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Salvini: «La Lega cambi o torna al 3 per cento. Non ho nostalgia dei lunedì di Arcore»
di Marco Cremonesi
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«Con il congresso, il movimento decide se vuole diventare grande. Ma molto deve cambiare. Ci sono tanti che aspettano di poter dare una mano a una Lega nuova. L’alternativa, è tornare al 3%». Domani la Lega farà le primarie. La leadership di Matteo Salvini è sfidata da Gianni Fava, assessore lombardo all’Agricoltura, che si è candidato a segretario in nome di una Lega che resta nordista.
Salvini, la Lega ribolle e sono volate parole grosse.
«Non da parte mia. Mi son preso il “Salvini è un uomo morto” di Bossi, il “peggio di Erdogan” di Gianluca Pini, il “non è un vero leghista” di Fava. Non ho replicato. Spero, però, che da lunedì ci si metta al lavoro. Ne abbiamo di fronte moltissimo».
Lei ha detto che se non prende almeno l’80%, lascia. Conferma?
«Io non ho mai dato percentuali. Ho ribadito il principio: visto che negli ultimi anni mi sono impegnato come un matto e così ho portato a casa risultati per la Lega mai visti, mi piacerebbe una grande condivisione: vado avanti soltanto se il movimento segue compatto».
Dicono che sia diventato troppo di destra.
«
Macché. Non mi sento e non sono di destra. Tra l’altro, sento che la Serracchiani ha detto che uno stupro è più odioso se commesso da un profugo. Roba del genere, non l’avrei mai detta. La follia, semmai, è di chi in Lega ha tifato Macron, quintessenza dei poteri forti. Io sto con il popolo».
I suoi sostenitori dicono che la Lega di Gianni Fava è la Lega di Arcore.
«È finita l’epoca di una Lega con il cappello in mano a chiedere alleanze a Berlusconi. Se qualcuno ha nostalgia dei lunedì di Arcore e di una Lega piccina che va a rimorchio, non sono il segretario per lui».
Molti, tra cui Roberto Maroni, sostengono che la Lega non possa che essere «nordista».
«
Da ragazzo ho preso la tessera della Lega per il federalismo. Lo volevo nell’interesse della Lombardia e del Nord, ora lo voglio anche negli interessi di Abruzzo e Sicilia. A Maroni, mi limito a ricordare che senza una Lega forte i referendum sull’autonomia non li avremmo visti».
Fava sostiene che se è contrario agli accordi con Forza Italia, dovrebbe sciogliere anche quelli per le amministrative.
«E perché? A livello locale, le alleanze le abbiamo sempre fatte. Il nostro primo obiettivo è la liberazione di Genova, Verona, Alessandria, Como, Piacenza…».
Non ha citato Comuni al Sud.
«Giusto. Proprio perché noi possiamo giocarcela solo dove la Lega è forte. A Palermo, Forza Italia ha scelto di sostenere un ex tesserato del Pd».
Maroni con chi dovrebbe fare la coalizione per le regionali in Lombardia?
«Escludendo chiunque sia stato complice di Renzi e Gentiloni. L’altra volta l’accordo era con Forza Italia e gli alfaniani ce li siamo ritrovati in maggioranza dopo che sono usciti da quel partito. La prossima volta si dovrà andare con il modello nazionale, non con chi ha retto il moccolo a Renzi e Gentiloni».
Nel modello nazionale la Lega con chi corre?
«Due certezze: non con Renzi, non con i 5 stelle. Con Forza Italia, vedremo… ».
Sulla legge elettorale, non siete poi lontani da Renzi.
«Ancora con questa storia? L’ho detto il giorno dopo il referendum: noi vogliamo andare al voto, e siamo pronti a farlo con qualsiasi legge. Certo, preferiamo un maggioritario con cui si veda chi ha vinto e in cui non vincano tutti. Prendo atto che Berlusconi, Alfano e i 5 stelle vogliono il proporzionale».
Salvini: «La Lega cambi o torna al 3 per cento. Non ho nostalgia dei lunedì di Arcore» - Corriere.it
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