di Chiara Rizzo, Tempi, 27 Gennaio 2015


<< "Duecento cinquanta anni fa Cesare Beccaria ammoniva: "Una sorgente di errori e d'ingiustizie sono le false idee d'utilità che si formano i legislatori". Queste false idee "si chiaman leggi non prevenitrici ma paurose dei delitti, che nascono dalla tumultuosa impressione di alcuni fatti particolari, non dalla ragionata meditazione degl'inconvenienti".>>

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<<Non si può ragionare dicendo, come fa l'Anm, che la prescrizione dovrebbe interrompersi all'apertura di un'indagine: avremmo soltanto dei processi eterni e ciò non è interesse di nessuno, nemmeno delle persone offese".>>

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voi penalisti fate notare che il 70 per cento delle prescrizioni matura in fase di indagine preliminare. Il governo propone allora di sospenderla dopo la sentenza di primo e secondo grado, l'Anm invece all'avvio dell'azione penale. Vi piacciono queste proposte?

<<"Il problema è anzitutto l'obbligatorietà dell'azione penale, perché oggi si fanno troppi processi inutili, anche per reati bagatellari. Per ridurre il rischio prescrizioni, a nostro avviso occorre anzitutto non celebrare processi inutili. Per alcuni reati minori si può pensare alla depenalizzazione. È un bene che il governo si stia muovendo proprio in questa direzione riguardo ai reati per cui sono previsti fino a 5 anni di pena e che non destano particolare allarme. Altro aspetto fondamentale è rendere certi i tempi delle indagini: in Italia le inchieste non finiscono mai.
Un pubblico ministero può chiedere proroghe ogni sei mesi e, senza alcun reale controllo da parte del giudice terzo, di solito esse vengono concesse quasi in automatico. Poi, quando finiscono le indagini, ci sono tempi morti molto lunghi: per noi occorre "contingentarli", dando termini e prevedendo sanzioni perentorie.
Ancora: si rendano appetibili i riti alternativi, come il patteggiamento e il rito abbreviato, per evitare che si arrivi al processo inutilmente. Senza dimenticare, infine, le cause organizzative. Anche le carenze di cancellieri, gli errori di notifica, incidono sui tempi. Su tutti questi temi chiediamo che si intervenga con un disegno di legge, e non in nome della singola emergenza. Un paese liberale e democratico deve lavorare soprattutto per rendere ragionevolmente breve un processo, secondo l'articolo 111 della Costituzione, in modo da garantire anche pene ragionevolmente certe".>>

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