Quale teoria politica è più compatibile con il buddhismo?
fascismo
liberalismo
marxismo
altro
Quale teoria politica è più compatibile con il buddhismo?
Non lo so, però il Dalai Lama si dichiara marxista...
In teoria nessuna
.
se non ci metterai troppo io ti aspetterò tutta la vita...
Direi più che altro quale NON è compatibile.
Secondo il canone Pali, dei dieci precetti, dal sesto in poi si tratta di voti per chi indossa l'abito del monaco.
1. «Mi asterrò dal nuocere alla vita altrui."
2. «Mi asterrò dall'appropriarmi della proprietà altrui.»
3. «Mi asterrò da pratiche sessuali.»
4. «Mi asterrò dal mentire.»
5. «Mi asterrò dal consumare alcool e qualsiasi altro intossicante.»
La morale sessuale buddhista ad esempio prevede di pagare i mignottoni e non scopare di giorno e massimo 5 volte a notte (leggete il Lam Rim) mentre sappiamo bene come i kāpālika buddhisti come vivevano, tra carne, sesso, droghe e alcol.
Diciamo una cosa, il buddhismo non si preoccupa della politica, al massimo SE NON ERRO i cārvāka indiani avevano più un interesse politico ed economico, ma ho letto solo qualcosa di molto introduttivo in un libro di storia della filosofia indiana, quindi posso sbagliarmi.
ཨོཾ་མ་ཎི་པ་དྨེ་ཧཱུྃ
Liberale
No al socialismo, no al fascismo.
Feudalesimo.
Fascismo e marxismo sono poco compatibili coi fondamenti.
in teoria nessuna
cè qualche analogia forse col marxismo ma da molto lontano
è importante prendere in considerazioni le matrici sociali all'interno delle quali prendono forma pensieri polica o religione
https://www.astrooroscopo.it/oroscopo-2019
Liberalismo, infatti i più famosi maestri buddhisti operano oggi in piena libertà d'insegnamento solo in regimi liberaldemocratici (ad eccezione di Thailandia, Sri Lanka e paesi himalayani tipo Nepal e Bhutan, di mentalità ancora molto tradizionalista) quali Giappone, USA, Europa, Honk Kong, Singapore (democrazia liberale pur con tratti di reazionarismo latente), Taiwan, Cambogia. In Cina quelli che sono rimasti o tornati sono strettamente sorvegliati dal governo, specie se sono tibetani, in Vietnam, Birmania, Laos operano ma sotto sorveglianza di vari censori (militari, partiti comunisti, ecc.).
Da notare che Taiwan, Giappone e Honk Kong di feudale non hanno più nulla (a parte la permanenza simbolica del Tenno quale monarca costituzionale sacralizzato in Giappone) sono posti occidentalizzati pur mantenendo le loro culture, e Giappone (spesso seguono anche lo shintoismo in contemporanea) e Taiwan sono i paesi con più buddhisti del mondo in percentuale relativa. In Cina il buddhismo è diffusissimo ma se un monaco parla contro qualche pratica governativa stai sicuro che prima viene tolto dall'insegnamento e poi viene proprio tolto di mezzo finendo in qualche laogai (la fine di molti lama tibetani), a parte ovviamente nelle due regioni speciali di Honk Kong e Macao dove non vige il regime del PCC ma ancora quello liberaldemocratico postcoloniale. Durante la rivoluzione culturale le guardie rosse hanno devastato numerosi bellissimi templi, distruggendo opere d'arte e uccidendo numerosi monaci. I monaci di Shangai del Tempio del Buddha di Giada riuscirono in extremis a fermare la furia dei giovani maoisti esponendo la gigantografia di Mao accanto alle statue buddhiste.
Non so il rapporto intercorso tra i pochi buddhisti russo-orientali e il regime sovietico. Questo per quanto riguarda il comunismo.
A parte la vistosa eccezione degli zenisti giapponesi durante la WWII, poi, associazioni tra vero buddhismo (non quello finto di Evola) e fascismo/ultramilitarismo non sono mai esistite, incompatibilità tra un insegnamento che dice di dubitare perfino dello stesso Buddha, se prima non si sperimenta, e un'ideologia basata sul culto assoluto del capo quale il nazi-fascismo. I nazisti erano interessati alla cultura tibetana e pure i fascisti (Tucci), ma il Dalai Lama ha sempre espresso condanna per i totalitarismi.