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  1. #11
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    Con l'attacco a Parigi adesso tutti possono mettersi, senza remore, a combattere contro l'ISIS togliendo lo spazio e il monopolio a Putin.

    Se non intervengono anche loro, Putin diventa il salvatore unico dell'Europa.
    O si taglia o il caos

  2. #12
    Blut und Boden
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    24 visitors.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  3. #13
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    Citazione Originariamente Scritto da jotsecondo Visualizza Messaggio
    Con l'attacco a Parigi adesso tutti possono mettersi, senza remore, a combattere contro l'ISIS togliendo lo spazio e il monopolio a Putin.

    Se non intervengono anche loro, Putin diventa il salvatore unico dell'Europa.
    Questa è l'esatta chiave di lettura.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  4. #14
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    Citazione Originariamente Scritto da jotsecondo Visualizza Messaggio
    Con l'attacco a Parigi adesso tutti possono mettersi, senza remore, a combattere contro l'ISIS togliendo lo spazio e il monopolio a Putin.

    Se non intervengono anche loro, Putin diventa il salvatore unico dell'Europa.
    Questa è l'esatta chiave di lettura.
    La sola.

    Gli USA ed i suoi poveri servi occidentali hanno sempre sacrificato qualcuno dei propri per raggiungere lo scopo.
    Dal Lusitania, a Pearl Harbur, alle torri.
    Grazie ad i nostri media asserviti non si è potuto (parlo delle masse) comprendere a fondo l'importanza dell'intervento russo in Siria e dello scombinamento delle carte che ha creato. Noi lo sappiamo bene, ma il popolo bue no, non l'ha detto la tv!
    L'occidente rischia seriamente di vedersi scavalcato nel merito della sconfitta del terrorismo dall'intelligenza e dall'arguzia di Putìn.
    Non può permetterselo, non per nulla il panzone Hollande si era da subito precipitato a fare il gioco più sporco per conto del padrone.
    Quale migliore giustificazione per far apparire questa strage organizzata e voluta, attuata attraverso mercenari assoldati e preparati, sicuramente con appoggi tra i servizi francesi, come un attacco di ritorsione proprio per quell'intervento aereo?
    Ora tutti a combattere contro l'ISIS.
    Non so se verrà così eliminato (in realtà all'occidente basterebbe non armarlo più e bloccare il loro commercio clandestino di petrolio con un paio di bombe su una certa strada...) ma sicuramente il merito non potrà più essere assegnato solo a Putìn.
    Ecchecazzo, dobbiamo pur combattere tutti uniti contro l'orrore!
    Che se poi lo facessimo davvero gli USA sprofonderebbero domattina.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  5. #15
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    Chi Sono i Nostri Nemici - Rischio Calcolato


    Chiariamo alcuni punti, prima che il rumore mediatico copra tutto.
    I nostri nemici esterni sono:
    I paesi che forniscono armi, addestramento, e supporto ad ogni gruppo islamico intorno all’Europa. E nello specifico i più importanti sono:

    1. Stati Uniti d’America (lo dicono loro)
    2. Arabia Saudita
    3. Turchia

    I nostri potenziali alleati sono:

    1. Russia
    2. Siria

    I nostri nemici interni sono:

    1. l’ideologia dell’accoglienza
    2. il pacifismo
    3. l’idea che bombardare altri essere umani per portargli “i valori dell’occidente” non abbia conseguenza per noi.
    4. l’idea che esista un “islam moderato”

    Ha perfettamente ragione il direttore Maurizio Blondet, se agli attacchi di Parigi non seguirà una chiara inversione di rotta nei rapporti fra Europa e il suo presunto alleato d’oltre oceano, e nei rapporti con la Russia e lo scacchiere medioorientale allora sarà stato solo l’ennesimo false flag.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #16
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    Come sapremo se è un false flag. - Blondet & Friends


    Come sapremo se è un false flag.

    Maurizio Blondet14 novembre 201521
    Un 11 septembre à la française” era stato ampiamente profetizzato da settimane dai servizi. Ora, sapremo se la strage di Parigi è un “false flag” come l’11 Settembre, fatto apposta per innescare una guerra senza fine “al terrorismo” – il terrorismo che gli Usa addestrano, i sauditi pagano e i turchi ricoverano contro la Siria –

    se la lezione che Hollande, la NATO, gli Usa trarranno dalla strage sarà:

    L’Occidente deve intervenire in Siria con tutte le forze militari allo scopo di rovesciare Assad, perché altrimenti i jihadisti diventeranno sempre più forti e meno moderati. La distruzione di Assad è la soluzione, altrimenti l’ISIS non si può vincere. Dovevamo già farlo nel 2012, ce l’ha impedito Obama vacillando….

    Non sarà un false flag se la conclusione che gli stati occidentali sarà invece la seguente:
    “Noi occidentali dobbiamo piantarla di reclutare, pagare, armare ed addestrare i jihadisti. Lo stiamo facendo dalla guerra antisovietica in Afghanistan, dove la Cia ha reclutato in un decennio (1982-92) 35 mila terroristi da 43 paesi: allora la formazione si chiamava Al Qaeda. Venendo ai giorni nostri: contro la Siria, fin dal 2011 – attestò allora DEBKA File – fu lanciata “una campagna per arruolare volontari islamici per combattere a fianco dei ribelli siriani. L’esercito turco li alloggerà, li addestrarà e assicurerà il loro passaggio in Siria” (DEBKAfile, NATO to give rebels anti-tank weapons, August 14, 2011.)”
    La Turchia, è il caso di ricordaree, è membro della NATO. L’ISIS nasce da una costola di Al Qaeda per riconquistare la Siria all’islamismo wahabita, e poi viene esteso all’Irak per riprendere l’area sunnita. In Siria ci sono con i terroristi corpi speciali inglesi; gli Usa conducono contro l’ISIS bombardamenti che sono in realtà lanci di rifornimenti. Ankara mantiene i suoi terroristi per creare una zona-cuscinetto in Siria, che intende poi inglobare allo stato turco: una Crimea ottomana. L’Occidente vuole sloggiare la flotta russa dalla sua unica base in Mediterraneo; vuole liberare territorio per costruire il gasdottotra il Katar e la Turchia onde sostituire le forniture energetiche russe all’Europa. Per questo l’Occidente aiuta e soccorre i terroristi islamici.
    Quanto a Parigi, ha fornito armamenti ai “ribelli” jihadisti libici anti-gheddafi, affiliati ad Al Qaeda e che poi hanno millantato la loro adesione al Califfato.

    https://www.washingtonpost.com/world...kqH_story.html

    Ha fornito copertura aerea ai terroristi mentre avanzavano compiendo atrocità. Nel 2012, Hollande ardeva dalla voglia di mandare caccia ed armati in Siria ad abbattere Assad e – quindi – insediare al potere i terroristi islamici wahabiti, insieme all’Arabia Saudita e alla Turchia. Fu architettato un false flag – “Assad stermina coi gas il suo stesso popolo” come pretesto all’intervento. Il presidente Obama per motivi mai ben chiariti esitò, si ritirò (disse che veva bisogno dell’approvazione del Congresso) sicché l’invasione occidentale contro la Siria restò sospesa. Ed è restata sospesa ancor oggi. Sospesa, non cancellata.
    Nel 2013, la Francia e la Gran Bretagna fecero sforzi straordinari perchè l’Unione Europea togliessero un (presunto) embargo sulle armi da far giungere ai ribelli terroristi islamisti: hanno avuto successo, l’Europa ha consentito, le armi arrivano ai ribelli terroristi ed hanno prolungato la strage in Siria di altri due anni.
    https://www.rt.com/news/eu-syria-arms-embargo-864/
    Adesso, nelle ore dell’eccidio a Parigi, Obama è apparso in tv a fare il discorso delle grandi occasioni, del nuovo 11 Settembre. Promettendo l’intervento a fianco dei francesi:
    Abbiamo sempre potuto contare sul popolo di Francia al nostro fianco. Sono stati un partner straordinario nell’antiterrorismo, e noi intendiamo essere con loro in questo frangente”.
    In realtà, questo stare “spalla a spalla” ha avuto qualche eccezione. Nell’autunno 2014, un drone Usa aveva preso di mira ed ucciso un jihadista francese combattente presso Aleppo.
    Syrie : le djihadiste français David Drugeon tué par une frappe aérienne, confirme le Pentagone ? metronews

    Non era nemmeno un musulmano, si chiamava David Drugeon, ma era sicuramente ben addestrato nei corpi speciali francesi, tanto che era diventato il capo di un gruppo di qaedisti chiamato Khorassan. Agli americani non piaceva come Drugeon faceva il terrorista per conto di Parigi. C’è voluta anche la strage di Charlie per portare la Francia in linea nella “guerra al terrorismo” senza troppa autonomia.
    Adesso l’attacco “dell’ISIS” ai parigini – classica strategia della tensione – può avere anche il senso di una punizione: per il fatto che Hollande, appoggiato da Juncker, hanno alzato la voce contro le sanzioni europee a Mosca, ventilando che andrebbero tolte? Chissà. Invece è certo che la orribile tragedia è stata profetizzata.
    Lo dicevano dal 2 ottobreSu Paris Match del 2 ottobre un giudice Trévédic profetava: “Gli attentati in Francia saranno di una scala paragonabile all’11 Settembre”. Le Nouvel Observateur: “I servizi temono un 11 Settembre francese”.
    Se questa tragedia è stata chiamata in anticipo “Un 11 Settembre”, vuol dire che ci attendono altri 15 anni di “guerra globale al terrorismo”. Eventualmente anche contro la Russia, la sola che – con Assad – sta davvero cercando di eliminare il terrorismo islamico. Se traessimo la lezione giusta, ci affiancheremmo alla Russia. Invece volete scommettere che non avverrà?

    Infine:
    Se non fosse un false flag, già si eleverebbe il grido: Basta col lasciar passare centinaia di migliaia di “profughi” cosiddetti “siriani”, quasi tutti maschi e giovani in età militare, alle frontiere orientali d’Europa! Fra di loro ci sono certamente jihadisti, aspiranti jihadisti, wahabiti tagliagole. Che stiamo facendo?
    Ora, dai media almeno, questo grido non si alza. Strano. Che lezione stiamo traendo dalla strage di Parigi?
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  7. #17
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    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  8. #18
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    Tutti in guerra contro l'ISIS! Come voleva Erdogan - Blondet & Friends



    Maurizio Blondet15 novembre 2015
    Un generale tedesco : “La Turchia vuol trascinare la NATO in questa situazione (la guerra in Siria) perché lo scope reale della Turchia è di abbattere Assad…Le azioni dell’ISIS e quel che accade ai curdi sono secondarie. Deve essere chiaro che un alleato che si comporta così non merita la protezione dell’Alleanza”. Era l’8 ottobre 2014, il generale tedesco (ora a riposo ) si chiama Harald Kujat, e in qualità di membro della Commissione Militare NATO denunciava – durante una trasmissione ARD-TV, Anne Will – che Ankara stesse cercando di invocare la clausola articolo 5 (che obbliga i membri della NATO ad intervenire a fianco di un suo membro minacciato) per i suoi interessi loscamente locali. Specificamente, Ankara vuole creare in Siria una zona cuscinetto (no-fly), grosso modo tra Aleppo, Idlib. Latakia e la propria frontiera, con l’idea nemmeno tanto nascosta di farne poi la propria “82 esima provincia” (la definizione è del giornale Hurriyet). Il generale tedesco auspicava allora che la NATO ritirasse i Patriot dal confine turco, per dare un segnale. I Patriot sono stati ritirati a fine agosto.

    il generale Harald KujatGerman General: NATO Article 5 won?t apply to Turkey?s buffer zone in Syria * | Asia Times
    A metà novembre la strage di Parigi, immediatamente attribuita all’ISIS. Ma che cosa è l’ISIS? Si noti, la strage islamista è accaduta il giorno prima dell’importante vertice del G-20 di Antalya, Turchia. Dove Erdogan – esaltato dall’aver stravinto le elezioni – incontra i governi occidentali che gli hanno tenuto bordone, e forse non gliene hanno tenuto abbastanza, e cominciano a volersi ritrarre – data anche la presenza dei russi. E pone condizioni, minacciando di inondare l’Europa di altri pretesi profughi.
    la zona cuscinetto sognata
    Perché il Sultano di Ankara non ha affatto rinunciato al suo caro progetto di zona-cuscinetto proteggi-ribelli. Il 9 novembre scorso, il suo primo ministro, Davutoglu, sé fatto intervistare da Christiana Amanpour (CNN) ed ha rilanciato la proposta di una invasione militare di terra per crearla: “…Truppe di terra è qualcosa di cui dobbiamo parlare insieme (con gli alleati, ndr.) e condividere…occorre una strategia con campagna aerea e truppe al suolo integrate…non possiamo farlo da soli”.
    Cercava un pretesto per trascinare l’Occidente nella sua guerra. Ora, il fatto che dopo lo sterminio di Parigi Hollande abbia gridato: “Guerra! Guerra!”, come tanti media occidentalisti, significa che lui (e noi) stiamo facendo ad Erdogan il favore lungamente atteso? Guerra! All’ISIS si risponde solo con la guerra!
    Si fa’ presto a dire ISIS – è , come si diceva di Al Qaeda, un franchising: nella zona che Erdogan vorrebbe fare cuscinetto sono impiantati, secondo l’insospettabile Syrian Observatory for Human Right (un apparato di propaganda anti-Assad) almeno 2 mila combattenti provenienti da Cecenia, Daghestan ed altre regioni del Caucaso che sono spesso turcofone, proprio il tipo di gente su cui il neo-ottomano stende la sua protezione. Ad Idlib è impiantato il partito Islamico Cinese del Turkestan, ossia gli uiguri; gli uzbeki dello “ Imam Bukhari Jamaat and Katibat Tawhid wal Jihad”; secondo l’USAID sono tre i gruppi militari usbeki (5 mila in tutto) che si battono in Siria. I ceceni sarebbero 2 mila; gli uiguri, un migliaio. Tutti estremisti dell’Asia centrale, che minacciano la Russia e i suoi satelliti, nonché la Cina.
    Se la NATO andasse a fare “la guerra” in Siria, sarebbe per creare questa zona-cuscinetto e santuario sicuro per questi terroristi-guerriglieri, sfidando l’interdizione aerea russa. Sono gli stessi combattenti per la libertà che abbiamo visto all’opera a Parigi, a scuoterci dalle nostre piacevoli vite? Si fa’ presto a dire ISIS.
    Il fatto è che ad indicare Erdogan come il mandante ultimo possibile della strage non sono mezze figure. E’ un’analista come Christina Lin, del Washington Institute for Near Aest Polico WINEP (che scrive anche per il Times of Israel) e l’inviato speciale informatissimo Pepe Escobar di fama internazionale.
    Quindici formazioni di terroristi operanti in Siria – ricorda Escobar – hanno inviato le loro congratulazioni ad Erdogan per la sua brillante vittoria elettorale: dalla branca locale dei Fratelli Musulmani alla Armata di Conquista…tutte formazioni che hanno giurato lealtà al Califfato, quello sostenuto dalla Cia e dai sauditi, il regnante del Katar, insomma i soliti. Nell’incontro di Vienna, i russi hanno messo insieme tutti costoro cercando di far sì che stilassero una lista di “oppositori moderati” da mettere al tavolo per trattare la transizione e la deposizione controllata di Assad.
    And here?s the top 10 terrorist list: Escobar | Asia Times
    Naturalmente Erdogan, sauditi e americani hanno voluto escludere i loro 15 protetti dalla lista dei “terroristi” delegittimati a partecipare alla transizione verso la supposta democrazia: sono tutti gruppi che – ironizza Pepe – “rispetteranno le elezioni democratiche; gli altri gruppi religiosi; pronti a negoziare con chiunque; che rispetteranno il cessate-il-fuoco, e poi di disarmare e mai più impegnarsi nella jihad globale”.
    Certo, come no.
    Escobar paventa che ad Antalya, i turchi otterranno dall’Occidente – sia sotto mandato NATO o del Consiglio di Sicurezza dell’Onu – il permesso di mettere “scarponi al suolo” per invadere la futura zona-cuscinetto siriana di 10-11 mila soldati turchi, con la scusa di battere il solo “gruppo terrorista” che sarà rimasto sulla lista dopo i depennamenti di questo e di quello stato-protettore (ciascuno protettore dei “suoi” terroristi).
    Speriamo di no.
    Ma perché no, dopotutto? Laurent Fabius, il ministro degli esteri di Hollande, nel dicembre 2012 si rifiutò che fosse messa nella lista delle formazioni terroriste Al-Nusrah (ossia Al Qaeda in Siria) con la motivazione che “sul terreno, fanno un buon lavoro” (un bon boulot, uccidendo i soldati siriani e, en passant, cristiani, donne bambini…): non è lo stesso modo di pensare di Erdogan e dei sauditi? Non è forse l’identico frasario criminale inaugurato dai neocon e dalla loro “guerra al terrorismo globale” senza limiti né remore morali dopo l’11 settembre? Nell’agosto 2014, Le Monde – il più ufficioso dei media francesi – ha rivelato che Hollande aveva dato ordini ai servizi francesi di consegnare clandestinamente armi da guerra ai ribelli in Siria, contro le norme internazionali che mettevano l’embargo su simili consegne: non è l’identico comportamento criminale?
    La “guerra al terrorismo” ha prodotto 13 milioni di morti come minimo fra Irak, Afghanistan e Pakistan: crimini contro l’umanità che restano impuniti e a cui abbiamo preso parte anche noi, se non altro come contribuenti. Un minimo ritorno ai principi di umanità e del diritto richiederà che questa gente sia trascinata davanti a un tribunale internazionale che li giudichi per questi orrori, un Norimberga vero.
    Per adesso Hollande dichiara “lo stato di guerra”: è in combutta con Erdogan? Ha consentito la strage a questo scopo?

    Per ora dobbiamo registrare la frase di Alain Chouet, che è l’ex capo dei servizi francesi di antiterrorismo, DGSE: questo preteso scontro di c iviltà, questa guerra al terrorismo del governo francese , “è un’impostura che ne maschera un’altra, quella dell’alleanza militare tra i paesi occidentali e i padrini finanziari del jihadismo”.
    Intende le petromonarchie del golfo, sauditi in testa. Ma si può escludere la partecipazione americana? Non è l’occasione d’oro (e di sangue) per recuperare l’iniziativa in Siria, persa dopo l’intervento di Mosca? Pochi giorni prima della professionalissima strage di Parigi, il 29 ottobre, il capo della Cia John O. Brennan s’è incontrato col direttore attuale della Cia francese, il DGSE Bernard Bajolet, l’ex capo del MI5 John Sawers, un caporione israeliano de servizi di nome Yaacov Amidror, alla George Washington University, Center for Cyber and Homeland Security. Titolo dell’incontro, Panel on the Shared 21st Century International Mission , ossia missione condivisa per il 21mo secolo.
    In questo “panel”, il francese ha tenuto un discorso ai colleghi sul tema: “Le Moyen-Orient d’avant ne reviendra pas”, ossia: Il Medio Oriente di prima non tornerà. In pratica, paesi come Siria e Irak resteranno smembrati secondo linee etnico-religiose: il francese non ha fatto che ri-illustrare un’altra volta il progetto che fu indicato già nell’82 dalla rivista ebraica Kivunim.
    http://www.globalresearch.ca/before-paris-terrorist-attacks-cia-director-brennan-met-with-french-intelligence-ggse-chief-bernard-bajolet-report/5489143
    Avranno parlato anche del terroristico mega-attentato prossimo venturo a Parigi? Certo si può obiettare che noi qui si dia per scontato che la strage di Parigi sia una precisa strategia della tensione da addossare a quei mandanti occidentali. Ma ogni ora che passa, è chiaro che si è trattato di un’azione professionale del più alto livello: sette attentati simultanei, personale perfettamente addestrato, che ricarica le armi con fredda efficienza, non sono certo dei teppistelli venuti da qualche banlieue parigina. Basta pensare anche solo quanto costa una simile operazione, per intuirlo.
    Beh, ci sono piccoli indizi che i blogger francesi stanno racimolando. Il teatro Bataclan, per 40 anni proprietà di una famiglia ebraica, è stato venduto al gruppo Lagardére l’11 settembre scorso…forse conviene ricordare che anche il piccolo mercato ebraico Hyper Cacher, era stato venduto dal suo prorpietario, Michel Emsalem, alla vigilia dell’orribile evento seguìto alla strage di Charlie Hebdo. Gli apparati di sicurezza privati della comunità ebraica avevano preavvertito i loro correligionari che ci sarebbe stato un attentato il 13 novembre, e conveniva non uscire: questo risulta dal Times of Israel.
    http://www.timesofisrael.com/in-france-defense-experts-see-parallels-to-israel/
    E poi c’è la firma: i terroristi che si sono fatti esplodere, non senza aver prima lanciato lontano da sé il prezioso documento d’identità che li identificava, onde non si danneggiasse nell’auto-esplosione. Uno di loro, dal passaporto siriano, risultava arrivato in Grecia. A parte che i passaporti “siriani” si vendono ad Istanbul un tanto al chilo, onde Berlino li prenda per buoni, è una costante ben nota. Dall’11 Settembre ai fratelli Koauchi, sempre occorre che appaiano documenti miracolosamenti intatti, o dimenticati sui sedili delle auto usate per gli attentati. Massimo Mazzucco ricorda che anche nel ’63, quando l’FBI diramò la segnaletica di ricercato per Lee Oswald, non potendo dire che era quello che aveva sparato a Kennedy (non si poteva ancora sapere) dissero che il fuggiasco aveva perso un documento d’identità…un vecchio trucco poliziesco, di cui non possono far a meno.
    In tanta bassezza ed orrore morale dei governi occidentali che si coinvolgono in questi sporchi giorchi con criminali e formazioni delinquenziali o jihadiste – brilla per nettezza il saluto del presidente Assad ai morti francesi: “Parigi prova adesso quel che i siriani provano da cinque anni”; E poi: “Ipocriti, chiamate ‘terroristi’ quelli che colpiscono voi, e ‘ribelli moderati’ quando colpiscono noi”. E infine il monito:
    Il terrorismo non è una carta che giocate e poi vi mettete in tasca – è uno scorpione che vi morde”.


    POST SCRIPTUM
    Un lettore mi passa la seguente dichiarazione del generale di divisione Vincent Desportes:
    Una parola su Daesh. Non c’è dubbio sulla realtà della minaccia diretta per i nostri interessi vitali, fra cui la nostra popolazione. Daesh è il primo movimento terrorista a controllare un così vasto territorio,35% del territorio irakeno, 20 per cento del territorio siriano. Che rappresenta 200 mila chilometri quadrati e 10 milioni di persone (…) Questo territorio è imperfettamente ma realmente ‘amministrato’ da un ‘ordine islamico’ fatto di barbarie e di racket. Daesh dispone in un vero tesoro di guerra, 2 miliardi di dollari secondo la Cia, di introiti autonomi e massicci senza paragone con quelli di cui disponeva Al Qaeda. Dispone di equipaggiamento militare abbondante, anche pesante e sofisticato. Siamo di fronte a un vero esercito inquadrato da militari professionali. Chi è il dottor Frankenstein che ha creato questo mostro? Diciamolo chiaro, perché ciò ha delle conseguenze: sono gli Stati Uniti. Per interesse politico miope, altri attori, alcuni pretesi amici dell’Occidente, altri per compiacenza o volontà deliberata, hanno contribuito…ma i primi responsabili sono gli Stati Uniti. (…) Il punto è di farlo sparire prima che il male sia irreversibile, che le sue braci disperse appicchino un incendio universale. Bisogna agire in modo potente e determinato, con tutti i paesi della regione” (sic).
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  9. #19
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    http://www.maurizioblondet.it/stoltenberg-vuole-la-nato-in-guerra/



    Stoltenberg vuole la NATO in guerra. Putin: Ma chi è il mandante?


    Maurizio Blondet16 novembre 20153
    Tutto come da programma: il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha addirittura sollecitato Parigi ad invocare l’articolo 5, che obbliga i paesi membri dell’alleanza a scendere in guerra a fianco di uno di loro che sia aggredito. Stoltenberg obbedisce come sempre ad ordini americani. Se del “governo” americano non è certo. E ‘ certo invece che William Kristol, il guru dei neocon, esige dalle colonne del Washington Post l’invio di truppe di terra: mai sprecare un bell’attentato-strage. Jerry Hendrix, del Project for a New American Century, ha dichiarato a Time Magazine: “L’attacco di Parigi può essere l’evento catalizzatore che risveglia la comunità internazionale ad agire”. “Evento catalizzatore” è la stessa espressione che il medesimo ‘pensatoio’ allora diretto da Wolfowitz, Cheney, e simili – usò nel documento che emise nel 2000, un anno prima dell’11 Settembre. In quel documento, intitolato “Rebuilding the American Defense”, si propugnava un enorme riarmo degli Usa e lo scatenamento di anni di guerre per mantenere la supremazia della superpotenza. Certo, dicevano i compari, per convincere gli americani a intraprendere tale costosa impresa, occorrerà “qualche evento catastrofico e catalizzatore – tipo una nuova Pearl Harbor”. L’attentato di Bin Laden alle Torri Gemelle, con tanto di ritrovamento di passaporti dei dirottatori arabi sul luogo del disastro, fornì l’elemento catalizzatore. Anche adesso c’è il passaporto di uno degli attentatori: un falso, come ormai hanno stabilito la polizia greca e quella serba.
    Forza, alla guerra! I neocon ed ambienti collegati, dopo aver creato e sostenuto l’ISIS (ricordate McCain col futuro Califfo in Siria nel 2013?), adesso ne esigono la distruzione. Dicono che la politica di Obama, di contenimento, è sbagliata. Ci vogliono le truppe di terra adesso, e subito. Ce le devono mettere gli europei. Non ce la fanno? Erdogan è pronto ad invadere la Siria del Nord per incenerire l’ISIS – che mantiene e coccola.
    Com’è cambiato, Erdogan. Ha dichiarato: la Turchia è vittima del terrorismo, lo conosce per esperienza (l’attentato-strage di Ankara contro i suoi oppositori ne è un bell’esempio); “deve finire il gioco il mio terrorista è buono, il vostro è cattivo – Il terrorismo non ha religione, né nazione , nessuna razza, nessuna patria”.
    Parole sante. Peccato siano esattamente le stesse che Erdogan ha pronunciato due settimane fa a Bruxelles, dove ha tenuto l’impressionante comizio coi turchi fatti venire in pulmann dalla Germania, per accusare la UE di non sostenerlo adeguatamente nella sua lotta contro i curdi del PKK.
    Tutti ripetono un copione un po’ frusto, nemmeno cambiano le parole. Come al solito Francois Hollande ha cominciato la guerra da solo: i suoi caccia hanno bombardato Rakka. Lo dice lui. Che cosa abbiano bombardato i francesi, lo dicono anche i nostri media sulle veline di Parigi. Credeteci e dormite tranquilli: la guerra all’ISI è cominciata!
    Perché tanta fretta di truppe NATO

    C’è fretta, c’è fretta di coinvolgere la NATO. Perché, pare l’azione militare russo-iraniana a sud di Aleppo sta avendo successo, e ci sono alcune centinaia di terroristi accerchiati: fra di essi potrebbero esserci – chissà – oltre a mercenari (della ex Blackwater?) anche tipi delle unità speciali USA, quasi sicuramente ufficiali arabi sauditi che è meglio non far finire nelle mani dei vincitori russi. Secondo la TASS, già il 26 ottobre gli occidentali hanno allestito un ponte aereo per portar fuori parecchi terroristi dell’ISIS: due aerei della Turkish Airlines, uno del Katar e uno degli Emirati sono arrivati, riusciti ad atterrare e sottrarre alle bombe di Mosca 500 combattenti islamici di elite (sauditi ed altri VIP), che poi hanno depositato in Yemen. Il modello era quello dei bei tempi, in cui su mandato di Bush jr., poco prima dell’attacco americano in Afghanistan dopo l’11 settembre, un ponte aereo del Pakistan aveva portato in salvo 5 mila talebani d’alto livello e consiglieri militari pakistani ed americani.
    Adesso che i siriani e gli iraniani, sotto la copertura aerea dei russi, sono avanzati a sud di Aleppo a pochi chilometri da Sarakib, che è il bivio cruciale delle camionabili di Damasco ad Aleppo e Lattakia, altre centinaia di mercenari Usa e vari terroristi di riguardo sembra siano chiusi nella sacca. E stavolta manca l’aeroporto su cui far atterrare gli aerei per l’esfiltrazione. Perciò mentre i neocon e il Pentagono mettono sotto accusa Obama, egli – Obama – pare avere una particolare fretta di mandare truppe di terra. Ad Antalya ha ostentatamente trovato un “accordo” con Putin – ovviamente scritto nella sabbia, ma apparentemente ciò ritarda l’intervento di terra di Erdogan, che vede sfumare la finestra di opportunità – ancora qualche giorno e i successi russi saranno forse consolidati.
    Putin sta trattando da posizione di forza: militare ed anche morale (per quel che vale in Occidente) perché i russi sono i soli a combattere veramente l’ISIS. Pare che ad Antalya abbia posto la domanda: a chi giova la strage di Parigi? Chi sono le menti? Domanda imbarazzante.
    Per esempio Doch Charles William, analista senior della Quillam Foundation (Un think tank specializzato sulla Siria) ritiene difficile che l’ISIS, che si trova sotto enorme pressione in Siria, abbia organizzato l’azione militare di Parigi; l’ha rivendicata, ma è ben altra cosa. Secondo Bruce Hoffman, del centro for Security Policy della Georgetown, citato dal New York Times, il tipo di azione fa’ pensare piuttosto ad Al Qaeda…ma ohibò, Al Qaeda in Siria sono i terrorsti moderati, “I nostri terroristi”. Insomma la paternità dell’attacco, data per certa dai nostri media e politici tanto vogliosi di scendere in guerra “contro l’ISIS” non appare così sicura agli analisti.
    Va’ segnalato una volta tanto a suo onore che Matteo Renzi, al G20, criticando la Francia e i suoi bombardamenti su Rakka (dicono loro) ha detto che la risposta della comunità internazionale “deve essere frutto di una strategia, non semplicemente di una reazione: la reazione ha prodotto disastri come la Libia, mentre noi abbiamo bisogno di una strategia”. Almeno ha capito l’essenziale. Non è cosa da poco, con tutta la stampa e i talk show che incitano alla guerra, e intervistano tipi come Luttwak e la Selma dall’Olio (la neocon moglie di Ferara) che ripetono: per debellare l’ISIS “basta una brigata” europea. Anche Wolfowitz, Perle e quelli della nuova Pearl Harbor dicevano dell’invasione dell’Irak: “Sarà una passeggiata”. Era 15 anni fa.
    Era in corso una esercitazione. Simulava un attacco plurimo.

    Mentre finivo il pezzo, un collega mi manda un video da France Info dove un infermiere soccorritore, Patrick Pelloux, dice in diretta : “Per fortuna questa mattina al SAMU di Parigi (un gruppo di ambulanze, ndr.) era stato programmato un esercizio che simulava un attacco a più siti, così eravamo preparati. Si deve sapere che c’era una mobilitazione di forze di polizia, pompieri, soccorritori, associazioni che sono venute, e abbiamo cercato di salvare più persone possibile”


    https://willyloman.wordpress.com/201...ntel-oct-28th/

    https://www.youtube.com/watch?v=smq5iQonYeE

    Sempre il vecchio copione.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  10. #20
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    Predefinito Re: Ormai è dietro l'angolo.

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Le libertà individuali sono a rischio? Si, ma per colpa dei governi occidentali che tramite manovalanza foraggiata sottobanco (tipo ISIS) convinceranno la gente a barattare pezzi di libertà con la sicurezza. Già si sentono in tv questi discorsi...

    Senza considerare poi che una parte del mondo islamico (Assad, l'Iran...) ad oggi non è certo un pericolo per le libertà occidentali. Qui si vuole vedere una guerra Occidente vs Islam, quando in realtà è Governi occidentali vs chi si oppone al nuovo ordine che hanno in mente i primi.

    Un discorso come questo di Facco, che pure ha una sua logica, porta fuori strada, a mio avviso. E risulta palesemente congeniale al vero nemico. Perché che uno pensi al pericolo islamico o che faccia distinzioni islamici moderati/radicali sta comunque guardando il velo che copre l'opera e non il quadro che sta dietro... (Blondet invece, nei due articoli postati sopra, pare aver voglia di vedere il dipinto)

 

 
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