Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.
"Sono contro tutti i sistemi, il più accettabile è quello di non averne nessuno"
Tristan Tzara
Je m'exalte, je degresse encore... Je vous ai reperdu mon histoire... Non! Non!
(L.F. Céline, Maudits soupirs pour une autre fois)
La prospettiva è potenzialmente realizzabile. Non credo debba essere visto come un qualcosa che vada oltre il dominio dell'umana comprensione. Fermarsi a dei radicalismi ideologici credo risulti essere poco profittevole
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Novus Ordo Seclorum
in termini storico-filosofici sai spiegarti perche' di fronte ad ogni grande crisi economica e sociale ritorna la tentazione, io non direi alla chiusura, ma alla riscoperta del vincolo comunitario e localizzato?
forse perche', fondamentalmente, il capitalismo da secoli insegue il sogno utopico di cambiare la natura umana (in un certo grado anche i comunismi) asservendola a delle logiche che sono puramente economiciste (quindi anche i fenomeni multiformi che ho appena citato, non rispondono, in realtà, al desiderio di un mondo più aperto e uguale, ma solo di ulteriore sfruttamente di chi da sempre è ultimo fra gli ultimi...e cosa c'è di meglio che non creare terreno fertile x guerre fra poveri?)
"Sono contro tutti i sistemi, il più accettabile è quello di non averne nessuno"
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La crisi secondo Einstein
“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”.
(da Il mondo come io lo vedo di Albert Eistein)
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Novus Ordo Seclorum
Tanto per far capire che la crisi è un momento di decisione, di scelte, di capacità strategiche.
Dall'incapacità ci saranno solo rafforzamenti di logiche comunitarie e nulla più.
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Novus Ordo Seclorum
Sì, vabbè...le stesse cose le dice pure Brunetta, ci ha pure scritto un libro...
Nella crisi conta quanto hai il culo parato, allora ti puoi permettere di dire e scrivere tutto quello che ti passa per la testa.
"L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
"Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
"O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch
Vero, la mente è uguale a quella di Einstein in effetti
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Novus Ordo Seclorum
Discussione molto interessante ma che va spesso a finire nella filosofia di cui confesso, ahimè, sono abbastanza alieno; gli interventi di Varg non sono in se sbagliati, la realizzazione dell'Idea, un mondo nuovo senza guerre e senza ingiustizia, un mondo, appunto, ideale è il sogno di tutti, almeno di quasi tutti, diciamo di parte dell'umanità, il problema è che la realtà a volte ci costringe a fare i conti con una situazione che va proprio nella direzione contraria a quello che noi idealizziamo e con questa situazione dobbiamo fare i conti. La situazione in cui ci troviamo a vivere mi, ci porta a fare delle considerazioni che almeno allo stato attuale ci fanno mettere da parte il mondo ideale che sogniamo e a cui aspiriam; vedi Varg non si tratta di non accettare le sfide derivanti dalla crisi e nemmeno della volontà di erigere muri, si tratta, nel caso immigratorio (perché di questo stiamo parlando), di essere realisti e cioè chiedersi se sia possibile accogliere milioni di persone con gli inevitabili contraccolpi sociali e culturali che rischiano di essere devastanti. Questo forum ma anche parte, seppur minoritaria, di quella che chiamiamo convenzionalmente sinistra si sta interrogando sulla questione e la riscoperta del nazionalismo o sovranismo o patriottismo da parte di questa sinistra sta ad indicare non un arretramento o un arroccamento parafascista, ma la riscoperta, secondo me corretta, di alcuni valori che la sinistra ha avuto ed ha nel suo DNA. L'idea di nazione è una idea di sinistra (passatemi ancora questo termine), l'idea di patria è una idea di sinistra, nazione e patria sono le parole d'ordine, con giustizia, anti imperialismo e lavoro, dei nuovi e vecchi socialismi latino americani. Nazione, patria, giustizia, anti imperialismo e lavoro contrapposti al capitalismo mondializzato questo secondo me devono essere le parole d'ordine dei socialisti del XXI° secolo.
Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)
Noi abbiamo colonizzato l'Africa, abbiamo creato subbuglio, l'Africa viene in Europa, fa lavori scrausi e sottopagati che prima facevamo noi lamentandocene, adesso noi vediamo gli immigrati fare quei lavori, ce ne schifiamo e non li vogliamo più fare... non li vogliamo più fare perchè vediamo loro in quelle condizioni, ma prima, quando loro non c'erano, li facevamo.