S'intende una tesi abbastanza diffusa in ambito culturale sloveno che nega la ricostruzione storiografica dell'arrivo dei popoli slavi nella zona delle Alpi Orientali nel VI secolo d.C., ritenendo invece che i cosiddetti protosloveni (chiamati Veneti) avessero abitato la regione fin da tempi molto più antichi.
Nel 1989 l'economista Jožko Šavli, il poeta Matej Bor e il sacerdote Ivan Tomažič - tutti e tre linguisti dilettanti - pubblicarono il volume Veneti: naši davni predniki (I veneti: i nostri antichi antenati)
tradotto poi in varie lingue negli anni successivi, contenente in parte alcuni loro contributi elaborati in anni precedenti. In tale saggio, essi rigettarono radicalmente la nozione comunemente accettata per cui gli Sloveni sarebbero i discendenti delle popolazioni slave che s'insediarono nell'attuale area di presenza slovena in Europa a partire dal VI secolo, ritenendo in modo del tutto innovativo che fossero in realtà parte di una popolazione pre-romana che essi chiamarono genericamente Veneti, suddivisa fra Veneti Adriatici, Veneti Baltici, Pannoni, Norici e alcuni altri popoli tradizionalmente definiti Celti o Illirici. Secondo questa teoria – quindi – i Veneti avrebbero parlato una lingua proto-slava, dalla quale sarebbero derivate le lingue slave occidentali, compreso il moderno sloveno.
Discussione correlata:
https://forum.termometropolitico.it/...no-europa.html
Fonte:
https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_veneta
@Arctic, ne eri al corrente? io no..