Ho trovato questa analisi, legata ad un discorso più specifico riguardo ad una tematica in discussione.
Ve la ripropongo perchè credo che centri esattamente un problema di tutta l'apologetica contemporanea ed i limiti della pastoralità a tutti i costi.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351238Ecco perché non è possibile prevedere un'eccezione per quanto riguarda i comandamenti del decalogo. Non esiste un adulterio permesso o un aborto valido, così come non esiste nessun atto possibile di pedofilia: tutti questi atti offendono sempre e comunque la dignità della persona, in primo luogo di colui che li commette.
Certo, tutto questo appare difficilmente comprensibile in una società relativista, giacché oggi gran parte degli uomini giudica la bontà degli atti emotivamente, ovvero mediante l'emozione positiva o negativa che questi suscitano in loro. È quello che la teoria morale chiama: soggetto emotivo.
Di conseguenza, per un’autentica evangelizzazione non basta ricordare i comandamenti, ma è necessario accompagnare le persone affinché si affranchino da questo emotivismo. Tale principio, così importante al giorno d'oggi, è ancora praticamente ignorato dalla stragrande maggioranza dei pastori, sebbene sia così fondamentale per l'evangelizzazione della famiglia