella quale anche Pisa e Genova avevano forte influenza. Nel 1323, il giudice d’Arborea, Ugone II, si allea con la Corona d’Aragona attraverso trattative politico-diplomatiche internazionali estremamente complesse. L’arcivescovo di Oristano Guido Cattaneo andava a trattare con i potentati dell’epoca ad Avignone, dove risiedeva il papa. Infatti, venticinque anni prima, la Corona d’Aragona aveva ottenuto dal papa Bonifacio VIII licenza di invadere la Sardegna. Nel 1353 Mariano IV rompe l’alleanza con gli aragonesi e inizia una lunga e sanguinosa guerra.

    Il Giudicato d’Arborea aveva una sua cancelleria, le officine grafiche, e un organo politico (la Corona de Logu) all’avanguardia. Lo stato era diviso in 14 curatorie, distretti amministrativi i cui nomi sono rimasti fino a oggi. Per esempio la Barbagia di Ollolai o il Campidano di Milis o il Guilcer. Ogni curatore doveva possedere una copia della raccolta delle leggi, la Carta de Logu. Questa fu applicata fino al 1827, quando entrò in vigore il codice di Carlo Felice.

    Forse oggi in Europa pochi sanno dov’è Oristano, ma nel medioevo la città era la capitale di un regno, aveva grande importanza in Europa. Viene allora da chiedersi come si possa uscire dal liceo senza sapere nulla della nostra storia e auspicare che questa divenga quanto prima parte integrante dei programmi scolastici.

  3. #3
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    Predefinito Re: Arborensia

    Ottimo lavoro dell’Architetto Gabriele Pettinau.
    Un saluto a Carlo Mario Giulio.



    Anteprima della ricostruzione storica della città di Oristano alla fine del 1300, come doveva apparire durante il regno di Ugone III ed Eleonora d'Arborea. L' opera è basata sul patrimonio architettonico rimasto e su fonti scritte, ed è frutto di una ricerca durata 10 anni. Nei casi in cui le fonti non fossero state sufficienti, si è scelto di seguire le tipologie costruttive e architettoniche dell'epoca.

    Nota: Il campanile a canna ottagona e le due torrette merlate sopra la Torre di Mariano II e la Torre di San Filippo, benché ascrivibili al secolo successivo, sono state lasciate per rendere la città più riconoscibile agli oristanesi attuali.

    Crediti:
    Modellazione 3D, Concept, Texturing, Video Editing: Arch. Gabriele Pettinau.
    Supervisione stilistica e Ricerca storica: Nadir Danieli.

    Traccia Audio: Poème Op 32 No.1, composta da Alexander Scriabin e interpretata da Yuja Wang
    Software: Unity 3D

  4. #4
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    Predefinito Re: Arborensia

    Tour virtuale nella Oristano del Trecento - Cronaca - la Nuova Sardegna

    Tour virtuale nella Oristano del Trecento

    Monumenti aperti regala la novità del viaggio nel passato attraverso un'accurata ricostruzione tridimensionale di palazzi, strade e chiese. Gabriele Pettinau e Nadir Danieli gli autori del progetto.
    di Davide Pinna

    ORISTANO. La riscoperta del proprio passato può arrivare anche attraverso le tecnologie più moderne. In quest'ottica si muove l'ambizioso progetto di Gabriele Pettinau, giovane architetto oristanese, e Nadir Danieli, studioso di storia dell'arte e operatore culturale, che sarà presentato sabato 12 maggio alle 19.30 al teatro San Martino, in occasione di Monumenti Aperti, con la partecipazione del Comune e della Fondazione Sartiglia.

    Una gita nella Oristano del 1300 sembrerebbe impossibile a prima vista, almeno senza l'ausilio di una macchina del tempo, ma grazie all'accurata ricostruzione 3D prodotta da Pettinau, con la consulenza scientifica di Danieli, chiunque potrebbe passeggiare virtualmente nelle strade medievali della capitale del Giudicato d'Arborea. Non dei disegni quindi, ma una mappa interattiva che può essere percorsa e che permette di osservare gli edifici anche dall'interno. Così in pochi secondi si può andare dalla cattedrale al castello e alla reggia di Pratza de sa Majoria, l'odierna piazza Manno, farsi un giro dentro il chiostro del convento che oggi ospita la scuola media n° 1, visitare la chiesa di San Vincenzo, in corrispondenza dell'attuale palazzo degli Scolopi, e scoprire tanti altri piccoli e grandi segreti della Oristano medievale.

    «Abbiamo cercato di riferirci alla documentazione esistente per la ricostruzione degli edifici, oppure abbiamo fatto scelte in analogia con altre testimonianze dell'epoca in Sardegna - spiega Pettinau - ma il lavoro non ha solo valore storico. In primo luogo si rivolge infatti agli oristanesi, vogliamo che riconoscano la città». In effetti non fosse per alcuni elementi, come la torre di Mariano in piazza Roma, un visitatore virtuale potrebbe non rendersi conto di trovarsi a Oristano.

    «La città non è facile da riconoscere - racconta Pettinau - perché nei secoli gli oristanesi hanno maturato un complesso di inferiorità che gli impedisce di immaginare la propria città come una capitale. Il lavoro si rivolge infatti prima a loro che ai turisti, perché vogliamo che i nostri concittadini prendano coscienza dell'importanza storica di Oristano, importanza che si manifestava ovviamente anche nelle forme architettoniche». Tante le sorprese all'interno della mappa, non solo gli edifici che oggi non esistono più, ma anche quelli che sono ancora oggi presenti dentro la città, anche se irriconoscibili. Tutt'intorno si può poi esplorare un mondo fatto di paludi, dove spuntano i monasteri che circondavano la città e che oggi sono spariti o inglobati nel tessuto urbano, come San Martino.

    8 maggio 2018

  5. #5
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    Predefinito Re: Arborensia

    Con il georadar ritornano alla luce gli antichi sotterranei dei giudici d'Arborea - Tempo Libero - la Nuova Sardegna

    Con il georadar ritornano alla luce gli antichi sotterranei dei giudici d'Arborea

    È stato lo stesso strumento utilizzato nel Sinis per la città sepolta dei Giganti di Mont’e Prama. Così l’associazione “Oristano nascosta” ha ricostruito il tracciato di un’intricata rete di cunicoli.
    di Enrico Carta
    06 maggio 2018

    ORISTANO. Il tesoro della Oristano dei giudici di Arborea non è in superficie. Non è fatto di oro e gioielli, ma è ugualmente nascosto. È uno scrigno ricoperto oggi da strisce d’asfalto che seppelliscono quel sottosuolo non più impenetrabile e inesplorato. È lì giù, a pochi metri di profondità, che qualcosa di ancora misterioso sta venendo alla luce anche grazie all’utilizzo del georadar del professor Gaetano Ranieri che ha messo a disposizione la stessa tecnologia utilizzata per esplorare il sottosuolo di Mont ’e Prama a Cabras facilitando gli scavi e il recupero dei meravigliosi reperti. È lì giù che si trova la “Oristano nascosta”, nome che l’associazione di cui fanno parte Marco Piras, Antonello Manca, Maurizio Casu e don Gianni Pippia ha scelto di darsi. È la Oristano nascosta che riemerge da quando è iniziata l’esplorazione della città più segreta di Ugone, Mariano ed Eleonora d’Arborea.

    Pochi metri sotto i nostri piedi si può fare un viaggio al centro della terra dei giudici. Lì a regnare è un intreccio di cunicoli – oggi in buona parte murati e non più collegati tra loro, ma il reticolato è facilmente ricostruibili con le nuove tecnologie. In epoca medievale, quei cunicoli erano uniti. Oggi sono la porta d’accesso a una serie di interrogativi e ipotesi più o meno suggestive che ancora devono essere portate all’attenzione degli storici. Cos’era e a cosa serviva quel reticolato fatto di lunghi corridoi, di stanze più ampie in cui sostare, di cisterne dove ancora oggi l’acqua si raccoglie? Ammazzando i sogni, si potrebbe pensare a una serie di spazi nati per far defluire le acque che altrimenti avrebbero ripetutamente sommerso la città. Insomma, un’opera di ingegneria che doveva consentire a Oristano di non morire annegata in un periodo in cui stagni e paludi erano assai più estesi di oggi e arrivavano sino alla cinta muraria della città sotto la cui bandiera si portò avanti il sogno unitario della Sardegna.

    Ma si può volare molto più in alto perché tanti indizi lasciano intuire che quel labirinto di strade fosse qualcosa di più di una semplice opera idraulica. Le dimensioni, i punti di collegamento tra una parte e l’altra, possono far pensare che quello fosse un sistema di protezione per la città e, in particolare, per i suoi signori. Lo snodo centrale è la reggia degli Arborea, trasformata in carcere nei secoli successivi. In quella che oggi è piazza Manno risiedevano i giudici con la corte ed è da lì che si dipanano le strade sotterranee che hanno un’altezza di quattro metri e dove potevano anche passare due persone a cavallo affiancate.

    Quello è un periodo di guerre, di lotte per la conquista del potere in Sardegna e un sistema di protezione sotterraneo non sarebbe certo un unicum. Oristano avrebbe riproposto, pur con tutte le difficoltà legate alla presenza dell’acqua e delle zone paludose, qualcosa che già altrove in Europa funzionava. Non è un caso che la strada sotterranea consentiva il collegamento dalla reggia con la Cattedrale e la piazza d’armi degli Arborea che, dopo essere stata sede del Distretto militare, è oggi in fase di recupero. Sempre da piazza Manno, per altre direttrici, si arrivava poi alla chiesa di Santa Chiara, luogo di preghiera dei signori della città e ancora verso piazza Mariano, quindi già fuori dalla città medievale. Oppure verso l’attuale piazza Roma dove in quei secoli la torre di Mariano era la via di uscita dalla cinta muraria.

    È proprio in quest’ultimo luogo che si svolse un episodio ancora non chiarito del tutto dagli storici per come si svolsero gli eventi. È il 1368 e Oristano è sotto assedio, le truppe aragonesi non danno tregua e si pensa che ormai non ci sia più modo di resistere. Invece accade qualcosa che ribalta le sorti della battaglia di Sant’Anna. L’esercito aragonese viene colto di sorpresa alle spalle dalle truppe degli Arborea di Ugone III e Mariano IV, incredibilmente materializzatesi sul campo. Sfruttando questo vantaggio l’esercito dei giudici vince la battaglia, spezza l’assedio su Oristano e uccide il comandante Martinez de Luna a capo degli aragonesi. Da dove arrivavano le truppe liberatrici? Forse avevano attraversato proprio quei tunnel sotterranei che consentirono loro di sbucare in aperta campagna e organizzare la controffensiva.

 

 

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