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  1. #1891
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    Predefinito Re: Genetica, razza e differenze

    Alla topa, direi!
    Decisamente devo lasciar il mio cervello bineuronale alla scienza.
    Devo aver avuto una mutazione in CCR5, ma in senso inverso.
    Da studiare.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #1892
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    Predefinito Re: Genetica, razza e differenze

    (continua dalle puntate precedenti)

    Abbiamo scoperto che nelle specie con le macchie la proteina Yellow è prodotta a livelli molto alti nelle cellule che daranno origine alla macchia, e a bassi livelli nelle altre cellule delle ali. Nelle specie senza macchie, la proteina Yellow è prodotta a bassi livelli in tutta l'ala, e genera soltanto una leggera spruzzata di pigmento nero.
    Per capire come mai la proteina Yellow sia prodotta in modo da generare le macchie alari in alcune specie e non in altre, abbiamo esaminato le sequenze che fiancheggiano il gene Yellow, alla ricerca degli enhancer che ne controllano l'espressione in varie parti del corpo. Nelle specie prive di macchie si trova un enhancer che conduce a un basso e uniforme livello di espressione di Yellow in tutta l'ala. L'attività di questo enhancer genera il colore grigio chiaro delle ali del moscerino. Quando è stato analizzato il corrispondente tratto del DNA di una specie maculata, abbiamo trovato che conduce sia a questa modalità di espressione del gene sia a quella, più intensa, delle macchie. Quel che è avvenuto durante il percorso evolutivo delle specie maculate è che nella sequenza del DNA dell'enhancer alare di Yellow si sono evoluti nuovi siti di legame per alcuni fattori di trascrizione fabbricati nell'ala. Ciò ha dato luogo a un nuovo modello di espressione (le macchie alari) senza alterare né dove è prodotta né come funziona la proteina Yellow in altre parti del corpo. La storia dell'evoluzione della banda nera dell'addome è simile, ma ha una particolarità in più. Di solito viene naturale pensare che la presenza di una caratteristica in una specie e la sua assenza in un'altra a essa correlata sia il risultato di un guadagno da parte della prima, ma spesso non è così. L'altro lato dell'evoluzione, la perdita di determinate caratteristiche, è molto frequente, anche se è assai più raro che se ne tenga conto. La perdita di certi caratteri del corpo illustra forse nel modo più efficace le ragioni per cui l'evoluzione degli enhancer costituisce il cammino più probabile per l'evoluzione dell'anatomia. Uno degli enhancer del gene Yellow controlla la sua espressione nell'addome. Nei maschi delle specie dotate della banda nera, questo enhancer conduce ad alti livelli di espressione del gene Yellow nelle cellule della parte dorsale dell'addome. Alcune specie però, come Drosophila kikkawai, hanno perso questa banda pigmentata nel corso dell'evoluzione. In D. kikkawai, l'enhancer non è più in grado di condurre ad alti livelli di espressione di Yellow nella zona dorsale dell'addome perché le mutazioni hanno scompaginato alcuni dei relativi siti di legame ai fattori di trascrizione.
    (continua)

  3. #1893
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    Predefinito Re: Genetica, razza e differenze

    Il gene Yellow — è importante sottolinearlo - rimane attivo in altre parti del corpo, e la sua funzione biochimica è intatta. La selezione naturale, infatti, non avrebbe permesso che la perdita della banda nera avvenisse attraverso mutazioni che inattivassero il gene Yellow e la relativa proteina, perché la perdita della funzione di Yellow in altre parti del corpo avrebbe avuto conseguenze dannose per l'organismo.
    La perdita di certe caratteristiche può essere vantaggiosa o meno per la sopravvivenza e il successo riproduttivo, ma in alcuni casi può avere un valore adattativo perché facilita cambiamenti nel modo di vita. Gli arti posteriori, per esempio, sono più volte andati perduti nei vertebrati (in serpenti, lucertole, balene) e quei casi di perdita sono associati all'adattamento ad habitat e stili di locomozione diversi.
    I precursori, in senso evolutivo, degli arti posteriori dei vertebrati a quattro zampe sono le pinne pelviche dei pesci. L'evoluzione ha prodotto anche notevolissime differenze nell'anatomia delle pinne pelviche in popolazioni di pesci strettamente imparentate. Lo spinarello è un pesce che in molti laghi dell'America settentrionale si trova in due forme diverse: una forma d'acqua profonda, dotata di una spina pelvica pienamente sviluppata, e una forma che vive in acque poco profonde, in cui pelvi e spine sono marcatamente ridotte. In acque aperte, le lunghe spine proteggono il pesce dai predatori, ma sul fondo di un lago sono un punto debole, perché le larve di libellula che si nutrono dei giovani spinarelli potrebbero usarle per attaccarsi a essi. Differenze nella morfologia pelvica di questi pesci si sono evolute più volte nei 10 000 anni trascorsi dall'ultima era glaciale. Gli spinarelli oceanici, dotati di spina lunga, hanno colonizzato numerosi laghi separati, dove le forme ridotte si sono evolute più volte in maniera indipendente. Poiché questi pesci sono strettamente imparentati, e si possono incrociare in laboratorio, i genetisti sono stati in grado di mappare i geni coinvolti nella riduzione della pelvi dello spinarello. Si è così dimostrato che alla riduzione pelvica sono associati cambiamenti nell'espressione di un gene coinvolto nella costruzione della parte pelvica dello scheletro. Come la maggior parte dei geni che dirigono la costruzione del corpo, nello sviluppo dei pesci il gene Pitxl svolge molteplici compiti. La sua espressione risulta però selettivamente perduta nella zona corporea del pesce che darà origine alla gemma della pinna pelvica e del relativo aculeo. Responsabili, ancora una volta, sono i cambiamenti evolutivi avvenuti in un enhancer. Nella codifica della proteina Pitxl, invece, non vi sono differenze tra le diverse forme di spinarello. Yellow, Pitxl e la maggior parte dei geni che determinano la costruzione e la forma del corpo sono geni «pleiotropici», nel senso che influenzano la formazione o l'aspetto di molteplici tratti. Le mutazioni nella sequenza codificante di un gene pleiotropico hanno molteplici effetti su tutti i tratti controllati da quel gene, ed è improbabile che un livello di cambiamento così drastico possa essere tollerato dalla selezione naturale. La lezione essenziale dell'evoluzione di macchie, bande e scheletri è che le mutazioni che avvengono nelle sequenze regolatrici aggirano gli effetti pleiotropici delle mutazioni nella sequenza codificante e permettono la modificazione selettiva di singole parti del corpo. Le mutazioni delle sequenze regolatrici non sono l'unica modalità dell'evoluzione, a esclusione di tutte le altre, ma sono il cammino evolutivo più probabile quando un gene svolge ruoli diversi e uno solo di essi risulta selettivamente modificato. Geni in comune, varietà infinita.
    (continua e termina con la prossima puntata)

  4. #1894
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    Predefinito Re: Genetica, razza e differenze

    L'evoluzione degli enhancer non è limitata ai geni che influiscono sulla forma del corpo, né ai moscerini della frutta e a certi strani pesci. Un buon numero di casi di modifiche evolutive avvenute nelle sequenze regolatrici e che alterano l'espressione genica è stato dimostrato anche per alcuni tratti della specie umana.
    Uno dei casi più notevoli nell'evoluzione della nostra specie in tempi recenti è un adattamento, attraverso la perdita selettiva dell'espressione di un gene, a un ambiente in cui è endemica la malaria. Accanto ai gruppi sanguigni A, B e 0, sono stati studiati a fondo diversi altri gruppi sanguigni, detti minori. Uno di questi è definito dalla situazione di una proteina chiamata Dufify, presente sulla membrana dei globuli rossi del sangue. La proteina Dufify fa parte del recettore usato dal parassita Plasmodium vivai, uno di quelli che provocano la malaria, per infettare i globuli rossi; ma nell'Africa occidentale questa proteina è assente dal sangue di quasi il 100 per cento della popolazione, il che rende gli individui resistenti all'infezione. Il gene Duffy risulta espresso anche in parecchi altri tessuti del corpo, e in particolare in cellule della milza, dei reni e del cervello. Nella popolazione africana, l'espressione di Duffy in questi altri tessuti è conservata. Come era prevedibile, quindi, gli individui Dufify-negativi sono portatori di una mutazione di un enhancer del gene Duffy che elimina il sito di legame per un fattore di trascrizione che attiva l'espressione di Duffy nelle cellule destinate a divenire globuli rossi, ma non ha effetto sulla produzione della proteina Duffy in altre parti del corpo.
    Uno degli aspetti più interessanti della biologia umana emersi finora tra quelli che si sono evoluti attraverso mutazioni negli enhancer di più geni riguarda le divergenze tra le sequenze regolatrici delle grandi scimmie e quelle umane che controllano il gene Prodynorphin, che codifica per una serie di piccole proteine oppioidi prodotte nel cervello e coinvolte nella percezione, nel comportamento e nella memoria. In risposta agli stimoli, il gene umano è espresso a livelli più alti della versione dello scimpanzé, e vi sono forti indizi che suggeriscono che la sequenza regolatrice umana si sia evoluta sotto la pressione della selezione naturale, cioè che sia stata conservata perché vantaggiosa. Come illustrano questi esempi, le mutazioni delle sequenze regolatrici hanno senz'altro avuto un ruolo nell'evoluzione, e le variazioni di questo tipo potrebbero essere una fonte importante anche delle differenze fisiche fra gli individui. Dato che gli scienziati non possono giocare con il DNA di esseri umani vivi come fanno con quello dei moscerini e dei pesci, è ben più difficile studiare certi esempi di cambiamenti avvenuti nel DNA di regolazione e che sono responsabili della divergenza della nostra specie da altre, ma alcuni nuovi metodi di analisi dei genomi stanno offrendo spunti di indagine interessanti.
    Siamo ancora agli inizi delle ricerche sull'evoluzione delle sequenze di DNA che regolano i geni. E nello zoo virtuale dei genomi ci sono centinaia di migliaia di interruttori genetici ancora da scoprire e studiare. I biologi, però, stanno già scoprendo nuovi principi, che hanno un valore predittivo per le ricerche future: i mutamenti evolutivi relativi all'anatomia, in particolare quelli che coinvolgono i geni pleiotropici, accadono più probabilmente attraverso cambiamenti degli enhancer dei geni che attraverso il cambiamento dei geni medesimi.
    Questo fenomeno chiarisce anche come mai gruppi di animali assai diversi possano condividere la maggior parte dei geni coinvolti nel dar forma al corpo, se non tutti: contrariamente a quanto si attendevano gli scienziati, a dar vita alle diverse forme del regno animale è soprattutto il come e dove vengono usati quei geni. Se vogliamo davvero capire che cosa rende la forma degli esseri umani diversa da quella delle altre grandi scimmie o che cosa renda un elefante diverso da un topo, molta di questa informazione non si trova nei rispettivi geni e proteine, ma in un aspetto del tutto diverso dei nostri genomi, ancora tutto da esplorare.
    (fine)

  5. #1895
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    Predefinito Re: Genetica, razza e differenze

    A PROPOSITO DELLE GEMELLINE CINESI

    pare sicuro che l'"operazione" di eliminazione di CCR5 sia in grado di aumentare sia la memoria che l'intelligenza delle gemelline. la situazione è stata verificata sia per i topi sia (casualmente) per gli umani. studi recentissimi hanno dimostrato che i topi privati del gene CCR5 sono più intelligenti degli altri. per quanto riguarda gli uomini , si è visto che chi ha avuto la ventura di nascere con una mutazione in CCR5 (tale da compromettere la funzione della proteina) ha una carriera scolastica più brillante. non solo : i ricercatori di Tell Aviv hanno potuto documentare che quegli individui reagiscono meglio degli altri a traumi, ictus e ischemia. e perché mai ? CCR5 non governa solo l'entrata del virus dell'AIDS nelle cellule, ma è anche un inibitore naturale delle sinapsi tra i neuroni di quella regione del cervello, l'ippocampo, che ci aiuta a ricordare. se si toglie questo freno, si potenziano le facoltà intellettuali. potrebbe anche essere la soluzione per l'alzheimer.

    allora come la mettiamo ?
    chi è a favore della sperimentazione anche sull'uomo (e sulle grandi scimmie) e chi è contro per svariati motivi ?
    a costo di sembrare "luciferino", io sono a favore di questo tipo di sperimentazioni.

  6. #1896
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  7. #1897
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    Predefinito Re: Genetica, razza e differenze

    non ci ho capito niente da questa sommaria descrizione.
    vedrò di trovare l'articolo originale che qui è mal citato.

  8. #1898
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    Predefinito Re: Genetica, razza e differenze

    https://link.genomeweb.com/click/164...b49c5B76f6ccbe

    nel frattempo stanno scoprendo come fanno i vermi a rigenerarsi.

  9. #1899
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    Predefinito Re: Genetica, razza e differenze

    che fregatura : lo danno solo a me.
    al momento non si può accedere. vedremo in seguito.

  10. #1900
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