User Tag List

Pagina 3 di 5 PrimaPrima ... 234 ... UltimaUltima
Risultati da 21 a 30 di 44

Discussione: Comunismi (ExtraMarx)

  1. #21
    Alleanza Ribelle
    Data Registrazione
    19 Oct 2012
    Località
    Shanghai, RPC
    Messaggi
    7,207
     Likes dati
    793
     Like avuti
    5,288
    Mentioned
    87 Post(s)
    Tagged
    13 Thread(s)

    Predefinito Re: Comunismi (ExtraMarx)

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Attilio Visualizza Messaggio
    Ci sta anche il "Socialismo con caratteristiche cinesi"?
    Penso che Lupo con socialismo di mercato includesse anche quello.

    A mio parere però il socialismo cinese è un fenomeno complesso, non una teoria ma un piano e comunque poco "comunista" se è di comunismo puro che stiamo parlando.

    Poi occorre fare una netta distinzione tra pensiero sociale comunista e pensiero sociale comunistico, le loro caratteristiche possono combaciare ma vi sono differenze sostanziali.
    TIOCFAIDH ÁR LÁ
    ╾━╤デ╦︻

    革命无罪,造反有理

  2. #22
    Rossobruno cattivone
    Data Registrazione
    15 Dec 2009
    Località
    Morte al liberismo!
    Messaggi
    20,588
     Likes dati
    6,959
     Like avuti
    6,324
    Mentioned
    215 Post(s)
    Tagged
    20 Thread(s)

    Predefinito Re: Comunismi (ExtraMarx)

    Citazione Originariamente Scritto da italicum Visualizza Messaggio
    Una buona fetta di nazionalsocialisti francesi di fine '800, guidati da Ernest Roche, provenivano dall'esperienza della Comune.
    Ho letto qualche nota pescata da internet su Roche. A quanto pare, dopo l'esperienza della Comune, si avvicinò al movimento boulangista. Forse te l'ho già chiesto: ma questo "nazionalsocialismo" francese, che mi pare cronologicamente anteriore a quello di Hitler, aveva connotazioni "razziali" e antiebraiche o , più semplicemente, era una forma di socialismo patriottico come quello di Garibaldi, C. Battisti, De Ambris e Corridoni?
    Ultima modifica di LupoSciolto°; 04-03-18 alle 15:15
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  3. #23
    Rossobruno cattivone
    Data Registrazione
    15 Dec 2009
    Località
    Morte al liberismo!
    Messaggi
    20,588
     Likes dati
    6,959
     Like avuti
    6,324
    Mentioned
    215 Post(s)
    Tagged
    20 Thread(s)

    Predefinito Re: Comunismi (ExtraMarx)

    Etienne-Gabriel Morelly


    A cura di Diego Fusaro

    Etienne-Gabriel Morelly, nato nel 1717 (la data della morte resta incerta), fu un importante filosofo e scrittore politico francese del XVIII secolo. Nel 1753 diede alle stampe un poema in quattordici canti ferocemente criticato per le sue idee innovative: il Naufrage aux iles flottantes ou la Basiliade (Naufragio alle isole galleggianti o la Basiliade). In quest’opera, che si inscrive nel filone del genere utopistico, Morelly descrive uno stato organizzato sul principio del comunismo, inteso come una più giusta forma di esistenza e di vita pubblica. E in effetti per tutta la vita Morelly non fece altro che declinare in modi diversi la sua idea di una società strutturata comunisticamente, intendendola come progetto da realizzarsi. In questo senso, l’istanza comunistica morellyana si fonde con quella – tipicamente illuministica – di riorganizzazione della società in base ai principi della ragione. In un’altra opera, destinata a godere di maggiore fortuna e curiosamente a lungo attribuita a Denis Diderot, il Code de la nature (Codice della natura, 1755), Morelly ripercorre il tema della società giusta e comunisticamente strutturata: egli muove dal presupposto che le leggi di natura sono buone perché sono al contempo leggi di Dio e della ragione (senza che tra i due ambiti sussista alcuna contrapposizione) e, in virtù di tale presupposto, si propone di costruire un nuovo sistema sociale che impedisca all’uomo di diventare malvagio quale invece è – secondo un tema che viene codificato nel modo più efficace, oltre che più noto, dalla riflessione di Rousseau – nella società esistente, in cui a dominare è l’egoismo, frutto dell’esistenza della proprietà privata. Nella nuova società – argomenta Morelly – deve essere abolita la proprietà privata, poiché essa è la scaturigine dell’egoismo e dell’avidità, i due principali mali che dilaniano la società esistente. Da questi due mali derivano tutti gli altri. Sicché, eliminando quelli, verranno poi anche meno tutti gli altri e si avrà un vero e proprio “paradiso in terra”; espressione che, a tutta prima, potrebbe sembrare fuorviante, se adoperata per un autore illuminista; ma che in realtà ben adombra il carattere fortemente religioso – di una religione, ben inteso, del tutto secolarizzata – che innerva il progetto morellyano (ma il discorso potrebbe, forse, essere esteso a ogni altro progetto di tipo comunista, non da ultimo a quello “scientifico” di Marx ed Engels, secondo quanto suggerito – tra gli altri – da Karl Löwith in Meaning in History). Riattivando un’utopia vecchia quanto la Repubblica di Platone (e già a sua volta riattivata, per altro, da un Tommaso Moro con Utopia o, con un timbro più marcatamente teocratico, da Tommaso Campanella con La città del sole), Morelly sostiene che nella “società giusta” nessuno dovrà possedere se non gli oggetti di uso immediato, il mantenimento dei cittadini sarà a carico della Società a cui tutti contribuiranno secondo le loro possibilità ai bisogni generali grazie a una organizzazione sistematica del lavoro. Infine, lo stato dovrà prendersi cura dei fanciulli indirizzandoli presto a un lavoro manuale: un aspetto interessante dell’utopia morellyana, che ne mette bene in luce il retroterra illuministico, è la sua avversione alla metafisica, intesa come un retaggio della superstizione del passato. In forza di questa idiosincrasia per la metafisica, Morelly si spinge a sostenere che nella società comunista i fanciulli devono essere indirizzati al lavoro manuale e tenuti a debita distanza della sirene ammalianti della metafisica. Pensatore vigoroso e originale, Morelly, per il suo pensare la società comunistica nei termini di un’utopia da realizzare o, se preferiamo, di un ideale a cui dare cittadinanza nelle pieghe del reale, può essere con diritto inteso uno degli iniziatori di quel “socialismo utopistico” tratteggiato nelle pagine del Manifesto del partito comunista di Marx ed Engels: anch’egli, come più tardi faranno Saint-Simon, Fourier e Owen, immagina una società giusta (e comunisticamente strutturata) da realizzare. Certo, il suo – proprio perché le sue radici affondano nell’immaginazione e non nel “movimento reale della storia”, per utilizzare un’altra espressione marx-engelsiana – resta un utopismo astratto, incapace di fare presa sulla realtà. Ma il fatto stesso che egli vagheggi con tanta forza una società “altra” già racchiude in sé – proprio come sarà per Saint-Simon, Fourier e Owen – fortissimi elementi di critica sociale indirizzati contro la reale società del suo tempo. In altri termini – e qui sta sicuramente il merito dell’opera di Morelly –, se anche il suo progetto resta utopico e irrealizzabile, la sua denuncia delle ingiustizie della società reale, sospesa tra egoismo e avidità, resta di una potenza (e di un’attualità) straordinaria. Non è certo un caso che il movimento egualitario di François Noel Babeuf si richiamerà esplicitamente alla sua opera.

    Etienne-Gabriel Morelly
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  4. #24
    Rossobruno cattivone
    Data Registrazione
    15 Dec 2009
    Località
    Morte al liberismo!
    Messaggi
    20,588
     Likes dati
    6,959
     Like avuti
    6,324
    Mentioned
    215 Post(s)
    Tagged
    20 Thread(s)

    Predefinito Re: Comunismi (ExtraMarx)

    Citazione Originariamente Scritto da RibelleInEsilio Visualizza Messaggio
    Penso che Lupo con socialismo di mercato includesse anche quello.
    Esatto.

    A mio parere però il socialismo cinese è un fenomeno complesso, non una teoria ma un piano e comunque poco "comunista" se è di comunismo puro che stiamo parlando.
    Concordo. Di socialista e comunista c'è ben poco, pur trattandosi di un sistema economico e organizzativo comunque diverso dal capitalismo occidentale. Poi, per l'amor di dio, ognuno lo giudichi come meglio creda!
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  5. #25
    dePDficatore
    Data Registrazione
    31 Dec 2010
    Località
    NATOstan
    Messaggi
    7,873
     Likes dati
    5,872
     Like avuti
    6,021
    Mentioned
    91 Post(s)
    Tagged
    6 Thread(s)

    Predefinito Re: Comunismi (ExtraMarx)

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio

    Concordo. Di socialista e comunista c'è ben poco, pur trattandosi di un sistema economico e organizzativo comunque diverso dal capitalismo occidentale. Poi, per l'amor di dio, ognuno lo giudichi come meglio creda!
    Il capitale economico non domina la sfera politica, questo è sicuramente socialista. Se ci fai caso, è la propaganda occidentale che sostiene che la cina si sia votata definitivamente al capitalismo. Questo perché l'intenzione è rimuovere i meriti del Partito Comunista nello sviluppo economico cinese.

  6. #26
    Rossobruno cattivone
    Data Registrazione
    15 Dec 2009
    Località
    Morte al liberismo!
    Messaggi
    20,588
     Likes dati
    6,959
     Like avuti
    6,324
    Mentioned
    215 Post(s)
    Tagged
    20 Thread(s)

    Predefinito Re: Comunismi (ExtraMarx)

    Spirdu: com'è che Rizzo non parla mai della Rep. Popolare Cinese? Mi pare che non si sia espresso né sul periodo maoista né su quello denghiano (e attuale)

  7. #27
    ___La Causa del Popolo___
    Data Registrazione
    23 Nov 2011
    Località
    Sovranità politica, indipendenza economica, giustizia sociale
    Messaggi
    40,566
     Likes dati
    53,895
     Like avuti
    28,200
    Mentioned
    989 Post(s)
    Tagged
    170 Thread(s)

    Predefinito Re: Comunismi (ExtraMarx)

    Però mi sembra che comunque il PCC organizzi, diriga, e controlli l'ambito economico del paese, nulla a che vedere coi dettami del liberalcapitalismo moderno che si è ormai quasi definitivamente imposto in Occidente, se non l'esatto opposto.
    E scusate se è poco...
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  8. #28
    Il Re del Nord
    Data Registrazione
    06 Mar 2017
    Località
    Udine
    Messaggi
    18,354
     Likes dati
    9,577
     Like avuti
    10,408
    Mentioned
    340 Post(s)
    Tagged
    36 Thread(s)

    Predefinito Re: Comunismi (ExtraMarx)

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Spirdu: com'è che Rizzo non parla mai della Rep. Popolare Cinese? Mi pare che non si sia espresso né sul periodo maoista né su quello denghiano (e attuale)
    Penso che lui su questo sia succube del KKE che ritiene la Cina uno stato capitalista e imperialista.

    Inviato dal mio HUAWEI VNS-L31 utilizzando Tapatalk
    Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!

  9. #29
    email non funzionante
    Data Registrazione
    15 Aug 2013
    Località
    Tortuga
    Messaggi
    11,131
     Likes dati
    338
     Like avuti
    3,486
    Mentioned
    162 Post(s)
    Tagged
    13 Thread(s)

    Predefinito Re: Comunismi (ExtraMarx)

    Preciso che lo spirito del 3d non è solo indirizzato ai "socialismi" e "comunismi" di tipo utopistico o libertario. Ad esempio, come ben sanno Kava e Lupo, la mia teoria socialista è "ibrida". Inoltre io credo che la Comune parigina non fosse, come molti dell'area freak pensano, da sempre, un esperimento genericamente "libertario" o anarchico, ma appunto sincretico. Lo Stato comunardo era retto dalla classe operaia, con delegati da essa eletti, che quindi esercitavano un potere, non di tipo totalitario, ma si configurava ugualmente come un democrazia popolare (diversa da quella elettoralistica borghese, ma anche da cio' che sarà poi il marxismo leninismo). Giusto per precisare, che è aperto a varie sintesi.


    Ps. col socialcomunismo cinese, a mio parere, siamo un po' ot
    "Sono contro tutti i sistemi, il più accettabile è quello di non averne nessuno"
    Tristan Tzara

    Je m'exalte, je degresse encore... Je vous ai reperdu mon histoire... Non! Non!
    (L.F. Céline, Maudits soupirs pour une autre fois)

  10. #30
    email non funzionante
    Data Registrazione
    15 Aug 2013
    Località
    Tortuga
    Messaggi
    11,131
     Likes dati
    338
     Like avuti
    3,486
    Mentioned
    162 Post(s)
    Tagged
    13 Thread(s)

    Predefinito Re: Comunismi (ExtraMarx)

    Le Due Facce della Rivoluzione: Michail Bakunin e Karl Marx
    luglio 2, 2016 da anarcoantropologo
    FACEBOOK
    GOOGLE +


    Michail Bakunin e Karl Marx sono state le due figure rivoluzionarie più importanti dell’800, nonostante la moltitudine di divergenze sia sul piano teorico che sul piano dell’azione pratica che li contraddistingue e li contrappone. Per comprendere meglio ciò che portò questi due rivoluzionari a scontrarsi, partiamo da una serie di date fondamentali. Nel 1836 nasce in Germania la Lega dei Giusti, la prima associazione rivoluzionaria dal carattere internazionalista. Successivamente, nel 1847, sotto l’influenza di Marx ed Engels, la Lega dei Giusti si trasforma in Lega dei Comunisti. L’anno seguente (1848) Marx ed Engels pubblicano il Manifesto del Partito Comunista. Infine nel 1864, a Londra, viene fondata sempre grazie a Marx, la prima Internazionale, a cui Bakunin si unisce nel 1869.

    Partiamo da questo ultimo fondamentale avvenimento. All’interno dell’Internazionale si contrapponevano due correnti ideologiche, da una parte il Comunismo di Marx e dall’altra l’Anarchismo, “dottrina” professata e difesa dal russo Bakunin.

    Il COMUNISMO, in questa fase storica, tende sempre più a identificarsi con il Marxismo, teoria economica e politica nata nel 1848 a seguito della pubblicazione del Manifesto. La teoria marxista si concentra sulla società capitalista, divisa tra Borghesia (Capitalisti) e Proletariato. La Borghesia è la classe sociale che detiene i mezzi di produzione, e quindi sfrutta il lavoro del proletariato per guadagnare dei profitti (pluslavoro della classe operaia genera plusvalore). All’interno di questa società capitalista dominata dal dualismo borghesia-proletariato, l’entità statale si pone in una posizione secondaria. Da una parte lo Stato serve alla borghesia capitalista per difendere e raggiungere i propri interessi; dall’altra parte il proletariato cerca di appellarsi allo Stato, credendolo un arbitro imparziale capace di difendere i diritti e gli interessi dei lavoratori. Quindi lo scopo della dottrina marxista è quella di capovolgere questa situazione, auspicando la presa di potere da parte del proletariato. In questo modo, attraverso la lotta di classe e la rivoluzione, il proletariato si sarebbe impossessato dei mezzi di produzione, abbattendo il capitalismo e decretando la fine dell’esistenza della classe borghese. Per Marx il Comunismo sarebbe stato possibile solo come fase finale di un processo di trasformazione partito dalla stessa società capitalista, e non da società ancora ancorate ad un sistema feudale come Russia o Cina. Il filosofo tedesco individua due fasi intermedie che avrebbero portato successivamente ad una società realmente comunista. Queste due fasi erano la Rivoluzione e la Dittatura del Proletariato (Socialismo). Quindi senza l’emergere di una rivoluzione di stampo proletario-operaio, non sarebbe mai potuta emergere una società comunista. D’altro canto quello che frenò l’emergere di Stati realmente comunisti, fu proprio la Dittatura del Proletariato, tanto in Russia quanto nella Cina maoista. L’errore più grande di queste due paesi, e dei loro leader “rivoluzionari” Lenin e Mao, fu quello di ritenere la Dittatura del Proletariato la fase finale del comunismo. Così facendo, una volta instaurata la Dittatura del Proletariato, il potere statale si concentrò nelle mani di un singolo partito, di una singola elitè, che si dimostrò col tempo cedere a spinte autoritarie e dittatoriali, reprimendo ogni spinta rivoluzionaria, senza migliorare le condizioni economiche e lavorative della classe proletaria. In questo modo si instaurarono veri e propri regimi dittatoriali mascherati dietro l’ideale rivoluzionario del Comunismo, quando in realtà con l’originaria dottrina comunista marxista avevano poco o nulla con cui spartire.

    E’ semplice comprendere perché l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche era in netto contrasto con la teoria marxista e quindi non può essere considerata una dittatura comunista. Innanzitutto come abbiamo già visto, l’errore nel considerare la Dittatura del Proletariato come la fase finale del Comunismo. Ma il punto fondamentale è la presenza dello Stato. Infatti per Marx la società comunista non può coesistere con la presenza e l’esistenza dell’entità statale, in quanto strumento costantemente nelle mani delle classi dirigenti borghesi e utilizzato per opprimere e sfruttare il proletariato, e quindi strumento principale alla base della creazione di una società divisa in classi.

    Come abbiamo già visto Marx ritiene la Dittatura del Proletariato una fase fondamentale nel processo rivoluzionario verso una vera e propria società comunista, in quanto sarebbe la fase in cui il proletariato si impossessa dei mezzi di produzione strappandoli alla borghesia capitalista, e accentrandoli almeno momentaneamente nelle mani dello Stato. A questo punto sarebbe possibile l’instaurazione di una società comunista in quanto il Capitale accentrato nelle mani dello Stato sarebbe redistribuito in egual modo a tutti i componenti della società, diventando proprietà collettiva, e non più proprietà privata esclusivamente della borghesia.

    Marx sosteneva questa sua tesi anti-Stato e anticapitalista basandosi sull’idea che si può immaginare, e di conseguenza può esistere, una società senza padroni, ma non una società senza lavoratori, sotto intendendo l’indispensabilità del proletariato a differenza della borghesia, che in una società egualitaria priva di classi sociali e in cui i mezzi di produzione/il capitale sono proprietà collettiva, sarebbe superflua e inutile.

    L’unico fattore che frenava la possibile rivoluzione comunista capeggiata dalla classe proletaria internazionale però, come sostenevano Marx ed Engels, è sempre stata la difficoltosa presa di coscienza da parte del proletariato. Ma la presa di coscienza non era sufficiente. Infatti secondo i due filosofi tedeschi il proletariato non avrebbe mai vinto la rivoluzione se non fosse stato guidato da una elitè comunista.

    Ed è proprio quest’ultima idea marxista che il maggior esponente dell’anarchismo, Michail Bakunin non accetta e mette in discussione.

    Bakunin come tutti sanno è stata una delle principali figure e uno dei maggiori esponenti dell’ANARCHISMO, teoria fondata sull’idea di abolizione dello Stato, di ogni autorità detentrice di potere e di ogni governo, in favore di una società basata sulla libertà e sull’uguaglianza tra gli individui che associano tra loro in quanto individui liberi.

    All’interno dell’Internazionale, fin dall’inizio gli anarchisti condivisero l’analisi marxista della società borghese e capitalista, opponendosi radicalmente però ad ogni forma di organizzazione gerarchica, e quindi ripudiando l’idea cara a Marx di una rivoluzione capeggiata da una avanguardia rivoluzionaria comunista che avrebbe poi instaurato la Dittatura del Proletariato, trasformandosi in un partito comunista.

    Gli anarchici si affiancarono ai comunisti-marxisti anche per quanto riguarda l’idea di rivoluzione, strumento necessario e imprescindibile per arrivare ad una società realmente libertaria, liberata dall’oppressione del potere e dell’autorità. Per la maggior parte degli anarchici, innanzitutto per Bakunin, la rivoluzione libertaria deve necessariamente avere un carattere intrinsecamente violento, poiché unico modo per opporsi e abbattere la violenza sistematicamente e strutturalmente utilizzata dal potere e dall’autorità. Questa modo violento di concepire la rivoluzione va a scontrarsi soprattutto con quelle correnti dell’anarchismo che professano forme di rivoluzione non violente e di disobbedienza civile (idea cara allo scrittore anarchico H.D. Thoreau) da contrapporre alla violenza utilizzata dal potere e della classi dirigenti. A questo punto potrebbe sorgere un’incongruenza all’interno dell’Anarchismo; ovvero come far coesistere l’intrinseca riluttanza degli anarchici nei confronti della violenza, e l’utilizzo di quest’ultima come strumento per abbattere il potere. La risposta ce la dà il solito Bakunin, che nonostante ritenesse l’uso della violenza un male necessario, si pose molte domande di carattere etico in quanto vedeva la violenza pur sempre come proiezione del potere e dell’autorità. Bakunin parla in questo modo della rivoluzione violenta:

    “”le rivoluzioni cruente sono spesso necessarie a causa della stupidità umana, ma sono sempre un male mostruoso e un grande disastro, non solo per quanto riguarda le vittime, ma anche per quanto riguarda la purezza e la perfezione dell’idea nel cui nome avvengono”. Quindi secondo il rivoluzionario libertario russo la violenza è un male necessario solo quando è al servizio della purezza di un ideale come quello anarchico, che tende a creare una società in cui non ci sono né oppressi né oppressori, né governanti né governati, fondata sull’uguaglianza e la l’assenza di potere (coercitivo).

    Le fondamentali differenze tra i due rivoluzionari sono da riscontrare sulle linee politiche da seguire per far insorgere una rivoluziona capace di abbattere la società capitalistica e liberare le masse popolari dall’oppressione del capitale e dalla violenza dello Stato. Se da una parte Bakunin poneva come motore della rivoluzione (sempre intesa come lotta clandestina dall’anarchico russo) la collaborazione tra le masse contadine e quelle operaie, Marx dall’altra riteneva possibile la rivoluzione solo nei paesi fortemente industrializzati, in quanto solo il proletariato operaio sarebbe stato in grado di abbattere la società capitalista e lo Stato borghese. Secondo Marx però nella fase intermedia tra la Dittatura del Proletariato e l’effettiva società comunista, le classi sociali non si sarebbero annullate in quanto i borghesi che avevano perso il possesso del capitale e del potere avrebbero cercato di riconquistarlo. Ed è per questo motivo che Marx teorizza la possibilità di creazione di un organo repressivo, ovvero uno Stato comunista, per evitare una contro-rivoluzione da parte dei borghesi/capitalisti a cui i rivoluzionari comunisti hanno tolto i mezzi di produzione il capitale, annullando il loro dominio e la loro posizione sociale di rilievo.

    Bakunin, come ogni anarchico, si mostrò fin da subito scettico nei confronti dell’idea marxista dello Stato, e si oppose alla possibilità di instaurazione di uno Stato successivamente alla rivoluzione. Bakunin infatti individuò la debolezza intrinseca di questa idea di Marx, per il semplice fatto che è caratteristica intrinseca e strutturale dello Stato quella di utilizzare il potere coercitivo nei confronti dei suoi cittadini. Quindi anche nella Dittatura del Proletariato, lo Stato guidato da un partito comunista si sarebbe imposto con la violenza su tutti, compresi gli stessi proletari motore della rivoluzione, creando in questo modo una forte incongruenza che col tempo si sarebbe tradotta nelle derive totalitarie e autoritarie prese dalla Rivoluzione Russa.

    Bakunin con queste parole parla di Marx:

    “Marx è un comunista autoritario e centralista. Egli vuole ciò che noi vogliamo: il trionfo completo dell’eguaglianza economica e sociale, però nello Stato e attraverso la potenza dello Stato, attraverso la dittatura di un governo molto forte e per così dire dispotico, cioè attraverso la negazione della libertà.”

    Infatti Bakunin era totalmente contrario ad ogni idea di Stato, sia che fosse di natura borghese, sa che fosse di carattere comunista, e fortemente convinto che per veder realizzata la reale libertà e reale uguaglianza tra gli individui, sia strettamente necessario l’abbattimento di ogni forma di entità statale. Lo Stato per Bakunin era in ogni sua forma sinonimo di costrizione, oppressione e dominio tramite l’uso della violenza, e quindi inconciliabile con le idee anarchiche.

    Marx dal canto suo pone al centro della sua rivoluzione le condizioni economiche, e quindi vede nel principale nemico non lo Stato (semplice strumento utilizzato dalla borghesia capitalista, ma di per se non pericoloso), bensì la classe capitalista.

    Come si concluse l’accesa discussione e il dibattito tra i due rivoluzionari? Come aveva predetto Bakunin, accusando di autoritarismo e tirannia Marx. Infatti nel 1872 Bakunin venne espulso dal Congresso dell’Aia, decretando la rottura definitiva tra le due correnti e tra i due “leader”, mostrando come Marx, nel momento in cui vide la sua corrente perdere consensi a favore della corrente anarchista di Bakunin, decise di espellerlo e uccidere di fatto l’Internazionale.

    Bakunin riteneva i comunisti i “nemici delle istituzioni politiche esistenti perché tali istituzioni escludono la possibilità di realizzare la propria dittatura”. E la Storia, soprattutto dopo la Rivoluzione Russa, sembra aver dato ragione all’anarchico, più che al comunista.

    Le Due Facce della Rivoluzione: Michail Bakunin e Karl Marx | L'Anarco-Antropologo
    "Sono contro tutti i sistemi, il più accettabile è quello di non averne nessuno"
    Tristan Tzara

    Je m'exalte, je degresse encore... Je vous ai reperdu mon histoire... Non! Non!
    (L.F. Céline, Maudits soupirs pour une autre fois)

 

 
Pagina 3 di 5 PrimaPrima ... 234 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Risposte: 25
    Ultimo Messaggio: 14-09-17, 11:29
  2. Il futuro dei comunismi eretici
    Di Rodolfo nel forum Comunismo e Comunità
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 18-05-10, 14:04
  3. Mozione di condanna a tutti i fascismi e comunismi odierni
    Di Dark Knight nel forum Prima Repubblica di POL
    Risposte: 81
    Ultimo Messaggio: 01-09-07, 16:33
  4. Mai più comunismi!
    Di ariel nel forum Sinistra Italiana
    Risposte: 46
    Ultimo Messaggio: 27-08-04, 03:22
  5. mai più comunismi!
    Di ariel nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 4
    Ultimo Messaggio: 01-08-04, 20:13

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito