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  1. #1
    Partito d'Azione
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    Predefinito Partito Socialista Italiano - News, articoli, materiali




    Il PSI trae la sua origine storica e ideologica dal Partito Socialista Italiano, nato a Genova nel 1892. Esso fondava in sé l'esperienza socialista sia di ispirazione riformista che marxista. I principali promotori della formazione del PSI furono, tra gli altri, Filippo Turati, Claudio Treves e Leonida Bissolati.
La prima scissione del PSI avviene nel Congresso di Livorno del 1921. Dopo che Lenin aveva invitato il PSI a conformarsi ai dettami dei 14 punti dell’Internazionale Socialista e ad espellere la corrente riformista di Turati, i comunisti di Bordiga e Gramsci, in minoranza, escono dal Congresso e fondano il Partito Comunista .

    Nel 1922 la corrente riformista di Turati viene espulsa dal Partito per la collaborazione data ai partiti borghesi nel risolvere la crisi di Governo del 22’, che aprirà le porte al Fascismo. Turati fonda il PSU (Partito Socialista Unitario), che nel 1930, in Francia, nel pieno dell’esilio fascista, si riunificherà con i massimalisti, guidati dal giovane Pietro Nenni. Nel 1943 rinasce a Roma il Partito Socialista di Unità Proletaria (PSIUP) che raggruppa una parte consistente di personalità influenti della sinistra italiana antifascista, come il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il nuovo segretario sarà Pietro Nenni.
    Il PSIUP durante la Resistenza partecipa attivamente al Comitato di Liberazione Nazionale e si avvicina in particolare al Partito Comunista Italiano con una politica di unità d'azione volta a modificare le istituzioni in senso socialista. Questa politica viene osteggiata dalla destra del partito guidata da Giuseppe Saragat, preoccupato che le divisioni interne alla classe operaia potessero favorire l'ascesa di movimenti di destra autoritaria, come era avvenuto nel primo dopoguerra con il fascismo.
    In occasione del referendum istituzionale del 2 giugno del 1946, il PSIUP è uno dei partiti più impegnati sul fronte repubblicano, al punto da venire identificato come "il partito della Repubblica".
Il 10 gennaio 1947 il PSIUP riprende la denominazione di Partito Socialista Italiano (PSI). Il cambio di nome avviene nel contesto della scissione della corrente socialdemocratica guidata da Giuseppe Saragat (scissione di palazzo Barberini), il quale darà vita al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI), e marcherà una profonda distanza dai comunisti (ormai definitivamente agganciati allo stalinismo sovietico). Il PSI invece, proseguirà sulla strada delle intese con il PCI, e con quest'ultimo deciderà anche di fare un fronte comune, il Fronte Democratico Popolare, in vista delle elezioni dell'aprile 1948.
    Dopo la sconfitta elettorale del 1948, la lista del Fronte Democratico Popolare non verrà più riproposta, ma il PSI resta alleato col PCI, all'opposizione, per ancora molti anni. 
Una svolta importante nella storia del PSI è costituita dal Congresso di Venezia del 1957, quando, in seguito all'invasione sovietica dell'Ungheria e alla rottura col PCI, il partito comincia a guardare favorevolmente all'alleanza con i moderati: si rafforza il nesso socialismo-democrazia e il PSI abbandona i legami con il blocco sovietico.
Nel 1963 il PSI entra definitivamente al Governo, con l'esecutivo guidato da Aldo Moro, dando avvio alla stagione del “centrosinistra”.

    Dopo lo squilibrio elettorale alle amministrative del 1972 tra PCI e PSI , la segreteria del Partito nel luglio 1976 passa da De Martino a Bettino Craxi, vicesegretario e membro di punta della piccola corrente autonomista di Pietro Nenni. Nell’agosto del 78’, viene pubblicato "Il Vangelo Socialista", con il quale si sancisce la svolta ideologica, con lo smarcamento dal marxismo, appannaggio di un percorso culturale distinto da quello del PCI e che prende le mosse da Proudhon evolvendosi col socialismo liberale di Carlo Rosselli.
    Nel 1985, dopo gli anni di partecipazione al Pentapartito, il PSI di Bettino Craxi rimuove la falce e il martello dal proprio simbolo per rimarcare la sua intenzione di costruire una sinistra alternativa e profondamente riformista guidata dal PSI e non più egemonizzata dal PCI. L'elettorato premia questa scelta: la percentuale di consensi infatti sale dal 9,8% ottenuto nel 1979 fino a toccare il picco del 14,3% nel 1987.
Con la caduta del muro di Berlino dell’89, reputando imminente una conseguente crisi del Partito Comunista Italiano, Craxi inaugura l'idea della "Unita Socialista" da costruire insieme con il fidato Psdi e nella quale coinvolgere anche ciò che nascerà dalle ceneri del PCI. Come previsto, infatti, il PCI viene sciolto e gli ex comunisti confluiranno nel più moderato e riformista PDS. I primi riscontri elettorali da parte del PSI paiono incoraggianti, poiché alle elezioni regionali del 1990 i socialisti si portano al 18% come media nazionale.
    Nel 1992 scoppia lo scandalo di Tangentopoli, che colpisce prevalentemente Bettino Craxi ma mette in crisi tutti i partiti della cosiddetta Prima Repubblica. Il partito cambia rapidamente molti segretari fino al definitivo sfaldamento in tante parti.
    Schiacciato dall'offensiva giudiziaria e da una feroce campagna giornalistica, il PSI si scioglie definitivamente con il 47° congresso il 13 novembre 1994 presso l’Auditorium del Palazzo dei Congressi di Roma. Da quel giorno ha inizio la diaspora socialista in Italia.
    Dopo anni di divisioni, nell’aprile 2007, a Fiuggi, il segretario dello Sdi Enrico Boselli, annuncia l’intenzione di dar vita al Partito socialista assieme a personalità, esponenti e simpatizzanti provenienti anche da altri partiti. 
Nel luglio 2007 con la Costituente socialista si avvia il processo che porterà il Partito socialista formato non solo dalla ricomposizione della diaspora socialista, ma anche da molte anime riformiste, laiche, democratiche della sinistra italiana che si richiama ai valori e ai principi del Partito socialista Europeo. Il comitato promotore del Partito, guidato da Enrico Boselli e Gavino Angius, è composto da: Roberto Barbieri, Franco Benaglia, Vittorio Craxi, Cinzia Dato, Mauro Del Bue, Gianni De Michelis, Rino Formica, Ada Girolamini, Franco Grillini, Ugo Intini, Pia Locatelli, Maria Rosaria Manieri, Alberto Nigra, Gianfranco Schietroma, Valdo Spini, Lanfranco Turci, Roberto Villetti, Saverio Zavettieri.
    A seguito della sconfitta elettorale del 13 e 14 aprile 2008 Enrico Boselli ha presentato le sue dimissioni dalla guida del partito ed è stato convocato congresso di fondazione.
I lavori del Primo Congresso si sono tenuti a Montecatini il 4, 5 e 6 luglio 2008.
Dopo tre giorni di dibattito il congresso del partito ha approvato un documento politico unitario e ha eletto Segretario nazionale, all'unanimità, Riccardo Nencini.

Il 7 ottobre 2009, la Direzione del partito, su proposta del Segretario Riccardo Nencini ha assunto la decisione, di adottare la denominazione Partito Socialista Italiano.
    Il secondo congresso nazionale si svolge a Perugia il 9 , 10, 11 luglio 2010. Riccardo Nencini è rietetto segretario nazionale del partito.
    Con le elezioni del 24 febbraio 2013 il Psi, componente della coalizione Italia Bene Comune, torna ad essere rappresentato in parlamento, eleggendo 4 deputati e 3 senatori.



    Manifesto dei Valori: Il manifesto dei valori

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    Avanti! | Avanti OnLine Quotidiano Socialista

    Fondazione Nenni

    mondoperaio

    Il mio stile è vecchio...come la casa di Tiziano a Pieve di Cadore...

    …bisogna uscire dall’egoismo individuale e creare una società per tutti gli italiani, e non per gli italiani più furbi, più forti o più spregiudicati. Ugo La Malfa

  2. #2
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    Il PSI guidato da Riccardo Nencini, contribuirà "con una raccolta fondi alla Festa dell'Avanti! che saranno devoluti - ha annunciato lo stesso segretario - ai comuni terremotati, come è giusto che sia". La Festa del PSI si terrà dal 15 al 17 settembre a Roma e lì i partecipanti potranno sottoscrivere una donazione straordinaria.
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    Predefinito Re: Partito Socialista Italiano - News, articoli, materiali

    Confermare e rinnovare una tradizione gloriosa

    Il 2016 sarà l’anno di svolta del nostro partito. La nuova segreteria nazionale, ha nuovi volti e tanto entusiasmo che ridarà ulteriore linfa al PSI.

    Anno di svolta per la comunità dei socialisti italiani, ma anche della coalizione di centro sinistra e del Governo Nazionale: il referendum sancirà la fine della seconda repubblica e l’inizio di una nuova fase politica per il Paese che dovrà vederci come protagonisti e reali interpreti delle istanze riformiste, rimettendo al centro il valore della coalizione dove il Premier sarà garante dell’intera coalizione e non solo il leader di un partito.

    Il Psi è il più antico partito italiano. Il nostro compito consiste nel confermare e rinnovare una tradizione gloriosa: occorrerà immaginare e approntare nuovi modelli organizzativi che sappiano proiettare nel futuro sia la storia socialista, sia le nuove istanze e i nuovi valori riformisti. La missione dell’intero gruppo dirigente sarà trasmettere con maggiore efficacia il messaggio socialista ad una platea più ampia. In questa iniziativa di rilancio dell’attività socialista è fondamentale ripensare il modello organizzativo della nostra comunità: la stagione congressuale nei territori, che si chiuderà il prossimo 30 settembre, avrà il compito di semplificare la macchina organizzativa territoriale, favorendo la diffusione dai livelli nazionali ai singoli iscritti di tutte le attività che i socialisti mettono in campo in Parlamento, nei Consigli Regionali fino ad arrivare ai livelli locali.

    Punto cardine sarà la campagna di tesseramento per il 2016, che è entrata nel vivo proprio nelle ultime settimane. L’impegno è di fare un altro passo in avanti. Dobbiamo puntare ad una crescita degli iscritti che è condizione indispensabile per una maggiore strutturazione della nostra presenza e iniziativa politica. In verità si intravvedono già confortanti segnali di crescita della nostra presenza nei territori, a seguito delle ultime amministrative, dove abbiamo registrato una presenza cospicua di compagni che sono ritornati a “vivere il partito”.

    Ovviamente la crescita del PSI necessita di un impegno e di una attenzione maggiore all’organizzazione delle nostre forze. A cominciare dal tesseramento che non va più considerato come un impegno minore o un’appendice secondaria del lavoro politico. Per questo la Segreteria ha deciso di lanciare il tesseramento 2016 per tempo, dando la possibilità ai singoli e alle federazioni provinciali di iniziare, sin da ora, una campagna che si concluderà il 31 dicembre prossimo.

    La raccolta di adesioni è strettamente legata a un’iniziativa politica esterna. “Il futuro è adesso” rappresenta per i socialisti italiani l’opportunità di una affermazione nello scenario politico nazionale, ma ancor di più, potrà rappresentare un punto di svolta nella sinistra riformista italiana al governo.

    Enzo Maraio
    Responsabile nazionale organizzazione del Psi


    Confermare e rinnovare una tradizione gloriosa | Avanti!
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    Predefinito Re: Partito Socialista Italiano - News, articoli, materiali

    Lettera aperta di fine estate ai socialisti


    Parlerò sottovoce di politica, dopo aver passato giorni nei comuni colpiti dal terremoto. E lo dico fin d’ora: siamo un partito piccolo ma abbiamo a cuore la dignità delle persone. Da sempre. I fondi che raccoglieremo durante la Festa dell’Avanti li devolveremo alle popolazioni ferite dal sisma.

    In estate, è risaputo, il dibattito politico anziché placarsi si aggroviglia. In agosto si è acceso sui limiti della ripresa economica ma sono stati referendum e legge elettorale a tenere banco. Con due costanti e una novità: il groviglio inestricabile in cui sono precipitati PD e centrodestra; l’aumento dei consensi alla modifica dell’Italicum. Facciamo il punto.

    La linea di confine è stata tracciata sul referendum costituzionale. Ma, non ho dubbi, saranno le misure economiche e la legge di stabilità a segnare la vera frontiera. Per questo motivo, sia in una nota inviata al Presidente del Consiglio che in incontri avuti con il sottosegretario Nannicini abbiamo ribadito tre punti. Li ricordo.

    1. Un PIANO CASA da 75000 alloggi di edilizia residenziale pubblica per far fronte alla pressione abitativa dovuta a lunghe liste di attesa e all’impoverimento della nostra classe media.

    2. Un INVESTIMENTO STRAORDINARIO PER STUDENTI MERITEVOLI E IN CONDIZIONE DI BISOGNO. Gli iscritti universitari, soprattutto nel Mezzogiorno, sono caduti in modo preoccupante, spesso per la fragilità economica delle famiglie da cui provengono. O mettiamo un freno a questa pena o rischiamo di perdere talento e creatività. L’Italia non può permetterselo.

    3. AUMENTO DELLE PENSIONI PIÙ BASSE (fino a 1000 Euro) da finanziare intanto con un maggior prelievo fiscale sul gioco d’azzardo (vale 100 miliardi!). Sul punto non c’è pieno accordo. Alcuni membri del governo ritengono il tema ‘pensioni’ secondario. Il PSI ritiene che non sia affatto marginale. Una ragione in più per difenderlo.

    Naturalmente le nostre priorità non escludono il resto, né il lavoro in corso per ridurre la pressione fiscale e tantomeno le politiche per incentivare occupazione.

    Una buona ed equa legge di stabilità vale più di ogni referendum.

    A proposito di referendum. Conosco cosa pensa una parte di noi. C’è chi dissente nel merito e c’è chi non ama Renzi e vorrebbe utilizzare il referendum per fini politici, in nulla differente dai massimi esponenti del fronte del NO. Bisogna sapere che le proposte avanzate nel decennio precedente da D’Alema, Berlusconi, Fini e Bossi non escludevano affatto il superamento del bicameralismo paritario e, quanto ai poteri da conferire al premier, erano di manica ben più larga. Rileggersi gli atti della Commissione Bossi, della Bicamerale e della riforma del centrodestra del 2005. E non mi soffermo sulle nostre idee al centro della Conferenza di Rimini, nel 1982. Sono troppo note per essere ricordate.

    Il partito ha fissato nel Congresso di Salerno la sua posizione: votiamo SI anche se alcuni punti li avremmo scritti in modo diverso ma superamento del bicameralismo paritario, revisione dei rapporti tra Stato e Regioni, referendum propositivo e limitazione alla decretazione d’urgenza appaiono convincenti; naturalmente non mettiamo alla berlina chi non la pensa come noi.

    Non c’è dubbio alcuno che il risultato referendario abbia conseguenze politiche. Ha sbagliato chi ne ha fatto una sorta di giudizio divino, sbaglia chi ne sottovaluta l’esito. Gli effetti? Almeno due. Probabile crisi governativa con un bel punto interrogativo per il dopo. Non lo auguro a nessuno salvo che si tifi per Grillo. Auguri. Infine, se vince il NO temo che il processo di revisione istituzionale subisca un deciso stop. Chi potrebbe avventurarsi, dopo i fallimenti negli anni passati, su questa strada? E con quale maggioranza se chi sostiene il NO è unito solo nella negazione ma ha idee profondamente diverse sul futuro della Carta? Dico senza fraintendimenti come la penso: abbiamo una buona costituzione quanto a valori e principi ispiratori della nostra comunità ma nella complessità della globalizzazione si sta con istituzioni più snelle, più stabili, più efficaci, con un CSM non partiticizzato, con città metropolitane autorevoli, con un numero minore di enti che insistono sul territorio. È questa la ragione più convincente per rilanciare il tema dell’ASSEMBLEA COSTITUENTE, l’atto con cui deve iniziare la prossima legislatura per portare a compimento il percorso delle riforme. Se Parisi convincerà il suo partito e i suoi alleati, ai voti socialisti si sommerà un bel pacchetto di mischia.

    Per parlare concretamente di modifica alla legge elettorale dovremo aspettare le decisioni della Corte, il 4 ottobre. Da gennaio giace un disegno di legge socialista perché sia la coalizione vincente a godere del premio di maggioranza. L’abbiamo scritto da soli. Le voci a sostegno erano innumerevoli ma nessuno ha firmato la modifica.

    Vedo una ragione sopra le altre per superare l’Italicum, la stessa detta dal presidente Napolitano. L’Italicum nacque nella considerazione, sbagliata, che il Paese stesse avviandosi su un cammino bipolare. Ma il sistema si è rivelato stabilmente organizzato su tre poli. Il rischio, allora: al ballottaggio non solo può andare una forza politica rappresentativa di un quarto degli elettori ma quella forza può anche fare cappotto. Avremmo la stabilità ma butteremmo a mare la rappresentanza dei cittadini. Un pessimo affare cui da un anno, proprio dal palco della Festa Avanti 2015, cerchiamo di porre rimedio. Facemmo un errore a votarla? Presentammo alcuni emendamenti, in parte accettati (parità di genere, innalzamento della soglia per godere del premio di maggioranza) in parte respinti, esprimemmo il nostro si in quanto maggioranza dopo aver lottato per cambiarne alcune parti. Oggi stiamo girando l’Italia per convincere gli italiani della bontà della nostra posizione. Ci aiuta la storia. Infatti, sono almeno tre i casi di leggi elettorali pensate dalla maggioranza per vincere e rivelatesi del tutto inattendibili: la Legge Acerbo (1923) sostenuta dalla maggioranza liberale e goduta solo dai fascisti; il Mattarellum (1993/94) promosso da Martinazzoli e Segni e goduto da Berlusconi; la riforma Calderoli (2005) che consentì a Prodi il ritorno a Palazzo Chigi l’anno dopo.

    La ripresa autunnale dovrà vederci alla testa di due campagne.

    Questa Europa non entusiasma nessuno. È arida. Germanocentrica. Consuma i suoi lavori attorno al criterio dell’unanimità. Ma soprattutto, ed è questo il nodo, si avvale di trattati obsoleti che andrebbero profondamente rivisti. Dai primissimi anni ’90 è passato un secolo. La sfida immediata sono gli Eurobond e un Ministro del Tesoro dell’Unione. E naturalmente un radicale cambiamento del Trattato di Dublino. Le migrazioni non cesseranno e lo stato di salute di troppi paesi nordafricani richiederà tempo per consentire alla cooperazione internazionale interventi decisivi a trattenere nelle loro terre i migranti. Coltivare la nostra identità, figlia di libertà e uguaglianza, non piegarsi a un buonismo peloso che spesso rinnega i nostri valori, consentire ai profughi la conoscenza della nostra lingua e della nostra cultura, inserirli anche grazie a lavori socialmente utili a vantaggio della comunità che li ospita, chiudere le porte ai clandestini sono i cardini della nostra politica.

    Ma da soli non incidiamo abbastanza. Riprendo un tema caro al congresso: a sinistra c’è posto. Non nella sinistra radicale, spazzata via dal voto grillino. C’è spazio nella formazione di una “sinistra umanitaria” che coniughi etica della responsabilità, valorizzazione dei diritti civili di terza generazione e fondazione di un welfare più equo. La sinistra dei doveri e dei diritti, insomma. Mazziniana e turatiana.

    Siamo al lavoro per questo obiettivo: con il coinvolgimento di nuove forze nella vita del partito, con i comitati referendari per il SI aperti a radicali e liberaldemocratici, con la formazione di un pacchetto di mischia più forte al Senato, con la preparazione di una ‘Rimini 2’ che, a 35 anni di distanza dalla prima, coinvolga la cultura e la politica riformista sotto lo stesso tetto.

    La Festa Nazionale dell’Avanti ( Roma 15/17 settembre ) sarà l’occasione per mettere a fuoco il disegno. Che va allargato agli apolidi – penso a sindaci di città importanti, a liste civiche democratiche, agli ‘arancioni’ – e alle associazioni. Non sarà camminata di palagio ma è un cammino che vale la pena intraprendere soprattutto ora che l’utopia socialdemocratica è ovunque in crisi.

    Un tempo era la destra il nemico, oggi lo sono ancor più i tanti populismi che si affacciano a sinistra.

    Un tempo tutto era definito con precisione: stato nazionale, abbondanza di risorse pubbliche, certezza di un lavoro fino alla pensione, stato sociale. Il mercato globale ha spazzato ogni certezza, come nel passaggio ottocentesco alla fase industriale saltarono consuetudini e sistemi secolari.

    L’agenda è cambiata con il cambiamento profondo delle società: lavoro flessibile, autostrade della conoscenza (Amazon, eBay…), mercatizzazione economica, migrazioni di massa, addirittura nuovi linguaggi.

    Ai socialisti europei non si richiede solo adattabilità riformista ma una sorta di ritorno alle origini. Dalla parte di chi ha di meno.

    Riccardo Nencini


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    FestAvanti! 2016





    Dal 15 al 17 Settembre si terrà la Festa dell'Avanti! 2016 che quest'anno si svolgerà a Roma, a Villa Osio (Viale di Porta Ardeatina 55). "La politica in testa" è il titolo della festa che vedrà protagonisti i big dei partiti, le forze produttive e sindacali del paese sui principali temi dell'agenda politica nazionale. Dalla legge di stabilità, alla legge elettorale, alle riforme non più rinviabili.
    È possibile seguire la diretta streaming dei dibattiti su www.partitosocialista.it e su www.avantionline.it e la diretta Twitter con gli hashtag #festapsi e#lapoliticaintesta sugli account @PartSocialista e @Avantionline
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    FESTA DELL’AVANTI! 2016


    La Politica in testa


    Roma, Villa Osio, Viale di Porta Ardeatina, 55



    – Il Programma –


    GIOVEDI 15 SETTEMBRE


    Ore 17.30 – Apertura Festa Nazionale dell’Avanti!


    Luciano Romanzi, Segretario Regionale PSI Lazio; Loreto Del Cimmuto, Segretario Provinciale PSI Roma; Mauro Del Bue, Direttore dell’Avanti! Online.


    Ore 18.00 – Il futuro di #CasaItalia


    Oreste Pastorelli, Tesoriere del PSI; Ettore Togneri; Presidente Regionale Cia Lazio; MarioSerpillo; Presidente Uci; Vincenzo Pepe, Presidente FareAmbiente.


    Ore 19.00 – Legge di Stabilità: equa e innovativa


    Marco Gay, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria; Tommaso Nannicini, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; Ettore Rosato, Capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati; Pia Locatelli, Capogruppo del Partito Socialista Italiano alla Camera dei Deputati.


    Modera: Roberto Petrini, Giornalista de La Repubblica.


    Ore 20.30 – La sinistra riformista – Verso un nuovo centrosinistra


    Introduce: Elisa Gambardella, Segreteria nazionale PSI.


    Lorenzo Guerini, vice Segretario nazionale del PD; Benedetto Della Vedova, Sottosegretario di Stato del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale; GianFranco Schietroma; Coordinatore politico segreteria PSI.



    VENERDI 16 SETTEMBRE


    16.00 – Ricostruzione post terremoto. Il punto dai territori (Off-Stage)


    Silvano Rometti, della Segreteria nazionale PSI, coordina l’incontro con gli amministratori dell’Umbria, del Lazio e delle Marche


    17.00 – Il secondo tempo del Governo


    Carmelo Barbagallo, Segretario generale UIL; Silvano Rometti, Segreteria nazionale PSI; Fabrizio Cicchitto, Presidente della III Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati; Carlo Vizzini, Presidente del Consiglio nazionale PSI.


    18.00 – La Politica in testa


    Riccardo Nencini; Maria Elena Boschi, Ministro per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento.


    19.30 – Referendum e Italicum: le nostre ragioni


    Mauro Del Bue, Direttore dell’Avanti! Online; Bobo Craxi, Consiglio nazionale PSI; EdoardoRaffiotta, Docente di Diritto Costituzionale dell’Università di Bologna; Alessia Morani, vice Capogruppo del PD alla Camera dei Deputati.


    21.00 – La terza generazione dei Diritti


    Introduce: Maria Cristina Pisani, Portavoce PSI.


    Enrico Buemi, Segreteria nazionale PSI; Lorenzo Cinquepalmi, Responsabile Diritti Civili PSI; Cosimo Ferri, Sottosegretario alla Giustizia.



    SABATO 17 SETTEMBRE


    Ore 12.30 – Riunione responsabili incarichi di lavoro


    Ore 13.30 – Consiglio Nazionale Psi – preparazione al Referendum


    Relazioni di Enzo Maraio, Responsabile organizzazione PSI; Vincenzo Iacovissi, Responsabile riforme istituzionali PSI.


    Ore 15.00 – Incontro gruppi di lavoro



    • Fabio Natta, Coordinatore consulta amministratori PSI, con sindaci e amministratori
    • Nino Oddo (Mezzogiorno)
    • Luigi Iorio (Lavoro)
    • Gigi Incarnato, Arcangelo Merella (Infrastrutture)
    • Massimo Carugno (Diritti del Cittadino)
    • Fausto Longo, Leonardo Scimmi, Simona Russo (Esteri)
    • Franz Caruso (Giustizia)
    • Maria Rosario Cuocolo (Pari opportunità)



    Ore 16.00 Presentazione Diari di Nenni


    Presenta: Aldo Forbice, Responsabile cultura PSI.


    Ugo Intini, Consiglio nazionale PSI; Luigi Covatta, Direttore di Mondoperaio; MariaVittoria Tomassi, coautrice dei Diari di Pietro Nenni.


    Ore. 17.00 – Un nuovo polo riformista


    Presenta: Federico Parea, Segreteria nazionale PSI.


    Maurizio Turco, Tesoriere del Partito Radicale; Massimiliano Smeriglio, vice Presidente della Regione Lazio; Daniele Fichera, Consigliere Regionale PSI Lazio.


    * Ai dibattiti saranno presenti: Marco Andreini; Giovanni Crema; Raimondo Ibba; Donato Pellegrino; Domenico Tanzarella; Livio Valvano; Maurizio Viaggi; Angelo Zubbani.


    * Il programma può subire modifiche




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    …bisogna uscire dall’egoismo individuale e creare una società per tutti gli italiani, e non per gli italiani più furbi, più forti o più spregiudicati. Ugo La Malfa

  8. #8
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    Predefinito Re: Partito Socialista Italiano - News, articoli, materiali

    Il Presidente del Consiglio Nazionale del Partito Socialista Italiano, il Sen. Carlo Vizzini, convoca il Consiglio Nazionale del Partito Socialista Italiano, eletto nel Congresso nazionale di Venezia il 01/12/2013, per la seduta di sabato 28 gennaio 2017, alle ore 12:00 presso l'Hotel Quirinale in Roma, Via Nazionale 7, per la discussione dei seguenti temi:

    -Modifiche statutarie delegate dal Congresso nazionale di Venezia

    -Convocazione del Congresso Nazionale Straordinario del Partito Socialista Italiano per i giorni 18 e 19 marzo 2017

    -Approvazione del regolamento congressuale e deliberazioni seguenti


    La seguente convocazione viene pubblicata nel sito ufficiale del Partito e di essa è data notizia ai componenti del Consiglio nazionale a mezzo telefono e/o sms. Roma, il 20 gennaio 2017Carlo Vizzini


    Lettera ufficiale di convocazione al Consiglio Nazionale del 28 Gennaio 2017
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    Predefinito Re: Partito Socialista Italiano - News, articoli, materiali

    Congresso del Psi a marzo.

    Nencini, la vocazione maggioritaria non funziona, nessun partito può guadagnarsi il premio di maggioranza da solo.
    Sì a una coalizione riformista


    I socialisti andranno a congresso a marzo. Il Consiglio Nazionale, con un solo astenuto, ha convocato il congresso nazionale mettendo fine alla querelle che si trascinava dallo scorso settembre. Una platea congressuale di circa 21.000 iscritti, 105 federazioni provinciali, 93 sindaci, parlamentari, consiglieri regionali, oltre 2000 amministratori locali. Un congresso per definire la linea politica in vista delle elezioni e per parlare agli italiani. Il segretario Riccardo Nencini, nella sua relazione, ha dichiarato che "nessun partito, da solo, può immaginare di guadagnarsi il premio di maggioranza. La vocazione maggioritaria, in Italia non funziona. Ha invece un senso costruire una coalizione riformista almeno per tre buoni motivi: scalare la soglia del 40%, non prefigurare fin da ora alleanze dopo voto con una parte dell'opposizione, ma soprattutto dimostrare agli italiani che esiste una strategia per il futuro, un'idea di Paese che porta compatta nella campagna elettorale"- ha aggiunto. "Una bella novità in un tempo di pensieri corti. Non c'è dubbio che il Mattarellum aiuterebbe, e non poco, nella costruzione di questo scenario. E infatti da lì dobbiamo ripartire. Ricordo agli ottimisti - ha proseguito- che Lega e Grillini non faranno accordi elettorali ma nessuno può escludere che trovino un compromesso in parlamento. Lo so bene: non è detto che questa sia la strada maestra per ciascuna delle forze in campo. Intendiamoci: i socialisti devono prepararsi a superare la soglia del 3% con alleanze compatibili con la loro storia e la loro identità. Quel che è certo è che in qualsiasi programma, in qualsiasi impegno che assumiamo verso i cittadini, quattro devono essere i temi al centro: redistribuzione della ricchezza, nuove forme del lavoro, nodo migranti, Europa. Sarà questo il cuore del congresso. Ed è attorno a questi temi che il socialismo europeo deve rinnovarsi per offrire risposte credibili"- ha concluso.



    Roma, 28 gennaio 2017
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    Predefinito Re: Partito Socialista Italiano - News, articoli, materiali

    DOCUMENTO PER UNA LISTA A FORTE IMPRONTA SOCIALISTA


    Presentato al Consiglio Nazionale del Psi del 28 gennaio 2017


    La sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale “Italicum”, che fa seguito a quella sul cosiddetto “Porcellum”, apre una fase nuova nella politica italiana che potrebbe condurre in tempi rapidi alle elezioni anticipate, auspicate in questa fase da tutti i maggiori partiti salvo Forza Italia, e che pertanto impone ai socialisti italiani scelte rapide e chiare.

    Il sistema elettorale che deriva dalle sentenze, di natura sostanzialmente proporzionale, conserva notevoli incongruenze, prima tra tutte il mantenimento della possibilità della nomina dei parlamentari della Camera dei Deputati da parte dei Partiti attraverso i capilista bloccati.
    Tuttavia esso consente la sopravvivenza autonoma dei Partiti piccoli e medi, senza imporre, come farebbe il sistema elettorale cosiddetto “Mattarellum”, la confluenza in Partiti più grandi.

    A questo punto si ritiene che i socialisti italiani debbano dare luogo ad una stagione nuova, impegnando tutte le proprie forze nel perseguimento dell’obiettivo della presentazione alle elezioni politiche di una lista autonoma a forte impronta socialista, aperta alle forze politiche, alle associazioni e ai singoli che intendano condividerne obiettivi e programmi.

    A questo fine si propone il seguente percorso:

    1) Insediamento nell’ambito del Consiglio Nazionale di un gruppo di lavoro composto da dieci compagni che abbia il compito di creare le condizioni per il superamento di ogni controversia giudiziaria, di esaminare lo stato del Tesseramento al fine di pervenire ad una platea congressuale condivisa, di fissare la data per la celebrazione del Congresso Nazionale da tenersi entro l’anno in relazione all’evoluzione della politica nazionale.

    2) Insediamento nell’ambito del Consiglio Nazionale di un gruppo di lavoro composto da dieci compagni che avvii da subito le attività necessarie per la costruzione di una lista elettorale a forte impronta socialista da proporre agli elettori nelle prossime elezioni politiche.
    Si ritiene che il percorso indicato sia molto più idoneo a favorire la ricomposizione unitaria della comunità socialista rispetto alla frettolosa celebrazione di un Congresso che appare più come un tentativo di regolamento di conti che come un sincero tentativo di ricomposizione dei contrasti.

    I firmatari e gli aderenti al presente documento, nel dichiararsi disponibili al percorso indicato, dichiarano comunque che faranno ogni sforzo ed attueranno ogni iniziativa, qualunque siano le decisioni del Consiglio Nazionale, per lavorare alla costruzione di una lista autonoma da presentare alle elezioni politiche e preannunciano fin d’ora la propria indisponibilità a confluire nella lista del Partito Democratico.



    Antonio Autuori, Maurizio, Balestrieri, Felice Besostri, Roberto Biscardini, Pieraldo Ciucchi, Bobo Craxi, Mino Di Chiara, Leonardo Criscuolo Gaito, Gerardo Labellarte, Maurizio Molinari, Andrea Pancaldi, Aldo Potenza, Luigi Ricca, Enrico Ricciuto, Rita Rigitano, Roberto Ramazzotti, Giuseppe Scarano, Angelo Sollazzo, Davide Valia, Raffaele Vilonna, Fernando Vertemati, Luciano Vita
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