Il Tar rinvia al 6 marzo la decisione sui ricorsi di Regione Puglia e Comune di Taranto contro il decreto del governo sull’Ilva. Nel frattempo l’intesa sull’Ilva diventa possibile




Il clima intorno al caso Ilva si fa più sereno. Il TAR ha rinviato al 6 marzo , quindi dopo le elezioni, la decisione sui ricorsi presentati dal governatore della Puglia, Michele Emiliano, e dal primo cittadino di Taranto, Rinaldo Melucci.
Ad animare la scontro era stato proprio il ricorso presentato dal governatore e dal primo cittadino di Taranto contro il decreto del governo sul risanamento ambientale. Toni duri, ultimatum tra le parti. Poi, il Comune prima e la Regione subito dopo avevano ritirato la misura cautelare collegata ai loro due ricorsi, cioè la richiesta di sospendere l'efficacia dell'atto impugnato (il decreto sul risanamento ambientale) da parte del Tar in attesa del giudizio di merito. Il ritiro della sospensiva è avvenuto proprio perché Governo, Regione e Comune si sono impegnati un confronto finalizzato a trovare un accordo complessivo. Se con il rinvio il Tar, di fatto, toglie l'Ilva dalla campagna elettorale, la soluzione sull'acciaieria più grande d'Europa potrebbe essere questione di giorni. Emiliano, dal canto suo, avrebbe ricevuto rassicurazioni da parte dell'esecutivo su alcuni punti che il governatore della Puglia ritiene imprescindibili per porre la sua firma in calce all'intesa. In particolare, sempre secondo quanto riferiscono le stesse fonti, nell'accordo ci sarà l'anticipo di tre anni delle bonifiche, le garanzie sugli investimenti pari a 5 miliardi, ma anche un monitoraggio e una verifica sul piano ambientale, rassicurazioni sulle misure per l'indotto e la creazione di un centro di ricerca e sviluppo sul territorio. Altro punto che sarà messo nero su bianco: Am Investco confermerà il proprio impegno contrattuale sull'utilizzo di tecnologie non a carbone nel processo produttivo. Tutto pronto o quasi perché Emiliano punta a far inserire nell'accordo anche una sorta di postilla: inserire sugli assetti societari di Ilva, facendo uscire Marcegaglia dalla cordata, anche la Regione Puglia, magari attraverso Acquedotto Pugliese. In ogni caso la mediazione tra le parti va avanti e la decisione del Tar rende più sereno un clima che mesi fa rischiava di far saltare tutto per aria.