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Discussione: Strategia napoleonica

  1. #1
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    Predefinito Strategia napoleonica

    L CONTRIBUTO DI NAPOLEONE AL PENSIERO STRATEGICO
    La strategia napoleonica
    nicola zotti

    Il concetto di strategia nel corso dei secoli ha subito una profonda evoluzione ed è quindi necessario cercare una definizione del termine nel contesto storico che vide all'opera il sistema napoleonico.

    Carl von Clausewitz, il grande filosofo e studioso dell'arte militare, nel "Della Guerra" definisce la strategia come:

    «…l'impiego del combattimento agli scopi della guerra. Essa deve dunque porre ad ogni atto bellico uno scopo immediato che possa condurre a quello finale. In altri termini, elabora il piano di guerra, collega allo scopo immediato predetto la serie delle operazioni che ad esso debbono condurre, e cioè progetta i piani delle campagne e ne coordina i singoli combattimenti.».

    Si era arrivati a questa formulazione osservando i tratti tipici dell'evoluzione della strategia nei due secoli precedenti.

    Nel Seicento i comandanti applicano una strategia di attrito, il cui fine è quello di logorare le forze del nemico senza compromettere le proprie. Una svolta viene imposta da Gustavo Adolfo re di Svezia, una delle più complete menti militari di tutti i tempi, con il passaggio alla strategia di esaurimento, poi realizzata nella sua massima espressione nel Settecento da Federico II di Prussia: ciò che deve essere eroso sono la volontà e la capacità del nemico a resistere. Federico II rappresenta anche un punto di giunzione con Napoleone: «Sono le battaglie che decidono il destino di una Nazione» dice il re soldato e Napoleone riprende questo concetto sostenendo che nel corso di una campagna «…io vedo una sola cosa: e cioè la parte più forte dell'esercito nemico. Io cerco di annientarla, pensando che le questioni meno importanti si sistemeranno da sole».

    Era nata la strategia di annientamento che, sistematizzata dagli studi di von Clausewitz e da quelli dello svizzero Antoine-Henri de Jomini, esercitò un'influenza enorme sul modo di fare la guerra fino quasi ai giorni nostri.

    In realtà, Napoleone era un istinto pratico e non teorico: egli non si occupò mai di elaborare un sistema, ma anzi fondava tutte le proprie azioni sull'imprevedibilità e l'anticonvenzionalità. Cruciale per lui, che combattè sempre contro forze superiori che spesso lo pressavano da più lati, era arrivare sul campo di battaglia con un vantaggio sugli avversari: e nonostante questo vantaggio ogni battaglia fa storia a sè e non è mai vinta in partenza.

    La strategia napoleonica è comunque riconducibile a due schemi: in attacco operò con le manoeuvre sur les derriéres, in difesa con la posizione centrale.


    Il primo era il sistema che fruttò a Napoleone vittorie come quelle di Mondovì, Lodi, Arcole, Marengo, Jena, ma che vide il suo apice ad Ulm.

    La manoeuvre sur les derriéres consiste in una minaccia diretta alle retrovie nemiche attuata sfruttando la copertura fornita dagli ostacoli naturali dello scenario geografico nel quale si svolgeva di volta in volta la campagna: in Italia il Po, ad Ulm i monti del Giura e la Selva Nera.

    Mentre il nemico viene tenuto occupato da una azione dimostrativa frontale, operata da una quota minima di tutta l'armata, il grosso si muove al riparo dello schermo strategico – infittito eventualmente dalla cavalleria leggera – e dirige contro le spalle dei nemici.

    A movimento avvenuto questi sono costretti a combattere in condizioni di inferiorità, perché i loro rifornimenti sono tagliati e non hanno via di ritirata: la battaglia che ne consegue è già pesantemente condizionata.


    Con la posizione centrale, Napoleone inserisce la sua armata tra quelle nemiche, impedendo così che si riuniscano e permettendo a lui di sconfiggerle in sequenza: mentre un contingente secondario trattiene un esercito nemico, Napoleone affronta e vince il proprio diretto avversario, e quindi attacca immediatamente l'altro prima che abbia la meglio sulla sua forza di contenimento.

    La combinazione si basa sul fatto che le linee di collegamento interne sono più brevi di quelle esterne e quindi consentono spostamenti più rapidi.

    A Montenotte l'espediente funzionò egregiamente, a Waterloo un po' meno.
    [img]http://www.warfare.it/img/strategie_img/riunione*.gif[/img]

    Per confondere ed ingannare i nemici, ed anche per permettere movimenti rapidi ed un efficiente foraggiamento, Napoleone disperde le sue forze su un fronte molto ampio e le riunisce solo all'ultimo momento, concentrando rapidamente una forza decisiva in un punto critico dello schieramento nemico: la cosiddetta "concentrazione sul campo di battaglia".

    In questa combinazione operazionale, tuttavia, ci si espone volontariamente, come è facile comprendere, al possibile rischio di una manovra per linee interne, ma è anche un modo per ribaltare rapporti di forze sfavorevoli, perché l'effetto sul morale dell'avversario di una forza che gli giunge su un fianco o alle spalle può essere decisivo.

    Questo era possibile solo mediante quel miracolo logistico che consentì all'esercito francese di compiere 800 chilometri senza cadere a pezzi come fecero nella parte iniziale della campagna di Austerlitz: 200.000 uomini tennero per 5 settimane un'incredibile media giornaliera di marcia variante tra i 20 e i 25 chilometri.
    https://www.google.it/url?sa=t&rct=j...sOivbnfBQJh8AQ

  2. #2
    duca di rivoli
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    Predefinito Re: Strategia napoleonica

    i detrattori sostengono che napoleone non ha inventato nulla: ha solo sfruttato al massimo lo strumento militare che gli ha fornito la rivoluzione con la "cultura" dell'esercito reale in cui si era formato.
    il suo uso dell'artiglieria, per esempio, è tratto dai manuali che ha studiato in accademia, solo che lui li applicava, gli altri non ci riuscivano.

    per me è il più grande genio militare di tutti i tempi.
    uno non può fare tante battaglie e vincerle (quasi) tutte.
    oltre che un genio militare era anche un genio politico, ma non il più grande di tutti i tempi, altrimenti avrebbe finito la sua carriera non in esilio ma a Parigi, come imperatore (magari con un impero ridotto rispetto a quanto aveva nel 1809, ma lo avrebbe salvato mettendosi d'accordo con almeno qualcuno dei suoi nemici).

    tra le cose che però ha inventato lui i metterei lo Stato Maggiore. era una struttura molto ridotta rispetto a quelli moderni, ma la suddivisione dei compiti in uffici indipendenti era avanti di decenni rispetto ai suoi nemici. lo stato maggiore prussiano fu creato ad imitazione di quello francese.
    Napoleone aveva anche creato un ufficio topografico che gli preparava le mappe prima e durante una campagna. cose che all'epoca erano fantascienza.

  3. #3
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    Predefinito Re: Strategia napoleonica

    Uno degli errori che ha fatto è stato però trattare i suoi marescialli come impiegati e mandandogi istruzioni su cosa fare e lasciandogli poca libertà di iniziativa (tipo in Spagna) Questo ha fatto si che in molte battaglia non si dimostrassero all'altezza dela situazione (vedi Ney su tutti)

  4. #4
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    Predefinito Re: Strategia napoleonica

    La relativamente cattiva gestione dei Marescialli era dovuta a ragioni politiche, visto che N. temeva sempre che un comandante militare di valore, e con un seguito indipendente, potesse contrastarlo politicamente.
    C'è da dire che i marescialli veramente validi, da poter avere un comando indipendente, non erano così tanti.
    Io direi sopra a tutti Davout e Massena, e poi Lannes, Suchet e forse Soult. Gli altri erano buoni, o anche scarsi, comandanti di Corpo, e nulla di più.
    Caso a parte è Berther che è stato un grandissimo Capo di Stato Maggiore, ma non sarebbe stato in grado di comandare una brigata in battaglia.

    Probabilmente Bernadotte poteva dare un contributo migliore, ma appunto i contrasti con N. gli impedirono di sviluppare realmente le sue capacità a favore di un Capo di stato che non amava.

  5. #5
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    Predefinito Re: Strategia napoleonica

    Citazione Originariamente Scritto da massena Visualizza Messaggio
    i detrattori sostengono che napoleone non ha inventato nulla: ha solo sfruttato al massimo lo strumento militare che gli ha fornito la rivoluzione con la "cultura" dell'esercito reale in cui si era formato.
    il suo uso dell'artiglieria, per esempio, è tratto dai manuali che ha studiato in accademia, solo che lui li applicava, gli altri non ci riuscivano.

    per me è il più grande genio militare di tutti i tempi.
    uno non può fare tante battaglie e vincerle (quasi) tutte.
    oltre che un genio militare era anche un genio politico, ma non il più grande di tutti i tempi, altrimenti avrebbe finito la sua carriera non in esilio ma a Parigi, come imperatore (magari con un impero ridotto rispetto a quanto aveva nel 1809, ma lo avrebbe salvato mettendosi d'accordo con almeno qualcuno dei suoi nemici).

    tra le cose che però ha inventato lui i metterei lo Stato Maggiore. era una struttura molto ridotta rispetto a quelli moderni, ma la suddivisione dei compiti in uffici indipendenti era avanti di decenni rispetto ai suoi nemici. lo stato maggiore prussiano fu creato ad imitazione di quello francese.
    Napoleone aveva anche creato un ufficio topografico che gli preparava le mappe prima e durante una campagna. cose che all'epoca erano fantascienza.
    Però è stato anche un eccellente propagandista, infatti la sua figura è leggendaria ancora oggi proprio in seguito al suo esilio a Sant'Elena.

  6. #6
    duca di rivoli
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    Predefinito Re: Strategia napoleonica

    Citazione Originariamente Scritto da carter Visualizza Messaggio
    Però è stato anche un eccellente propagandista, infatti la sua figura è leggendaria ancora oggi proprio in seguito al suo esilio a Sant'Elena.
    a sant'elena c'era una specie di "reality", che potrebbe chiamarsi "l'isola del famoso". tutti quelli che passavano da quelle parti facevano una capatina alla villa dove era tenuto prigioniero, solo per sperare di vederlo passeggiare. non potevano però andargli vicino perché era proibito salvo permesso del Governatore britannico.
    le notizie dall'isola venivano lette avidamente sui giornali, soprattutto in Inghilterra.
    tutti quelli che avevano a che fare con lui poi scrivevano un libro o almeno rilasciavano interviste.

    e lui lo sapeva, recitava la parte dell'esiliato alla perfezione, continuava ad alimentare il suo mito sperando forse di tirarsi fuori.

  7. #7
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    Predefinito Re: Strategia napoleonica

    Citazione Originariamente Scritto da massena Visualizza Messaggio
    a sant'elena c'era una specie di "reality", che potrebbe chiamarsi "l'isola del famoso". tutti quelli che passavano da quelle parti facevano una capatina alla villa dove era tenuto prigioniero, solo per sperare di vederlo passeggiare. non potevano però andargli vicino perché era proibito salvo permesso del Governatore britannico.
    le notizie dall'isola venivano lette avidamente sui giornali, soprattutto in Inghilterra.
    tutti quelli che avevano a che fare con lui poi scrivevano un libro o almeno rilasciavano interviste.

    e lui lo sapeva, recitava la parte dell'esiliato alla perfezione, continuava ad alimentare il suo mito sperando forse di tirarsi fuori.
    non so fino a che punto la cosa era fattibile o meno ma un gruppo di generali emigrati negli Stati Uniti dove si trovava il fratello maggiore di Napoleone Giuseppe Bonaparte promosse o preparo' un piano per rapire Napoleone e portarlo in America.

    Abbastanza ironicamente a capo di questi irriducibili bonapartisti in esilio c'era il maresciallo che aveva servito peggio Napoleone, il Maresciallo Grouchy che con il suo non intervento fu la causa della sconfitta definitiva di Waterloo nel 1815

    ma Giuseppe nel 1815 era un uomo disincantato, ricco, con una bellissima e immensa proprietà, con una bella amante e niente affatto alla ricerca di nuove avventure

  8. #8
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    Predefinito Re: Strategia napoleonica

    Citazione Originariamente Scritto da massena Visualizza Messaggio
    oltre che un genio militare era anche un genio politico, ma non il più grande di tutti i tempi, altrimenti avrebbe finito la sua carriera non in esilio ma a Parigi, come imperatore (magari con un impero ridotto rispetto a quanto aveva nel 1809, ma lo avrebbe salvato mettendosi d'accordo con almeno qualcuno dei suoi nemici).
    L'unico tra i suoi nemici con cui non sia riuscito a concludere un accordo che non avesse il carattere di una fragile tregua è la Gran Bretagna. L'ostilità inglese è stata irriducibile ed è stata quella che alla fine ha determinato la fine della parabola napoleonica, anche immaginando un differente esito di Waterloo (che avrebbe potuto benissimo verificarsi, come si sa) mi pare difficile ipotizzare che i britannici potessero essere disposti a tollerare, dopo quasi due decenni passati a combatterlo, una sua permanenza al potere, sia pure in una Francia ridimensionata.

  9. #9
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    Predefinito Re: Strategia napoleonica

    Citazione Originariamente Scritto da Flaviogiulio Visualizza Messaggio
    L'unico tra i suoi nemici con cui non sia riuscito a concludere un accordo che non avesse il carattere di una fragile tregua è la Gran Bretagna. L'ostilità inglese è stata irriducibile ed è stata quella che alla fine ha determinato la fine della parabola napoleonica, anche immaginando un differente esito di Waterloo (che avrebbe potuto benissimo verificarsi, come si sa) mi pare difficile ipotizzare che i britannici potessero essere disposti a tollerare, dopo quasi due decenni passati a combatterlo, una sua permanenza al potere, sia pure in una Francia ridimensionata.
    Sono d'accordo ma una pace abbastanza favorevole, a cui presumibilmente avrebbe aderito anche la GB, poteva ottenerla nella primavera del 1813.

  10. #10
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    Predefinito Re: Strategia napoleonica

    Citazione Originariamente Scritto da Candido Visualizza Messaggio
    non so fino a che punto la cosa era fattibile o meno ma un gruppo di generali emigrati negli Stati Uniti dove si trovava il fratello maggiore di Napoleone Giuseppe Bonaparte promosse o preparo' un piano per rapire Napoleone e portarlo in America.

    Abbastanza ironicamente a capo di questi irriducibili bonapartisti in esilio c'era il maresciallo che aveva servito peggio Napoleone, il Maresciallo Grouchy che con il suo non intervento fu la causa della sconfitta definitiva di Waterloo nel 1815

    ma Giuseppe nel 1815 era un uomo disincantato, ricco, con una bellissima e immensa proprietà, con una bella amante e niente affatto alla ricerca di nuove avventure
    Grouchy...Grouchy...uno stupido vanesio
    nelle sue memorie Napoleone ha laciato scritto : << il Maresciallo Grouchy con 34.000 uomini e 108 cannoni è riuscito a compiere un'impresa che ha dell'incredibile :
    non trovarsi nè sul campo di battaglia a Mont St Jean nè a Wavre >>
    forse non sarebbe cambiato nulla...
    e se fosse cambiato Napoleone avrebbe perso la battaglia successiva...forse.
    Come Lee a Gettisburg, un uomo malato e stanco, che suicidò la Confederazione ordinando sciaguratamente un attacco frontale alle forze unioniste
    ( la carica di Pickett)...
    così Bonaparte non in buone condizioni nè fisiche e nè mentali,con diarrea e moroidi
    che gli rendevano penoso stare in sella commise una serie di errori fatali......
    ma se al posto di Soult ci fosse stato ancora Berthier ?...mah!

 

 
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