Vedo su TP molti "appassionati" di teorie razziali. Di quelle che tanto piacevano ai nazi e legate sostanzialmente al concetto palesemente falso, visto le cronologie delle civiltà antiche, degli ariani come creatori di civiltà.

Mi chiedo come queste idee possano aver avuto tanti appassionati in Italia fino a sospingere le "nostre" destre più verso il nazismo che verso il fascismo.

L'Italia infatti, oltre ad essere crocevia di infiniti popoli, che hanno quasi sempre dominato il Paese in maniera trasversale: si pensi ad esempio alla capitale bizantina a Ravenna o alla presenza longobarda a Benevento oppure alle enclave musulmane lungo le coste di tutta Italia, settentrionale e meridionale,

l'Italia (dicevo) è stata centro di poteri universalistici: Impero Romano e Chiesa Cattolica che non avevano logiche razziali.
Roma e il Lazio pullulavano probabilmente di ceti di ogni parte del mediterraneo come le moderne capitali e l'impero mirava ad integrare le elites locali ed esotiche fin ad avere imperatori al di là delle Alpi o del Mediterraneo. Stesso discasi della chiesa cattolica che già dal nome riflette il tentativo universalista e a cui si può imputare solo antipatie anti-ebraiche che tuttavia finivano con la conversione, più o meno forzata/libera, del malcapitato ebreo di turno.

Persino il fascismo, fenomeno del tutto italiano, non poneva in considerazione la questione razziale come questione fondamentale nè tantomeno si sognava di dividere gli italiani in base alla percentuale di cromosomi ereditati dai popoli germanici che si sono insediati in Italia.

Allora da dove nasce questo imbarbarimento della destra italiana polliana?