Originariamente Scritto da
Blue
Vorrei segnalare questa grande mostra dfi Modigliani, che è stata appena inaugurata alla Tate Modern di Londra:
Modigliani, Modì, Maudit, l’ultimo dei maledetti. L’arrivo da Livorno a Parigi nel 1906 ha segnato il suo destino. Qui ha sviluppato il genio creativo che l’ha reso una delle icone del XX secolo, con le sue donne dai colli allungati. Accanito pittore, nonostante la sua breve vita stroncata a soli 35 anni da alcol, oppio e tubercolosi, ci ha lasciato un incredibile numero di tele e la Tate Modern, partendo proprio dal periodo parigino, ha raccolto più di 100 opere dell'artista italiano, molte delle quali mai esposte prima nel Regno Unito.
Si tratta della più grande e complessa retrospettiva su Modigliani, che nella prima sala vediamo sotto le sembianze della maschera tragicomica di Pierrot (
Self portrait as Pierrot, 1915, sopra), rivelandoci già dall’inizio il suo carattere tormentato, la malinconia che accompagnerà sempre la sua irrequieta voglia di vivere, in bilico tra romanticismo e depressione, trasgressione e ansia febbrile di creare. Percorrendo le sale della Tate dalle pareti turchesi, si possono ammirare i ritratti di alcuni dei grandi protagonisti del ‘900, amici o nemici di Modì, tutti caratterizzati dai forti colori e dalle tipiche figure affusolate: Picasso, Diego Rivera, Jean Cocteau, Juan Gris (ritratto nel 1915, immagine sotto), Max Jacob... con i quali si trovava a bere, a discutere di arte o a litigare tra i tavolini di Montmartre e Montparnasse.
Una sala speciale è dedicata alle sculture, teste femminili dalle sembianze tribali, dai volti affusolati con gli occhi a mandorla. Lo spazio più ampio è riservato ai soggetti preferiti di Modì: le tante donne della sua vita (per alcune delle quali, tra le più importanti, vedere
qui). I ritratti di Beatrice Hastings, scrittrice inglese e sua storica amante. Quelli di Jeanne Hebuterne, giovanissima moglie e madre della sua unica figlia, il grande amore che concluse tragicamente a un giorno di distanza dalla morte di Amedeo anche la sua esistenza (e quella del bambino che aveva in grembo, al nono mese di gravidanza), unita per sempre a lui oltre la morte. E ancora, i seducenti nudi di lavoratrici e prostitute, giovani e bellissime, dal fascino irresistibile e provocante.
Nu couché au coussin bleu, 1916
Il gruppo di dodici nudi, che costò a Modigliani l’arresto per indecenza nel 1917 durante la sua unica mostra personale, è esposto nella galleria principale per la prima volta in terra britannica. A concludere il percorso sono i dipinti del periodo trascorso nel Sud della Francia, dove Modigliani si rifugiò dalla Grande Guerra insieme con gli amici pittori e la moglie. I colori e i soggetti cambiano: le tonalità assumono le sfumature dolci e chiare del Mediterraneo e i protagonisti dei quadri diventano paesani e giovani ragazzi, tra cui il famoso ritratto "Boy in short pants", probabilmente raffigurante il figlio del suo caro amico pittore franco-svizzero Anders Osterlind. Prima della morte precoce, Modigliani ci lascia un ultimo
thai lottery result autoritratto, il “Self portrait” del 1919, che occupa la sala finale della retrospettiva. Ormai visibilmente malato, il volto scavato come una maschera africana, gli occhi a forma di mandorla vuoti, la sua bellezza, il suo fascino da pierrot con cappello a falda larga e mantello scomparsi, nonostante tutto, Modigliani si dipinge ancora come un artista determinato e sicuro di sé, che stringe in mano la tavolozza dei colori, pronto ad entrare nel mito, nella leggenda (qui sotto).
Il momento culminante della mostra, assolutamente da non perdere, è a sala “The Ochre Atelier”. Grazie alla tecnologia
Virtual Reality, è possibile entrare ed immergersi nello studio del pittore così com’era in Rue de la Grand Chaumiere, a Montparnasse, ed esplorare da vicino gli oggetti che lo circondavano, tra disegni, candele, pennelli e sigarette. Emozionante.