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Discussione: Osservatorio Venezuela

  1. #11
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito re: Osservatorio Venezuela

    Citazione Originariamente Scritto da Kavalerists Visualizza Messaggio
    Poi detto per inciso: fosse stato Chavez un "dittatore comunista" la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata quella di rendere inoffensivo il nemico interno, altro che lasciargli partiti, giornali, stazioni radio e reti di collegamento con poteri stranieri. E se l'avesse fatto forse il Venezuela non si troverebbe a questo punto, fatto salva l'oggettiva incomparabilità tra Chavez e Maduro.
    Quanto alla questione "socialismo/non socialismo" del bolivarismo venezuelano io dico anche il tentativo di regolare l’economia capitalista con un intervento dello Stato per farla funzionare a beneficio della maggioranza della popolazione e soprattutto per l'elevazione dei livelli e della qualità della vita delle classi meno abbienti, se non è socialismo in senso marxista o classico, resta comunque un tentativo praticabile di avvicinarsi ad esso in maniera più graduale, possibilista e pragmatica, partendo dalla realtà oggettiva di un paese, senza schemi ideologici e dogmi da seguire pedissequamente.
    Il problema è che comunque certe conquiste si devono a tutti i costi blindare, e tutti coloro che remano contro e sabotano essere messi nella condizione di non nuocere.
    La considerazione sul socialismo è frutto dell'autore di quel determinato articolo. Per me socialismo, in un primo tempo, significa garantire tutti i possibili diritti sociali e sindacali ai cittadini e ai lavoratori. Significa ridimensionare drasticamente il potere di grande capitale + banche. In seguito , però, sarà necessaria la nazionalizzazione di tutta la grande industria, del sistema creditizio oltre all'introduzione di forme di partecipazione attiva dei lavoratori (i consigli) all'interno di fabbriche o altri luoghi di lavoro. Non è nostra intenzione, invece, perseguitare il popolo delle partite IVA o chi apre e gestisce un negozio. Se non sussistono prove riguardo gravi forme di sfruttamento del personale, il ceto medio non avrà nulla da temere. Allo stesso tempo , i socialisti e i comunisti non intendono requisire la casa a chi ne ha due o l'auto a chi ha comprato l'Audi. La lotta è contro il grande capitale. Post-fordista, globale e principalmente, ma non solo, finanziario.
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  2. #12
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito re: Osservatorio Venezuela

    Venezuela. Maduro annuncia indagine per il ruolo di Movistar nella campagna golpista






    Il Presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha dichiarato oggi che inizierà un'indagine sulla partecipazione dell'azienda telefonica Movistar nel colpo di stato promosso dalla Mesa de la Unidad Democrática. Lo riporta Prensa Latina.

    L'azienda Movistar ha accolto l'invito golpista contro il legittimo governo di Venezuela. Questa la denuncia del capo di stato venezuelano nel giorno dell'anniversario della Misión Barrio Adentro, programma sociale per aumentare le cure mediche primarie.

    "Questa non è la sua funzione. Movistar deve saperlo", ha dichiarato Maduro che ha annunciato un'inchiesta per chiarire i fatti in una conferenza stampa trasmessa dalla televisione venezuelana.

    Ogni due ore, ha proseguito il Presidente venezuelana, Movistar mandava milioni di messaggi di telefono e attraverso internet ai suoi utenti di sostegno e supporto alla manifestazione indetta dall'opposizione. Un'azione costata oltre 100 milioni di dollari.

    "Mai prima era avvenuta una cosa del genere in Venezuela, neanche in una campagna elettorale", ha proseguito.

    "Abbiamo attivato il Plan Estratégico Zamora (programma cívico-militare per garantire l'ordine costituzionale e interno) e non permetteremo la destabilizzazione, le violenze e il golpismo", ha sottolineato.

    Per Maduro, le azioni di Movistar e di alcuni mezzi di diffusione interni ed internazionali 'formano parte di una cyberguerra contro il Venezuela, con il fine di creare uno scenario idoneo per un intervento militare straniero'.



    A tal fine ha concluso Maduro "la destra, avallata dal Dipartimento di stato degli Usa", persisterà nei suoi piani di destituzione del governo bolivariano attraversola violenza.

    Notizia del: 21/04/2017

    FONTE: Venezuela. Maduro annuncia indagine per il ruolo di Movistar nella campagna golpista - World Affairs - L'Antidiplomatico
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  3. #13
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    Predefinito re: Osservatorio Venezuela

    Ripeto: spero che questi interventi non risultino tardivi, ma bisogna in ogni caso prosciugare il brodo di coltura dove prosperano traditori interni ed agenti stranieri.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  4. #14
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    Predefinito re: Osservatorio Venezuela

    Venezuela: Reuters ammette violenza dell'opposizione



    I corrispondenti dell'agenzia internazionale raccontano le violenze organizzate dall'opposizione venezuelana

    I fatti hanno la testa dura. Una menzogna non può essere reiterata per troppo tempo senza correre il rischio di venire smentiti, così il circuito mediatico mainstream dopo aver per giorni narrato la storia della democratica opposizione venezuelana brutalmente repressa dal regime socialista di Maduro, si vede costretto a rettificare la storia, perché dall’evidenza dei fatti emerge il contrario.

    Le manifestazioni dell’opposizione sono permeate dalla violenza. Una violenza brutale volta a spargere terrore e morte per costringere il legittimo governo a dimettersi. I corrispondenti dell’agenzia Reuters raccontano che in occasione di una protesta di questa settimana, alcuni manifestanti hanno bloccato un’autostrada con detriti e spazzatura, appiccando incendi e piazzando le famigerate guayas. Dopodiché hanno saccheggiato un magazzino governativo, bruciato due camion e rapinato il team medico di un’ambulanza.

    «Quello che stanno facendo non è una protesta pacifica. Stanno danneggiando qualcosa che appartiene allo Stato e che potrebbe essere usato per curare anche i loro familiari», questo è quanto dichiarato da Wilbani Leon, capo di una squadra di paramedici di Caracas, al giornalista della Reuters.

    L’opposizione cerca di addossare la responsabilità al governo affermando che gli autori dei fatti violenti sono infiltrati inviati per delegittimare le proteste. Un’accusa che viene smentita dai fatti visto che in più di un’occasione sono stati i leader stessi dell’opposizione a guidare le azioni dei violenti. Piano piano la verità inizia ad emergere come vedete. In Italia ora qualcuno riporterà il resoconto dell'inviato di Reuters da Caracas?

    Domanda retorica chiaramente per un paese che si fida del "reportage" di "inviati" da Miami...

    Fonte: Noticias - Noticias Economía y mas | lta.reuters.com

    Venezuela: Reuters ammette violenza dell'opposizione - ALBA LATINA - L'Antidiplomatico
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  5. #15
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    Predefinito re: Osservatorio Venezuela

    Papa Francesco: "Il dialogo in Venezuela non avanza per la divisione dell'opposizione"




    Papa Francesco considera che il conflitto in Venezuela si sia intensificato perché parte dell'opposizione di questo paese non accetta il dialogo che il Vaticano ha facilitato con quattro ex presidenti.


    Durante una conferenza stampa nel viaggio di ritorno dall'Egitto, il Papa ha dichiarato che nonostante l'intervento della Santa Sede e di quattro ex presidenti ibero-americani "la cosa non si è risolta".

    E Papa Francesco spiega chiaramente le ragioni: "Non si è risolta perché le proposte non sono state accettate e so che ora si sta insistendo (....) ci sono condizioni molto chiare. Parte dell'opposizione non vuole il dialogo. E' curioso, la stessa opposizione è divisa", ha risposto Francesco al giornalista di Antenna 3, Antonio Pelayo.


    Il Papa ha proseguito sottolineando che tutto quello che si può fare per il Venezuela bisogna farlo, con le garanzie necessarie, "altimenti ci mettiamo a giocare al tin tin pirulero, e la cosa non va bene".

    I mediatori del dialogo in Venezuela sono: Martín Torrijos, expresidente di Panama; Leonel Fernández, expresidente della Repubblica Dominicana; José Luis Rodríguez Zapatero, ex presidente del governo di Spagna; e Ernesto Samper, ex presidente della Colombia. Tutti e quattro hanno reiterato il loro impegno di alimentare il dialogo per la conservazione del tessuto politico del paese.

    Papa Francesco: "Il dialogo in Venezuela non avanza per la divisione dell'opposizione" - World Affairs - L'Antidiplomatico
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  6. #16
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    Predefinito re: Osservatorio Venezuela

    Venezuela. Ex Generale dell'Aviazione: "Le violenze si sono trasformate in insurrezione armata su ordine del Comando del Sur (Usa)"



    di Ernesto J. Navarro - RT

    Il Capo di Stato venezuelano, Nicolas Maduro Moros, ha precisato che all'interno dei gruppi d'opposizione che operano di maniera violenta sono emersi gruppi armati che attaccano apertamente le forze di sicurezza.

    "Ho ordinato che si attivino operazioni di ricerca dei gruppi armati che hanno intrapreso le armi contro la Repubblica e contro il popolo", ha sostenuto il Presidente, in una nota diffusa dal Ministero della Comunicazione e Informazione.

    Questo giovedì, durante una conferenza stampa a Caracas, il ministro degli Interni, della Giustizia e della Pace, Néstor Reverol, ha parlato in termini molto simili quando ha precisato che "gli atti terroristi e vandalici sono passati ad un livello di insurrezione armata", lo riporta il portale AlbaCiudad.
    L'utilizzo di questi termini cambia la dinamica politica dell'ultimo mese in Venezuela? Il militare in pensione ed ex comandante dell'aviazione venezuelana, William Izarra, crede di si.

    Parte di un piano
    Intervistato da RT ha spiegato che l'"insurrezione armata" si riferisce a gruppi di persone che operano al margine della legge e che "sono qui (in territorio venezuelano) perseguendo un obiettivo che si può definire militare".

    Carlos Garcia RawlinsReuters

    Per Izarra, l'azione di questi gruppi armati persegue "un piano del Comando Sur (degli Stati Uniti, ndr), che è quello che dirige le operazioni destabilizzatrici contro il Venezuela".

    L'obiettivo ultimo dei "gruppi insurrezionalisti" è "posizionarsi nel terreno con il fine di destituire il Governo e stabilirne un altro prono agli interessi degli Stati Uniti", ha proseguito William Izarra.

    Aspettando l'ordine
    Una fonte della polizia ha spiegato a RT che per avvenimenti come quelli dell'ultima settimana esistono protocolli che si applicano alla difesa dei dirtti umani e che fanno da cornice alle operazioni dell'ordine pubblico.

    Ci sono tre livelli: di mantenimento dell'ordine pubblico (preventivo e ordinario), di controllo (dissuasivo, per assicurare che le manifestazioni pacifiche si mantengano come tali) e di ristabilimento (quando si interviene in manifestazioni che nascono o diventano violente).

    "L'ultimo livello (applicato per la violenza), prevedono protocolli che si orientano a disperdere le manifestazioni, confinarle, bloccare le azioni violente, arrestare chi compie le violenze".

    Tutte le operazioni sono coordinate dai corpi di polizia che rispondono al Ministero degli Interni, della Giustizia e della Pace.

    Quando le manifestazioni si svolgono di forma pacifica, i corpi di polizia applicano i primi due livelli. Quando si trasformano in 'guarimbas', "s'attiva il sostegno della Guardia Nacional Bolivariana (GNB) e le operazioni vengono corrdinate congiuntamente tra i Mnisteri di Difesa e degli Interni", ha proseguito la fonte.

    Solo quando e manifestazioni sono estremamente violente "armate, con perdite di vite, e invocando la disobbedienza civile", la competenza resta concorrente tra i due ministeri, "ma prende il testimone Operativo il Comando Strategico delle Forze Armate Nazionali bolivariane (CEOFAN). Quest'ordine non è ancora stato dato tuttavia", ha concluso.

    (Traduzione de l'AntiDiplomatico)

    FONTE: Venezuela. Ex Generale dell'Aviazione: "Le violenze si sono trasformate in insurrezione armata su ordine del Comando del Sur (Usa)" - World Affairs - L'Antidiplomatico
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  7. #17
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    La storia dello studente chavista ucciso due volte. La seconda per mano dei media mainstream



    di Geraldina Colotti - Il Manifesto, 6 maggio 2017


    Si chiamava Juan Bautista López Manjarres e aveva 33 anni. Era il presidente della Federación de Centros de Estudiantes de la Universidad Politécnica Territorial José Antonio Anzoátegui (Uptjaa), che ha sede nella città di El Tigre. E’ stato ucciso durante un’assemblea da alcuni sicari fuggiti in moto, che hanno ferito altre tre persone. E’ stato ammazzato due volte: dai sicari in moto e da quelli della carta stampata, portavoci di un unico canale, quello delle destre venezuelane.

    “Leader studentesco di opposizione ucciso dai collettivi chavisti”, si è subito scritto in tutte le lingue: prendendo come sempre per buona la fonte di El Nacional. Invece, bastava digitare il nome. In twitter (@juan_lopez_) il suo profilo risultava di tutt’altro bordo. Era un militante chavista, portavoce studentesco del Psuv, che ne ha lamentato la morte. In alcune fotografie, lo si vede sotto la bandiera cubana (bruciata nelle piazze dall’opposizione), poi con la camicia rossa, insieme al ministro dell’Educazione universitaria, Hugbel Roa e al governatore dello Stato Anzoátegui, Nelson Moreno. Il 24 dicembre scorso, era già sfuggito a un attentato analogo. Nella recrudescenza di un conflitto che mira a cancellare i 18 anni di “rivoluzione bolivariana”, gli omicidi mirati sono in aumento: soprattutto i femminicidi politici, perché le donne sono la nervatura del socialismo venezuelano e le più in vista nei territori.

    Con sempre più frequenza, i media embedded addebitano però i morti a una parte sola, quella governativa. Presentano uno scenario di guerra in un paese allo sbando, tenuto in pugno da una sanguinosa dittatura caraibica che, dopo aver affamato il popolo, ora lo reprime perché chiede “libertà”. Un racconto che “funziona”, quando non si verificano né si confrontano le fonti. A rigor di logica, si dovrebbero considerare alcuni elementi: l’uccisione di poliziotti con armi da fuoco mentre è stato proibito il porto d’armi per tre mesi. Il fatto che la Guardia Nacional può portare in piazza solo lacrimogeni e idranti. La dichiarata adesione delle Forze armate al governo e alla costituzione. L’appoggio al chavismo dei tanto vituperati “collettivi”, che di certo non hanno interesse a danneggiare ulteriormente un paese sotto attacco delle grandi istituzioni internazionali. E il profluvio di fake news che mostrano persone fotografate sotto i carri armati come se stessero per essere travolte poi risorte in pizzeria.


    “Io, io, devo gridare: libertà – dice al telefono Mariasol, docente universitaria – io che non posso più portare le figlie a scuola perché questi tagliagole bloccano le strade e seminano il panico. Se uno si sente male muore sull’ambulanza perché non si riesce a raggiungere gli ospedali. Lo sanno tutti che vengono pagati bene”. Il tariffario circola, per fare le “guarimbas” tutto il giorno, si guadagna. Alla lunga, però, come nel 2014, sale anche l’esasperazione nei quartieri bene, dove si svolgono prevalentemente le violenze. E alcuni dirigenti di opposizione, mentre in piazza aizzano gli incappucciati, su twitter provano a richiudere il vaso di Pandora.

    Juan Bautista López stava illustrando agli studenti la proposta di Assemblea costituente, attivata da Nicolas Maduro “per riformare lo stato” e rimettere al “potere originario”, quello del popolo, la facoltà di decidere se rendere irreversibili le conquiste sociali o cambiare totalmente registro. Un azzardo che passa per l’elezione di 500 costituenti “con voto diretto, segreto e universale” in ogni settore del paese. Obiettivo, “preservare la pace e la stabilità” ed evitare la guerra civile. L’obiettivo è anche quello di recuperare gli scontenti, i critici di un certo malgoverno e burocrazia, e rimotivare i settori più radicali della base.

    La decisione, presa per decreto il 1° maggio e accolta dal Potere elettorale è già in Gazzetta ufficiale. Il presidente della Commissione di attivazione, Elias Jaua, ha rivolto un invito formale all’opposizione per una prima riunione, lunedì prossimo. Ma, per oggi, le destre hanno organizzato altre marce. E hanno rinnovato l’appello alle Forze armate, affinché compiano un colpo di Stato. Sul Venezuela, attacco del Pd ai 5Stelle, accusati di “sostenere una dittatura”.

    FONTE: La storia dello studente chavista ucciso due volte. La seconda per mano dei media mainstream - World Affairs - L'Antidiplomatico
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  8. #18
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Interverranno anche in Venezuela per difendere i "ribelli"?
    "Sono contro tutti i sistemi, il più accettabile è quello di non averne nessuno"
    Tristan Tzara

    Je m'exalte, je degresse encore... Je vous ai reperdu mon histoire... Non! Non!
    (L.F. Céline, Maudits soupirs pour une autre fois)

  9. #19
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Citazione Originariamente Scritto da Dean M. Visualizza Messaggio
    Interverranno anche in Venezuela per difendere i "ribelli"?
    E' molto probabile, ma credo che useranno l'arma del golpe o fomenteranno una guerra di logoramento all'interno del Venezuela. Tempi bui.
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  10. #20
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    Predefinito Re: Osservatorio Venezuela

    Io non so quale sia la situazione all'interno dell'esercito venezuelano, ma se le forze armate sono ancora in netta prevalenza chaviste e fedeli al governo, fossi in Maduro e nella dirigenza bolivariana non perderei ulteriormente tempo in inutili mediazioni ( inutili perchè a quella gente, mercenari, venduti, e traditore della propria nazione, non importa nulla di mediare, perchè sanno di essere ben appoggiati, e sanno come e da chi ), e lo farei intervenire. Subito prima chiuderei quella feccia di emittenti e giornali al soldo di Washington, e dopo carri armati e soldati nelle strade delle varie città. In poche parole, prima di subirlo il golpe, che lo facciano i chavisti, la storia ( vedi Allende ) dovrebbe pur insegnare qualcosa.
    E se poi guerra civile dev'essere almeno i chavisti partirebbero in vantaggio.
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