“Agitare le presenti necessità della nostra Regione e chiedere a Roma per essa la più ampia autonomia amministrativa”. Con questi intenti nasceva, settanta anni fa, il Movimento Popolare Friulano.
Correva il gennaio del 1947 quando nei locali del cinema Puccini di Udine prese il via la stagione che portò alla creazione della Regione Friuli Venezia Giulia e al riconoscimento della sua specialità. Un risultato che scongiurò l’ipotesi di un accorpamento del Friuli al Veneto e contro la quale prese posizione anche un giovanissimo Pier Paolo Pasolini, aderente al movimento e passionale autonomista.

La nascita della Regione Friuli Venezia Giulia e il riconoscimento della sua specialità, tuttavia, non hanno mai spento il sentimento friulanista. Al contrario. Per questa ragione l’autonomismo friulano, facendo leva anche sulla sostanziale virtuosità di una comunità politica che ha gestito esemplarmente la ricostruzione post-terremoto del 1976 , è un tema di perenne attualità. Ancora oggi o, forse, soprattutto oggi.

Soprattutto oggi quando circolano proposte di legge, vedi l’ultima datata 2014 e firmata dai deputati PD Roberto Morassut e Raffaele Ranucci, che vorrebbero riunire il Veneto al Friuli in una macro-regione artificiale per ridurre l’autonomismo a un asettico saggio sulle economie di scala.

La strada maestra, per molti friulanisti, continua a essere quella additata da un esponente storico dell’autonomismo scomparso lo scorso 5 gennaio, il professor Marzio Strassoldo, convinto che anche per il Friuli Venezia Giulia il modello ideale è quello di Trento e Bolzano: una distinzione netta fra le due anime della regione con l’istituzione di due province autonome: da una parte il Friuli (Udine e Pordenone); dall’altra Trieste (associata a Gorizia), città dove – complice un declino economico particolarmente tangibile- è fortemente attivo un indipendentismo volto al riconoscimento del Territorio Libero, lo Stato indipendente e sovrano istituito il 15 settembre 1947 nel previsto regime di governo provvisorio, con un porto franco internazionale.

Ma questa, benché distante pochi chilometri, è davvero un’altra storia.
in Friuli il cuore autonomista batte ancora