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Discussione: Accade in Amerika.

  1. #1631
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    Predefinito Re: Accade in Amerika.

    Le ambiziose riforme di Joe Biden
    di Thierry Meyssan

    Il presidente Joe Biden e il Partito Democratico hanno lanciato riforme molto importanti, non sociali, ma relative alla società nel suo insieme. Hanno anche tracciato le linee per un rilancio dell’imperialismo. È difficile però prevedere se il disegno continuerà o se sarà abbandonato a causa dei problemi di vecchiaia del presidente.

    RETE VOLTAIRE | PARIGI (FRANCIA) | 23 MARZO 2021
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    Il presidente Biden ha dedicato il primo mese del mandato all’obiettivo di riformare la società e il secondo a porre le basi della politica estera. Ancora non è chiaro in cosa consisterà la terza fase dei “100 giorni”; si può tuttavia prevedere che dovrebbe riguardare problemi economici e concretarsi in un adeguamento delle infrastrutture del Paese – oggi in rovina – finanziato con un rialzo del 30% delle imposte, conformemente alla dottrina keynesiana più spinta.

    In questo intervento non tratterò della valenza della politica dell’amministrazione Biden, ma esclusivamente delle sue conseguenze.

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    Negli Stati Uniti, dopo un ribasso all’inizio dell’epidemia di Covid-19, il prezzo della benzina alla pompa ha subito, dopo l’elezione del presidente Biden, un brusco rialzo del 30%.
    Riforma della società
    La sinistra occidentale ha rinunciato a difendere le nazioni e i poveri. Negli Stati Uniti s’è rifondata nel perseguimento della Purezza secondo il modello dei “Padri Pellegrini”: riscattare gli errori del passato (il massacro degli indiani, la schiavitù degli africani, la distruzione della natura) e costruire un mondo migliore, fondato non sull’uguaglianza di ciascuno, ma sull’equanimità nei confronti delle diverse comunità.

    Gli Stati Uniti sono un vastissimo Paese, popolato da migranti economici. In passato hanno praticato una selezione degli aspiranti basata su criteri sanitari ed etici, ma si sono sempre vantati di rappresentare un’opportunità per i poveri intraprendenti. Da circa quarant’anni devono però fronteggiare un’immigrazione illegale inedita. Gli immigrati illegali sono stimati da 11 a 22 milioni.

    Il Partito Democratico vuole risolvere il problema nel suo complesso (regole d’immigrazione, statuto dei migranti sia legali sia illegali), è però indeciso se farlo con un’unica o con più leggi. Brucia ancora lo smacco della proposta di legge del senatore Chuck Shumer (D-NY), che inglobava troppe questioni di diversa natura, e per questo motivo fu bocciata, nonostante il sostegno del presidente Obama.

    Innanzitutto i Democratici vogliono naturalizzare i 5,6 milioni di persone immigrate illegalmente in età minorile (i dreamers) che, grazie al presidente Obama, non possono più essere respinte. Benché i Democratici abbiano la maggioranza nelle due camere del Congresso, non è affatto certo che la legge sarà adottata. Decine di migliaia di sudamericani si sono infatti messi in marcia verso gli Stati Uniti sin dall’annuncio dell’elezione del presidente Biden, senza attendere l’“amnistia generale” da lui promessa, sicuri che il “Paese della Libertà” li accoglierà. Attraversano in massa la frontiera messicana, passando ovunque sia possibile.

    La regolarizzazione di questi immigrati corrisponde alla volontà del partito Democratico di non valorizzare in alcun modo la nozione di Patria. Subito dopo l’apertura della sessione del Congresso, la presidente democratica della Camera, Nancy Pelosi, ha presentato una proposta di legge molto voluminosa (H.R. 1) di riforma del sistema elettorale, che vuole trasferire la responsabilità delle liste elettorali dagli Stati federati al governo federale. Ne conseguirebbe che almeno 13 milioni di stranieri immigrati legalmente, ma soprattutto illegalmente, che risultano dalla schedatura federale, potrebbero diventare elettori. Se uno Stato federato accordasse agli stranieri il diritto di voto alle elezioni locali, costoro – primato mondiale – potrebbero votare anche per designare il capo dello Stato.

    Si tratta di una proposta che rinvia a un dibattito vecchio di molti anni. Nelle elezioni presidenziali del 2016, 834.218 elettori di Hillary Clinton votarono illegalmente: non erano cittadini americani, ma stranieri. Nel 2017 il presidente Trump istituì una commissione ad hoc per confrontare le liste elettorali degli Stati federati con i dati del dipartimento per la Sicurezza della Patria. Già all’epoca il fine era valutare la frode elettorale dei Democratici. Molti Stati però trasmisero liste elettorali inutilizzabili, in cui figuravano soltanto i nomi degli elettori, senza altre indicazioni che permettessero di identificarli, per esempio data e luogo di nascita. Considerata l’impossibilità di svolgere l’incarico, la Commissione fu sciolta.

    La confusione tra cittadinanza e diritto di voto non è un problema unicamente statunitense. In Francia, per esempio, il primo ministro Jean Castex ha per decreto vietato ai francesi che vivono all’estero di rientrare in Francia in periodo di epidemia, salvo per motivi di assoluta necessità; il che equivale a bandirli dal proprio Paese senza verdetto della magistratura. Una decisione ignobile che il Consiglio di Stato (giustizia amministrativa) ha ovviamente bocciato, ma che dimostra come la classe dirigente francese, così come l’omologa statunitense, non abbia più coscienza del valore della cittadinanza.

    Ma il Partito Democratico non si ferma a questo. Vuole anche trasformare il modo di vivere degli abitanti del Paese (non oso scrivere “concittadini”), arrogandosi un potere che viola la Costituzione. L’amministrazione Biden ha infatti da poco assunto decisioni spettacolari per favorire la transizione energetica: sostituire i veicoli a carburante con veicoli elettrici. Secondo le stime di un organismo recentemente istituito, l’Interagency Working Group on Social Cost of Greenhouse Gases, il costo della transizione ammonterebbe a 9.500 miliardi di dollari (9,5 trilioni). Vi lascio immaginarne il costo in termini di posti di lavoro soppressi e di famiglie rovinate. Fu proprio questo genere di provvedimenti a provocare la guerra civile: si vollero trasferire i poteri doganali alle autorità federali: un provvedimento che avrebbe sviluppato gli Stati industriali del Nord e comportato la rovina degli Stati agricoli del Sud.

    Per iniziativa del Missouri, 12 Stati hanno fatto ricorso e chiedono l’abrogazione dei decreti sulla transizione energetica del presidente Biden. Vedremo quale sarà la decisione della Corte Suprema.

    Comunque sia, la transizione energetica non distruggerebbe soltanto la società statunitense, ma priverebbe il Paese anche di un’importante arma: gli Stati Uniti, dopo essere diventati il primo esportatore di petrolio al mondo, si appresterebbero a chiudere tutti i pozzi.


    Il presidente Biden minaccia l’omologo russo, che gli risponde pacatamente.
    La politica estera
    Piena di buona volontà, l’amministrazione Biden ha proclamato a chiare lettere che avrebbe ripristinato i legami degli Stati Uniti con i propri alleati e che li avrebbe consultati per ogni decisione che li riguardasse. Ha altresì annunciato che le controversie con la Cina non devono influire sulle relazioni economiche, ma che quelle con la Russia sono redibitorie.

    Gli europei, che avevano creduto a questi buoni propositi, sono stati presto delusi. Avrebbero dovuto già insospettirsi quando il segretario di Stato, Antony Blinken, in videoconferenza con l’omologo britannico, si è rivolto ai tedeschi e ai francesi, non ai 26 dell’Unione.

    - Per cominciare, l’Unione Europea, trovandosi a corto di vaccini anti-Covid, ha chiesto a Washington di venderle le dosi di AstraZeneca in giacenza negli Stati Uniti, dove il vaccino non è ancora stato autorizzato. Non ha ottenuto altro che un rifiuto sferzante della Casa Bianca. La solidarietà verso gli alleati non arriva al punto di salvarli da un pericolo mortale. Le scorte sono state immediatamente classificate strategiche, cosa che fino a quel momento non erano.
    - Secondo episodio: gli Stati Uniti del presidente Trump hanno ottenuto la normalizzazione delle relazioni diplomatiche fra Marocco e Israele, riconoscendo che il Sahara spagnolo non è uno Stato indipendente, ma territorio marocchino. La Spagna ha interpretato – sbagliando – l’elezione del presidente Biden come l’occasione di rimettere in discussione l’evoluzione del contenzioso. Errore! Gli Stati Uniti non hanno tardato a minacciare militarmente Madrid per dissuaderla da ogni velleità d’intervento: si sono «dimenticati» di avvertirla di un’esercitazione militare congiunta con il Marocco e hanno «perso» le mappe della regione. Un bel mattino di marzo, lo stato-maggiore spagnolo ha visto stupefatto decine di aerei USA armati penetrare «per errore» nel suo spazio aereo, alle Canarie.
    - Terzo episodio: gli europei sono stati messi da parte nei negoziati sul futuro dell’Afghanistan, sebbene vi abbiano dispiegato contingenti sotto il comando USA.
    - Per finire, un quarto episodio: Washington ha deciso d’imporre agli europei lo stop alla costruzione del gasdotto Nord Stream 2. Per conseguire l’obiettivo, ha iniziato a indagare su ogni persona e società implicate. Ci saranno sanzioni, questa volta non contro i russi, ma contro tutti i Paesi europei, tranne la Germania.

    Il dipartimento di Stato si è confrontato per due giorni con gli omologhi cinesi. Davanti alle telecamere, Antony Blinken ha messo in scena le sue reprimende per il Tibet, Hong Kong, gli uiguri, nonché Taiwan. I cinesi hanno cortesemente ingoiato il rospo. A porte chiuse è accaduto quanto doveva accadere: Washington ha dissociato questa breve rimostranza dagli interessi economici della classe dirigente americana, mettendo fine alla politica del presidente Trump per riprendere le importazioni massicce dalla Cina, a danno dei lavoratori americani.

    I rapporti con la Russia hanno invece subito una svolta inattesa. In un’intervista televisiva, il presidente Biden ha insultato l’omologo russo, definendolo «assassino»; un giudizio perlomeno scioccante quando viene pronunciato da un Paese che investe 8 miliardi di dollari l’anno per assassini mirati di oppositori in tutto il mondo. Rincarando la dose, Biden ha insistito, dichiarando che Putin «ne pagherà le conseguenze».

    Washington ha storicamente riservato questo tipo d’ingiurie ai leader del terzo mondo di cui intendeva distruggere i Paesi; mai lo ha fatto nei confronti di un dirigente russo. Gli europei, messi in riga dagli Stati Uniti, non hanno osato reagire.

    Superata la sorpresa, dopo aver richiamano il proprio ambasciatore, Mosca ha risposto per voce del presidente Putin, che ha sottolineato come talvolta capiti di proiettare sugli stranieri quella che è in realtà la propria natura. Ossia: “è la gallina che canta che ha fatto l’uovo”. Putin ha poi invitato Biden a un confronto davanti alle rispettive nazioni. La portavoce della Casa Bianca ha replicato con grande imbarazzo che l’agenda del presidente Biden è troppo fitta perché possa trovarne il tempo. Washington non vuole mettere a rischio la propria credibilità in un “confronto fra capi”.


    Il presidente Gerald Ford non è riuscito a salire una scala masticando un chewing-gum, il presidente Joe Biden non ci riesce nemmeno senza chewing-gum.
    Il presidente Biden sarà presto messo da parte?
    È evidente che lo stato di salute del presidente Biden desta preoccupazione. Réseau Voltaire ha più volte riferito che il presidente è malato di Alzheimer. Di per sé il problema non sarebbe grave, altri governerebbero per lui. Ma il fatto che questi ultimi non possano essere identificati rende gli Stati Uniti un regime opaco, assolutamente non democratico.

    Diversi parlamentari Democratici hanno accennato in privato alla possibilità di prendere atto dell’incapacità del presidente e di procedere alla sua destituzione; alcuni si sono spinti fino a chiedere pubblicamente che gli venga revocato il potere di azionare l’armamento nucleare.

    La vicepresidente Kamala Harris è sempre più spesso presente sui media. Al momento si accontenta di battere il tasto del femminismo e della sua appartenenza alla minoranza nera, ma si sta chiaramente preparando a succedere a breve al presidente. Come fosse una premonizione, Joe Biden l’ha già più volte per errore chiamata «signora presidente».

    https://www.voltairenet.org/article212516.html
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #1632
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    Predefinito Re: Accade in Amerika.

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  3. #1633
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  4. #1634
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    Predefinito Re: Accade in Amerika.

    https://rumble.com/embed/vcniaj/?pub=aiz4w

    Intervista durante una marcia negli Stati Uniti d'America ad una sopravvissuta all'olocausto emigrata negli Stati Uniti
    .
    .
    .
    Dite che si sveglieranno cosi?
    "Non sei uno schiavo perchè qualcuno ti domina,ma qualcuno ti domina perchè sei uno schiavo."



  5. #1635
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    Predefinito Re: Accade in Amerika.

    https://rumble.com/embed/vcwpgr/?pub=4

    GENERALE FLYNN RISPONDE ALLA DOMANDA: JFK JR. É VIVO?
    "Non sei uno schiavo perchè qualcuno ti domina,ma qualcuno ti domina perchè sei uno schiavo."



  6. #1636
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    Predefinito Re: Accade in Amerika.

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    LIN WOOD (16 Aprile 2021): "Stanno cercando di attaccare me perchè non possono attaccare Q, perchè Q É LA VERITÁ!

    Mandate questo video a Hollywood, alla Casa di Windsor, a BILL GATES alla GANG ILLUMINATI, al VATICANO! Ai politici, I CLINTON, Gli OBAMA,

    i BIDEN, i BUSH. Mandalo a quelle persone perchè sono coinvolte in traffico sessuale di bambini. É TEMPO DI DIRE LA VERITÁ ALL'AMERICA!"

    Luca 12:49 "Io sono venuto a gettare fuoco sulla terra."
    "Non sei uno schiavo perchè qualcuno ti domina,ma qualcuno ti domina perchè sei uno schiavo."



  7. #1637
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    Predefinito Re: Accade in Amerika.

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    JIM CAVIEZEL PARLA DEL SUO NUOVO FILM DOVE SI PARLERÁ DI ADRENALINA �� E BAMBINI A TULSA OKLAHOMA IL 16 APRILE 2021

    DOVE ERANO PRESENTI ANCHE IL GENERALE FLYNN, LIN WOOD E SIDNEY POWELL

    P.s. Jim Caviezel ha recitato la parte di G.C. nel film la passione di Cristo di Mel Gibson. Era stato reso celebre dal film "La sottile linea rossa" e "Frequency".
    La sua popolarità salì e poi crollò dopo il film con Gibson perchè Hollywood non lo voleva più. Mel Gibson lo aveva avvertito al riguardo.
    "Non sei uno schiavo perchè qualcuno ti domina,ma qualcuno ti domina perchè sei uno schiavo."



  8. #1638
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    Predefinito Re: Accade in Amerika.

    Ti do una mano. ��
    https://www.maurizioblondet.it/jim-c...e-fosse-reale/

    Jim Caviezel denuncia “The Adrenochroming of Children”, come se fosse reale
    Maurizio Blondet 19 Aprile 2021

    così titola Vanity Fair la conferenza dell’attore militante cattolico Jim Caviezel sull’Adrenocromo in Hollywoord, ascoltato da (dice il rotocalco) da una manifestazione di negazionisti COVID e pazzi QAnon a Tulsa, “Conferenza sulla salute e la libertà”, alla quale l’avvocato-provocatore Lin Wood ha portato l’assemblea ad un furioso applauso imitando una Q nell’aria, è stata onorata da Caviezel, una delle poche voci conservatrici là fuori a Hollyweird. Leggetelo in traduzione automatica:

    https://www.vanityfair.com/hollywood...-thats-a-thing

    “Potete trovare dozzine di articoli scritti dal MSM (Vanity Fair incluso) che dettagliano come l’élite stia già usando “trasfusioni di sangue giovane” per mantenersi giovane. E invece di sottolineare quanto ciò sia orribile, ci condizionano a trovare tutto ciò bizzarro ed eccentrico” (Rossella Fidanza)

    Ultima modifica di Eridano; 21-04-21 alle 21:12

  9. #1639
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    Predefinito Re: Accade in Amerika.

    Trump: 'le compagnie di social media corrotte devono pagare un prezzo politico'© AP Photo / Mark J. Terrill

    MONDO
    18:43 05.05.2021URL abbreviato110

    All'inizio della giornata il Consiglio di sorveglianza di Facebook aveva deciso di confermare il ban di Donald Trump sulla piattaforma introdotto a gennaio dopo la rivolta del Campidoglio.

    L'ex presidente degli Stati Uniti ha criticato Facebook, Twitter e Google, "compagnie di social media corrotte", per averlo bandito, definendo le loro decisioni "una totale disgrazia e imbarazzo". Trump ha inoltre insistito sul fatto che dovranno pagare un "prezzo politico" per quello che hanno fatto.

    "Il popolo del nostro Paese non lo sopporterà! Queste aziende corrotte non devono [...] mai più essere autorizzate a distruggere e decimare il nostro processo elettorale", ha detto.
    L'ex presidente si è scagliato contro i giganti dei social media in seguito alla decisione del Consiglio di sorveglianza di Facebook di sostenere la decisione della piattaforma di sospenderne l'account il 7 gennaio. Il Consiglio ha affermato che i post di Trump rappresentavano "un chiaro e immediato rischio di danno" e "legittimavano [le] azioni violente" dei rivoltosi che il 6 gennaio hanno preso d'assalto il Campidoglio.

    Il consiglio ha contemporaneamente criticato Facebook per aver inflitto a Trump una sospensione "a tempo indeterminato", sottolineando che nulla di simile è contemplato nelle regole della piattaforma. L'organismo di controllo ha dichiarato che Facebook deve decidere il destino dell'account di Trump entro sei mesi, in conformità con le proprie regole.

    "Questa sanzione deve essere basata sulla gravità della violazione e sulla prospettiva di un danno futuro. Deve anche essere coerente con le regole di Facebook per le violazioni gravi, che a loro volta devono essere chiare, necessarie e proporzionate", ha affermato il Consiglio.
    Facebook ha promesso di decidere del destino dell'account di Trump prima della scadenza, confermando che fino a quella data rimarrà sospeso. La piattaforma di social media dovrà quindi poi riattivare o bandire definitivamente l'account dell'ex presidente.

    Trump ha ripetutamente denunciato le sue sospensioni e divieti su piattaforme di social media come Twitter, Facebook e YouTube, definite tentativi di zittirlo e attacchi alla libertà di parola in America. Si è spinto fino a invitare i suoi seguaci ad abbandonare queste piattaforme, promettendo di lanciarne una propria per continuare a comunicare con i suoi sostenitori.

    Trump ha mantenuto la promessa il 4 maggio, lanciando il sito web 'From the Desk of Donald J. Trump', dove ora sta postando commenti su ciò che accade nel Paese e non solo. Sebbene il sito web non sia propriamente una piattaforma di social media e non consenta la comunicazione tra i suoi utenti, permette ai seguaci di Trump di ripubblicare i suoi messaggi su Facebook e Twitter, proprio da dove è bandito o sospeso.

    https://it.sputniknews.com/mondo/202...ezzo-politico/
    Ultima modifica di Eridano; 06-05-21 alle 09:00
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  10. #1640
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    Predefinito Re: Accade in Amerika.

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

 

 
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