Caos rifiuti in Sicilia. Il presidente Musumeci: “chiederemo lo stato di emergenza”





La gestione regionale dei rifiuti si trova da mesi (anche prima delle relezioni regionali) in stato di emergenza e la situazione si è aggravata dopo le dimissioni dell’assessore che era stato designato al ramo, Vincenzo Figuccia. “Chiederemo lo stato di emergenza”, dichiara il presidente della Regione Musumeci.
“In Sicilia nel settore rifiuti stiamo vivendo una situazione straordinaria che non può essere affrontata con strumenti ordinari. La Regione è competente solo in materia di pianificazione e controllo”, continua il presidente della Regione, incontrando i giornalisti “sulla gravissima situazione dei rifiuti” nell’Isola. E aggiunge: “Il problema dei rifiuti è Bellampo, l’emergenza più grave; tra un mese se nulla cambia la Sicilia occidentale non avrà più dove scaricare i rifiuti”. “Bellolampo è una discarica pubblica attivata nel 2013 dal commissario per l’emergenza Marco Lupo – continua Musumeci – la sesta vasca è colma e bisogna intervenire per trovare spazio o attivare la vasca settima ma per farlo secondo i tecnici servono sette mesi. “Da vent’anni – ha aggiunto – la politica siciliana prova a risolvere il problema dei rifiuti invocando lo stato di emergenza”. E citando i predecessori degli ultimi 20 anni da “Capodicasa a Crocetta, passando per Cuffaro e Lombardo, è mai possibile che si siano invocati poteri speciali senza che si sia risolto il problema? Chi doveva fare la sua parte non l’ha fatto ed è inutile invocare la vicenda degli Ato e delle Srr”. Sulla vicenda rifiuti il mio governo si gioca la credibilità: è un paradosso, lo so, perché la credibilità l’hanno persa quelli che mi hanno preceduto e non hanno fatto quello che dovevano fare, ognuno con responsabilità diverse e in misura diversa, anche se va detto che alcune cose sono state fatte, ma assai insufficienti”.
“Entro gennaio si dovrà trovare una soluzione per Bellolampo”, e serve che alle discariche arrivino solo la metà delle 5000 tonnellate di rifiuti giornaliere. E le altre? Il ministero ci chiede di portarle fuori dalla Sicilia. Leggiamo che l’amministrazione grillina di Roma e quella regionale laziale del Pd mandano i rifiuti nel termovalorizzatore grillino di Parma. E noi dove dovremo mandarli?” È un grave dilemma per Musumeci: “Siamo preoccupati e anche per questo ho chiesto l’incontro con Gentiloni. Faremo un bando internazionale per il trasporto dei rifiuti fuori dall’isola, utilizzando i porti di Palermo, Catania, e Augusta”. Si tratta poi di riformare la legge 9 del 2010: “Basta con 36 enti che mangiano denaro pubblico e non producono ai risultato: le competenze per la gestione dei rifiuti deve andare alle province. L’importante è che ci siano nove riferimenti, nove interlocutori per i rifiuti e per l’acqua. La legge che attribuisce alle province la competenza va fatta subito: il governo fra qualche settimana la presenterà e chiedo all’Ars che entro primavera la voti”.
“Tutte le discariche in Sicilia sono prossime al collasso. Abbiamo due milioni di metri cubi da conferire. Al giorno in Sicilia vengono portati in discarica 5 mila tonnellate di rifiuti. Se nulla dovesse cambiare a settembre non avremmo più dove metterli”. Parlando delle percentuali di raccolta differenziata pari al 22% secondo i dati della Regione divulgati nel luglio di due anni fa, Musumeci dichiara che “quei dati non erano veri” perché inferiori. Il governatore ha anche annunciato che nei prossimi giorni incontrerà i commissari degli Ato e costituirà un servizio ispettivo per verificare inadempimento e omissioni. “Non si gioca con il denaro pubblico” ha detto annunciando che insieme al l’assessore regionale al Bilancio individuerà dei commissari ad acta.
E inoltre: “Noi portiamo in discarica l’80% dei rifiuti, la Lombardia il 4%, il Veneto il 10% – ha aggiunto Nello Musumeci – in Sicilia siamo al 15% di differenziata”. Il presidente della Regione ha anche evidenziato come sono “un centinaio i comuni che superano il 50% di differenziata ma ne restano altri 290” e ha aggiunto: “la cosa più grave è che a non fare la differenziata sono le città metropolitane di Palermo, Messina e Catania”. “I termovalizzatori? – dichiara il presidente della Regione – non ne sono appassionato, ma non li demonizzo; se in Italia ci sono 41 inceneritori, soprattutto nel centro-nord, ci sarà una ragione. Non li vedo nell’immediato, ora non servono, ma in prospettiva valuteremo. Per questi ultimi interventi “servono poteri ordinari con un Dipartimento rifiuti che non deve essere spopolato e desertificato come l’ho trovato io”.
Questa situazione non può essere risolta con strumenti ordinari” e aggiunge: Quella sui rifiuti non è una battaglia di centrodestra o centrosinistra, è una battaglia di civiltà. Faccio appello a tutte le istituzioni: chiudiamo con il passato e intestiamoci una battaglia da vincere. Da solo, senza l’aiuto dei Comuni, non posso andare da nessuna parte. Non servono i generali o i carabinieri, serve la buona politica – ha aggiunto – qui nessuno si tira indietro. Non chiedo due/tre anni di tempo, ma solo qualche mese”.