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  1. #11
    Super Troll
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    Predefinito Re: 125 anni di democrazia diretta

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    Complimenti: fin dai tempi in cui lo studiavo al università ho sempre trovato interessante il modello politico svizzero che è indubbiamente il piu originale rispetto a qualsisi altro modello politico non solo europeo ma anche occidentale
    La scvizzera è forse il vero erede storico del antica democrazia diretta delle città stato greche alternativa a quella rappresentativa affermatasi nel settecento

  2. #12
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    Predefinito Re: 125 anni di democrazia diretta

    Citazione Originariamente Scritto da -Duca- Visualizza Messaggio
    l'export italiano e' piu che raddoppiato da quando c'e' l'euro.. siamo passati da 220 miliardi del 2001 ai circa 550 di oggi
    ****************************
    Si è diventati più dipendenti dall'estero e questo fatto mi suggerisce che il livello di vita interno non è aumentato quanto il tasso di esportazione! Certamente è diminuito e non siamo diventati( come Paese) più ricchi sia rispetto al 2001 sia rispetto alla Germania.
    GLF

  3. #13
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    Predefinito Re: 125 anni di democrazia diretta

    Citazione Originariamente Scritto da C@scista Visualizza Messaggio
    Complimenti: fin dai tempi in cui lo studiavo al università ho sempre trovato interessante il modello politico svizzero che è indubbiamente il piu originale rispetto a qualsisi altro modello politico non solo europeo ma anche occidentale
    La scvizzera è forse il vero erede storico del antica democrazia diretta delle città stato greche alternativa a quella rappresentativa affermatasi nel settecento
    ^^^^^^^^^^^^^^^^^^
    La Svizzera ha avuto il dono di una élite che ha compreso che la forza della Nazione era ed è nella Istruzione dei suoi cittadini( non dico" popolo "che ha un nuance di velato disprezzo) da cui può sorgere sia la Cultura sia la sua fortuna politica ed economica.
    GLF

  4. #14
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    Predefinito Re: 125 anni di democrazia diretta

    Anche la democrazia diretta ha il suo manuale per gli utenti
    In un paese in cui si vota più volte all’anno, il cittadino svizzero è a volte confrontato con temi complessi. Per vederci più chiaro, il governo fornisce un opuscolo che presenta gli argomenti di favorevoli e contrari. Sebbene questa forma di comunicazione non sia esente da critiche, i suoi difensori la reputano indispensabile per l’esercizio della democrazia diretta.

    Le “Spiegazioni del Consiglio federale” sono inviate al domicilio dei cittadini tre settimane prima del voto. Si tratta di una procedura normale prevista dalla legge, che si ripete prima di ogni votazione federale.
    Quest’opuscolo - tra le pubblicazioni di maggior tiratura della Svizzera - è redatto dall’Amministrazione federale. Lo scopo è di presentare ai cittadini le domande relative a un referendum o a un’iniziativa, in un linguaggio facilmente comprensibile. «Auspichiamo che tutti possano capire il tema, anche se non lo conoscono», afferma Thomas Abegglen, che è stato coordinatore dell’opuscolo alla Cancelleria federale per oltre dieci anni.

    Documento ufficiale

    Questo libretto esplicativo ha la dimensione di un foglio A4 piegato in due. La copertina è di colore rosso e ricorda un passaporto svizzero con il suo testo in caratteri bianchi e l’emblema della Confederazione nella parte inferiore. «È per indicare che si tratta di un documento ufficiale», spiega Thomas Abegglen.
    Il numero di pagine può variare a seconda del numero di oggetti in votazione. La sua forma è invece sempre la stessa. Per ogni oggetto si trova dapprima la domanda rivolta al popolo, accompagnata dalla raccomandazione di voto di governo e parlamento. Seguono l’essenziale in breve, una spiegazione più dettagliata, il testo sottoposto al voto, gli argomenti degli avversari e quelli del Consiglio federale.
    Questo formalismo si spiega con esigenze legali. «Il governo ha l’obbligo costituzionale di fornire agli elettori la sua posizione e delle spiegazioni sull’oggetto in questione», puntualizza l’ex coordinatore, che prima di lavorare alla Cancelleria federale è stato giornalista politico e corrispondente parlamentare.
    Thomas Abegglen sottolinea che le regole rigide applicate durante l’elaborazione dell’opuscolo impediscono una manipolazione delle opinioni. «L’opuscolo presenta non solo il punto di vista del governo, ma anche quello dei comitati d’iniziativa o referendari, che d’altronde sono assolutamente liberi di comunicare le loro posizioni sotto altre forme, ad esempio con manifesti e campagne in strada», aggiunge.
    Questo lavoro d’informazione avviene da decenni. Il primo opuscolo è stato pubblicato nel 1977. Oggigiorno, l’elettore non può più farne a meno. Secondo gli studi d’opinione realizzati dall’Istituto Vox, il tasso di attenzione è del 90% per i temi complessi e del 60% per i temi ampiamente discussi.

    Sforzo di neutralità

    Gli oggetti in votazione sono a volte estremamente polemici, come il divieto di costruire minareti nel 2009. Ci sono ovviamente anche temi meno sentiti, ma lo sforzo di neutralità rimane lo stesso. «Numerosi organi dell’Amministrazione federale sono implicati in questo complicato processo di realizzazione», dice Thomas Abegglen.
    Il lavoro inizia sei mesi prima della votazione. In una prima fase, dei rappresentanti del dipartimento toccato dall’oggetto sono invitati a redigere dei progetti di testo. Queste proposte sono poi discusse durante le tre riunioni a cui partecipano rappresentanti del governo, specialisti in comunicazione dei ministeri, della Cancelleria federale e pure dei servizi di traduzione.
    La sfida consiste nel rispondere in maniera chiara e succinta a tutte le domande che i cittadini potrebbero porsi in relazione al tema, indipendentemente dal loro livello di formazione o di conoscenze. «Durante queste riunioni, ci mettiamo spesso nei panni del cittadino interrogando gli specialisti e tentando di trovare un linguaggio che sia il più chiaro possibile», spiega Thomas Abegglen.
    Una grande attenzione è rivolta anche all’esattezza delle informazioni che saranno pubblicate. «Tutto, compresi i grafici e le cifre, deve essere verificato e confermato», osserva l’ex coordinatore della Cancelleria federale. La versione finale è consegnata direttamente al ministero responsabile, il quale può esigere delle modifiche nella formulazione del testo. La versione definitiva è in seguito approvata dall’insieme del Consiglio federale.

    Costo per unità poco elevato

    Dopo l’approvazione, i testi sono inviati in stampa. Secondo i dati ufficiali della Cancelleria federale, il costo di produzione di 5,4 milioni di opuscoli è di 507'000 franchi, ciò che corrisponde a 9,4 centesimi per copia.
    In merito al costo ambientale - carta, trasporto e riciclaggio - e alla possibilità di rinunciare alla stampa dell’opuscolo, Thomas Abegglen adduce ancora una volta spiegazioni di natura legale. «Non è motivo di discussione siccome l’opuscolo è già proposto in forma elettronica. Detto questo, la legge ci obbliga a offrire questo strumento a ogni cittadino, anche a quelli che non possiedono un computer a casa o che non vogliono farsi le proprie opinioni politiche davanti a uno schermo», afferma.
    Le persone con disabilità fisiche hanno pure loro accesso all’informazione. La versione elettronica dell’opuscolo è disponibile in una forma adattata. Inoltre, delle iniziative private offrono del materiale informativo aggiuntivo basato sul contenuto dell’opuscolo. «Gli opuscoli sono letti al microfono e registrati per essere in seguito distribuiti ai ciechi. Ci sono anche dei testi pubblicati a caratteri grandi, ciò che facilita la lettura», indica Thomas Abegglen.
    Nell’era di Internet, le autorità discutono di come modernizzare il linguaggio dei libretti esplicativi. Si scontrano però con barriere legali. «Ci sono discussioni in questo senso, ma la legge non ci dà molto margine di manovra: prevede la pubblicazione di queste raccomandazioni in una forma ben precisa», rammenta l’ex coordinatore. Thomas Abegglen non esclude però il ricorso alla tecnologia sul sito dell’opuscolo. «Abbiamo già iniziato a includere dei filmati, dei grafici semplici o dei testi addizionali per dei pubblici specifici come i giovani».

    Ci sono comunque degli errori

    Il grande sforzo per informare non è però privo di errori. Nel 2011, i giudici del Tribunale federale - la più alta istanza giuridica della Svizzera - hanno criticato l’opuscolo della votazione sulla riforma fiscale delle aziende, giudicandolo «incompleto» ed «errato». Nel 2013, l’opuscolo ha attribuito alle ditte farmaceutiche una posizione che non avevano avuto nel dibattito sulla revisione della Legge sulle epidemie. E nel 2014, il testo dell’iniziativa “Ecopop”, che mirava a limitare l’immigrazione in Svizzera, è stato tradotto male in francese.
    In casi come questi, la Cancelleria federale corregge immediatamente i testi, anche se non è più possibile ristampare i libretti. «In questi casi, pubblichiamo un comunicato e procediamo alle correzioni nella versione online», puntualizza Thomas Abegglen.
    In merito alla critica sugli influssi esterni durante la redazione dei testi, l’ex coordinatore respinge ogni accusa. «Sappiamo che alcuni comitati hanno ingaggiato delle società di relazioni pubbliche, ma escludo qualsiasi influenza esterna per tutto ciò che è di nostra responsabilità», afferma Thomas Abegglen, per il quale l’opuscolo è una pubblicazione unica nel suo genere. «Non conosco nessun esempio nel mondo di un lavoro simile per informare l’elettore».
    Anche la democrazia diretta ha il suo manuale per gli utenti - SWI swissinfo.ch

  5. #15
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    Predefinito Re: 125 anni di democrazia diretta

    "Il mezzo migliore per contenere il malessere delle democrazie"
    L'iniziativa popolare è essenziale per la democrazia, perché consente la sua espressione, sostiene Olivier Meuwly, giurista e storico, secondo il quale, ciò permette d'incanalare pulsioni che le sarebbero invece fatali.

    Le democrazie rappresentative attraversano un periodo difficile. Crisi di fiducia, crisi di autorità, ma anche crisi dello Stato liberale assistenziale come fu delineato nell'immediato dopoguerra. Scaturito dalla vera e propria rivoluzione culturale che ha attraversato le democrazie occidentali dagli anni 1970, l'individualismo ha prosperato sulle rovine di una vita politica i cui vecchi supporti, partiti, sindacati e associazioni di tutti i tipi mutavano inesorabilmente. L'esplosione dell'era digitale alla fine del millennio ha completato il lavoro di decomposizione, richiamando disperatamente l'emergenza di nuovi punti di riferimento.
    L'Europa, nella sua espressione economico-politica, ha seguito la stessa spirale negativa. Sull'orlo dell'implosione, assiste impotente al malessere profondo che ha invaso le sue istituzioni e quelle dei suoi Stati membri.
    Ovunque si canta la stessa musica, sostenuta dal concerto tecnologico che accorda a tutti il diritto di parola, giudicato, a torto o a ragione, confiscato da élite che avrebbero fallito: si deve restituire il potere al popolo, la democrazia può essere solo "diretta" e "partecipativa".
    Se si ammette che ogni individuo ha un voto il giorno delle elezioni, ha ormai un'opinione e deve contare.
    Orbene, la Svizzera possiede questi strumenti di democrazia diretta. Eppure anche in questo caso, le critiche si accumulano, benché su un altro tono: anche la nostra democrazia semidiretta non contribuirebbe forse ad alimentare lo smarrimento della popolazione, elettrizzando sue passioni più malsane?

    Una struttura equilibrata

    Al solito nel nostro paese, nel campo della democrazia diretta, sono i cantoni che fungono da pionieri, inventando dal 1830 il diritto di veto, poi dal 1845, il referendum legislativo e l'iniziativa. Quest'ultima permette la revisione parziale della Costituzione.
    La Costituzione federale del 1848 appare prudente. Certo, sancisce del diritto di iniziativa, ma la procedura è complessa e può soltanto portare ad una revisione totale. Le cose cambiano nel 1874. La Svizzera è alla ricerca di un nuovo equilibrio: che peso dare ai cantoni? Che forza attribuire al popolo svizzero nel suo insieme? Si raggiunge un compromesso: si aumentano i poteri della Berna federale e si rafforzano quelli del popolo. Il referendum legislativo è adottato.
    Il sistema è completato nel 1891 con l'iniziativa popolare. I partiti di minoranza – i conservatori cattolici, poi i socialisti – ne approfittano per esercitare un forte influsso sullo sviluppo del paese, al di là delle competizioni elettorali. Se il parlamento mantiene la capacità di sintetizzare le idee che sorgono da ogni dove, il popolo, in ultima analisi, decide e ordina. L'idea del consenso a livello governativo deriva in modo naturale dal libero gioco dei diritti popolari. Il dialogo è necessario, per evitare la paralisi. Le elezioni con il sistema proporzionale, dal 1919, coroneranno la nostra struttura democratica.

    Perfettibile, ma pur sempre il sistema migliore

    Questo equilibrio non sarebbe più pertinente? Non dubitiamone. Tra le due guerre, periodo propizio a tutti gli eccessi, obbligherà le forze a collaborare, mantenendo il carro svizzero sui binari di una moderazione inusuale a quell'epoca. In quegli ultimi anni sono certamente nate iniziative infelici. Ma questo fenomeno ne condanna il principio? È facile stigmatizzare l'iniziativa come fattore di "populismo", termine purtroppo così impreciso. Ma è l'unica causa?
    L'iniziativa resta in realtà il mezzo migliore per contenere il malessere di cui soffrono tutte le democrazie. Proprio perché essa consente l'espressione della democrazia, incanalando un risentimento che, esso sì, sarebbe mortale.
    Mentre l'Europa attende la speranza di una democrazia partecipativa, la Svizzera l'ha già, ed è migliore. Perché la sua è disciplinata da procedure efficaci, anche se perfettibili. Non è sempre comoda, ma la sua assenza sarebbe, indubbiamente, la leva di una presa di distanza fatale tra governo e governati.
    "Il mezzo migliore per contenere il malessere delle democrazie" - SWI swissinfo.ch

  6. #16
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    Predefinito Re: 125 anni di democrazia diretta

    Citazione Originariamente Scritto da dDuck Visualizza Messaggio
    Si ma ci vuole anche un popolo colto.
    E come lo stabilisci se il popolo è colto o no? Solo se vota come piace a te?

    Dai, non è pensabile. Sarei curioso poi di capire su che basi stabilisci che la Svizzera ha un popolo "colto" e come si definisce esattamente, in quali ambiti, e come si verifica la cosa.

  7. #17
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    Predefinito Re: 125 anni di democrazia diretta

    Prima di rilasciare un certificato di voto, sarebbe utile un esame "civico", non dico un esame del QI, ma un esame che "dimostri" che l' elettore ha come iminimo un minimo intendimento di come funziona la societa' nelal quale vive e su cosa vota.

    Esempio, poco prima della chiusura dei seggi.. in GB.. la icerca maggiore su Google... era.... "Wha is the EU? "....

    ..But if you judge a country's interests only by prevalent Google searches, it was after the polls closed when British voters started to think seriously about the implications of their choice...
    According to data from Google Trends, the searches for "what is the eu" and "what is brexit" started climbing across Britain late into the night. The polls closed at 10 p.m. local time.


    After Brexit Vote, Britain Googles 'What Is The EU?' : All Tech Considered : NPR
    Globalizzazione..... si grazie.

  8. #18
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    Predefinito Re: 125 anni di democrazia diretta

    Citazione Originariamente Scritto da Armonica Visualizza Messaggio
    E come lo stabilisci se il popolo è colto o no? Solo se vota come piace a te?

    Dai, non è pensabile. Sarei curioso poi di capire su che basi stabilisci che la Svizzera ha un popolo "colto" e come si definisce esattamente, in quali ambiti, e come si verifica la cosa.
    Da tante cose, un popolo colto non crede alle cazzate marxiste, fasciste, integraliste religiose, socialiste, razziste, ecologiste, e keynesiane.


    ma chi è quel mona ....


  9. #19
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    Predefinito Re: 125 anni di democrazia diretta

    Citazione Originariamente Scritto da Amati75 Visualizza Messaggio
    Prima di rilasciare un certificato di voto, sarebbe utile un esame "civico", non dico un esame del QI, ma un esame che "dimostri" che l' elettore ha come iminimo un minimo intendimento di come funziona la societa' nelal quale vive e su cosa vota.

    Esempio, poco prima della chiusura dei seggi.. in GB.. la icerca maggiore su Google... era.... "Wha is the EU? "....

    ..But if you judge a country's interests only by prevalent Google searches, it was after the polls closed when British voters started to think seriously about the implications of their choice...
    According to data from Google Trends, the searches for "what is the eu" and "what is brexit" started climbing across Britain late into the night. The polls closed at 10 p.m. local time.

    After Brexit Vote, Britain Googles 'What Is The EU?' : All Tech Considered : NPR
    Mah, il certificato di voto lo si rilascia al compimento dei 18 anni, non è qualcosa che bisogna richiedere o per cui bisogna passare un esame. Almeno qui, intendo, altrove non lo so.
    Sui trend di Google, sarebbe interessante sapere come distinguono se la ricerca è stata fatta da un adulto o dal suo figlio dodicenne, ad esempio.
    Citazione Originariamente Scritto da dDuck Visualizza Messaggio
    Da tante cose, un popolo colto non crede alle cazzate marxiste, fasciste, integraliste religiose, socialiste, razziste, ecologiste, e keynesiane.
    Quelli evidenziati sono epiteti che prima o dopo l'elettorato svizzero si è sentito rivolgere contro.

  10. #20
    Viva la piadina!!!
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    Predefinito Re: 125 anni di democrazia diretta

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    Mah, il certificato di voto lo si rilascia al compimento dei 18 anni, non è qualcosa che bisogna richiedere o per cui bisogna passare un esame. Almeno qui, intendo, altrove non lo so.
    Sui trend di Google, sarebbe interessante sapere come distinguono se la ricerca è stata fatta da un adulto o dal suo figlio dodicenne, ad esempio.

    Quelli evidenziati sono epiteti che prima o dopo l'elettorato svizzero si è sentito rivolgere contro.

    Da nessuna parte, penso, sia richiesto un "Esame", basta compiere l'eta' legale e si puo' votare, ma non sarebbe male farlo fare un tal si fatto esame.

    Si fa un esame prima della patente di guida, si deve fare une same per ottenere una licenza, ma nesssun esame per poter votare, ogni singolo voto ha la potenzialita' di avere un effetto sulla vita di milioni di persone.
    Globalizzazione..... si grazie.

 

 
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