La Repubblica
Spose, dopo essere state violentate, se il loro aggressore acconsente al matrimonio. E' rivolta adesso in Turchia sui social, e anche in Parlamento, sul nuovo disegno di legge che ha per oggetto le bambine minorenni. La proposta, presentata dall'Akp, il partito conservatore di ispirazione religiosa del presidente Erdogan, al governo da 14 anni, intende depenalizzare la violenza sessuale sui minori, se l'atto è avvenuto in modo consensuale e il suo autore accetta di sposare la vittima.
Il disegno è stato presentato all'Assemblea di Ankara nella notte e sarà discusso martedì prossimo. Ma si è già diffusa nelle reti televisive la dura reazione da parte dell'opposizione, composta ora dal partito socialdemocratico e dalla compagine nazionalista. Sono i soli ora presenti attivamente in Parlamento, dopo che la formazione filo-curda del Partito democratico del popolo ha deciso di non partecipare più ai lavori dell'aula per protestare contro l'arresto dei suoi leader e dei sindaci di varie città nel Sud est dell'Anatolia. Secondo diverse Organizzazioni non governative, la norma presentata dal Partito della Giustizia e dello sviluppo, fondato dal Capo dello Stato, Recep Tayyip Erdogan, aggraverebbe ulteriormente il fenomeno delle 'spose bambine', già piuttosto diffuso.
La bufera non è solo in Parlamento, ma pure nell'opinione pubblica. E il disegno di legge, che punta a sospendere processi e condanne per abusi su minori fino al 16 novembre 2016, sta scatenato proteste veementi. Su Twitter migliaia di utenti stanno condividendo in queste ore la loro indignazione con l'hashtag "lo stupro non può essere legittimato".
Il governo respinge però con forza le accuse, parlando di rozza distorsione di un tentativo di affrontare le conseguenze legali dei matrimoni di minori. Il ministro della Giustizia, Bekir Bozdag, nega che il testo abbia a che fare con la legittimazione dello stupro, e aggiunge che i critici "distorcono" il caso di proposito. Per il responsabile della Giustizia il testo serve per aiutare le coppie che violano la legge perché hanno rapporti sessuali consenzienti sotto l'età del consenso e vogliono sposarsi. "Quando nasce un bambino da questa unione non ufficiale, il medico avvisa il procuratore e l'uomo viene mandato in prigione, causando difficoltà finanziarie alla madre e al bambino".
Bozdag afferma che i matrimoni con minori sono "sfortunatamente una realtà" nel Paese (circa 3000 i casi nelle famiglie), ma che gli uomini coinvolti "non sono violentatori o aggressori sessuali". Già lo scorso luglio, prima del golpe fallito del giorno 15, la Corte Costituzionale turca aveva annullato una norma del codice penale che puniva come "abuso sessuale" qualunque atto sessuale che coinvolgesse un minore di 15 anni.
Chi si oppone ora al disegno sostiene invece che il progetto, se approvato, permetterà di annullare le condanne di uomini colpevoli di violenze su una minorenne e, come si legge nella bozza, se l'atto è stato compiuto senza "uso della forza, minacce o altre restrizioni del consenso" e se l'aggressore "sposa la vittima".
"Il partito Giustizia e Sviluppo - attacca Ozgur Ozel, un deputato del Partito repubblicano del popolo, socialdemocratico - sta facendo passare un testo che grazia coloro che sposano la bambina che hanno violentato". E adesso su Twitter, l'hashtag #tecavuzmesrulastirilamaz ("lo stupro non può essere legittimato") è balzato in testa fra i preferiti in Turchia.