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  1. #21
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    Citazione Originariamente Scritto da Gianluca Visualizza Messaggio
    altra polemica sulla sensibilità delle donne (in politica) è stata fatta sulla Bedori ex candidata a sindaco di Milano perché brutta grassa e goffa (invece la Raggi che è figa è stata portata in palmo di mano dal Beppone nazionale, qualcuno ha cercato l'hash tag #raggisindaco ed ha trovato un sacco di tweet di incoraggiamento da parte di Beppone nostro, invece di #bedorisindaco nemmeno uno nemmeno per sbaglio, gli faceva troppo schifo perché era un cesso.

    Ma il genere non c'entra, questa è la dittatura della bellezza!

    Ah anche gli uomini subiscono insulti e sfotto ma loro sono uomini e quindi se li devono tenere, mentre la donna è fragile e quindi va trattata meglio... come era la storia della parità? Ah già era chiaramente una cazzata. Le donne vanno aiutate in politica per colpa del "patriarcato", come no...

    Bedori "brutta e grassa"? Se fai politica devi aspettarti di tutto, gli uomini lo sanno

    brunetta, berlusconi e ferrara sono stati presi in giro molto spesso per la loro fisicità.
    ferrara anche dalle femministe

  2. #22
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    facciamo un primo parziale riepilogo
    le cose di cui si lamentano sono sostanzialmente queste (con risposta mia sotto)

    - le donne non hanno pari diritti rispetto agli uomini
    VERO, godono di diritti maggiori degli uomini e di molti privilegi sia legislativi che sociali
    - il femminicidio esiste
    VERO esiste ma se consideriamo la sua esistenza allora il "maschicidio" esiste anche esso e vale il doppio
    - alcune donne sono vittime di violenza fisica
    VERO ma anche loro la commettono e per gli stessi crimini nelle stesse circostanze vengono punite meno severamente rispetto agli uomini in termini di sentenze
    - alcune donne sono vittime di violenza psicologica
    VERO ma lo sono anche gli uomini, anzi nel perpetrare violenza psicologica le donne sembrano avere una marcia in più, hanno strumenti molto più raffinati
    - donne e uomini non hanno la stessa disponibilità economica
    VERO gli uomini risultano avere meno potere di acquisto tanto è vero che le aziende hanno capito che alle donne possono chiedere più soldi per gli stessi prodotti
    - non c'è la possibilità di esprimere le proprie naturali inclinazioni
    VERO i maschi che hanno impulso sessuale sono condannati socialmente. La prostituzione non è accettata e i maschi vengono educati a considerare male l'idea di andare a prostitute a seguito di una educazione castrante

    - le donne prendono uno stipendio minore
    FALSO (oltre che irrilevante contano i soldi che puoi spendere non quelli che guadagni per mantenere lo stesso tenore di vita sarebbero costrette a produrre il 37% in più degli uomini, sono così sicure che gli convenga o di poterci riuscire?)
    - le donne sono vittime sempre e comunque e la colpa è sempre degli uomini in ogni caso
    FALSO una visione così sciocca e manichea non ha nemmeno bisogno di commento
    - le donne subiscono violenza se sentono dentro di averla subita (quindi si lega il fatto al proprio sentimento personale alle proprie emozioni soggettive)
    FALSO se ragionassimo così i crimini sarebbero soggettivi e la giustizia sarebbe arbitraria. Questa è una barbarie e le donne che non si rendono conto di questo dimostrano la loro totale inadeguatezza al comando. Quando qualcosa ti fa del male in modo soggettivo l'unica risposta è sceglierti compagni/amici differenti l'idea di punirli per legge per sentimenti personali arbitrari è una aberrazione del diritto
    - le donne hanno diritto a sentirsi violentate se sono guardate con desiderio da qualcuno che non le piace
    Questo è razzismo e classismo. Le donne che pensano davvero questo sono delle razziste classiste e non se ne rendono nemmeno conto -il che getta una luce inquietante sulle altre pretese sul salario


    per esempio, molti di quelli che lamentano di non prendere abbastanza si rivelano i più grandi fancazzisti che sono frustrati dalla mancanza del successo desiderato e invece di attribuirla alla loro mancanza di talento la attribuiscono al mondo ingiusto esterno. Se lo fanno gli uomini gli si ride in faccia, se lo fanno le donne in parte c'è una convinzione di fondo che un po' abbiano ragione e che sia vero, quando non è assolutamente così

    questa insieme ad altre cose come la statistica dei morti sul lavoro (oltre il 90% uomini segno che i lavori difficili e rischiosi li fanno gli uomini questo spiega anche che ci sia un ricavo maggiore da parte degli uomini) la statistica delle morti violente, la statistica delle differenze di condanne in termini di anni per gli stessi crimini, la statistica di affidamento dei figli, e il fatto di dover lavorare di più per soddisfare le pretese delle donne che sono interessate alle relazioni con l'altro sesso e ad avere figli, il fatto che l'aspettativa di vita media degli uomini sia inferiore ma l'eta della pensione sia superiore a quella delle donne


    tutte queste cose e altre spiegate in questo manifesto dimostrano che si, c'è una questione sessista.
    ma le vittime sono gli uomini non le donne.
    Uomini per bene che oltre a lavorare come schiavi ed ad avere meno diritti ed essere puniti peggio devono pure reprimere le loro pulsioni naturali perché sarebbero immorali.
    E non solo, devono anche sentirsi colpevolizzati per cose che non hanno fatto loro ma altri maschi che loro tengono sui coglioni (i violenti e i prepotenti rompono il cazzo anche agli altri uomini mica solo alle donne)

    servi della gleba, la questione maschile esiste ed è ora che qualcuno ne parli e dica la verità, è tempo che la giustizia torni a essere equilibrata, se 50 anni fa era sbilanciata a favore degli uomini ora lo è a favore delle donne.
    E' tempo di cambiare questo stato di cose.

    intanto leggete cosa dice questa (ridicola) commentatrice
    http://club.quotidiano.net/carbutti/...mini_beta.html

    ce l'ha con gli "uomini beta" il cui gruppo ha il difetto di caratterizzare troppo a sinistra con linguaggio post marxista una battaglia che ha invece molte cose da dire

    non è scimmiottando le richieste delle donne che si ottiene la parità, ma facendo richieste nuove e trovando nuove vie di uscita alle esigenze primarie, senza dare carattere ideologico, ma solo umanistico

    poi le voglio vedere le tipe come quella di quel pezzo a doversi davvero guadagnare il pane senza chiedere niente a nessuno (nel suo ragionamento la donna beta o trova George Clooney o non può trovare nessun altro, perché secondo lei l'unico uomo definito alfa sarebbe George Clooney evidentemente)

    il fatto che viviamo sotto la dittatura della bellezza e del successo invece non lo hanno colto nessuno dei due contendenti, purtroppo.

  3. #23
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    Sono due anni che mi interesso del fenomeno del femminismo e della sua resurrezione come forza ideologica e conseguentemente politica in tempi recenti. A mio vedere la nuova popolarità che ha guadagnato deriva, non dalle azioni del movimento in sé, non dalle vere condizioni sociali della donna, ma dalle nuove tendenze politiche. Dal 2000 in poi vediamo nel mondo occidentale l'indebolimento e il fallimento delle idee ''di centro''. Centro destra e centro sinistra non hanno più la valenza di prima. Chi non si sente rappresentato dal centro sinistra o centro destra, per affinità, tende a identificarsi politicamente con gli estremi dello spettro. Dove voglio arrivare? Il Femminismo che è chiaramente un movimento che poggia su idee di stampo marxista e si è ritrovato dalla mattina alla sera nuovi sostenitori grazie all'estremizzazione di chi prima aveva una posizione moderata (bisognerebbe considerare anche il boom dei social network in tutto ciò). La formula ''il lavoratore è oppresso e quindi il borghese opprime'' viene sostituita da ''la donna è oppressa e quindi l'uomo opprime'' (rinasce il femminismo degli anni 60). Il conflitto di classe diventa conflitto di sesso. Attenzione però perché qua si fa la magia! Marxismo e comunismo già pregavano l'uguaglianza di uomini e donne, poiché accomunati dal fatto di essere proletari. Il femminismo attuale sembra invece appropriarsi del concetto di uguaglianza di genere e vuole averne il monopolio, dettando cosa sia e cosa non sia equo o discriminatorio nei confronti della donna (infatti quando capita di criticare le azioni di qualche femminista, la prima cosa che fanno è rifugiarsi dietro la definizione di femminismo, e dato che per loro femminismo = eguaglianza tra sessi, chi discorda è automaticamente sessita, misogino ecc.). Bisogna aggiungere alla formula anche un pizzico di collettivismo, in modo da rendere uomini e donne due gruppi omogenei, eliminando le idee, azioni, esperienze e responsabilità del singolo. Non si dà rilievo alle scelte dell'individuo, dato che le donne fanno X e gli uomini fanno Y.

    E quali sono le conseguenze?
    1) La ricerca in campo viene falsata o presenta errori di metodo. Il metodo scientifico ormai passa in secondo piano. La verità non viene più determinata attraverso osservazione del fenomeno, l'indagine, la formulazione di un'ipotesi e la verificazione di quest'ultima. Si parte invece dalla premessa ''la donna è oppressa e quindi l'uomo opprime'' e a partire da questa si cerca qualsiasi cosa che possa sostenerla. Da qui derivano le ''prove'' dell'oppressione della donna: il divario salariale e le statistiche sulla violenza.
    La verità non viene determinata dai fatti ma dai sentimenti. Vengono poi diluiti il significato di oppressione e discriminazione a scapito delle persone che veramente ne soffrono.

    2) L'implicazione che uomini e donne sono gruppi omogenei e che la donna viene oppressa (ignorando il fatto che nel mondo occidentale le donne hanno tutti i diritti di un uomo e non viceversa) ci porta quindi ad assumere che il mondo è governato da uomini che perpetuano il famoso sistema patriarcale. Dall'esistenza di tale sistema quindi derivano esenzioni di responsabilità. Ogni ostacolo e fallimento è colpa di questo fantomatico sistema patriarcale. Non c'è più bisogno di provare di aver subito un torto o di migliorare sé stessi e cercare di superare le difficoltà della vita, no, si può incolpare il sistema e conseguentemente l'uomo (e quindi si creano quote rosa per prendere scorciatoie).

    Per quanto mi riguarda il femminismo nella sua forma attuale vive delle virtù del passato. Nasce come movimento a sostegno delle necessità e diritti della donna e non degli uomini. Poi si è appropriato del significato di equità e ha continuato a preoccuparsi esclusivamente dei problemi della donna. Risultato? Ci si preoccupa sempre di più di pseudo problemi o di non problemi relativi al genere femminile (esempio del catcalling, manspreading, mansplaining e cazzate varie), ignorando invece problemi molto seri che riguardano il genere maschile (suicidio, povertà, istruzione, paternità, incidenti sul lavoro, incidenza del cancro testicolare e alla prostata). Se devo essere sincero non vedo nell'immediato futuro un femminismo che affronti ''la questione maschile'' e quindi si impegni per la parità. Purtroppo ciò non farà altro che creare risentimento verso il genere femminile e servirà solo da ''giustificazione'' per chi poi prenderà effettivamente posizioni sessiste e discriminatorie nei confronti della donna.

  4. #24
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    intanto benvenuto giuliano (o forse dovrei chiamarti "A")
    io a differenza tua ritengo che politicamente queste frange siano state sconfitte, sopravvivono solo nella aggressività sui social da parte di alcuni repressi che secondo me possiamo ben vedere nella mappa che troviamo qui:

  5. #25
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    questa mappa involontariamente dimostra che gli anti femministi sono lontani anni luce dal pattume complottista globale

    e sono convinto che se l'autore avesse cercato invece le pagine della Zanardo e compagnia cantante si troverebbero proprio li in mezzo vicine a animalisti e vegani e nuovo ordine mondiale

    è una cosa che dobbiamo assolutamente sviluppare.

    la mia teoria dice questo, parafrasando il mio mentore spirituale il Prof Sassaroli:
    è tutta una catena di affetti che non possiamo spezzare
    come le ciliegie quando prendi un gruppo di disadattati quello si porta dietro tutta una serie di disadattati o lamentosi di ogni genere, si sostengono e si spalleggiano perché simili, disadattati allo stesso modo, ognuno col suo carico di mostruosità e insensatezza, ma tutti uniti contro un mondo nel quale non si sono perfettamente integrati

  6. #26
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    Citazione Originariamente Scritto da pedro Visualizza Messaggio
    I dati sul gender gap non sono presi a parita' di impiego, perche' quel dato evidentemente non esiste e non puo' esistere
    il gender gap non esiste perchè chi tiene la fessa può fare entrare piu pesci e di conseguenza fare un carrierone a botte di bkini. Discorso chiuso

  7. #27
    vae victis
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    Ciao Bamba!
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  8. #28
    zagara zingara
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    Voglio commentare un aspetto di tutta la questione. Che è quello che mi sta più a "cuore".

    La violenza va punita a prescindere senza distinzioni di genere. L’aggravante del “femminicidio” o “donnicidio” (termini sgradevoli) sarebbe inutile e anche di difficile operatività. E’ un discorso rivolto solo a placare certi animi sull’onda di una scia emotiva (certamente comprensibile). E non risolverebbe il “dramma” della violenza sulle donne che si verifica per fattori culturali in determinati ambienti e per opera di determinati soggetti. Inutile, perché sostituibile attraverso il ricorso ad aggravanti generiche e speciali già esistenti nel codice penale (in particolare, art. 61 n. 1, n. 4, n. 11 e art. 576 n. 5.1). Di difficile operatività, perché di difficile accertamento processuale provare di aver ucciso una donna, in quanto donna, a causa dell’odio nei confronti del genere femminile. Odio di genere che, a mio parere, non esiste, non sotto forma di “gruppi”, ma appunto “rintracciabile” solo in determinati soggetti e riferito a persone specifiche (non “donna” in generale in contrapposizione ad “uomo”) e riferibile piuttosto a sentimenti malsani ed a rapporti di coppia malati, che portano a considerare il partner come oggetto di possesso piuttosto che soggetto di desiderio. Sarebbe una norma “problematica”. Sarebbe come introdurre delle “aggravanti sentimentali”. Il lavoro va fatto su di un altro piano, quello culturale e sociale, sulla educazione e sulla prevenzione, ma non attraverso l’introduzione di pene ad hoc poco chiaramente qualificabili, e forse anche in contrasto con l’art. 3 della Costituzione.
    *cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio*

  9. #29
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    una femminista mi ha risposto su FB (in modo gentile cosa inusuale per le femministe di solito aggressive classiste e razziste, e di questo gliene va reso merito:
    Gianluca, ti rispondo e poi chiudo qui perché mi sembra di avere già detto quello che avevo da dire, non mi interessa avere l'ultima parola. Cosa vuol dire parità?
    1)Parità di pena presupponendo che il reato sia equivalente.
    Se vuol dire che chi uccide qualcuno deve prendere la stessa pena sia che sia maschio o femmina o intersessuale mi sta bene come principio di base ma non mi basta da solo.

    Credo che sarebbe poco difendibile il dare la stessa pena per un omicidio dovuto allo scoppio di un pneumatico alla guida e ad un omicidio dove un mafioso uccide un giudice per dare un avvertimento ad altri giudici. Nel secondo caso ci sono dinamiche di potere che richiedono una maggiorazione della pena.

    Se un tipo di omicidio è prevalente in un certo ambiente (come accade per la violenza domestica) e si ripete sempre nello stesso modo e io sono il legislatore, ho il dovere di tutelare quel gruppo (qualunque esso sia). Non si tratta di vittimizzare il gruppo, la scelta di tutelare un gruppo viene corroborata da statistiche, non viene fatta perché uno si alza la mattina e decide di penalizzare l'altro gruppo che gli sta antipatico. Le leggi vengono votate in Parlamento peraltro, occorre una maggioranza etc. non è nemmeno semplice farle passare (vedi ad esempio la legge contro la transfobia e l'omofobia che è ancora arenata in parlamento).

    2) Parità di pena, avendo constatato che il reato non è equivalente ad altri reati simili (ovvero che non accade in modo imprevedibile e in un luogo qualunque ma che fa parte di un pattern: un certo tipo di crimini specifici che si ripete nel tempo in maniera consistente contro uno specifico gruppo sociale). Se un certo gruppo sociale (nel caso della violenza domestica sono donne ma il principio è generale e può valere allo stesso modo per gli imprenditori soggetti al pizzo per esempio) è più soggetto a subire un certo tipo di crimine in un certo ambiente, si corre ai ripari prevedendo delle aggravanti. Anche questa è parità.

    Per cui, non posso risponderti se sono per la parità: dipende da caso a caso. Di certo non escludo che una donna non debba essere condannata con le aggravanti solo perché è donna. Questo di per sé non significa nulla, come non significa nulla per l'uomo o per l'intersessuale. Non vedo colpe che prescindano dai fatti ma non vedo nemmeno una soluzione unica per tutti (magari fosse così semplice!).


    a risponderle, da un punto di vista del diritto è stata proprio @nastenka

    in pratica, la femminista moderata chiede una giustizia "emotiva" che tenga quindi conto delle emozioni personali delle donne nel proprio giudizio.
    Non un giudizio oggettivo ma un giudizio emozionale.
    Da un punto di vista del diritto è una delle cose più aberranti che abbia mai sentito: istituire per legge sentenze che tengano conto del punto di vista emozionale degli interessati al di la dei fatti stessi. ve l'immaginate un giudice che emette una sentenza sull'onda emotiva? Senza il necessario distacco?

    Le femministe, anche le più moderate non sono affatto ragionevoli

    la stessa poi lamentava che non ci fossero molte statue di donne

    nessuno ha mai notato che gli artisti, i costruttori, i compositori sono tutti uomini?
    Perché c'è stato il "patriarcato"? (qualsiasi cosa significhi)

    eggia, le donne non sanno comporre musica ma solo fare le cantanti di roba scritta da uomini perché qualcuno glielo ha impedito...
    come se non fossero andate anche loro al conservatorio come i colleghi maschi o come se comporre musica fosse apprezzato sulla base del sesso (voi se ascoltate una musica e questa vi piace sapete se l'ha composta una donna o un uomo? NO quindi se non ci sono compositrici famose se non casi rarissimi - meno dell'1% del totale certamente- un motivo ci sara' o e' colpa del patriarcato?)

    chiariamo subito un punto:

    BASTA COL CHERRY PICKING

    BASTA!

    Questa è una curva gaussiana


    qualsiasi rappresentazione nella quale i casi di un lato si possono rinchiudere in una delle due code di Gauss NON SONO RILEVANTI STATISTICAMENTE, ovvero si dimostra che l'occorrenza di quei casi è rara ed occasionale e NON può essere messa nello stesso livello.

    Un coefficiente di incidenza inferiore al 5% NON E' SIGNIFICATIVO

    il che vuol dire che se le "donne ingegneri" davvero operative nella progettazione (non quelle che prendono il titolo e poi lo cestinano) e davvero attive sono meno del 5% esse sono un rumore statistico di fondo e non una vera incidenza.
    Sono dei casi limite e la verità è un altra.

    Persino nella corrente elettrica ci sono elettroni che statisticamente fanno il percorso opposto, ma sono statisticamente irrilevanti e i vostri dispositivi funzionano ugualmente perché quei casi sono irrilevanti, ovvero possono essere trascurati matematicamente.
    Sono delle casualità, delle coincidenze, delle bizzarrie che NON descrivono la realtà ma solo aspetti marginali di essa.
    Non statisticamente significativi insomma.

    Se le costruzioni fatte dall'uomo le hanno materialmente fatte al 99,99% maschi anche negli ultimi 10 anni e anche nei paesi piu' "femministi", se le composizioni musicali, la ricerca scientifica hanno nel loro complesso meno del 5% di donne tra coloro che creano e inventano qualche cosa vuol dire

    esempi tipo "Margherita Hack" o "Madame Curie" non dimostrano nulla.
    Come fa notare Rawls l'equità, la parità di condizioni presuppone o una partenza alla pari o la possibilità di pareggiare gli svantaggi in corso d'opera. In questo caso la partenza alla pari non c'è e non ci sono nemmeno leggi (a parte le rare quote rosa che però non riguardano gli omicidi) che permettano di bilanciare la mancanza di parità iniziale in corso d'opera. Non lo dico perché ritengo le donne necessariamente vittime e gli uomini necessariamente assassini (ritengo che la vita umana valga a prescindere dal genere) ma perché culturalmente (specialmente in Italia ma anche all'estero) la vita di una donna non sia ritenuta a livello simbolico pari a quella di un uomo. E il livello simbolico è l'assunto di base di una cultura (anche se è un assunto in genere poco esplorato).
    Ti faccio un esempio che ti sembrerà fuorviante: quante statue di donne con nomi e cognomi che non siano nobili hai mai visto in luoghi pubblici o accessibili al pubblico? A Londra ce ne sono 11 contro circa 3000 di statue di uomini che non sono nobili con nomi e cognomi.
    La statua è l'emblema del riconoscimento pubblico per una impresa/vita esemplare. Mi si potrebbe dire che fare una statua è costoso, ma poi ci sono una quantità sproporzionata di statue raffiguranti il corpo femminile anche recenti che non hanno nome e cognome e servono solo a simboleggiare altro (mentre il corpo maschile non viene mai usato per questo scopo). Sembra che il corpo femminile (e la donna) siano solo il simbolo (un rimando, il significante) di qualcos'altro (vittoria, flora, fauna, la patria etc.). A mio modesto avviso finché non riusciremo a rovesciare questo richiamo simbolico, la parità non ci potrà essere. Una donna che viene uccisa perché ha detto al compagno che sta per lasciarlo vuol dire che viene annientata perché si rifiuta di fare da riferimento simbolico alla persona con cui sta. Non esiste un'equivalente di questo nel maschio. Non esistono casi di cronaca in cui una donna uccide il partner maschio solo perché le ha detto che la lasciava mentre è un dato di fatto che le fasi più pericolose per la violenza domestica per le donne siano la gravidanza e la minaccia di lasciare il partner. Finché una donna non potrà che significare sé stessa e venire riconosciuta pubblicamente per questo, la parità (ma anche la fine della violenza) mi sembra solo un'utopia.
    Poi dicono "ma in passato non era permesso alle donne"

    ma saranno secoli che alle donne viene permesso di suonare il pianoforte ma nessuna ha mai composto un cazzo

    escono fuori pop star ogni tanto che nella stragrande maggioranza dei casi non sono autrici ma interpreti (i compositori sono uomini) e quando compongono le cose si tratta comunque di POP music qualche cagata hip-hop che alla fine sono solo mode passeggere, e comunque Morricone, Hans Zimmer ecc sono tutti uomini.
    Se facciamo 100 la musica prodotta anche solo negli ultimi anni quanta è creata da donne?

    La verità è una sola: se le donne vivessero da sole nel mondo, il progresso procederebbe con 1/20 della velocità nella migliore delle ipotesi, le città sarebbero ancora dei villaggi come quelli dei nativi americani, opere come le piramidi non sarebbero mai esistite e qualche idiota misandrica ci veine pure a raccontare che a cantare e portare la croce nei secoli sono state le donne?

    Quelle si approfittano del lavoro degli uomini (degli uomini che per loro non hanno alcun diritto e non devono nemmeno osare guardarle e che loro deridono se solo osano lamentarsi in quanto "non uguali a George Clooney") li sfruttano economicamente si approfittano del loro desiderio sessuale e di fatto comandano.

    ma tutto questo non durerà a lungo. I servi della gleba troveranno presto una nuova via di uscita e loro col loro razzismo e il loro classismo saranno costrette a lavorare davvero per mantenere il tenore di vita che hanno adesso (oltre al bagno di umiltà necessario per queste sciocche viziate-ovviamente si parla di occidente non di islam o roba simile sia chiaro lì la situazione è diversa e ci sono rivendicazioni sensate, ma noi siamo all'esatto opposto).

  10. #30
    zagara zingara
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    Predefinito Re: Il femminismo e la questione maschile

    Ma qua, sulla tua “descrizione” delle donne generalizzi, in una maniera che può apparire anche “fastidiosa”, partendo da posizioni di una minoranza che cavalca la scia emozionale di violenze "sovraesposte".
    Ci sono tante donne multitasking che si dividono tra lavoro e famiglia, c'è chi dà precedenza alla famiglia, sono scelte. L’importante è avere parità di opportunità.

    Sull'analisi nel mondo del lavoro sono d'accordo, anche se non per tutte le realtà.

    Sulle quote rosa. Sono una forzatura.

    Sulla famiglia. Non esistono leggi che svantaggiano gli uomini. Ma nell’applicazione pratica il diritto di famiglia ha sempre tutelato più le madri.

    Sulla questione che sono temi di sinistra. Io sono di sinistra (benché non vicina a nessun gruppo politico). Ogni tema che riguardi la tutela di chi è più debole è più di sinistra. Bisogna solo capire chi e se è più debole e in quali ambiti.
    Sui commenti sull’estrema sinistra. Gli opposti spesso coincidono, ma l'estrema destra ricalca la legge del più forte e persone come quelli di CasaPound sono l'incarnazione della violenza a livelli proprio inconcepibili (questa è una mia opinione off topic).

    Sul sessismo. In alcuni uomini ci sarebbe il sessismo sotto forma di sessismo ambivalente, quello della concezione della donna debole e fragile da proteggere, e in molte donne pure ci sarebbe il sessismo, quello dell'uomo "coglione" che te lo rigiri come vuoi, e quello positivo del "dietro ogni uomo c'è sempre una grande donna”. Se si volesse ricondurre tutto a discriminazioni di genere lo sarebbero anche queste cose qua. E, invece, l'odio di genere non credo esista, se non in riferimento a persone che enfatizzano in malo modo i propri sentimenti ovvero le loro pulsioni.
    Per quanto concerne “l’uso del corpo della donna”, là è proprio l'uso del richiamo sessuale da parte del mercato per attrarre. Adesso si sta estendendo ai maschi, prima la bellezza era una prerogativa femminile, adesso non più.

    Sulla prostituzione semplifichi perché c'è tutta una questione relativa allo sfruttamento di donne ridotte in schiavitù. Chi è contrario non lo è sempre e solo per motivi morali. Una cosa è la prostituzione in generale, altra cosa sono le escort.

    Un'altra cosa. La Murgia usa in malo modo le sue stesse parole. Perché la differenza è proprio tra manifestazione di desiderio e di possesso. Ma non come la spiega lei. Le manifestazioni di possesso esistono anche nelle donne, solo che certamente i casi di uomini violenti sono di più (che l'uomo abbia in media una forza fisica superiore è una cosa che non si può contestare ma non è certo "odio di genere").

    Poi tutte la questione su cosa è molestia sessuale, là con certe cose e con certi neologismi si scende nel ridicolo proprio.

    Altra cosa ancora è la questione della condizione femminile in altre realtà diverse da quella occidentale.

    Vabbè si è capito che io nell’odio di genere non ci credo. Né “maschi contro femmine” né femmine contro maschi”. La differenza la fanno sempre e solo le persone. Con il loro bagaglio di valori ed esperienze.

    E un mondo di sole donne non ha senso tanto quanto non ha senso un mondo di soli uomini.
    Ultima modifica di nastenka; 30-03-16 alle 01:44
    *cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio*

 

 
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