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Discussione: Note epistemologiche

  1. #1
    Nazbol-Ciucé
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    Predefinito Note epistemologiche

    E' passato un po' di tempo dall'ultima volta che vi ho proposto un articolo volgarmente fisulofico, per cui ho deciso di riprendere pallosissimamente questa brutta abitudine, almeno per questo articolo estremamente interessante.
    L'autore è un blogger di cui non conosco l'identità, ma ha sicuramente ragioni da vendere e un grosso capoccione attaccato al collo, essendo che oltre ad essere un infame e retrogrado tomista come piace tanto a noi è pure un fisico (dottorato al cern, a suo dire). Non nascondo di esser diventato un suo attento lettore, visto che i temi di cui tratta sono molto vicini a quelli che più mi interessano. Per cui il vivo consiglio è quello di esplorare tutto il blog di Croce-Via | Un crocevia di croci. Tutti tesi. Tutti at-tesi!, e non solo di leggiucchiare l'articolo. Questo invita a pensare criticamente le affermazioni della scienza. Rendersi conto che le formalizzazioni matematiche non sempre e non necessariamente assumono un valore esistenziale è il primo passo per smarcarsi da quella retorica e noiosa arbitrarietà che spesso sentiamo in bocca ai nostri avversari scientisti, che giocano sempre allo stupido gioco del la sgienza dice. (parola di sgienziato, sia dell'autore che del sottoscritto)


    Un anno fa pubblicai su questo stesso blog il mio punto di vista su quel che l’uomo della strada e l’ateista medio considera “scienza” come commento ad una serie di articoli dell’eccellente Prof. Giorgio Masiero suCritica Scientifica dove illustravo l’intimo del mio pensiero al soggetto: la “scienza” nella sua accezione contemporanea è un discorso “mitico” che non può essere contrapposto al discorso metafisico che è un discorso “logico” e vi concludevo che vedevo soprattuttouna tensione tra discorso mitico ( scientifico) e discorso logico ( metafisico), il primo concentrandosi sull’efficacia sociale del proprio discorso il secondo sulla contemplazione del reale in quanto tale.Il mythos ed il logos nella cultura greca semanticamente significano ambo un discorso, una storia, un resoconto. Ambo ci svelano un velo sul mondo che ci circonda; ambo partono da fatti, da deduzioni, da esperienze vissute. Il logos le racconta con uno sguardo universale, che si vuole oggettivo, cioè guidato dall’oggetto che descrive. Il mythos invece ne da un resoconto più personale, soggettivo, piuttosto dal punto di vista dell’osservatore che di quello dell’osservato. Infatti la logica, in quanto capitolo della metafisica, cerca le relazioni tra gli enti stessi dal loro punto di vista e non da quello dell’osservatore: se in una realtà A->B e B->C e allora A->C, questo sarà sempre vero in quella realtà indipendentemente da quel che ne pensa un teorico osservatore esterno. Il mythos invece si lascia portare dal discorso, il discorso dell’osservatore sul reale diventa più importante che il reale stesso, per questo il mythos è spesso poetico e commuove chi lo recita e chi lo ascolta: la sua connessione con il reale oggettivo diventa secondaria, quel che conta è la coerenza del discorso e la sua bellezza.Il discorso scientifico moderno è un discorso mitologico, le “leggi” della natura sono degli eroi che ci raccontano una storia, una storia che deve funzionare nella coerenza del proprio discorso, nell’iperbole di quel che significa e nell’uso che se ne può fare. Non importa niente a nessuno se ci sono 26 dimensioni o dieci o 4 o tre nelle descrizione matematiche della teorie delle stringhe: nessuno le vedrà mai, ma non importa, sono funzionali allo sguardo poetico, portato dal linguaggio del fisico, sul mondo. Questa società ne ha bisogno e quindi questa società questo ascolta e le domande poste al mondo reale, quel che chiamiamo esperimenti, sono domande specifiche di questa nostra società e che portano a risposte che potranno essere interpretate solo nel quadro di quella poesia che è coesiva per il nostro mondo.Prendiamo la nozione di tempo: oggi addirittura il tempo ha, nelle scienze, lo stesso statuto epistemologico che quello delle tre dimensioni spaziali. Chi non è convinto che il tempo, in quanto tale non esista? Nessuno. Eppure nessuno lo ha mai visto il tempo: vediamo il moto delle cose, il loro cambiamento di stato, ma nessuno ha mai visto il tempo in quanto tale. Fino a qualche secolo fa, infatti, a nessuno sarebbe venuto in mente di dare uno statuto di oggetto di conoscenza scientifica al tempo stesso: al moto degli oggetti sì, al loro passare da potenza ad atto e viceversa sì, ma ad un tempo in quanto ricettacolo del reale, no. Leggendomi, caro lettore, sarai scioccato, perché non puoi più pensare il reale senza tempo come dimensione: eppure! Guardi il sole alzarsi ogni mattina e coricarsi ogni sera, lo sperimenti quotidianamente: eppure non lo vedi più così, lo vedi come la terra che gira su stessa e lui, il sole fisso. Quali domande porrai alle tue esperienze fisiche nel primo caso? E quali nel secondo caso? Che tipo di risposta otterrai? Sei alla ricerca dell’oggettività del discorso logico oppure sei nella soggettività del discorso mitico?Certo, al tempo di San Tommaso il tempo era semplicemente una misura del moto, una proprietà degli esseri finiti, non una realtà nella quale essi erano immersi. Andava bene nella società agricola e commerciale di allora: per questo, d’altronde, che la questione di sapere se il mondo fosse sempre esistito oppure no, non era importante e ancor meno vitale, sul sapere se Dio esiste oppure no: bah visto che la Bibbia diceva che c’era un inizio perché non crederla? Tanto non cambiava niente da un punto di vista logico.Con Newton, Laplace invece sovviene la rivoluzione industriale, il tempo diventa una realtà economica che si può utilizzare: una realtà senza tempo non era una realtà manipolabile; al contempo bisognava cercare di capire come ottimizzare il lavoro umano in un tempo dato e un approccio meccanicistico andava bene, bisognava che il mondo sia deterministico, che sia causalmente effettivo, l’essere umano non aveva da essere chi è ma diventare un elemento del gran ingranaggio economico, la fisica era lì per giustificare questo sguardo sul mondo, dimenticare le cause materiali, le cause formali e le cause finali. Il tempo, assoluto, che contiene tutto era stato inventato: il suo mythos raccontava una bella storia coerente, il regno della causa efficiente si installò.Ma ecco che la globalizzazione sovviene: quella delle guerre, ovviamente. I sistemi diventavano complessi da gestire, le equazioni matematiche non erano più sufficienti per descrivere un universo determinista, il tempo non poteva più essere concepito in modo così rigido, le equazioni non potevano più essere sempre integrate, allora si dette al tempo una nozione relativa e una dimensione di incertezza: si cominciò a guardare il reale sotto questo aspetto. Un mondo relativista ed incerto, un tempo che tutto contiene e tutto relativizza al “contempo”: ed ecco apparire le teorie fisiche che gestiscono il relativismo osservazionale, l’indecidibilità dei sistemi, l’imprevedibilità della complessità. Nuovo sguardo sul reale, nuova poesia espressa nel linguaggio perfetto degli elfi, la matematica.Però, sul lato pratico bisognava rispondere a domande precise e l’invenzione dell’informatica coi suoi uno e zero aiutava a simulare questo reale relativo, indecidibile e complessissimo: il tempo da continuo diventò composto di micro-unità dalle dimensioni piccolissime, il tempo di Planck. Ma ora di nuovo, c’è unità tra la società che tutto taglia a pezzettini e il tempo. Di nuovo possiamo porre domande al reale che ci dia risposte che convergano con i nostri bisogni societali: il mythos si rinnova, come sempre e come sempre funzionale e poetico.E ora, cosa ci aspetta? Ora, siamo in una società schiavizzata dall’occidente all’oriente, che pulsa all’unisono dall’artico all’antartico, a cui non gliene importa più tanto sapere del ieri e neanche del domani. Ormai, non abbiamo più tanto bisogno di tempo: è una nozione che non è più così tanto efficiente in un universo sociale dove tutto è contemporaneo: allora si inventa una poesia che ci racconta le gesta di realtà che non potranno mai essere verificate sperimentalmente, che si nascondono in decine di dimensioni nel quale il tempo è affogato e in oblivione, ridicolizzato, insignificante.Il Big Bang andava bene finché c’era da costruire un mondo migliore: ormai siamo in un mondo migliore, allora improbabili “Branes” si scontrano da tutt’eternità per generale mitologici mondi e mitologici Big Bangs in altre dimensioni fuori dal tempo e dallo spazio: empirei novelli e sacri intoccabili olimpi.Anzi, molto meglio, c’è chi, ricercatore molto serio (Rovelli, De Witt, Connes, etc) riscrive le equazioni di moto, la dinamica classica e quantistica senza il parametro tempo: senza quella dimensione che ci sembra così fondamentale che è il Tempo”: ne hanno bisogno per spiegare cosa succede all’orizzonte di un buco nero dove non c’è più tempo come lo intendiamo, ce n’è bisogno all’inizio del big bang; lo si può dedurre come un fenomeno statistico legato all’entropia, ma nulla di essenziale all’essere: ce ne sarà bisogno nella nostra società se questa nuova poesia si rivela efficiente come sembra essere il caso visto il bisogno che la società ha di entrare in un’era intemporale, senza concezione, senza agonia, senza passato da ricordare e senza futuro da sperare . In un certo senso, siamo tornati a prima del Medio-Evo: il mondo esiste, il moto esiste, il tempo in quanto tale no, è un’illusione o un’assenza di informazione.Nel mio post precedente, prendevo in giro gli ateisti che credono nelle Leggi Naturali, Immense, Eterne, Onniscienti e Onnipotenti: ma queste loro leggi sono solo discorsi mitici, validi, certo, soprattutto efficaci per schiavizzare l’essere umano e farne un quantum atemporale nel gran schema delle cose. Gli ateisti credono in miti per schiavi.Noi, cattolici romani, invece, ci interessiamo ai discorsi logici, dal punto di vista dell’essere, cioè alla filosofia e alla metafisica aristotelica e tomista.


    O Tempora, O Mores ! | Croce-Via
    Dicono che viaggiare sviluppa l'intelligenza. Ma si dimentica sempre di dire che l'intelligenza bisogna averla già prima.-.G. K. Chesterton

  2. #2
    libero
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    Predefinito Re: Note epistemologiche

    Mannaggia a te draigo


    ...ho leggiucchiato qua e là e ci sono articoli e spunti che meriterebbero (e mi manca il tempo).

    Ottima segnalazione.



    Leggevo questo nella sezione attualità

    Forse è vero, la formalizzazione di una “teoria gender” in senso stretto non esiste, non esiste un librone in cui sono incasellate e scritte nero su bianco tutte le nuove definizioni e le presunte mire sociali da ottenere, se questo è quello che ci aspettiamo prima di iniziare a doverci preoccupare (anche se questo non è del tutto vero, si googlino i nomi di John Money e Judith Butler). Ma come chiamare altrimenti queste innegabili, sistematiche e coercitive spinte da diversi fronti dell’istruzione e della cultura in una direzione ben precisa e quantomeno sospetta? È un mero problema di etichette: non chiamatela “teoria gender”, se vi infastidisce. Chiamatela “pippo”. Ma sempre questa roba qui rimane.


    Appena ho tempo spulcio la sezione filosofica
    se non ci metterai troppo io ti aspetterò tutta la vita...

  3. #3
    sofico
    Ospite

    Predefinito Re: Note epistemologiche

    Modernismo laicista decadente si adatta benissimo a numerosi attuali orrori morali, etici, religiosi ....

  4. #4
    libero
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    Predefinito Re: Note epistemologiche

    Il Big Bang andava bene finché c’era da costruire un mondo migliore: ormai siamo in un mondo migliore, allora improbabili “Branes” si scontrano da tutt’eternità per generale mitologici mondi e mitologici Big Bangs in altre dimensioni fuori dal tempo e dallo spazio: empirei novelli e sacri intoccabili olimpi.Anzi, molto meglio, c’è chi, ricercatore molto serio (Rovelli, De Witt, Connes, etc) riscrive le equazioni di moto, la dinamica classica e quantistica senza il parametro tempo: senza quella dimensione che ci sembra così fondamentale che è il Tempo”: ne hanno bisogno per spiegare cosa succede all’orizzonte di un buco nero dove non c’è più tempo come lo intendiamo, ce n’è bisogno all’inizio del big bang;

    Da osservatore esterno seguo un po' il dibattito scientifico su big bang, sul prima del big bang , sul nuovo big bang, etc e non si puo' non prendere atto di una procedura sistematica che va avanti attraverso le sostituzioni di premesse.

    Mi spiego: si toglie Dio e si fanno ipotesi sostenibili che dimostrano la loro insussistenza o il loro paradosso quando la scienza ateista "decide" di inseguire nuove intuizioni...che a loro volta richiedono altre sostituzioni ed altri modelli ipotetici...

    Ultima modifica di Ucci Do; 24-11-15 alle 13:27
    se non ci metterai troppo io ti aspetterò tutta la vita...

  5. #5
    Nazbol-Ciucé
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    Predefinito Re: Note epistemologiche

    Io personalmente taglio subito il discorso perchè gran parte della moderna cosmologia scientifica mi sembra sempre più strampalata man mano che passa il tempo. Sono disponibili una quantità immensa di modelli matematici assurdi che modellizzano cose ancora più assurde, ed è difficile prendere una posizione in questo mare di incertezza. L'articolo aiuta a capire che non è necessario farlo; la fisica fa una cosa: misurare. Che continui pure a misurare e a calcolare cose soltanto in funzione di prevederle, ma non ci venga più a proporre l'equazione a piuttosto che l'equazione b come verità REALE. Stesso discorso sulle menate delle 32 dimensioni e via discorrendo.
    Dicono che viaggiare sviluppa l'intelligenza. Ma si dimentica sempre di dire che l'intelligenza bisogna averla già prima.-.G. K. Chesterton

  6. #6
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    Predefinito Re: Note epistemologiche

    Citazione Originariamente Scritto da Draigo Visualizza Messaggio
    Io personalmente taglio subito il discorso perchè gran parte della moderna cosmologia scientifica mi sembra sempre più strampalata man mano che passa il tempo. Sono disponibili una quantità immensa di modelli matematici assurdi che modellizzano cose ancora più assurde, ed è difficile prendere una posizione in questo mare di incertezza. L'articolo aiuta a capire che non è necessario farlo; la fisica fa una cosa: misurare. Che continui pure a misurare e a calcolare cose soltanto in funzione di prevederle, ma non ci venga più a proporre l'equazione a piuttosto che l'equazione b come verità REALE. Stesso discorso sulle menate delle 32 dimensioni e via discorrendo.
    Il positivismo è un'ideologia , come tale col passare del tempo non può non affidarsi all'apoditticità, specie quando maggiormente si distacca dall'elemento "concreto" e si perde nella pura speculazione.
    Preferisco di no.

  7. #7
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    Predefinito Re: Note epistemologiche

    Seguo poco le nuove teorie sulla Fisica ma mi è parso che tutto d'un tratto il Big Bang non vada più bene. Troppo simile al racconto biblico.
    Bisogna ritornare a cause incausate ed infinite matrioske quali ridicoli multiversi come calzini e stringhe slacciate delle scarpe. Lo strano è che sembra che se ne siano accorti da un momento all'altro che il Big Bang era troppo biblico. Perchè non se ne sono accorti prima?
    Qualcuno prima ne traeva vantaggio? Ad un certo punto qualche superiore incognito ha emanato la sua volontà subito raccolta dagli ambienti goliardico-paramassonici contigui alle accademie scientifiche?
    IN PALESTINA È GENOCIDIO!
    ROSA E OLINDO, LIBERI SUBITO!
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    "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli…"


  8. #8
    Nazbol-Ciucé
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    Predefinito Re: Note epistemologiche

    Mah il Big Bang è una teoria come un altra, non è che a noi cambi poi molto saperla vera oppure no. L'articolo si focalizza più che altro sul modo di intendere tutte quelle che vengono proposte come teorie scientifiche/visioni cosmologiche che sono, alla fine, soltanto dei modelli matematici. Senza valore esistenziale. Da qui il concetto di scienza che fa uso di un linguaggio pienamente mitologico.
    Dicono che viaggiare sviluppa l'intelligenza. Ma si dimentica sempre di dire che l'intelligenza bisogna averla già prima.-.G. K. Chesterton

  9. #9
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    Predefinito Re: Note epistemologiche

    Citazione Originariamente Scritto da Draigo Visualizza Messaggio
    Mah il Big Bang è una teoria come un altra, non è che a noi cambi poi molto saperla vera oppure no. L'articolo si focalizza più che altro sul modo di intendere tutte quelle che vengono proposte come teorie scientifiche/visioni cosmologiche che sono, alla fine, soltanto dei modelli matematici. Senza valore esistenziale. Da qui il concetto di scienza che fa uso di un linguaggio pienamente mitologico.

    Ma in fondo ogni logica dimostra se stessa. E' solo un approccio multidisciplinare e quindi multi-logico, con l'apporto indispensabile dell'esperienza personale ad essere la migliore garanzia di una vera conoscenza o quanto meno della migliore possibile.
    IN PALESTINA È GENOCIDIO!
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  10. #10
    sofico
    Ospite

    Predefinito Re: Note epistemologiche


    Questi signori vogliono far passare un "continuum" di probabilità e caos.
    Quindi non sarebbe possibile in una tale forzatura che un Essere (maiuscolo) possa dirsi veramente esistente secondo il principio di trascendenza e le meditazioni iniziate da Parmenide.

    In parole povere come al solito si vuole sostituire un Dio ordinato con una probabilità caotica.

    Per arrivare al solito principio di modernità (Niente Dio, niente morale, quindi edonismo consumistico del fai come vuoi)

 

 
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