Il colpo di stato dei robot è vicino, la singolarità tecnologica entro 35 anni.
DI FELD · 6 GIUGNO 2014
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Ad affermarlo è l’inventore futurista Ray Kurzweil, in una intervista al Time Magazine, secondo cui la singolarità tecnologica si verificherà nell’arco della prima metà di questo secolo.
Kurzweil è convinto che ci stiamo avvicinando ad un fatidico momento in cui i computer diventeranno davvero intelligenti; ma ahimè, più intelligenti degli esseri umani. Quando ciò accadrà, i nostri corpi, le nostre menti, la nostra civiltà, insomma l’Umanità intera, sarà completamente ed irreversibilmente trasformata. Egli ritiene che questo incredibile momento, non solo sia inevitabile, ma imminente. Secondo i suoi calcoli, la fine della “civiltà umana” come la conosciamo, non si colloca a più di 35 anni di distanza. E, in seguito a questo, potrebbe verificarsi anche il tanto temuto scenario, nel quale le “macchine” prendano il sopravvento sull’Uomo. Così come immaginato da molti registi e scrittori. Questa singolare situazione, viene denominata, appunto: “Singolarità tecnologica”. Naturalmente gli scettici non mancano e, intorno a questo concetto o realtà futuristica, vi è accesa una discussione nel campo della scienza.
Ray Kurzweil
Lo scrittore Lev Grossman, definisce così questo “punto” di non ritorno: «Il momento in cui l’evoluzione tecnologica diventa così rapida e sapiente, rappresenta una rottura nel tessuto della storia umana». Il reverse-engineering del cervello umano, viene previsto verso la metà 2020. Entro la fine di quel decennio, i computer saranno dotati di un’intelligenza a livello umano. Kurzweil mette la data della “Singolarità” al 2045. In quello stesso anno si stima che, a causa della crescita esponenziale della potenza di calcolo, avremo computer sufficientemente potenti per modellare e memorizzare interi cervelli umani, o effettuare loro simulazioni digitali. In questo modo, concettualmente, potremmo caricare la nostra coscienza in un computer e, fintanto che i dati sono conservati, vivere per sempre. Che sia questa la nuova frontiera, della tanto desiderata, immortalità? Certamente tutto questo potrà innescare una svolta anche nelle metodologie mediche, nel trapianto di organi, nella cura di malattie mentali e, fusa con la “macchina”, la gente troverà una nuova forma di esistenza, ma, soprattutto, una longevità che fin d’ora, non era mai stata neanche immaginata. Ma, i computer, saranno in grado di replicare la complessità biochimica di un cervello biologico? Kurzweil a questa domanda, risponde: «Non vedo alcuna differenza fondamentale tra la carne e il silicio. Pertanto, credo che nulla impedirebbe ai cyborg di pensare». «In futuro» sottolinea lo scienziato, «le biotecnologie e le nanotecnologie, ci daranno il potere di manipolare il nostro corpo e il mondo che ci circonda, a volontà, a livello molecolare».
Il colpo di stato dei robot, la singolarità tecnologica in 35 anni