User Tag List

Pagina 2 di 3 PrimaPrima 123 UltimaUltima
Risultati da 11 a 20 di 23

Discussione: Max Stirner

  1. #11
    Super Troll
    Data Registrazione
    02 May 2006
    Messaggi
    61,632
     Likes dati
    22,911
     Like avuti
    10,893
    Mentioned
    1024 Post(s)
    Tagged
    14 Thread(s)

    Predefinito Re: Max Stirner

    Citazione Originariamente Scritto da Pestis nigra Visualizza Messaggio
    No, perché il suo egoismo dipende poi da come lo usi, in base alle tue necessità.
    Un operaio che legge Stirner si getterà nel sindacalismo, un imprenditore che legge Stirner (e Ayn Rand) si getterà nell'anarcocapitalismo, io lo leggo come un invito all'élitismo (magari @Troll è d'accordo) e tu sicuramente lo leggerai come un invito al solidarismo, non so come, ma lo leggerai così.

    L'unico che non potrà leggere Stirner felicemente sarà forse il comunista, poiché Stirner li insulta tutto il tempo.
    Troll lo legge come invito all'individualismo, come lo leggo io. Ma essendo noi due individui diversi, lui è portato più a dire la verità su sfruttare i senzienti, ecc. Io sono più sociale per diversi motivi e per carattere (sociale come rispettoso del quieto vivere).

  2. #12
    Il Sogno Di Una Cosa
    Data Registrazione
    22 Jul 2010
    Messaggi
    60,432
     Likes dati
    666
     Like avuti
    13,490
    Mentioned
    711 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: Max Stirner

    Citazione Originariamente Scritto da Josef Scveik Visualizza Messaggio
    Infatti tu lo leggi male, la posizione di Stirner è chiara:

    O forse pensate che le ostriche non appartengono anche a noi? Strillerete che noi usiamo un potere violento, se allungheremo le mani per mangiarle anche noi. Avete ragione: senza violenza non le otterremo mai, esattamente allo stesso modo in cui voi le avete proprio per il fatto che usate un potere violento nei nostri confronti.

    “Che cos’è che rende sicura la proprietà di voi privilegiati?” E la risposta è: il fatto che noici asteniamo dal prendervela con la forza! Quindi la nostra protezione! E voi che cosa ci date in cambio? Calci e disprezzo: ecco ciò che date al “popolo” alla “canaglia”; una sorveglianza poliziesca e un catechismo la cui massima principale è: “ Rispetta ciò che non è tuo, ma appartiene ad altri!…

    Io non sono affatto contro il socialismo, ma contro il socialismo consacrato; il mio egoismo non si oppone all’amore..., non è nemico né del sacrificio né dell’abnegazione…, e meno che mai del socialismo, - insomma, non è nemico dei veri interessi; esso si ribella non contro l’amore ma contro l’amore sacro, non contro il pensiero ma contro il pensiero sacro, non contro i socialisti ma contro il socialismo sacro.

    La proprietà com’è concepita dai liberali borghesi merita gli attacchi dei comunisti e di Proudhon: è insostenibile; tutti i lavoratori, <<noi>>, devono possedere; <<che essi si approprino di tutti i prodotti, quei prodotti del loro lavoro che si accorgeranno appartenere a loro visto che vengono da loro.
    che provveda a sconsacrare umanità e socialismo e gli animaletti tritati dalle pratiche speciste; ad approfittare a piene mani senza pudori e timori di ciò che non è sacro ci penseranno altri

  3. #13
    ⨁👌 Odio il cristianesimo
    Data Registrazione
    02 Jun 2014
    Località
    Landa anti-democratica ⨁👌.
    Messaggi
    10,954
     Likes dati
    3,057
     Like avuti
    7,472
    Mentioned
    237 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Re: Max Stirner

    Citazione Originariamente Scritto da Josef Scveik Visualizza Messaggio
    ---
    Anche due anni fa (Nazionalismo) mi citasti quei pezzi ed anche due anni fa ti dissi che non è Stirner che parla in prima persona.

    Subito prima viene questo:
    Supponiamo che, come l'ordine così la subordinazione abbia fondamento nella natura dello Stato, e allora ci accorgeremo che gli altri vengono sfruttati senza misura dai privilegiati. Ma gli sfruttati si fanno coraggio e prima partendo dal concetto socialista, poi guidati dalla coscienza egoistica, domandano: etc. etc.
    Quindi lui sta immaginando cosa potrebbero dire gli sfruttati e successivamente fa loro dire: "ci chiamate canaglia (...) tenetevi le ostriche (...)"

    Ma un paio di pagine prima lui dice, questa volta senza impersonare alcuno:

    Si suol fare gran caso ai "torti millenari" di cui si resero colpevoli i ricchi verso i poveri Come se i ricchi fossero la causa del pauperismo e come se invece i poveri non fossero stati essi la cagione della ricchezza degli altri! C'è tra i ricchi e i poveri altra differenza all'infuori di quella della potenza e dell'impotenza, della capacità e dell'inettitudine? In che cosa consiste il delitto dei ricchi? "Nella durezza del loro cuore". Ma chi dunque se non il ricco ha sostentato i poveri, chi ha pensato ad alimentarli quando non erano più in condizione di lavorare, chi ha prodigato elemosine (...).
    Vorreste dunque che i ricchi dividesero il proprio con i poveri? Già, voi domandate che si sopprima il pauperismo. Ma, anche a non voler osservare che nessuno di voi l'oserebbe se non fosse un pazzo, domandate un po' a voi stessi perché mai i ricchi dovrebbero rinunziare a sé stessi, cioè ad essere ricchi. Non sarebbe più utile che foste voi poveri a sopprimere la povertà? Tu, per esempio, hai una moneta da cinque franchi tutti i giorni e sei così molto più ricco di mille altri che vivono di quattro soldi: ora dimmi se hai un interesse a divivere con costoro i tuoi soldi o non sono piuttosto essi ad avere interesse a dividere con te?
    Quindi in Stirner sebbene non manchi il concetto di "povero contro ricco", manca però completamente il concetto di "vendetta", "bene contro male", "lotta di classe" etc.
    Non esiste per lui alcun torto che i ricchi avrebbero fatto. Se i poveri si ribellano meglio per loro, altrimenti si attaccano, ma dare la colpa ai ricchi di essere ricchi è, per l'appunto, "morale di schiavi" e "ressentiment", usando Nietzsche.

    E comunque io non sono affatto d'accordo con Stirner quando non dà colpa ai ricchi, perché spesso la ricchezza non è affatto legata a "potenza" e "capacità", come dice lui.
    Infatti Nietzsche, che è meglio di Stirner, non parla mai di temi economici e lascia il concetto di "potenza" e "capacità" in ambito diciamo intellettuale-morale. Anzi, Nietzsche aborriva i borghesi pieni di sé perché facevano suscitare solo invidia ai poveracci e causavano quindi il comunismo.
    Religione per noi significa la dottrina (...) dell'allevamento che renda possibili le anime superiori a spese di quelle inferiori.
    Religion bedeutet uns die Lehre von (...) der Züchtung und Ermöglichung der höheren Seelen auf Unkosten der niederen.

  4. #14
    libero
    Data Registrazione
    22 Nov 2012
    Messaggi
    25,628
     Likes dati
    17,530
     Like avuti
    8,843
    Mentioned
    665 Post(s)
    Tagged
    9 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    4

    Predefinito Re: Max Stirner

    È la coscienza egoistica in effetti che Stirner richiama come ultimo movente dell'istanza rivendicativa delle ostriche.
    se non ci metterai troppo io ti aspetterò tutta la vita...

  5. #15
    ⨁👌 Odio il cristianesimo
    Data Registrazione
    02 Jun 2014
    Località
    Landa anti-democratica ⨁👌.
    Messaggi
    10,954
     Likes dati
    3,057
     Like avuti
    7,472
    Mentioned
    237 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Re: Max Stirner

    Citazione Originariamente Scritto da Ucci Do Visualizza Messaggio
    È la coscienza egoistica in effetti che Stirner richiama come ultimo movente dell'istanza rivendicativa delle ostriche.
    Già, Stirner accetta che un poveraccio voglia le ostriche, ma non pensa affatto che poi lui le debba dividere con la comunità etc. Mi pare palese che sia un "voglio per me come individuo".


    Ma gli sfruttati si fanno coraggio e prima partendo dal concetto socialista, poi guidati dalla coscienza egoistica
    Religione per noi significa la dottrina (...) dell'allevamento che renda possibili le anime superiori a spese di quelle inferiori.
    Religion bedeutet uns die Lehre von (...) der Züchtung und Ermöglichung der höheren Seelen auf Unkosten der niederen.

  6. #16
    Canaglia
    Data Registrazione
    06 Oct 2011
    Messaggi
    36,988
     Likes dati
    1,098
     Like avuti
    6,608
    Mentioned
    364 Post(s)
    Tagged
    23 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    2

    Predefinito Re: Max Stirner

    Citazione Originariamente Scritto da Pestis nigra Visualizza Messaggio
    Anche due anni fa (Nazionalismo) mi citasti quei pezzi ed anche due anni fa ti dissi che non è Stirner che parla in prima persona.

    Subito prima viene questo:

    Quindi lui sta immaginando cosa potrebbero dire gli sfruttati e successivamente fa loro dire: "ci chiamate canaglia (...) tenetevi le ostriche (...)"

    Ma un paio di pagine prima lui dice, questa volta senza impersonare alcuno:
    A me sembra chiaro cosa pensi:

    Supponiamo che, come l'ordine cosi la subordinazione sia fondata nella natura dello Stato, e allora ci accorgeremo che dai privilegiati vengono sfruttati senza misura gli altri. Ma questi ultimi si fauno coraggio, e partendo, prima, dal concetto socialista,poi guidati dalla coscienza egoistica, domandano: Da che cosa è garantita la nostra proprietà o privilegiati? — E rispondono : Dalla nostra paura e dal nostro rispetto. E che cosa ci date voi in cambio?Calci e parole di scherno, ecco ciò che date alla " canaglia " ;la vigilanza della polizia ed un catechismo che si compendia nel precetto: Rispetta ciò che non t'appartiene, ciò ch'è degli altri!Ma noi rispondiamo: Se volete il nostro rispetto comperatela al prezzo a cui noi lo porremo. Noi vogliamo permettervi di godere della vostra proprietà, perche voi rimuneriate sufficiente mente il nostro permesso. Che cosa da a noi in tempi di pace il generale in cambio del largo stipendio di cui egli gode? Con che cosa ci pagate, perche noi, che dobbiamo accontentarci a mangiare delle patate, assistiamo indifferenti alla vostra cena mentre voi gustate delle ostriche? Comperate da noi le ostriche allo stesso prezzo che noi paghiamo per procurarci da voi le patate, e voipotrete continuare a mangiarle in pace. O credereste forse chele ostriche non debbano spettare anche a noi come a voi? Voigriderete alla sopraffazione, alla violenza, se noi ci siederemo aldesco vostro; ed avrete ragione. Ma la violenza è necessaria; nèper altro che per averla usata un tempo voi siete oggi i privilegiati.Ma tenetevi pure le ostriche e permettete che consideriamo la nostra proprietà più speciale (poichè quell'altra non è che possesso),cioè il lavoro. Noi ci affatichiamo per dodici ore e voi ci ricambiate con pochi soldi. In tal caso prendete anche voi altrettanto per il vostro lavoro. Non ne volete sapere? Voi pensate che il vostro lavoro sia pagato a bastanza con quella mercede,ma che il vostro sia meritevole di molte migliaia di lire? Ma senon credeste così elevato il prezzo del vostro lavoro, e ci permetteste d'approfittare più largamente del nostro, noi, quando se la occasione si offrisse,saremmo capaci di produrre cose ben più importanti di quelle che producete voi per le migliaia di scudi con cui sieti pagati, e voi non avreste in tal caso una retribuzione maggiore della nostra. Voi diverreste in breve più assidui al lavoro per guadagnar di più. Ma se voi siete in condizione di produrre qualche cosa che vi sembra avere un prezzo dieci, cento volte maggiore del nostro, voi ne sarete retribuiti cento volte di più; dal canto nostro noi pensiamo di produr delle cose che voi dovrete pagare a più caro prezzo che non sia quello della nostra mercede ordinaria. Noi troveremo bene il modo d'andar d'accordo perchè siamo d'accordo in ciò, che nessuno sia tenuto a regolare checchessia all'altro.E così arriveremo a tanto da pagare un prezzo adeguato anche agli infermi, agli ammalati ed ai vecchi, affinchè non si dipartano da noi uccisi dalla fame e dalla miseria; poichè se noi vogliamo ch'essi vivano, è ben giusto che noi ci acquistiamo il diritto di soddisfare tale nostro desiderio. Io dico " acquistare ", non parlo dunque d'una miserabile " elemosina ". La propria vita è proprietà anche di coloro che non possono lavorare; se noi vogliamo che essi (per un motivo che è inutile indagare) ci siano serbati, noi non possiamo ottenerlo altrimenti che con un riscatto. Fors'anco poichè ci piace esser circondati da faccie allegre, noi vogliamo ch'essi godano d'una certa agiatezza. In somma, noi non vogliamo ricevere in dono da voi alcuna cosa, ma nello stesso tempo non intendiamo regalar nulla a voi. Pel corso di molti secoli noi vi abbiamo pòrto l'elemosina, per imbecillità abbiamo speso i nostri risparmi di poverelli per dare a voi signori ciò che non vi apparteneva; ora aprite voi le vostre borse poichè la nostra mercé incomincia a salire assai rapidamente di prezzo. Noi non vogliamo togliervi nulla, proprio nulla; solo voi dovete pagar meglio quello che volete avere da noi. Tu possiedi un bene di " mille jugeri ". Ed io sono il tuo famiglio e quind'innanzi non lavorerò il tuo campo che al prezzo di cinque lire al giorno. " In tal caso ne prenderò un altro ". Tu non ne troverai poichè tutti noi servi ci siamo accordati a non lavorare per una mercede minore, e se alcuno dimenticasse gli accordi, sapremmo punirlo ben noi. Ecco la serva di casa: ti chiede questa mercede; se non l'accetti, non ne troverai altre, " Eh, ma voi mi forzate a morire ". Non tanta fretta! Le tue rendite saranno per lo meno uguali alle nostre, e, quando ciò non fosse, noi cederemo quel tanto sul nostro salario, che ti darà modo di vivere al pari di noi. " Ma io sono abituato a viver meglio ". Noi nulla possiamo obiettare a ciò, ma è affar tuo; se tu sei in condizione di risparmiare più di noi, tanto meglio. Dovremmo noi forse darti il nostro lavoro ad un prezzo più basso per ciò solo che tu possa vivere meglio di noi? Il ricco si sbarazza sempre dei poveri con le parole : " E che importa a me della tua miseria? Cerca di campare meglio che puoi, quest'è affar tuo, non mio ". Ebbene, poichè è affar nostro, noi non permetteremo ai ricchi che ci privino oltre dei mezzi che noi abbiamo per farci valere. a Ma voi, gente ignorante non abbisognate di tante cose ". Ebbene, ci prenderemo qualche cosa di più per procurarci quell'istruzione che ci in anca. " Ma se voi ridurrete a mal partito i ricchi, chi s'interesserà più delle arti e delle scienze? ". Eh, la gran massa dovrà concorrervi; ciascuno vi contribuirà in qualche modo e ne ritrar-remo una bella somma, tanto più che voi ricchi non siete avvezzi a comperare che i libri più insulti e le madonne più noiose, se non preferite le agili gambe di qualche ballerina. " Oh, la disgraziata uguaglianza! ". No, mio buon signore, qui non si tratta dieguaglianza. Noi non vogliamo valere che secondo il nostro merito, e se voi ne avete più di noi, sarete anche più apprezzanti.Noi non domandiamo che un prezzo onesto, conforme al merito e intendiamo dimostrarci meritevoli del prezzo che ci pagherete.Lo Stato può esso infondere nel servo un coraggio cosi sicuro di sè stesso, un amore proprio cosi vigoroso ? Può esso fare che l'uomo abbia coscienza di se medesimo? Può esso volere che il singolo riconosca il proprio valore? Teniamo distinta questa doppia quistione e vediamo anzitutto se lo Stato e in condizione dimandar ad effetto alcunchè di simile. Occorre, per attuarlo, come vedemmo, che tutti i lavoratori dei campi si mettan d'accordo ; ora una legge dello Stato sarebbe mille volte delusa, particolarmente dalla concorrenza e in segreto. E poi, potrebbe lo Stato soffrir una tal cosa? E impossibile ch'esso possa tollerare che la gente subisca altra legge che la sua; non c'è dunque da sperare che possa ammettere un accordo generale dei lavoratori dei campi contro quelli che accettano di lavorare per un salario inferiore a quello che fu concordato tra loro. Ma supponiamo che lo Stato abbia fatta la legge e che tutti i lavoratori l'abbiano accettata, potrebbe esso assicurarne l'adempimento.In questo caso singolo, si; ma il caso singolo, per ciò appunto che è singolo, è qualche cosa di più, diventa una quistione di principio. Qui si tratta del concetto della liberazione del proprio io da tutto ciò che tende a limitarlo e quindi anche dalla costrizione dello Stato. A tale conclusione giunge anche il comunismo:ma la conquista della piena indipendenza individuale è diretta non solo contro lo Stato, bensì anche contro la società, e perciò trabocca oltre i confini della dottrina collettivista.

    Citazione Originariamente Scritto da Pestis nigra Visualizza Messaggio
    Quindi in Stirner sebbene non manchi il concetto di "povero contro ricco", manca però completamente il concetto di "vendetta", "bene contro male", "lotta di classe" etc.
    Non esiste per lui alcun torto che i ricchi avrebbero fatto. Se i poveri si ribellano meglio per loro, altrimenti si attaccano, ma dare la colpa ai ricchi di essere ricchi è, per l'appunto, "morale di schiavi" e "ressentiment", usando Nietzsche.

    E comunque io non sono affatto d'accordo con Stirner quando non dà colpa ai ricchi, perché spesso la ricchezza non è affatto legata a "potenza" e "capacità", come dice lui.
    Infatti Nietzsche, che è meglio di Stirner, non parla mai di temi economici e lascia il concetto di "potenza" e "capacità" in ambito diciamo intellettuale-morale. Anzi, Nietzsche aborriva i borghesi pieni di sé perché facevano suscitare solo invidia ai poveracci e causavano quindi il comunismo.
    Stirner combatte ogni astrazione (fantasmi), esiste l'individuo e solo l'individuo, per questo non può certo parlare di lotta di classe o di altre cose che lui considera astrazioni. Lui porta l'individualismo all'estremo, ecco perchè alcuni poi lo interpretano nella maniera che vogliono, tuttavia leggendo tutto l'Unico è abbastanza chiaro verso chi propende la sua simpatia:



    Che una società, mettiamo lo Stato, menomi la mia libertà,ciò non mi move gran fatto a sdegno. Son già pur troppo avvezzo a tollerare che la mia libertà sia limitata nelle più diverse guise,da ognuno ch'è più forte di me, dal mio prossimo in generale ;se pur fossi l'autocrate moscovita, non potrei per questo ancor dire di godere d' un assoluta libertà. Ma ciò che mi è proprio, lamia individualità, non tollero che mi venga tolta. E quella appunto è presa di mira dalla società, quella appunto deve soccombere alla sua potenza.

    Un'associazione, invece, alla quale m'ascrivo, mi toglie si alcune libertà, ma altre in cambio me ne concede: e nulla rileva che io stesso mi privi d'una libertà più tosto che d'un altra: ciò che io voglio custodire gelosamente è la mia individualità.....
    La proprietà com'è intesa dai liberali borghesi merita gli attacchidei comunisti e di Proudhon, è insostenibile, poichè in fondoil proprietario borghese non è altro che un " senza possesso " unescluso da ogni cosa. Invece di avere il mondo in sua proprietà einon possiede nemmeno il piccolo tratto di terreno sul quale passeggia.Proudhon non vuole il " propriétaire " bensì il " possesseur "ovvero " usufruitier " (Que cest que la propriété? p. 83). Checosa significa ciò ? Egli vuole che nessuno possa appropriarsi ilsuolo, nè altro averne che l' uso ; ma per quanto piccola sia la partedei frutti ch'ei concede a ciascuno, costui non ne sarà per ciò menoil proprietario. Chi non fruisce che del reddito d'un terreno, nonè certo il proprietario del suolo; meno o lo sarà ancora chi, comeesige Proudhon, dovrà cedere agli altri quella parte di utile chesorpassa i suoi bisogni; ciò nondimeno egli sarà però sempre ilproprietario della parte di frutti che gli rimane, Sicchè Proudhonnega tale e tale altra proprietà, ma non già la proprietà. Se noivogliamo togliere al proprietario il suo podere, noi ci uniremo aquesto scopo, formeremo una associazione, una " société " che sene renderà proprietaria ; se il colpo ci riesce, il nostro intento saràottenuto. E come cacciamo dal lor terreno i proprietari, così noipossiamo cacciarli da molte altre proprietà e ridurre queste inproprietà nostra, proprietà dei conquistatori. I conquistatori formanouna società che si può immaginare tanto vasta da abbracciarel'umanità tutta intera ; ma anche la cosidetta umanità, come tale

  7. #17
    Il Sogno Di Una Cosa
    Data Registrazione
    22 Jul 2010
    Messaggi
    60,432
     Likes dati
    666
     Like avuti
    13,490
    Mentioned
    711 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: Max Stirner

    Citazione Originariamente Scritto da Josef Scveik Visualizza Messaggio
    Stirner combatte ogni astrazione (fantasmi), esiste l'individuo e solo l'individuo, per questo non può certo parlare di lotta di classe o di altre cose che lui considera astrazioni. Lui porta l'individualismo all'estremo, ecco perchè alcuni poi lo interpretano nella maniera che vogliono, tuttavia leggendo tutto l'Unico è abbastanza chiaro verso chi propende la sua simpatia:
    la sua simpatia propenda pure dove vuole tanto "A me spetta stabilire se con me è il diritto: fuor di me esso non esiste. Giusta è ogni cosa che tale a me sembra. Gli altri penseranno diversamente: ma questo è affar loro, non mio, si difendano come sanno. E se una qualunque cosa non sembrasse giusta all' universale, ma tale sembrasse a me, io mi riderei dall'universale. Cosi adopera ciascuno secondo che sa apprezzare se stesso: ciascuno secondo il grado del suo egoismo, poichè la forza vince la ragione, ed è bene che così sia."

    non so se sia "bene" che la forza vinca la ragione, dipenderà dal suo gusto, però è divertente vedere la fantaragione denunciatrice dei pregiudizi calpestata nei proficui campi di sterminio dei senzienti

  8. #18
    Super Troll
    Data Registrazione
    02 May 2006
    Messaggi
    61,632
     Likes dati
    22,911
     Like avuti
    10,893
    Mentioned
    1024 Post(s)
    Tagged
    14 Thread(s)

    Predefinito Re: Max Stirner

    Citazione Originariamente Scritto da Pestis nigra Visualizza Messaggio
    No, perché il suo egoismo dipende poi da come lo usi, in base alle tue necessità.
    Un operaio che legge Stirner si getterà nel sindacalismo, un imprenditore che legge Stirner (e Ayn Rand) si getterà nell'anarcocapitalismo, io lo leggo come un invito all'élitismo (magari @Troll è d'accordo) e tu sicuramente lo leggerai come un invito al solidarismo, non so come, ma lo leggerai così.

    L'unico che non potrà leggere Stirner felicemente sarà forse il comunista, poiché Stirner li insulta tutto il tempo.
    Il sindacalismo va benissimo

  9. #19
    Super Troll
    Data Registrazione
    02 May 2006
    Messaggi
    61,632
     Likes dati
    22,911
     Like avuti
    10,893
    Mentioned
    1024 Post(s)
    Tagged
    14 Thread(s)

    Predefinito Re: Max Stirner

    Così Max Stirner difese "L'unico" dalla tirannia dei molti
    Il filosofo tedesco torna d'attualità in un mondo dove la politica si basa sempre su gruppi e lobby

    Andrea Mancia

    A giugno è uscita in libreria, per i tipi di Bompiani, la nuova traduzione italiana di L'Unico e la sua proprietà (Bompiani, pagg. 992, euro 40), il capolavoro dell'anarchico bavarese Max Stirner (1806-1856).

    Molti considerano Stirner un precursore del nichilismo o (peggio) dell'esistenzialismo. Ma non è esattamente così. E L'Unico è un testo straordinariamente attuale nell'epoca che stiamo attraversando, tutta fondata sulla contrapposizione cruenta tra gruppi, lobby e corporazioni. Una stagione nella quale perfino la più antica democrazia del pianeta, quella nata negli Stati Uniti d'America, si contorce tra gli spasmi di una politica identitaria basata sul microtargeting, cercando di blandire un numero sempre maggiore di fazioni spesso incompatibili tra loro per raggiungere la soglia di una (effimera) maggioranza aritmetica.

    Stirner non ha alcuna pretesa ideologica in senso stretto. E non propone soluzioni mirabolanti (che in genere provocano qualche milione di morti). Stirner non fonda partiti e non aderisce a movimenti, né lascia ai posteri una qualche forma di indicazione su progetti politici o sociali da realizzare, come provarono a fare i suoi conoscenti nella cerchia della sinistra hegeliana (da Bauer a Feuerbach, da Ruge a Engels). L'Unico di Stirner che tra l'altro non si definisce mai anarchico è semplicemente un individuo. Banalmente, eroicamente, tragicamente, un individuo.

    I diritti vanno molto di moda. E ogni quindici minuti nasce una campagna per denunciare i nostri pregiudizi e le nostre viltà. Ottimo. Però c'è qualcosa che manca. Si parla sempre e soltanto di gruppi. E si tracciano confini, come se ogni categoria fosse un popolo diverso, con la sua identità, i suoi uffici stampa, i suoi centri di reclutamento, i suoi interessi troppo particolari, le sue permalosità ancestrali. Nessuna attenzione, invece, per il semplice individuo. Senza aggettivi qualificativi, senza generi, senza razza.

    Il cane sciolto, spesso percepito come un'astrazione, è invece maledettamente reale, perché è proprio intorno a lui che è stata costruita l'architettura dei diritti dell'uomo in Occidente. Una storia, per niente lineare non ancora conclusa, che racconta la fuga dalla schiavitù cominciata dai servi della gleba, dai feudi verso le città, strappando anno dopo anno un centimetro di libertà in più. Solo che tutto questo è inutile se si mette da parte l'uno. Se non si difendono i diritti del singolo, tutto il resto diventa un esercizio retorico. Se salta l'individuo, ogni gruppetto si rifugia nel suo territorio, pensando a difendere non l'uomo, ma uno dei tanti aggettivi che servono a qualificarlo. Se salta l'uno, la prossima volta poi tocca a te. In un mondo dove ci si ammazza per la classe, la razza, lo stato o la religione, l'individuo è un intruso, un clandestino. Eppure senza di lui non c'è nulla.

    Oggi l'individuo è sotto attacco. E le ingiustizie esercitate nei suoi confronti stanno rapidamente diventando scontate, normali. L'individuo è sotto attacco quando il 40 per cento dei carcerati sta dietro le sbarre senza un processo o una sentenza definitiva. Quando lo stato si appropria senza particolare destrezza della metà del tuo reddito. Quando le intercettazioni non vengono utilizzate come prove in un processo ma finiscono sui giornali per improvvisare processi di piazza. Quando esistono voti che pesano più di altri, o idee più umane di altre. Quando un welfare grasso e politicamente corretto non si accorge della tua esistenza perché non esiste una lobby dei cani sciolti. Alla fiera delle identità, dove si vendono orgogli e pregiudizi, se non hai una medaglietta non esisti.

    Ecco perché bisogna riscoprire Stirner, con tutti i suoi difetti. L'unico è un libro scritto da chi è stanco di ascoltare le chiacchiere cariche di ipocrisia di vecchi reazionari, di giovani rampanti, di professionisti del pensiero progressista. Stirner non ne può più di sentire i filosofi della sinistra hegeliana stabilire cosa sia giusto e cosa sia riprovevole. È stanco della mediocrità che vede in giro. L'unico è un atto di rabbia e ribellione, scritto con una prosa sublime che ogni tanto sconfina nel delirio d'onnipotenza. Si ribella alla religione, ma anche al liberalismo, al comunismo nascente e all'umanesimo socialista di Feuerbach. Si ribella a Dio e a chi ha sostituito Dio con altre categorie universali.

    Contro tutto questo, Stirner, rivendica il suo Io. È un pazzo egocentrico? No, perché conosce bene la rabbia del suo delirio. Dice: ho fondato la mia causa sul nulla. Ma le altre cause, quelle metaindividuali, sono fondate sullo stesso nulla, anche se è un nulla che pretende di dire agli altri come devono vivere, di spiegare dove abitano il bene e il male. In un'epoca stuprata dalle orde dell'uomo-massa, insomma, sfogliare le pagine de L'Unico può essere un insospettabile balsamo per l'anima. In attesa del prossimo attacco contro l'individuo.

    Così Max Stirner difese "L'unico" dalla tirannia dei molti


    *******************
    Stirner visto da destra


    Max Stirner, unico per tutti e tutti per il suo «L'Unico»

    Marcello Veneziani - Lun, 09/06/2014

    Io. Doveva essere il lapidario e programmatico titolo di un'opera maledetta ma cruciale per capire la modernità atea, l'individualismo, l'anarchia e il nichilismo. Poi al secco Ich l'autore preferì L'Unico e la sua proprietà. Parliamo di Johann Kaspar Schmidt, più noto come Max Stirner, pseudonimo che evoca la sua alta fronte. Quel titolo fu ammirato da Carl Schmitt, che in Ex captivitate salus lo definì il più bello e più tedesco di tutta la letteratura filosofica tedesca.
    Forse non era un complimento per Stirner che non dette mai peso all'estetica e ancor mano all'appartenenza nazionale. Ma quel libro partorito nel 1844 è un crocevia del pensiero tedesco, europeo e mondiale e non solo per il pensiero anarchico. Stirner attecchì non solo nel mondo rivoluzionario, oggi anarco-insurrezionalista, o tra le avanguardie e i situazionisti, ma lasciò traccia anche nel cuore più radicale del liberalismo, tra i libertarians, ed ebbe ammiratori sorprendenti anche nel pensiero conservatore e reazionario. Dicevamo di Schmitt, potremmo dire di Julius Evola e di altri autori. Sul piano politico il lettore più entusiasta in gioventù fu Mussolini, figlio di un anarchico che gli dette il nome Benito in onore dell'anarchico Benito Juárez. Del resto, Stirner ebbe l'ammirazione implicita di Nietzsche e la stroncatura esplicita di Marx ed Engels, nell'Ideologia Tedesca. Ma ambedue a lui si riferirono, Nietzsche per fondare, senza citare Stirner, il Superuomo al di là del bene e del male, Marx per criticare sulle tracce di Feuerbach l'essenza umana come concetto fumoso.
    È uscita di recente in Italia la prima biografia umana, non filosofica ma quasi agiografica, dedicata a Stirner. La scrisse oltre un secolo fa un poeta anarchico di origine scozzese, John Henry Mackay, fondatore del movimento omosessuale, morfinomane ed eversore. Max Stirner, vita e opere (Bibliosofica, pagg. 228, euro 13), narra la parabola di quel pensatore che visse una vita tormentata, fra le morti precoci dei suoi genitori, della sua compagna e del suo figlio (unico, naturalmente), manicomi e povertà, e morì neanche cinquantenne nel 1856.
    Stirner potrebbe definirsi il riassunto cinico della modernità e il suo esito più coerente. La modernità nasce dalla scoperta dell'assoluta autonomia dell'Io, via via considerando oppressive e alienanti l'idea di Dio, di natura, di tradizione, di patria, stato e comunità, fino alla famiglia. L'Io si autocrea, muta la natura ed è il solo arbitro del bene e del male. Stirner, come il pensatore reazionario de Maistre e come lo stesso Schmitt, svela il fondamento teologico della politica e rifiuta il formalismo giuridico che nella modernità tempera il potere dell'Io con il limite della norma e l'osservanza della legge. Invece per Stirner dietro il diritto e la politica non c'è la legge o il consenso, ma la forza e l'irrazionale. Lo stesso Marx intravedeva nel pensiero eversivo di Stirner l'esito conservatore e reazionario. Quando Stirner scrive: «Che io abbia o no un legittimo potere-diritto non mi interessa affatto, se sono potente, ho autorità, non ho bisogno di altra autorizzazione e legittimazione» giustifica tanto l'anarchia che il suo contrario, l'autoritarismo, il decisionismo assoluto. Proprio su questa linea Mussolini scrisse un saggio dedicato a Nietzsche, La filosofia della forza. E un filosofo socialista, libertario e ateo come Giuseppe Rensi fondò la sua filosofia dell'autorità.
    Ma Stirner è il riassunto cinico della modernità non solo nei suoi esiti estremi, ma anche nel suo esito liberale, perché ne radicalizza il suo perno, l'individualismo. Egli annuncia «il compimento del liberalismo nell'Unico» dove «ogni essere supremo, compresa l'umanità, viene annientato, e la teologia si ribalta in antropologia». Presupposto teologico dell'individualismo è il protestantesimo che, dice Stirner, ha reso non solo la fede, ma «anche la schiavitù più interiore». Stirner esorta i liberali ad affrancarsi dei paramenti sacri e normativi e a presentarsi allo stato puro, come assoluta rivendicazione dell'io e del suo utile. Micidiale è pure la sua demistificazione della «buona coscienza» umanitaria. L'altruismo non è rivolto ad alleviare le altrui sofferenze, ma a eliminare lo spettacolo del dolore davanti ai miei occhi: «Se io soccorro l'altro non è per lenire il suo dolore ma solo per allontanare la mia pena». Tutto ruota intorno all'io, Individuo Assoluto. «Io ho fondato la mia causa sul nulla» è l'incipit ma anche l'epilogo dell'Unico stirneriano.
    Il suo è il primo, vero manifesto del nichilismo, anche se l'espressione affiorerà solo diciotto anni dopo, nel romanzo Padri e figli di Ivan Turgenev riferito ai giovani atei e anarco-rivoluzionari russi. Il nichilismo ha un cuore russo e una testa tedesca, ma le sue arti per allungarsi nel pianeta saranno angloamericane. Stirner fu davvero il concentrato, anzi il distillato del nichilismo. Egli elevò gli Stati Uniti a simbolo di una società più libera rispetto a quelle europee, che lascia «al singolo la decisione di attirare o no su se stesso» le conseguenze del suo comportamento. Nell'America Stirner arrivò a vedere la società reale che più si avvicinava al suo modello ideale, l'Unione degli Egoisti. Sfuggiva a Stirner l'afflato ideale e religioso americano, il suo rigorismo etico e l'amor patrio, ma egli coglieva la radice individualista in una società non fondata su originarie appartenenze, ma su un libero e «occasionale» contratto che mira non al bene comune ma al bene di ciascuno. Ma anche l'Unione degli Egoisti per funzionare dovrà accettare alcune leggi, alcuni limiti e alcune reciprocità, per cui non potrà essere anarchia pura né assoluto egoismo, ma egoismo depotenziato, delimitato e regolato. L'anarchia resta nel fondo l'utopia della società liberale, la sua aspirazione ideale. Il suo freno è appunto il realismo. È il sogno di estinguere l'idea stessa di società, residuo platonico - direbbe Popper - concetto metafisico inesistente, secondo certo liberalismo anglosassone.
    Per il liberale puro esistono solo gli individui, non la società. L'idea di società è l'ultimo residuo di quel Noi su cui si fondano lo spirito religioso, lo spirito tradizionale e lo spirito comunitario. Dissolto ogni legame sociale, cosa resta se non l'unione degli egoisti? Per uno di quei paradossi della storia, un individualista isolato come Stirner diventa il filosofo dell'egoismo di massa, il fenomeno più lampante d'occidente. L'Unico di Stirner, col suo egoismo assoluto, è l'orizzonte, la barbarie e la disperazione del presente. L'Io è tutto, il resto è nulla; ma dell'io non resta poi nulla. Apoteosi e vanificazione dell'Ego, l'ultimo dio breve.

  10. #20
    Super Troll
    Data Registrazione
    02 May 2006
    Messaggi
    61,632
     Likes dati
    22,911
     Like avuti
    10,893
    Mentioned
    1024 Post(s)
    Tagged
    14 Thread(s)

    Predefinito Re: Max Stirner

    Per me il suo messaggio è: siamo guidati solo dall'istinto di autoconservazione, a volte dal narcisismo, o dall'altruismo (di origine "egoistica", nel senso particolare di "stare bene con sé stessi"). Bisogna riconoscerlo, e ripudiare le ideologie. Non propone alcun modello reale di società, a parte l'unione degli egoisti.

    D'altronde il proletario comunista non esita a diventare capitalista, il capitalista non esita a diventare comunista o anarcoide se decade. Pure l'operaio che dorme sul lavoro è stirneriano, pure chi lo licenzia.
    Siamo tutti individualisti in fondo, e un po' nichilisti.

    Lui non elogia un tipo di uomo superiore da costruire come fa Nietzsche, il suo Unico esiste già, chiunque lo è, per questo è un filosofo più impolitico, antipolitico e apolitico di Nietzsche, che è ascrivibile invece alla konservative revolution e al neo-aristocraticismo. N. parla di ressentiment, per S. l'invidia sociale può essere lecita, lui cita Napoleone, il sovrano, che non è mio nemico di classe ma mio rivale personale.

 

 
Pagina 2 di 3 PrimaPrima 123 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Max Stirner
    Di Tyler Durden nel forum Liberalismo e Libertarismo
    Risposte: 45
    Ultimo Messaggio: 23-02-12, 13:11
  2. Max Stirner
    Di ZioBenny nel forum Destra Radicale
    Risposte: 75
    Ultimo Messaggio: 21-11-08, 01:58
  3. Stirner
    Di Commissario Basettoni nel forum Liberalismo e Libertarismo
    Risposte: 33
    Ultimo Messaggio: 09-04-08, 00:06
  4. Max Stirner
    Di Commissario Basettoni nel forum Destra Radicale
    Risposte: 13
    Ultimo Messaggio: 30-09-07, 13:54

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito