Originariamente Scritto da
PhyroSphera
Essendo ciascuna persona sessualmente maschio o femmina (si consideri che la cosiddetta "transessualità" è soltanto l'eccezione di fase non ultimata nella formazione fisica e in ogni caso soltanto maschio o femmina è la differenza), essendo omosessualità, bisessualità ed eterosessualità potenzialità di ciascun sesso e secondo occasioni variamente attuate, i diritti e le parità sono attribuibili alle persone considerandone eventi, accadimenti, casi, secondo attuazioni e unica differenza sostanziale di maschi e femmine.
Ovviamente le persone non sono soggette a reali giudizi di immoralità, la persona è manifestazione di natura innanzitutto, da cui indirettamente si fanno deduzioni cui possibile aggiungere giudizi morali non sulle persone stesse, ma deducendo attraverso personalità la loro condotta; e procedere così non è compito degli psicologi né degli psichiatri ma di chi applica l'etica, fosse filosofo, insegnante, magistrato, sacerdote, ed altro così.
Inoltre il termine "gay" è subculturale oltre che gergale, quello "lesbo" è culturale e non di immediato senso, il termine "trans" non significa alcunché oggettivamente e soggettivamente corrisponde a sviluppi oggettivi di medesime cose per cui non si attraversano generi ma periodi. Resta la significanza del termine "bisexual", cioè in italiano bisessuale, bisessualità ("sex" dal latino in inglese è semanticamente etimo assai concreto), che viene usato per definire la totalità delle potenzialità sessuali, in ciò pur sempre generalissimo ed astratto, tranne che non sia usato per indicare rapporti sessuali di gruppo e concomitanti in medesimo tempo, detti anche imprecisamente ma non erroneamente orge, ma secondo espressione aggiunta oltre al solo termine illustrato.
Riferendosi a ilarità e raffinatezza e diritto e parità e sesso, si può specificare... ma non è tutto!... che esiste un fondamentale diritto umano e maschio a ridere e umano e femminile ai modi raffinati, sia facendo sesso che no. Dell'altre combinazioni, che appunto non era tutto menzionato, di anche modi raffinati maschili e ridanciani femminili con ovvio diritto, e del resto cioè far sesso con altra tristezza contemporaneamente o al contempo senza modi raffinati, l'argomento "gay e lesbiche", non tratta, d'altronde non è specificamente sessuale: conviti selvaggi di indiani di America di lingua inglese e di scuole greche ed ellene dell'antichità dedite alla scrittura creativa non sono abbastanza per iniziare seria discussione sulla sessualità e sulle leggi; allora data anche la lontananza spaziale e temporale dei mondi che potrebbero esserne ulteriore decisivo viatico, bisogna identificare la reale discussione odiernamente diffusa in Europa sotto sigla "LGBT" in un malcelato, costretto o non costretto, teatro della sessuofobia e su diritti e parità inerenti alle manifestazioni di recite a soggetto che resta non del tutto definito e non bene precisato, dato che gli altri due restanti argomenti sono del tutto non decisivi: l'uno quello del "trans", pone il pensiero di ritardati e ritardate cioè neppure di malattie ma di drammatici o del tutto eccezionali postecipi; l'altro "bisexual" è tanto onnicomprensivo ma praticamente da non dare nessun completo adito all'argomento specifico, dato pure che bisessuale è ad esempio anche qualunque discorso non specificamente sessuale tra persone di sesso diverso, anche senza attrazioni né atti, essendovi in tal ultimo caso persone appunto di sesso diverso che discorrono.
In fondo la sentenza sui bagni femminili o maschili frequentabili in via eccezionale anche da altro sesso, è vecchia, ovvia, ed in forma aggiornata "LGBT" è imperniata sulla necessità ad una particolarmente assurda teatralità senza scopo di ipocrisia, una recita anche supportabile se senza torto anche da tattiche di vestiti, mimi, posizionamenti; infatti resta che destinazioni d'uso di cose e di ambienti sono da rispettare quando richiesto e non solo in Italia.
La cosiddetta "macchina giudiziaria" è avanti, ma non per confondere: dai bagni parlamentari a Roma alle specificazioni per gli uffici del Friuli, la finzione ha avuto sentenze aggiornate alla teatralità "LGBT", ma senza nessuna novità ed è ovvio per chi sapeva o voleva sapere libertà politiche italiane già esistenti anche se spesso ignorate, fraintese o non rispettate.
Certo a pensare che sia stato l'aggiornamento ispirato ad un solenne e sacrosanto stato di fermo in Russia per un cittadino italiano dichiarantesi e pubblicamente e notoriamente quale "Vladimir Luxuria", accompagnato da stuolo di programmisti, quelli dette "le iene", vien da pensare alla protesta antitotalitaria di D'annunzio per Fiume in Dalmazia.
(Io son felice che fui l'informatore dell'opportunità per le autorità russe, italiane ed europee.)