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    Predefinito Ormai è dietro l'angolo.

    http://www.maurizioblondet.it/passo-dopo-passo-questi-ci-portano-proprio-alla-terza-guerra/

    Passo dopo passo, questi ci portano proprio alla terza guerra



    Maurizio Blondet10 novembre 20157


    Come già sapete, “Russia accusata di doping di Stato. La Wada, l’Agenzia mondiale antidoping, accusa la Russia e chiede la revoca di tutte le medaglie vinte all’Olimpiade di Londra 2012 e la sospensione dell’atletica dai prossimi Giochi di Rio “.
    Provo a fare un elenco delle altre provocazioni occidentali contro la Russia, specie sul pericoloso teatro siriano.

    • il numero dei missili anticarro TOW in mano ai jihadisti, che con questi distruggono i cingolati siriani, “è aumentato in modo esponenziale”.
    • Il Pentagono ha dispiegato in Turchia sei caccia F-15 C, aerei il cui unico scopo è ingaggiare combattimenti con altri aerei. “Non servono certo per combattere l’ISIS”, hanno notato i comandi russi (che hanno mandato in Siria altri sistemi anti-aerei). “Non intendiamo fare della Siria un campo di guerra per procura fra Russia e Usa”, aveva detto Obama pochi giorni fa. E’ esattamente quel che sta facendo.
    • Gli Usa hanno fatto penetrare in Siria 50 uomini delle loro truppe speciali, ovviamente senza chiedere permesso al governo siriano, con lo scopo (dichiarato) di affiancare, addestrare e comandare i “ribelli moderati”. Identificati questa volta in una formazione che hanno chiamato “Sirian Democratic Forces”. Ma secondo Ben Hubbard, inviato del New York Times, che ha passato una settimana con loro, queste forze democratiche “esistono finora solo di nome”, trattandosi di spezzoni di miliziani kurdi e di reduci arabi già di Al Nusra (Al-Qaeda) senza un comando unificato (le due etnie si odiano). David Ignatius, la grande firma Washington Post, ha fatto notare che se 50 teste di cuoio sembran poche, avranno bisogno di supporto aereo Usa anche per rifornirle, per evacuarle in caso di guai, per tutto: insomma per provocare uno scontro aereo possibile coi russi.
    • Sulla tragedia del volo carico di turisti russi abbattuto sul Sinai, Usa e Regno Unito hanno dato per prime la notizia che si è trattato di un attentato e non di un incidente. Non hanno condiviso con Mosca quel che sapevano. Risulta ora che sono stati i servizi israeliani a captare conversazioni (i terroristi parlavano con accento britannico…) degli attentatori (prima o dopo l’attentato non si sa) e l’hanno detto agli americani. La tragedia ha suscitato ostentate manifestazioni di piacere ufficioso a Washington e Londra, per non parlare di Parigi e di Charlie Hebdo.
    • L‘ex vicedirettore della Cia Michael Morell ha spiegato perché: “Rafforza la percezione che l’ISIS sta vincendo, che la chiave della forza di questo gruppo ad attrarre reclute”.
    • Il colpo finale all’economia dell’Egitto (il cui 11,3% del Pil è portato dal turismo, 8-9 miliardi) è amplificato enormemente dopo che Regno Unito, Francia, Germania, Olanda e Lettonia e Lituania hanno vietato tutti i voli delle loro linee aeree sul Sinai – costringendo Mosca a far lo stesso. E’ una punizione per il regime del Cairo che si avvicinava troppo alla Russia. E’ un disastro economico per le agenzie turistiche russe (avevano là 80 mila persone da riportare a casa) e malumore popolare per tutti quelli – molti di più – che avevano prenotato vacanze a Sharm e non ci possono andare.
    • Un veicolo subacqueo radiocomandato e carico di esplosivo è stato casualmente scoperto, da operatori svedesi, nelle immediate vicinanze del North Stream, il gasdotto che porta il gas russo alla Germania, costruito da Gazprom. E’ un avvertimento a Berlino, oltre che a Mosca. https://www.rt.com/news/321163-drone-explosives-nord-stream/
    • Usa annuncia: venderà l’8 per cento delle sue riserve strategiche di petrolio. In questo momento di prezzi bassissimi, la cosa non ha senso economico. Ma ha senso politico: si tratta di far calare il barile ancor di più, per togliere alla Russia i mezzi per la sua presenza militare in Siria, mentre si cerca di impantanarla in un nuovo Afghanistan. L’evidente tensione del Medio Oriente rischiava probabilmente di provocare un rialzo- occorreva intervenire a manipolare i prezzi al ribasso. Infatti è bastata la notizia per far calare il petrolio di un 1,8%.

    http://www.marketwatch.com/story/oil-extends-losses-ahead-of-us-inventory-data-2015-10-27

    • La guerriglia yemenita anti-saudita ha catturato in Yemen due operatori con passaporto americano che lavoravano per i sauditi – e che pare abbiano a che fare con l’abbattimento dell’aereo russo. I due sono contractor (della ex Blackwater); hanno detto di lavorare per l’ONU – l’Onu li ha smentiti.
    • -La morte di Michail Lesin a Washington. Lesin, intimo amico di Putin, era il creatore del nuovo sistema d’informazione internazionale di Mosca, che fa’ concorrenza alla CNN e all’insieme del sistema di informazione-propaganda Usa e occidentale, con gran dispetto della cosca mediatica occidentale. Morto “per attacco cardiaco”. Mentre era in un hotel di lusso e, formalmente, sotto la protezione del BDS (Bureau of Diplomatic Security) Usa, ossia la scorta fornita dall’America ai diplomatici esteri. Secondo voci che non siamo in grado di confermare, era stato Putin a mandare Lesin a Washington, come suo personale inviato, per trattare con Washington – con la dovuta riservatezza- gli scottanti retroscena dell’abbattimento sul Sinai dell’aereo russo, ossia le implicazioni occidentali. La misteriosa morte di Lesin, amico personale di Putin, è la risposta.
    • La Russia mette in pericolo l’ordine mondiale”: così Ashton Carter, il ministro del Pentagono. “La Russia è pericolosa per la sicurezza nazionale”: rapporto dei servizi inglesi reso noto in questi giorni.

    Il Trident Usa sopra Los Angeles
    • Gli Usa lanciano un missile Trident da un sottomarino nucleare davanti alle coste di Los Angeles: è un missile balistico intercontinentale a testata atomica plurima di quelli che sarebbero lanciati nella guerra globale. “E’ probabilmente la più grande minaccia militare per Russia e Cina”, il segnale che l’America “è ancora il più grosso bullo del quartiere e può ridurre in cenere radioattiva i suoi nemici in un istante”, ha scritto un sito geopolitico.

    Interrompo la lista perché a completarla sarebbe troppo lunga. Questa basta, credo, a indicare la strategia occidentale. L’accordo accettato da Kerry a Vienna è lettera morta, o Washington fa’ il pompiere incendiario. Mosca aveva proposto quell’incontro per mettere fine alla guerra ed aprire un tavolo di negoziati con tutti gli attori dell’area, avendo bisogno di arrivare presto alla fine delle operazioni militari. La forza russa impiegata non basta a liquidare un ISIS che viene continuamente riarmato di armi sempre più sofisticate. Secondo Saker, del resto (ammissione indicativa) “l’intervento russo non è mai stato inteso a debellare totalmente Daesh né a cambiare il corso della guerra civile”. Anzitutto, ha avuto lo scopo di spezzare l’impeto di Usa e Turchia per una invasione della Siria, perché era questo che pendeva sul paese un mese e mezzo fa; poi, fornire appoggio aereo alle forze di terra siriane, demoralizzate e rarificate da tanti anni di combattimenti. Infine, una difesa aerea sui siriani, che è sufficiente a rendere costoso un intervento aereo – poniamo – turco, ma non uno americano. Fedeli al detto di Clausewitz, i russi hanno usato la guerra come arma politica, per forzare Usa, arabi, turchi a sedersi al tavolo con l’Iran e a cessare il mantra Assad must Go.
    Invece, il superstato-canaglia ha accresciuto la posta. D’altro canto, Daesh ha imparato adattarsi alla campagna aerea russa; sicché, dai bombardamenti a strutture dei terroristi, relativamente tranquilli, l’aviazione russa deve impegnarsi oggi nell’appoggio aereo ravvicinato alle forze di terra siriane impegnate in combattimento diretto, aumentando i pericoli di abbattimento (specie dato che in Usa si è parlato di fornire ai tagliagole i missili A/A a spalla) . Inoltre, “invece di trincerarsi sotto i bombardamenti, Daesh è andato all’offensiva in vari settori del fronte”, obbligando le povere forze siriane a dispersioni, che hanno impedito la concentrazione di sufficienti uomini e volume di fuoco che permetterebbe di ottenere un risultato risolutivo.
    L’esplosione dell’aereo Kogalymavia volo 9268 sul Sinai, la cui responsabilità ultima sta nelle centrali che hanno promosso, armato e rafforzato il jihadismo takfiro (ossia gli occidentali coi sauditi e i turchi), più tutte le provocazioni citate sopra, hanno dato a Mosca la visione che “l’Occidente” la sta per impegnare in un conflitto militare, economico, propagandistico “senza fine prevedibile”, in cui come Occidente si debbono intendere anche Turchia, Saudia, Katar, Israele, tutto il jihadismo fanatico, la NATO e la UE: un confronto che Putin sa di non potersi permettere. Rispetto a tutti questi nemici, la Russia è un piccolo paese, la cui forza è limitata; non solo, ma mai intesa ad operazioni di lunga durata a migliaia di chilometri dalla madrepatria. “I russi hanno dato una soluzione audace e all’ultimo minuto, assolutamente vitale, a una situazione pericolosa che stava per peggiorare di molto”, scrive Saker. Se l’armata siriana non ottiene abbastanza presto uno sfondamento delle linee terroristiche, è inevitabile un intervento diretto di truppe dell’Iran, il che susciterebbe l’immaginabile stracciamento di vesti in “Occidente” e l’occasione per un vero ampliamento della guerra a Turchia, Saudia, Katar, Israele – magari NATO, in ogni caso il CENTCOM.

    Washington (non necessariamente la Casa Bianca, che a questo punto non conta più nulla) sta evidentemente alzando la posta in tutte le direzioni – non ultima, facendo mediaticamente della Russia lo stato-mostro, lo stato-paria che deve restituire le medaglie, il pericolo per la pace mondiale peggio di Daesh – e aumentandone i costi per Mosca, fino a che Putin si ritirerà, umiliandosi, prima di arrivare al punto in cui diventa inevitabile la terza guerra mondiale, atomica.
    Il rischio di un simile calcolo dovrebbe essere evidente. Mosca non può già battere in ritirata. Dunque risponde alle provocazioni aumentando a sua volta la posta.
    Con atti che diventano sempre più irreparabili.
    Ha violato il divieto di sorvolo sullo Yemen imposto dai sauditi con un aereo da trasporto che è atterrato a Sana, a portare (dice) aiuti umanitari alla popolazione…diciamo meglio, agli Houti che i sauditi stanno massacrando. L’aereo era un cargo militare, è atterrato a Sanaa durante una delle peggiori tempeste di sabbia che lo Yemen ricordi, ed è stato scortato in volo dall’aviazione iraniana. Cosa ci fosse davvero in quell’aereo per gli Houti, difficile dire; qualcuno giura che potrebbero essere missili A/A per abbattere i caccia sauditi. Secondo altri, la cattura dei due contractors americani (probabilmente) della Blackwater, avvenuto a Sanaa, è stata opera di spetznaz che erano su quell’aereo umanitario; sarebbero stati addirittura i gestori-radar e comunicazioni che hanno reso possibile l’abbattimento del volo russo sul Sinai…una voce che non possiamo controllare (1).
    Mosca ha finalmente cominciato a consegnare all’Iran i sospirati sistemi anti-aerei S-300, un contratto che aspettava di concretizzarsi dal 2007, e Mosca aveva sospeso per essere cortese con Israele (l’Iran è giunta ad aprire una causa arbitrale contro la Russia a Ginevra nel 2011). Ovviamente non occorre più aver tanti riguardi con Israele, se si è dipinti come il nuovo Terzo Reich, lo stato-mostro alla conquista del mondo (e delle medaglie olimpiche).
    La polizia egiziana ha giusto ieri confermato l’uccisione di Ashraf Ali Hassanein Gharabli, indicato come capintesta di Daesh in Egitto, gruppo “Wilayat Sinai” che ha rivendicato l’attentato all’aereo russo: sembra per mano di speznaz o
    di teste di cuoio inglesi (o forse gli inglesi hanno collaborato per silenziare il terrorista, e non cadesse vivo in mano ai russi? Una strana e intensa guerra sotterranea è in corso attorno all’Airbus esploso…).
    Contro lo scudo antimissile installato dagli americani in Europa, che punta a rendere possibile il primo colpo nucleare secondo Mosca, Putin ha annunciato che “in questi ultimi tre anni, diversi missili efficaci sono stati testati con successo in Russia capaci di perforare lo scudo”.
    Putin ha inviato in Siria un contingente di 4 mila russi: non in funzioni di combattimento, ma è il raddoppio del contingente rispetto a ieri.
    Il rafforzamento della presenza militare Usa nei paesi dell’Est europa è tale, che un analista serbo, Joaquin Flores, ha parlato di una “occupazione militare di Lettonia, Lituania e Polonia sotto il pretesto di un’aggressione russa”.
    Mosca può, in questo gioco al rilancio, armare i curdi contro la Turchia o fornire armamento agli Houtis in Yemen.
    Il rischio è che in questo gioco pericoloso di provocazioni e risposte, dove né l’una né l’altra parte vogliono o possono indietreggiare, si scenda per la china scivolosa – che fu percorsa irresponsabilmente dalle potenze nel 1914 – in cui il conflitto diventa inevitabile, o scoppia per un “incidente”.
    L’Europa potrebbe far qualcosa per interrompere questo gioco al rialzo. Ma naturalmente, è pienamente, rovinamente accodata alla follia Usa.


    NOTA

    1. Dal sito Aurora, riprendo la ricostruzione dei fatti che mi pare più completa.

    “Un nuovo rapporto dell’Intelligence estera (SVR) che circola al Cremlino afferma che il Ministero degli Esteri è stato informato, il 5 novembre, dall’Ambasciata della Federazione a Washington DC di aver notificato all’Ufficio della sicurezza diplomatica degli Stati Uniti (BDS) che un russo sotto sua protezione era stato rivenuto morto nella sua stanza d’albergo a causa di un presunto infarto. Secondo la relazione, il russo sotto la protezione del BDS era Mikhail Lesin, inviato negli Stati Uniti dal Presidente Putin quale collegamento personale con i massimi funzionari dell’intelligence del regime di Obama sui negoziati su “circostanze/fatti” dell’abbattimento del Volo 9268 sull’Egitto da parte dello Stato islamico. L’ultimo dispaccio di Mikhail Lesin a Mosca prima della morte, il rapporto continua, descriveva l’incontro “polemico/argomentativo” con funzionari del regime di Obama, che minacciavano la Federazione per il tentativo di Mosca di riportare in Russia i due “contractor” statunitensi catturati nello Yemen, che il SVR “associa” ai terroristi dello Stato islamico che hanno abbattuto, rivendicandolo, il volo 9268. Come abbiamo già riportato, sulla base dei dati satellitari, il SVR è stato quasi immediatamente in grado di accertare che il volo 9268, partito da Sharm al-Shayq in Egitto, è stato abbattuto da un missile terra-aria inglese Starburst dopo che era stato “costretto/ingannato” a una quota inferiore da false “comunicazioni/ misure elettroniche” inviate dallo Yemen. Il SVR sa di tale base segreta nello Yemen per “travisare/ingannare” i voli da e per Sharm al-Shayq, la relazione nota, scoperta ad agosto quando un volo dell’inglese Thomas Airways, avvicinandosi a questa zona con 189 persone a bordo, fu “manipolato elettronicamente” e preso di mira da un missile terra-aria che il pilota poté schivare a meno di 300 metri. Sulla base dell’intelligence elettronica, il rapporto dice, il SVR ha stabilito che il missile sparato contro il volo della Thomas Airways e che ha distrutto il Volo 9268, era un atto terroristico commesso dallo Stato islamico, noto come Ansar Bayt al-Maqdis (Stato islamico del Sinai o Wilayat al-Sinai) che secondo funzionari degli USA “non é un gruppo jihadista male equipaggio, ma uno degli affiliati dello SIIL più attivi e potenti“.
    A rendere il gruppo terroristico dello Stato islamico nel Sinai ancora più letale, la presente relazione continua, è stato il sostegno militare e finanziario dall’Arabia Saudita, compresi i missili antiaerei spalleggiabili Starburst forniti dalla società inglese Thales Air Defence all’Arabia Saudita nell’ambito di un contratto firmato nel 2007, e operativi apertamente nel regno. Subito dopo che il Volo 9268 è stato abbattuto dai terroristi dello Stato islamico, secondo il rapporto, una “squadra” combinata SVR-Spetsnaz (Forze Speciali) operante nello Yemen dall’attentato di agosto al volo della Thomas Airways, individuava la base utilizzata per “manipolare/ingannare” i voli sul Sinai e catturava i suoi due operatori, identificati dal SVR come cittadini statunitensi impiegati dalle Nazioni Unite, affermazione smentita dalle Nazioni Unite. Al momento d’iniziare gli “interrogatori/interviste” dei due statunitensi nello Yemen da parte degli “esperti” del SVR, secondo il rapporto, il Presidente Putin inviava Mikhail Lesin come suo emissario personale negli Stati Uniti per le implicazioni “catastrofiche” delle informazioni ricevute. Mikhail Lesin, va notato, era un’importante figura politica russa e l’esperto accreditato sui mass media che ha ispirato la creazione di Russia Today, dalla lunga amicizia personale con il Presidente Putin. Alla notizia della morte di Mikhail Lesin, la relazione afferma, il Presidente Putin ha ordinato che tutti i “negoziati” con gli Stati Uniti siano sospesi e che il SVR riportasse nella Federazione i due statunitensi catturati nello Yemen, come dettagliato in Un raid cattura le ‘risorse’ della CIA che hanno abbattuto l’aereo russo in Egitto. Nell’ulteriore “interrogatorio/intervista” di tali statunitensi al loro arrivo a Mosca, il rapporto continua, il SVR ha stabilito che erano dipendenti della compagnia di mercenari statunitense Academi, (Blackwater e Xe) con passaporti degli Stati Uniti che identificavano il loro Paese d’origine nella Colombia. Importante da notare sui due colombiani-statunitensi della Blackwater/Academi/Xe catturati dal SVR nello Yemen, secondo il rapporto, è che furono segnalati entrare nello Yemen sotto le mentite spoglie di soldati colombiani. Recentemente, infatti, un gruppo mediatico colombiano riferiva che nei successivi mesi più di 800 militari colombiani entreranno a Sana, Yemen, per sostenere l’offensiva dei sauditi e dei loro alleati che combattono nello Yemen. Sull’associazione dei due mercenari della Blackwater/Academi/Xe con la CIA, la relazione conclude, si attende ulteriore “esame/conferma” finanziaria, ma molti analisti del SVR ritengono sia solo questione di tempo per la prova definitiva. Comprendendo appieno la relazione, assieme tutti gli altri rapporti del SVR sul volo 9268, l’invio del consigliere per i media del Presidente Putin, Mikhail Lesin negli Stati Uniti prova che non è solo la Russia a sapere che l’aereo è stato abbattuto, ma anche i regimi di Obama e Cameron. Ciò che va stabilito da Russia e occidente, però, non è solo il modo migliore per manipolare i fatti sul disastro, ma il tipo di ritorsione che, se non è misurato ed equilibrato, quasi sicuramente precipiterebbe il mondo in guerra”.

    Se questa versione è vera, allora alla terza guerra mondiale siamo già vicinissimi.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #2
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    La definizione, le date di inizio e fine delle guerre mondiali dipendono da chi detiene il potere.
    Potrebbe già essere in corso da tempo.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  3. #3
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    Potrebbe, ma non è.
    Almeno nel senso di guerra totale e distruttiva, come sarebbe quella nucleare.
    Il thread è stato aperto per altre ragioni.
    Ritengo doveroso tenere come discussione a sè stante l'ordine di tutte le provocazioni dell'Occidente alla Russia di Putìn, cosa che stava diventando difficile tra glia ltri vari thread che rischiavano di diventare dispersivi.
    Provocazioni e situazioni tali che, al di là delle decisioni di chi detiene il potere, può sempre sfuggire di mano.
    Basta un pazzo, se ci sono le condizioni.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  4. #4
    Venetia
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    Prima o poi a qualcuno "scappa" il dito.
    sklöpp & kanù

  5. #5
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    Vedrò di non esserti davanti in quel momento...
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #6
    Venetia
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    Saggio....
    sklöpp & kanù

  7. #7
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    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  8. #8
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    Montenegro: l'ultima provocazione della Nato alla Russia. La miccia conclusiva?








    Ad inizio dicembre, i ministri degli esteri dei paesi membri della Nato inviteranno formalmente l'ex Repubblica della Jugoslavia. In questa fase le conseguenze potrebbero essere molto gravi

    Notizia presa dal sito L'Antidiplomatico visita L'Antidiplomatico

    In un momento storico che vede l'Occidente a guida statunitense e la Russia attraversare la fase più critica delle loro relazioni dai tempi della Guerra Fredda - prima con il colpo di stato in Ucraina nel febbraio del 2014, poi con la rivoluzione colorata tentata in Macedonia e ancora con la decisione di Mosca di intervenire in Siria a sostegno del governo di Assad contro l'Isis che ha smascherato tutti i cartelli di carta creati dagli Usa nella regione - l'ultimo punto di tensione, forse la miccia conclusiva, potrebbe essere la piccola nazione adriatica del Montenegro.

    Solo due decenni fa, il Montenegro era la più piccola repubblica dell’allora Jugoslavia quando iniziava il bombardamento delle forze della NATO nel corso dell’operazione Allied Force. All'inizio di dicembre un summit dei ministri degli esteri dell'Alleanza Atlantica chiederà formalmente al paese di entrare nell’Alleanza atlantica per espressa volontà degli Stati Uniti. Il Montenegro ha storiche relazioni con la Russia, a cui è accumunata dal credo ortodosso, e che ha proprio nella Federazione Russa il suo primo partner commerciale e di investimenti. Il paese è diviso in merito all’adesione alla NATO: oltre il 28 per cento della popolazione del paese è etnicamente serba ed è diffidente nei confronti della NATO, a causa dei conflitti per il Kosovo e la Bosnia e i legami storici con la Russia.

    L’adesione del Montenegro alla NATO sembra scontato, con il quattro volte primo ministro ed ex presidente della Repubblica Milo Đukanović che, incurante degli scontri di piazza ripetuti nel paese e escludendo qualunque possibilità di referendum, ha già dichiarato che accoglierà immediatamente l'invito all'adesione. E a quel punto avremo la prima espansione dell'Alleanza dal 2009, con il Montenegro che diventerà il primo nuovo membro della NATO da quando i rapporti tra l'Occidente e la Russia sono di fatto crollati.

    Per l'Alleanza, l'adesione del Montenegro non sarà esattamente un momento di svolta, ma avrà un forte valore simbolico. Il paese ha una popolazione di poco più di 600.000 persone, le Forze Armate sono circa 2.000 in tempo di pace e il bilancio militare di 28 milioni di dollari è una cifra irrisoria se confrontata con quelli degli altri Stati membri.

    L’adesione verrebbe percepita da Mosca come una provocazione, l'ennesima da parte dell’Occidente, leggi Usa, che ha messo in atto una campagna – fatta di sanzioni economiche, scandali creati ad hoc – volta ad isolare e screditare sempre di più Mosca, che però sta reagendo rafforzando sempre più i legami con i Paesi BRICS, Cina in testa, e creando con loro un nuovo ordine globale e finanziario che nei prossimi anni sfiderà il dominio globale del dollaro.


    Nato: sistema di sicurezza?

    Il sistema “di sicurezza” occidentale ci espone a gravissimi rischi. Basti pensare al numero delle esercitazioni militari che si sono susseguite dalla crisi ucraina e fino al “Trident Juncture 2015” (TRJE15) – la maggiore esercitazione dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi. Esercitazioni che hanno un solo destinatario, Mosca, come ha ammesso recentemente il Generale Ben Hodges, comandante delle forze Usa in Europa. A suo parere, la dimostrazione di forza è una parte molto importante della politica di contenimento. "Non si tratta solo di avere il potere militare, ma anche di mostrare questo potere alla Russia".

    E' un'Alleanza che garantisce la pace e la stabilità internazionale questa? Prendiamo il caso della Libia. In tutte le analisi occidentali non si fa menzione della causa che ha fatto sprofondare il Paese nell'anarchia e l'ha trasformato in una base per gruppi terroristici, tra cui lo Stato islamico. La propaganda USA-NATO ha infatti convinto tante persone che la loro disastrosa guerra in Libia è stato un intervento di successo per la causa della pace e della stabilità. USA e NATO hanno ridotto la Libia nel pasticcio sopra descritto ma hanno presentato l’intervento come un trionfo militare, un “modello di intervento» e la dimostrazione che “l'Alleanza rimane una fonte essenziale di stabilità”.

    Prima della guerra, la Libia non era il paradiso, del resto ne cerchiamo ancora uno in giro per il pianeta, ma era un paese sovrano che, parole dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in una nota del 2011 «sta fornendo assistenza sanitaria globale che include promozione, prevenzione, servizi di cura e riabilitazione a tutti i cittadini gratuitamente attraverso le unità di pronto soccorso, centri sanitari e ospedali di distretto». E il Factbook della CIA ha osservato che la Libia di Gheddafi ha avuto un tasso di alfabetizzazione del 94,2%, superiore a Malesia, Messico e Arabia Saudita. L'aspettativa di vita era 72,3 anni, tra le più alte del mondo in via di sviluppo. Non male per un paese in via di sviluppo. Ma Gheddafi perse il favore del raggruppamento militare USA-NATO, che (con l'onorevole eccezione della Germania) ha sostenuto i gruppi ribelli intenzionati ad ucciderlo e ha interpretato una risoluzione delle Nazioni Unite che istituiva una 'No-Fly zone' come un'autorizzazione a compiere attacchi aerei in tutto il paese.

    Chiaramente l'inversione di tendenza totale di atteggiamento dell'Occidente verso la Libia non ha naturalmente nulla a che fare con il fatto che Gheddafi aveva accennato a nazionalizzare le risorse petrolifere del suo paese, a danno dei profitti delle compagnie petrolifere occidentali.

    Secondo l'OMS i risultati del bombardamento USA-NATO hanno causato «carenza di cibo, carburante, acqua, forniture mediche e energia elettrica e ridotto l'accesso all'assistenza sanitaria e ai servizi pubblici. La situazione delle donne e dei bambini è diventata particolarmente vulnerabile, dal momento che gli ospedali sono sopraffatti con pazienti traumatizzati». La Libia ha testimoniato senza più prova di essere smentiti il fallimento di una organizzazione che non ha nessuno scopo di sicurezza, ma è il braccio armato di una politica estera sempre più fuori controllo degli Stati Uniti.

    La Libia è solo l'ennesima dimostrazione che un intervento militare peggiora sempre la situazione sul campo ed è strumentale solo a due obiettivi: le agende politiche delle grandi potenze e quelle energetico-finanziarie delle multinazionali occidentali. La Nato è funzionale a tutto questo e non certo alla pace internazionale. La Libia era un paese sovrano, la Siria era un paese sovrano, l'Iraq era un paese sovrano, l'Ucraina era un paese sovrano. L'interventismo occidentale ha azzerato le scelte di quei popoli e aperto la via alla destabilizzazione di intere nazioni. Non può essere chi ha creato il caos, lo strumento da utilizzare per cercare di risolvere il problema. E' un circolo vizioso a cui va posto termine il prima possibile. Non può essere chi ha creato il problema a proporsi come soluzione ed è giunto il momento di ripensare ad un'Alleanza che invece di garantire pace e stabilità è fonte perenne di guerre e instabilità regionali. Molto spesso si utilizzano cavalli di troia come la “responsabilità di proteggere” (dopo che l'intervento umanitario aveva fatto il suo corso dopo il Kosovo) per invadere la sovranità altrui e quindi infrangere il diritto internazionale.


    La crisi dei migranti: frutto del caso o delle politiche della Nato?

    La portata della crisi migratoria che l'Europa sta affrontando oggi non può essere sottovalutata. E' veramente senza precedenti. Deve essere chiaro però che il numero di migranti che i paesi europei hanno accolto o si sono impegnati a ad accogliere è irrisorio rispetto ai numeri che sono ospitati in altri paesi del Medio Oriente. Il Libano, per esempio, ospita 1,1 milioni di rifugiati siriani. La Giordania ospita più di 600.000 rifugiati. L'Iraq ospita quasi 250mila. La Turchia ospita 1,6 milioni.

    Ciò che è abitualmente sottovalutato, però - e di fatto quasi completamente ignorato dai media tradizionali - sono le vere radici della crisi.

    Il dibattito intorno alla migrazione nell'UE si sta sviluppando quasi interamente senza riferimento alle cause del recente afflusso di migranti dal Nord Africa e dal Medio Oriente. L'elefante nella stanza è la NATO e nessuno vuole davvero parlarne.

    Il modus operandi della NATO è chiaro. Il modello, ripetuto più e più volte, comporta la completa destabilizzazione di una regione, che sarà rapidamente seguita con un'altra 'soluzione' NATO al problema.

    Discutere della crisi dei migranti in Europa senza riconoscere il contesto in cui è nata è inutile. Le due cose sono inevitabilmente interconnesse e qualsiasi "soluzione" proveniente da un dibattito incompleto alla fine fallirà.
    Una soluzione più semplice, ovviamente, sarebbe che la NATO ponesse fine alla sua campagna di destabilizzazione in Medio Oriente e Nord Africa, ma questo richiederebbe l'accettazione e il riconoscimento di alcune verità molto dure.
    Quello che spesso viene taciuto riguardo alle tragedie dei migranti nel Mediterraneo è che i migranti che si imbarcano verso l’Europa “scappando da guerre e miseria”, fuggono da guerre e da miseria che sono state causate in primo luogo dall’Occidente stesso, Europa inclusa. In Libia, Siria, Somalia ed Eritrea, l’Europa e in generale il mondo occidentale si è trovato davanti per decenni a una semplice scelta: sostenere la pace oppure incoraggiare il conflitto. In tutti e quattro i casi, il mondo occidentale è stato inequivocabilmente dalla parte della guerra, della sofferenza e della violazione dei più basilari diritti umani. Ora che questi paesi sono stati saccheggiati a sufficienza, l’UE lascia che i rifugiati prodotti dai tanti conflitti sostenuti dall’Occidente muoiano annegati in mare.


    Nato: ancora allargamenti?

    E' noto come l'ultimo leader dell'Unione Sovietica, Mikhail Gorbaciov, fosse riuscito a strappare a Ronald Reagan la promessa che la NATO non si sarebbe mai allargata verso est. Le promesse a stelle strisce si sa hanno le gambe corte. E con il passare degli anni, invece, un numero crescente di Paesi appartenenti all’Europa orientale è finito, attraverso passaggi graduali ben consolidati (associazione all’Unione Europea e successiva adesione alla NATO), a gravitare nello schieramento occidentale.

    La mossa da parte della NATO di estendere l'Alleanza al confine russo è controversa e viola lo spirito, se non la sostanza, dell’accordo del febbraio 1990 tra l'allora leader sovietico Mikhail Gorbaciov, il Segretario di Stato americano, James Baker, e il cancelliere Helmut Kohl.

    Il primo allargamento post-guerra fredda della NATO si è concluso nel marzo 1999 con l’adesione di Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia. Il summit di Praga del novembre 2002 ha sancito il più grande singolo allargamento dell’Alleanza, con l’adesione di ben sette paesi: Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia. Nel 2009 si unirono Croazia e Albania. Sei altre ex-repubbliche sovietiche – Ucraina, Georgia, Moldova, Kazakhstan, Armenia e Azerbaijan – hanno ora legati i loro eserciti con quello della Nato tramite il programma “Partnership for Peace”. Tutte e cinque le ex-repubbliche sovietiche dell’Asia Centrale – Kirghizistan, Tajikistan, Turkmenistan, Kazakhstan e Uzbekistan – mettono a disposizione della NATO i diritti di transito e di sorvolo dello spazio aereo nella
    guerra in Afghanistan.

    Il timore della Russia è di essere accerchiata e isolata. Ai tempi dell'Unione sovietica, infatti, gli Stati satellite avevano la funzione di fare da cuscinetto di fronte a eventuali offensive dell'Occidente. La progressiva espansione della Nato ad Est operata a partire dagli anni ’90 è stata presentata al grande pubblico come una benigna diffusione di democrazia e ricerca di stabilità. Letto con la lente del Cremlino, invece, l’allargamento della Nato altro non è che il tentativo di contenere la Russia militarmente e politicamente. L’espansione della NATO è stato un atto politico, non un impegno militare, e l’Alleanza costituisce una potenziale minaccia per gli interessi russi.

    .....

    La Nato come organizzazione non ha più senso dal 1991 con la caduta dell'Unione Sovietica. Nata come un'organizzazione difensiva che poteva essere azionata con azioni belliche solo in caso di invasione subita da parte di uno dei paesi membri è divenuta, con gli accordi di Washington (1999) e Lisbona (2003) una macchina da guerra infernale, il braccio armato delle invasioni degli Stati Uniti per l'esportazione di presunti valori occidentali. L'Italia continua ad assecondare tutto questo. Dalla ex Jugoslavia all’Afghanistan, dall’Iraq alla Libia, passando per il sostegno ai cosiddetti “rivoltosi” di Ucraina e Siria – vale a dire neo-nazisti e terroristi - la Nato ha seminato morte, distruzione e macerie contro popolazioni e Stati sovrani che non rappresentavano nessuna minaccia per l’Europa e per gli USA. Il Parlamento italiano ha accettato la Nato come alleanza difensiva ma non si è mai espressa per i cambiamenti intercorsi successivamente.

    Gli Stati Uniti stanno giocando con scenari di guerra termonucleari sulla nostra pelle attraverso lo strumento di morte chiamato Nato. L'ingresso del Montenegro sarà l'ennesima provocazione alla Russia e il nostro governo, dopo l'eutanasia economica e energetica scelta con le sanzioni a Mosca, sarà sempre il fedele servo di questa politica.

    E' giunto il momento che le istituzioni italiane ragionino sul senso della partecipazione ad un'organizzazione di morte fallimentare e non continuino ad assecondare pericolosi ulteriori allargamenti.
    Notizia presa dal sito L'Antidiplomatico visita L'Antidiplomatico
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  9. #9
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  10. #10
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    La terza guerra mondiale è stata preconizzata dal papa satanico Pike.
    Il Papa di roma attuale dopo 140 anni ne parla nuovamente.

    Una guerra fu originata dall'affare del Lusitania, un altra da un attacco agevolato da parte dei giapponesi, adesso questa è iniziata dalle torri gemelle.
    Con Parigi si è rafforzata la ossatura.
    E' stato un attentato casereccio, si vede che gli Illuminati sono diventati tirchi.

    Comunque è sufficiente per dare una spinta agli armamenti.

    Con 4 fissati hanno creato un bel problema venerdì passato.
    O si taglia o il caos

 

 
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