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    Predefinito Quaresima. E' tempo di riflessione.

    La prossima Quaresima è sulla via per DamascoNel messaggio per i quaranta giorni di preparazione alla Pasqua, Benedetto XVI chiama tutti a conversione e a vita nuova. Come per un nuovo Battesimo. E scrive le istruzioni

    di Sandro Magister






    ROMA, 27 febbraio 2011 – Come ogni anno, Benedetto XVI ha rivolto ai fedeli un messaggio per la vicina Quaresima, il periodo di quaranta giorni che prepara i cristiani alla Pasqua.

    L'ha scritto con vari mesi d'anticipo, l'ha firmato il 4 novembre scorso, l'ha diffuso il 22 febbraio.

    Il 22 febbraio è stato anche il giorno nel quale, nella cattedrale di Dublino, la Chiesa d'Irlanda ha celebrato una liturgia penitenziale senza precedenti, assieme a vittime di abusi sessuali commessi da preti. Ad alcune di queste vittime i vescovi hanno simbolicamente lavato i piedi, come Gesù prima dell'ultima cena.

    Era stato il papa in persona a mettere la Chiesa d'Irlanda in stato penitenziale, la scorsa primavera, in una lettera rivolta in realtà alla Chiesa intera.

    È un punto sul quale egli ha insistito anche nel libro-intervista "Luce del mondo":

    "Si potrebbe dire che il Signore abbia voluto metterci alla prova, chiamarci a una più profonda purificazione, [...] a ricominciare daccapo nello spirito della penitenza".

    La parola "purificazione" si ritrova infatti già nel primo paragrafo del messaggio per la prossima Quaresima. Una purificazione finalizzata alla "vita nuova in Cristo Signore".

    E alla penitenza è dedicata la parte finale del messaggio, con un forte invito alla pratica del digiuno.

    *

    Ma il cuore del messaggio papale per la Quaresima di quest'anno è il Battesimo.

    "Da sempre, infatti – scrive il papa –, la Chiesa associa la Veglia Pasquale alla celebrazione del Battesimo". E da sempre "la Quaresima ci offre un percorso analogo al catecumenato".

    Anche il Concilio Vaticano II – egli ricorda – ha invitato a valorizzare "gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale".

    E allora – prosegue – dobbiamo di nuovo impegnarci tutti in questa "scuola insostituibile di fede e di vita cristiana" che è la Quaresima, guidati dai testi del Vangelo letti di domenica in domenica.

    Nel paragrafo centrale del messaggio, riprodotto più sotto, Benedetto XVI fa da guida a questo percorso, tappa dopo tappa, dalla prima domenica di Quaresima fino alla Veglia di Pasqua. Come del resto aveva già fatto più volte in sue precedenti omelie.

    *

    Viene quindi da chiedersi: perché papa Joseph Ratzinger ha sentito oggi l'esigenza di ravvivare questo significato battesimale della Quaresima?

    Una prima risposta è legata a una scelta capitale di questo papa: la "nuova evangelizzazione" di quelle regioni del mondo dove il Battesimo quasi non si amministra più – come in alcune aree della sua stessa Germania – o dove i battezzati sono ancora numerosi ma la fede cristiana rischia di spegnersi.

    Una seconda risposta rimanda alla finalità essenziale che il "Credo" assegna al Battesimo: "per il perdono dei peccati".

    In un tempo come l'attuale, nel quale la percezione del peccato è largamente offuscata, Benedetto XVI instancabilmente richiama alla realtà del male e all'unico Signore che libera dalla sua schiavitù, con il Battesimo e l'altro sacramento del perdono, la Penitenza.

    Anche ai molti che sono già battezzati, dunque, Benedetto XVI propone di fare della prossima Quaresima un periodo di nuovo catecumenato, culminante nella Veglia di Pasqua con il rinnovo delle promesse battesimali.

    Un nuovo catecumenato che sia per tutti, su quella strada maestra che è la liturgia della Quaresima e della Settimana Santa. E che è altra cosa rispetto al "Cammino" molto particolare del movimento che si avvale di questo nome.


    Questo è il messaggio di papa Benedetto per la Quaresima di quest'anno.

    L'incognita è quanto lo capiranno e lo metteranno in pratica i pastori e i fedeli.

    __________



    DAL MESSAGGIO DI BENEDETTO XVI PER LA QUARESIMA DEL 2011

    Cari fratelli e sorelle, [...] per intraprendere seriamente il cammino verso la Pasqua e prepararci a celebrare la Risurrezione del Signore – la festa più gioiosa e solenne di tutto l’anno liturgico – che cosa può esserci di più adatto che lasciarci condurre dalla Parola di Dio? Per questo la Chiesa, nei testi evangelici delle domeniche di Quaresima, ci guida ad un incontro particolarmente intenso con il Signore, facendoci ripercorrere le tappe del cammino dell’iniziazione cristiana: per i catecumeni nella prospettiva di ricevere il sacramento della rinascita, per chi è battezzato in vista di nuovi e decisivi passi nella sequela di Cristo e nel dono più pieno a lui.

    La prima domenica dell’itinerario quaresimale evidenzia la nostra condizione dell’uomo su questa terra. Il combattimento vittorioso contro le tentazioni, che dà inizio alla missione di Gesù, è un invito a prendere consapevolezza della propria fragilità per accogliere la Grazia che libera dal peccato e infonde nuova forza in Cristo, via, verità e vita (cfr. Ordo Initiationis Christianae Adultorum, n. 25). È un deciso richiamo a ricordare come la fede cristiana implichi, sull’esempio di Gesù e in unione con lui, una lotta “contro i dominatori di questo mondo tenebroso” (Efesini 6, 12), nel quale il diavolo è all’opera e non si stanca, neppure oggi, di tentare l’uomo che vuole avvicinarsi al Signore: Cristo ne esce vittorioso, per aprire anche il nostro cuore alla speranza e guidarci a vincere le seduzioni del male.

    Il Vangelo della Trasfigurazione del Signore pone davanti ai nostri occhi la gloria di Cristo, che anticipa la risurrezione e che annuncia la divinizzazione dell’uomo. La comunità cristiana prende coscienza di essere condotta, come gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, “in disparte, su un alto monte” (Matteo 17, 1), per accogliere nuovamente in Cristo, quali figli nel Figlio, il dono della Grazia di Dio: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (v. 5). È l’invito a prendere le distanze dal rumore del quotidiano per immergersi nella presenza di Dio: Egli vuole trasmetterci, ogni giorno, una Parola che penetra nelle profondità del nostro spirito, dove discerne il bene e il male (cfr. Ebrei 4, 12) e rafforza la volontà di seguire il Signore.

    La domanda di Gesù alla Samaritana: “Dammi da bere” (Giovanni 4, 7), che viene proposta nella liturgia della terza domenica, esprime la passione di Dio per ogni uomo e vuole suscitare nel nostro cuore il desiderio del dono dell’“acqua che zampilla per la vita eterna” (v. 14): è il dono dello Spirito Santo, che fa dei cristiani “veri adoratori” in grado di pregare il Padre “in spirito e verità” (v. 23). Solo quest’acqua può estinguere la nostra sete di bene, di verità e di bellezza! Solo quest’acqua, donataci dal Figlio, irriga i deserti dell’anima inquieta e insoddisfatta, “finché non riposa in Dio”, secondo le celebri parole di sant’Agostino.

    La domenica del cieco nato presenta Cristo come luce del mondo. Il Vangelo interpella ciascuno di noi: “Tu, credi nel Figlio dell’uomo?”. “Credo, Signore!” (Giovanni 9, 35.38), afferma con gioia il cieco nato, facendosi voce di ogni credente. Il miracolo della guarigione è il segno che Cristo, insieme alla vista, vuole aprire il nostro sguardo interiore, perché la nostra fede diventi sempre più profonda e possiamo riconoscere in lui l’unico nostro Salvatore. Egli illumina tutte le oscurità della vita e porta l’uomo a vivere da “figlio della luce”.

    Quando, nella quinta domenica, ci viene proclamata la risurrezione di Lazzaro, siamo messi di fronte al mistero ultimo della nostra esistenza: “Io sono la risurrezione e la vita. Credi questo?” (Giovanni 11, 25-26). Per la comunità cristiana è il momento di riporre con sincerità, insieme a Marta, tutta la speranza in Gesù di Nazareth: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo” (v. 27). La comunione con Cristo in questa vita ci prepara a superare il confine della morte, per vivere senza fine in lui. La fede nella risurrezione dei morti e la speranza della vita eterna aprono il nostro sguardo al senso ultimo della nostra esistenza: Dio ha creato l’uomo per la risurrezione e per la vita, e questa verità dona la dimensione autentica e definitiva alla storia degli uomini, alla loro esistenza personale e al loro vivere sociale, alla cultura, alla politica, all’economia. Privo della luce della fede l’universo intero finisce rinchiuso dentro un sepolcro senza futuro, senza speranza.

    Il percorso quaresimale trova il suo compimento nel triduo pasquale, particolarmente nella Grande Veglia nella Notte Santa: rinnovando le promesse battesimali, riaffermiamo che Cristo è il Signore della nostra vita, quella vita che Dio ci ha comunicato quando siamo rinati “dall’acqua e dallo Spirito Santo”, e riconfermiamo il nostro fermo impegno di corrispondere all’azione della Grazia per essere suoi discepoli. [...]

    In sintesi, l’itinerario quaresimale, nel quale siamo invitati a contemplare il mistero della Croce, è “farsi conformi alla morte di Cristo” (Filippesi 3, 10), per attuare una conversione profonda della nostra vita: lasciarci trasformare dall’azione dello Spirito Santo, come san Paolo sulla via di Damasco; orientare con decisione la nostra esistenza secondo la volontà di Dio; liberarci dal nostro egoismo, superando l’istinto di dominio sugli altri e aprendoci alla carità di Cristo. Il periodo quaresimale è momento favorevole per riconoscere la nostra debolezza, accogliere, con una sincera revisione di vita, la grazia rinnovatrice del sacramento della Penitenza e camminare con decisione verso Cristo.

    Cari fratelli e sorelle, mediante l’incontro personale col nostro Redentore e attraverso il digiuno, l’elemosina e la preghiera, il cammino di conversione verso la Pasqua ci conduce a riscoprire il nostro Battesimo. Rinnoviamo in questa Quaresima l’accoglienza della grazia che Dio ci ha donato in quel momento, perché illumini e guidi tutte le nostre azioni. Quanto il sacramento significa e realizza, siamo chiamati a viverlo ogni giorno in una sequela di Cristo sempre più generosa e autentica. In questo nostro itinerario, ci affidiamo alla Vergine Maria, che ha generato il Verbo di Dio nella fede e nella carne, per immergerci come Lei nella morte e risurrezione del suo Figlio Gesù ed avere la vita eterna.


    Dal Vaticano, 4 novembre 2010

    BENEDICTUS PP. XVI

    La prossima Quaresima è sulla via per Damasco
    Preferisco di no.

  2. #2
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    Predefinito Re: Quaresima. E' tempo di riflessione.

    Sempre attuale.
    Preferisco di no.

 

 

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