Un operaio, al di là della sua ideologia, dovrebbe pretendere l'eliminazione del sistema gerarchico padronale all'interno dell'azienda dove lavora, ma una anarchico non può dirsi tale per poi finire a lavorare nei centri statali o parastatali, proprio perché l'anarchico, a differenza del comunista, il quale pretende il riconoscimento di certi diritti (mantenendo intatto il sistema statale vigente), vuole l'eliminazione del sistema statale - autoritario - gerarchico e castale, oltre al riconoscimento di pari dignità e diritti per tutti. E' qui che nasce il paradosso.
Tra l'altro, a dirla tutta, l'operaio comunista vorrebbe solo più soldi in busta paga e diritti (sacro santi), ma senza toccare il sistema gerarchico e padronale, mentre quello anarchico vorrebbe l'assenza totale di padroni - padroncini e capireparto.
Le cosiddette battaglie sindacali sono servite (e servono tutt'ora) per tutelare i lavoratori, oltre che per far valere i loro diritti, ma sempre all'interno di questo sistema, che, consciamente o inconsciamente, mantengono vivo.
All'interno di una società anarchica, tipo quella che ho descritto pocanzi, il sistema pensionistico crollerebbe assieme al sistema capitalistico, visto che si potrebbe benissimo fare a meno. In una società dove la zecca appartiene al popolo e dove si produrrebbero soldi sufficiente per il fabbisogno di ogni singolo essere umano, il pensionato non dovrebbe più dipendere da una pensione elargita dallo Stato, ma prenderebbe quanto gli basta ogni mese.
I finanziamenti servirebbero principalmente per mantenere in auge scuole - ospedali - strade - ferrovie - metropolitane e cosi via.