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    Predefinito "Non conta chi vota, ma chi conta i voti." Y. Dzugasvili detto Stalin

    Giallo sulle elezioni austriache: ​"In un comune affluenza al 146%"

    Sul sito del ministero il conteggio dei voti supera quello dei votanti. In molti, dopo la vittoria del candidato dei Verdi, hanno avanzato l'ipotesi di brogli elettorali

    Giuseppe De Lorenzo - Mar, 24/05/2016


    Non sono pochi gli elettori austriaci a gridare allo scandalo per "brogli elettorali" alle ultime presidenziali.




    I fan di Norbert Hofer, il candidato di destra risultato sconfitto per colpa dei voti per corrispondenza, pensano che qualcosa sia andato storto. Numeri "anomali" nel conteggio che ha incoronato l'ecologista Alexander Van der Bellen presidente d'Austria.
    I focolai di protesta sono stati incoraggiati da una notizia pubblicata dal quotidiano austriacoheute.at sulla versione online, poi ripresa anche nell'edizione cartacea odierna. Un articolo nel quale viene evidenziato un dato "irregolare" riferito agli scrituni che ieri hanno consegnato la vittoria ai Verdi. Nel collegio "Waidhofen an der Ybbs", infatti, l'affluenza al voto è stata del 146,9%. Più i votanti degli aventi diritto: 13.262 quelli che si sarebbero recati alle urne contro i soli 9.026 che avrebbero potuto partecipare alla consultazione elettorale. Il risultato nel collegio è stato tutto in favore di Van der Bellen, che ha collezionato il 52,7% (6.621 voti) contro il 47,3% del candidato di destra, Hofer (5.938 voti).
    Quasi sicuramente si tratta di un errore del sistema di conteggio. O probabilmente qualcuno ha sbagliato a inserire i dati. Intanto il ministero dell'Interno austriaco ha "bloccato la pubblicazione dei risultati elettorali fino al primo giugno", percisando che anche qualora cambiasse il conteggio sul distretto, il responso non intacchrebbe la vittoria finale di Van der Bellen.
    Ma non è l'unico caso. A casa del FPO, il partito di Hofer, si fa notare che le schede provenienti via posta dall'estero siano miracolosamente aumentate di 20mila schede in poche ore. All'inizio la commissione elettorale disse che ne sarebbero arrivate appena 740mila. Poi miracolosamente sono diventate 760mila. Tutte valide, quando ci si attendeva di doverne annullare per vari motivi almeno 40mila.
    Lo scarto così basso (appena 31mila voti) tra i pretendenti al trono della presidenza dell'Austria ha alimentato così molti sospetti. Sono tantissimi gli elettori di Hofer che invitano il loro leader a fare ricorso contro il risultato finale uscito dalle urne. Che però il candidato della destra non ha raccolto, riconoscendo per il momento la sconfitta.

    Giallo sulle elezioni austriache: ?"In un comune affluenza al 146%" - IlGiornale.it


    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  2. #2
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    Predefinito Re: Non conta chi vota, ma chi conta i voti. Y. Dzigasvili detto Stalin

    Austria, si allarga lo scandalo brogli al ballottaggio: nella città di Linz affluenza del 598%

    Inserito in Esteri // 0 Commenti





    Sempre più insistenti le accuse di brogli, per le elezioni presidenziali austriache, lo confermano i media austriaci qui e qui. Il segretario del Partito della Libertà austriaco, Herbert Kickl aveva accusato: “Complici del sistema politico attuale potrebbe potenzialmente usare la possibilità di modificare il risultato a favore del rappresentante del sistema, Alexander Van der Bellen”.
    Sulla sua pagina Facebook, il leader del Partito della Libertà, Heinz-Christian Strache, ha evidenziato le ‘incoerenze’ a Linz e Waidhofen. Della seconda abbiamo parlato.

    Anche se ci sono stati solo 9.000 persone registrate a votare nella piccola comunità rurale di Waidhofen, in Bassa Austria, quelli la partecipazione al voto è stata di 13.000 votanti: miracolo!
    Ma ancora più clamoroso è il caso della città di Linz, dove si è verificato un incredibile 598 per cento di affluenza alle urne, nel caso di voto ‘per conto terzi’: si tratta di persone malate che danno la procura ad altre per votare al posto loro. Invece dei 3.580 votanti registrati, ne sono stati contati 21.060!
    Il Sistema ha già perso. Ormai è marcio. Ovunque in Europa: dobbiamo solo abbatterlo. E riprenderci quello che è nostro: che è sempre stato nostro. E ributtare in mare lo schifo che hanno raccattato in questi ultimi anni. Avanti!
    Fonte
    Fonte austriaca


    Austria, si allarga lo scandalo brogli al ballottaggio: nella città di Linz affluenza del 598% | Riscatto Nazionale
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  3. #3
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    Predefinito Re: Non conta chi vota, ma chi conta i voti. Y. Dzigasvili detto Stalin

    Austria, accuse di brogli alle Presidenziali

    Austria, elezioni: accuse di brogli. Affluenza alle urne del 149% in un comune


    Austria, accuse di brogli alle Presidenziali. Affluenza alle urne del 149% in una città

    Tensione alle stelle in Austria dopo le Presidenziali di domenica scorsa. Il voto ha portato il paese a una netta spaccatura tra la destra, che sosteneva Hofer, e le forze della Sinistra che unite hanno appoggiato il nuovo residente Van der Bellen.
    Lo sconfitto ai suoi elettori, ha detto: ”Cari amici, vi ringrazio per il vostro grande sostegno. Naturalmente oggi sono triste. Avrei volentieri servito come cancelliere federale il nostro magnifico Paese. Vi rimarrò fedele e continuerò il mio impegno per un futuro positivo dell’Austria. Per favore non scoraggiatevi, l’impegno per questa campagna elettorale non è perso, ma è un investimento per il futuro. Vostro Norbert Hofer”.
    Di tutt’altri toni il leader del Fpoe Strache che per tutta la mattinata di martedì ha denunciato su Facebook brogli elettorali. “Il responsabile del dipartimento elettorale ha dichiarato di aver contato 700.000 voti postali validi, ma attualmente ne risultano 766.000!”
    Una frase pesante che si aggiunge alle dure accuse lanciate da Strache nei confronti della ORF, principale canale televisivo austriaco, da lui accusato di non fornire quegli stessi risultati che nelle stesse ore venivano pubblicati sul sito dell’ufficio elettorale austriaco.
    Una delle accuse lanciate da Strache riguarda anche un’anomala affluenza al voto pari al 149%. Il paese in questione sarebbe quello di Waidhofen/Ybbs. La notizia è stata però smentita dal ministro dell’Interno che ha subito replicato spiegando che si è trattato di un banale errore di inserimento dei dati.
    Lo stesso Strache nel corso del pomeriggio ha cancellato le sue dichiarazioni da Facebook affermando che lo ha fatto per evitare possibili reazioni popolari e cercando quindi di riportare l’infuocato clima austriaco alla normalità. Arrivato a sfiorare la più alta carica dello stato, il Fpoe si prepara alle elezioni generale del 2018 forte di un exploit senza precedenti, alimentato dalle preoccupazioni degli austriaci per la crisi dei migranti. In queste ore al Brennero è stata avviata un’operazione allo scopo di contenere l’arrivo di immigrati dall’Italia. Una mossa nata anche allo scopo di bloccare un continuo esodo di voti a favore degli uomini di Strache che, sebbene amareggiati dalla sconfitta, si sono mostrati temibili avversari per gli altri partiti presenti in Austria.

    Austria, accuse di brogli alle Presidenziali. Affluenza alle urne del 149% in una città - Affaritaliani.it


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  4. #4
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    Predefinito Re: "Non conta chi vota, ma chi conta i voti." Y. Dzugasvili detto Stalin

    Cose già scritte su altri articoli riportati.
    La domanda rimane: perchè Hofer ha accettato la sconfitta, riconoscendola, senza battere ciglio su una cosa così evidente?
    Cosa c'è dietro?
    Cosa ci aspetta?
    Come ben illustrava già l'articolo riportato al n. 1800 di Europa:
    http://www.rischiocalcolato.it/2016/...i-aspetta.html

    Posso permettermi un merito?
    Io l'ho denunciato e scritto PRIMA che uscissero i dati.
    Come al solito mi piace vincere facile.
    Era talmente evidente...
    Ora tutti i media e i politicanti europoidi sono felici.
    Non poteva che finire così.
    Come il Quebec, come la Scozia, come la nostra monarchia e via via tutte le nostre elezioni.
    Vince sempre, un po' per lavaggi dei cervelli prima, ma soprattutto per i brogli dopo, chi vogliono che vinca.

    LA DEMOKRAZIA SI BASA SUI BROGLI ELETTORALI

    Parole e musica del grandissimo e lungimirante maestro padano noto qui sopra come Jotsecondo.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  5. #5
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    Predefinito Re: "Non conta chi vota, ma chi conta i voti." Y. Dzugasvili detto Stalin

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Cose già scritte su altri articoli riportati.
    La domanda rimane: perchè Hofer ha accettato la sconfitta, riconoscendola, senza battere ciglio su una cosa così evidente?
    Cosa c'è dietro?
    Cosa ci aspetta?
    Come ben illustrava già l'articolo riportato al n. 1800 di Europa:
    Al Brennero si chiude e al voto hanno vinto i brogli ma il problema vero è un altro: cosa ci aspetta? - Rischio Calcolato | Rischio Calcolato

    Posso permettermi un merito?
    Io l'ho denunciato e scritto PRIMA che uscissero i dati.
    Come al solito mi piace vincere facile.
    Era talmente evidente...
    Ora tutti i media e i politicanti europoidi sono felici.
    Non poteva che finire così.
    Come il Quebec, come la Scozia, come la nostra monarchia e via via tutte le nostre elezioni.
    Vince sempre, un po' per lavaggi dei cervelli prima, ma soprattutto per i brogli dopo, chi vogliono che vinca.

    LA DEMOKRAZIA SI BASA SUI BROGLI ELETTORALI

    Parole e musica del grandissimo e lungimirante maestro padano noto qui sopra come Jotsecondo.
    La democrazia è un inganno.
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  6. #6
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    Predefinito Re: "Non conta chi vota, ma chi conta i voti." Y. Dzugasvili detto Stalin

    Al Brennero si chiude e al voto hanno vinto i brogli ma il problema vero è un altro: cosa ci aspetta?

    Di Mauro Bottarelli , il 24 maggio 2016 76 Comment




    Abbiamo rischiato di svegliarci e trovare il filo spinato al Brennero, invece è tutto a posto. Con l’elezione di Alexander Van der Bellen a presidente austriaco i timori sono svaniti e infatti ieri mattina non solo al valico sono arrivati i già annunciati poliziotti extra per rafforzare i controlli ma gli operai hanno anche ricominciato i lavori per la pensilina che fungerà da gabbiotto (quello che i ghostbusters del pericolo neofascista chiamano muro), alla faccia delle promesse del ministro degli Interni, Wolfgang Sebotka ad Angelino Alfano. Il primo contingente di rinforzo della polizia austriaca, una quarantina di agenti in tutto, è infatti arrivato in mattinata ma già entro domani il numero raddoppierà e diverrà un presidio fisso di controllo.



    Le autorità austriache hanno dislocato agenti di polizia vicino al casello di Schönberg, dove gli automobilisti che viaggiano sull’autostrada devono pagare il pedaggio, mentre altri agenti sono dislocati sulla strada statale da Gries am Brenner (prima località dopo il confine italo-austriaco) a Innsbruck per controllare i veicoli in transito. E come anticipato, con l’arrivo del primo contingente di rinforzo sono stati anche accelerati i lavori per la costruzione dei gabbiotti di controllo sull’autostrada al valico di frontiera, mentre nell’area di servizio autostradale Rosenberger, a 200 metri dalla frontiera italiana, stanno intanto procedendo i lavori per l’allestimento del “management di confine”: gli operai stanno posando travi in ferro sulle quali dovrebbe poggiare la copertura della struttura. Tutte scelte fatte da un governo di coalizione tra Socialdemocratici e Popolari non dall’FPO, contro cui il neo-presidente non ha detto una sola parola nemmeno in campagna elettorale.



    Ora, ciò che dovevo dire riguardo al senso politico di questo voto l’ho già detto due giorni fa. Però due paroline sui brogli ci stanno proprio bene. Sì avete letto giusto, brogli. In Austria ne parlano apertamente molti giornali, a partire dalla testimonianza di questo simpaticone



    che di nome fa Wilhelm Heissenberger ed è sindaco di Unterrabnitz-Schwendgraben, comune austriaco di 634 abitanti, il quale ha ammesso candidamente di aver falsificato 12 schede elettorali. E che dire di Linz, dove la commissione elettorale ha comunicato una partecipazione al voto superiore al 500%, anomalia presente purtroppo anche in altre circoscrizioni. Ce lo mostra questo grafico,



    dal quale si desume che a Waidhofen, comune con 11.500 abitanti nella Bassa Austria, l’entusiasmo fosse tale da aver raggiunto il 146%. Cose che succedono, d’altronde. E che dire del direttore della Commissione elettorale austriaca, il quale domenica sera ha dichiarato in televisione come fossero state consegnate 740mila schede elettorali per corrispondenza, ricordando come normalmente circa 700mila di queste vengano utilizzate o compilate correttamente. Sapete quante erano le schede lunedì mattina? Più di 760mila. Altro strano fenomeno di molitiplicazione, succede. Ci sono poi le anomalie. Devo premettere che, come moltissimi, ho imputato – sbagliando – al voto estero la vittoria di Van der Bellen, perché come tutti per voto postale io intendo quello dei cittadini espatriati aventi diritto. E’ così anche in Austria, di fondo ma con gli anni la percentuale di chi davvero risiede fuori dal Paese pare sia scesa a circa il 10% del totale, il resto è rappresentato da gente che ha scelto la formula della posta invece della camminata fino al seggio. Ci sta, forse la proporzione è un po’ altina ma ci sta. Come appare plausibile che negli ospizi e in altre strutture socio-sanitarie e di assistenza, il candidato verde abbia ottenuto un plebiscito bulgaro.



    Ma al di là dei casi particolari, c’è da dire che anche a livello centrale qualche dubbio salta fuori. In molti non ci hanno fatto caso ma ieri pomeriggio, il ministro dell’Interno, Wolfgang Sobotka, ha compiuto una gaffe clamorosa. Presentatosi con oltre mezz’ora di ritardo sulle attese all’appuntamento per la proclamazione del vincitore con i dati ufficiali, si è limitato a fornire numeri di preferenze con fare decisamente imbarazzato e ha chiuso il suo intervento con la frase “la comunicazione dell’esito avverrà mercoledì”. Immediatamente viene da pensare che ci fosse necessità di un riconteggio, visto che al secondo turno erano emersi qualcosa 145.222 voti nulli. E invece no, pochi istanti e viene comunicato che il vincitore è Alexander Van der Bellen con un scarto di circa 31mila voti, pari al 50,3% delle preferenze. Strano. Come è strano il fatto che a fronte del 90% delle municipalità austriache che avevano scelto Hofer, la stragrande maggioranza del voto postale espresso nelle medesime vedesse vincente il candidato verde. Mah. forse chi si oppone all’FPO sa che sono dei pericolosi nazisti e preferisce votare per posta, temendo di essere ucciso al seggio o lungo il tragitto. Queste due grafiche




    rappresentano il sostegno a Hofer e Van Der Bellen nella municipalità di Vienna al primo e al secondo turno: doping postale? Chissà. C’è da dire che attorno all’ora di pranzo il fibrillo era parecchio. Questa grafica



    è del sito del ministero dell’Interno austriaco e alle 13 vedeva questa situazione: Hofer al 56%. Attorno alle 15, invece, accadeva un po’ di tutto e in quasi contemporanea. Il ministero dell’Interno rivedeva le sue proiezioni come ci mostra questa grafica,



    ridimensionando il distacco tra i due contendenti ma un sito ufficiale dell’Ue, proprio citando fonti del ministero dell’Interno austriaco, dichiarava quanto segue.


    Per non farci mancare nulla, alle 14.47 accadeva questo,


    ovvero sempre il ministero dell’Interno di Vienna metteva a tacere il sito della municipalità di Salisburgo che si permetteva addirittura di aggiornare i dati in maniera pubblica. Perché questa necessità di silenziare i dati? Forse perché alle 14.03, ovvero un’ora dopo che la proiezione del ministero dell’Interno dava Hofer al 56%, erano già state scrutinate 444.716 schede inviate per posta, quindi oltre la metà e il risultato parziale era il seguente: Hofer 39,6% e Van der Bellen 60,4%. Guarda caso, tutti gli analisti avevano calcolato sui giornali di domenica mattina che per poter sperare di vincere, il candidato verde doveva superare quota 60%. Insomma, un plebiscito postale.
    Direte voi, è stato Hofer stesso ad ammettere la sconfitta, addirittura prima della farsesca comunicazione dei dati ufficiali da parte di Sobotka, quindi nessun complotto. Infatti, non c’è un complotto ma un voto farsa fin dall’inizio, pilotato per far spaventare e avere un fantasma da sventolare per due settimane tra un turno e l’altro. Perché, altrimenti, una sola è l’alternativa: qualcuno o qualcosa ha fatto sapere alla dirigenza dell’FPO di non azzardarsi a chiedere il riconteggio, che le cose andavano bene così e che tanto con un presidente neo-eletto e un governo non stabilissimo, le legislative non tarderanno ad arrivare e allora si potrà fare sul serio. Ora no. Prima del Brexit, no.



    E’ accaduto questo? Perché pur accettando che il carattere austriaco non sia fumantino, non riesco a concepire l’atteggiamento di totale remissione messo in campo da Hofer di fronte alle palesi incongruenze presenti nel voto. Era a tanto così, a un millimetro dalla presidenza della Repubblica per l’FPO e non chiede di ricontare anche i voti di un singolo paesino? Temo sia una pantomima ma questo non mi fa certo stare più tranquillo, né mi fa arrabbiare: dal caso Florida del 2000, è palese che le cosiddette democrazie avanzate – le stesse che mandano gli osservatori Osce nei seggi dei Pasei africani o dell’Est – utilizzino brogli sistematici, soprattutto dove è in vigore il voto elettronico, manipolabile ancor meglio di quello postale (casualmente, Erdogan vuole introdurlo in Turchia perché “è più veloce e fa risparmiare”). Mi induce però a riflettere: cosa ci aspetta davvero? A cosa ha fatto da prodromo lo psico-dramma farsesco andato in scena tra domenica e lunedì in Austria? Prova generale di qualcosa?

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    Al Brennero si chiude e al voto hanno vinto i brogli ma il problema vero è un altro: cosa ci aspetta? - Rischio Calcolato | Rischio Calcolato


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  7. #7
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    Predefinito Re: "Non conta chi vota, ma chi conta i voti." Y. Dzugasvili detto Stalin

    Non so perché l'FPO finora non abbia presentato alcun ricorso ma posso immaginare che avessero messo in conto di non vincere, e per evitare problemi tengano un profilo basso.
    Tanto, purtroppo, è evidente che i partiti identitari, qualunque sia il loro colore, non vinceranno alcuna elezione nell'immediato futuro, ma la gente progressivamente diventa sempre più consapevole.
    Tranne che nelle nostre regioni

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    Predefinito Re: "Non conta chi vota, ma chi conta i voti." Y. Dzugasvili detto Stalin

    Citazione Originariamente Scritto da carter Visualizza Messaggio
    Non so perché l'FPO finora non abbia presentato alcun ricorso ma posso immaginare che avessero messo in conto di non vincere, e per evitare problemi tengano un profilo basso.
    Tanto, purtroppo, è evidente che i partiti identitari, qualunque sia il loro colore, non vinceranno alcuna elezione nell'immediato futuro, ma la gente progressivamente diventa sempre più consapevole.
    Tranne che nelle nostre regioni
    Temo che tu abbia ragione.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  9. #9
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    Predefinito Re: "Non conta chi vota, ma chi conta i voti." Y. Dzugasvili detto Stalin

    Comunque il merito a 21 va riconosciuto per dovere di averlo detto in anticipo.

    Alcune persone sui forum e di mia conoscenza, si illudevano che in Austria ce l'avrebbero fatta.

    I fatti hanno parlato chiaro, e parlando chiaro sono stati quelli sotto gli occhi di tutti.

    D'altra parte la destra IDENTITARIA non potrà, almeno per il momento, vincere perché è scomoda e non conforme al pensiero del momento. Quindi, useranno qualunque mezzo pur di contrastarla come è capito in Austia e nel resto dell'Europa occidentale. Faranno coalizione di massa, per l'Austia vedasi la porcata dei voti per corrispondenza, insomma ogni mezzo sarà buono per distruggerli.

    L'unica cosa che non possono distruggere però, è la consapevolezza della gente, di cui molti sono figli del popolo. E alla fine sono i meno conformi e riformati e sensibili alle tecniche mediatiche psico-televisive.

  10. #10
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    Predefinito Re: "Non conta chi vota, ma chi conta i voti." Y. Dzugasvili detto Stalin

    Grazie.
    Un merito ce l'ha anche pomo-pero per aver detto che la causa del risultato non è da ricercare solo nei voti postali, nè a Vienna.
    Si è trattato di un lavoro sistematico in tutta l'Austria, che ha portato alla quasi parità (risultato falso peggio di Giuda), cosa essenziale per poter dare il colpo di grazia con la scusa dei voti per posta.
    Ora però devono stare molto attenti, perchè la realtà, quella vera, è di un 60% per la destra, e infatti continuano i lavori al Brennero, indipendentemente dal contentino del risultato al marzianino verde (e brutto, con un nasaccio...).
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

 

 
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