Relazione Bernardini 13° Congresso di Radicali italiani
Care compagne, cari compagni,
voglio in apertura di questa mia relazione ricordare una persona che, per il secondo anno consecutivo, non può essere qui con noi. Sergio Stanzani ci ha lasciati il 17 ottobre dell’anno scorso pochi giorni prima dell’inizio del 12° congresso. Ci mancano, mi mancano, le sue incazzature, il suo intercalare “va bene, va bene”, il suo maglione rosso congressuale, il suo incoraggiamento a proseguire le lotte radicali, i suoi dubbi, ma anche i suoi slanci di generosità umana e intellettuale. La sua durata. Anche quando si vedeva che soffriva ma si ostinava a venire a Torre Argentina e si scusava per essere arrivato troppo tardi dopo una notte insonne.
E allora, caro Sergio, mi prendo il coraggio che continui a darmi e a darci e vado avanti affrontando questo primo momento congressuale.
Diritto Umano alla conoscenza: il ricorso del prof. Saccucci
Il 2 ottobre 2014, per la prima volta nella storia radicale, l’Associazione politica nazionale Lista Marco Pannella, per il tramite dello studio legale dell’prof. avv. Andrea Saccucci, ha presentato alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo una denuncia contro lo Stato italiano per l’avvenuta violazione di ben due articoli della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (art.6 e art. 10) a seguito del comportamento della Rai, dell’Autorità per le Garanzie nella Comunicazioni e del Tar Lazio, comportamento che ha realizzato nel corso di molti anni una negazione del diritto dei cittadini alla conoscenza completa del dibattito politico ottenuta mediante la pervicace cancellazione delle proposte, delle iniziative e dei soggetti politici radicali. Il ricorso si apre con una vicenda complessa che si riferisce a violazioni certificate dall’Autorità delle Garanzie per le Comunicazioni a danno dei radicali, e per loro tramite, dei cittadini italiani, relative all’anno 2010, includendo una pronuncia del Tar Lazio di oltre tre anni successiva che minacciava persino un commissariamento ad acta dell’Autorità medesima nel caso questa avesse proseguito a violare sentenze emesse dal Tar Lazio stesso, non trascurando l’esclusione di Marco Pannella e di Emma Bonino dalle trasmissioni del servizio pubblico, le oltre cinquanta delibere a proprio favore ottenute in dieci anni dall’Autorità che certificavano la violazione della legge da parte della Rai continuata nel tempo, e l’inefficacia di sentenze e delibere.
È importante sottolineare come per la prima volta i radicali abbiano realizzato un obiettivo che era già incluso nella mozione generale approvata dal primo Congresso di Radicali Italiani nel 2002, e lo abbiano ottenuto su iniziativa di Marco Beltrandi, con Giuseppe Rossodivita, dialogando con un importantissimo studio legale specializzato in queste cause che non è abitualmente coinvolto nelle vicende legali e politiche dei radicali, e vincendo quindi una iniziale e comprensibile diffidenza. A questo esposto ne seguirà prestissimo un altro avente come soggetto agente Radicali Italiani.
Questo a coronamento di un anno che ha visto l’aggravarsi del mancato rispetto di leggi, regolamenti della Vigilanza, Contratti di Servizio e Codice Etico, da parte della Rai, con da una parte una esclusione dei radicali e delle loro iniziative che ha raggiunto punte di intensità inedite, persino durante l’incarico di ministro degli Esteri svolto da Emma Bonino (flagrante il confronto con lo spazio che Rai ha riservato a Federica Mogherini Rebesani divenuta ministro degli Esteri da pressoché sconosciuta deputata Pd), dall’altra con una clamorosa occupazione per certi aspetti inedita dell’informazione Rai da parte di Renzi e del suo Governo. Naturalmente nel silenzio di opposizioni politiche, osservatori, giornalisti ed intellettuali, commissione di Vigilanza Rai (malgrado la novità costituita dalla presidenza di un esponente grillino, l’on. Roberto Fico), Agcom, etc.
A proposito dell’informazione Rai, poi, è da segnalarsi la pressoché totale scomparsa della commissione parlamentare di Vigilanza Rai, che è un organo di rilievo costituzionale essendo la sola deputata ad intervenire per indirizzare in modo vincolante l’azienda e dovendo vigilare su di essa, portando così a compimento una tendenza iniziata nella scorsa legislatura ad opera anzitutto dell’allora presidente (e attuale senatore Pd) Sergio Zavoli, di cancellarne finanche la legittimità ad intervenire su una Rai che Renzi vorrebbe formalmente più autonoma dai partiti, ma di fatto al servizio delle medesime oligarchie con ancora meno controlli pubblici. Il tentativo di Marco Beltrandi di far adottare dalla Commissione un quanto mai giustificato atto di indirizzo affinché la Rai non continui nella censura delle massime magistrature del Paese, e persino di Papa Francesco, in tema di carceri amnistia, indulto e mancata riforma della giustizia, è stato sinora senza esito, respinto anzitutto dal presidente on. Fico che ha scoperto grazie al Centro di Ascolto dell’Informazione dei radicali, ormai chiuso, quanto e come la Rai continui ad operare a favore anche del Movimento 5 Stelle in termini di ascolti consentiti. Forse è il tempo di pensare ad un appello di personalità nazionali (ve ne sono?) e internazionali analogo a quello che nel 1976 consentì ai radicali, e per loro tramite ai cittadini italiani, di conquistare il diritto alle tribune politiche, modificando così la stessa composizione del Parlamento italiano.
Del ricorso Saccucci ne parleremo il 6 novembre, fra pochi giorni, con autorità ed esponenti politici in una aula del Senato durante un Convegno appositamente organizzato.
Radicali Italiani, soggetto costituente del Partito Radicale
Per cui, già nella mia lettera di convocazione di questo congresso, nella proposta di titoli, temi e relatori delle Commissioni e, in questa mia relazione al Congresso, ho cercato di offrire a Radicali Italiani l’opportunità di ri-affermare i suoi connotati di soggetto costituente del Partito Radicale, a partire da quelli transnazionale, transpartitico e nonviolento.
È una richiesta di supplenza che avanzo a Radicali Italiani perché si assuma responsabilità e faccia fronte a difficoltà, reali o presunte, proprie del Partito Radicale? No, è esattamente il contrario. È un appello al Movimento perché ri-viva – nei fatti, nelle idee e negli obiettivi – la sua natura di soggetto costituente e, per ciò stesso, contribuisca alla vita del Partito Radicale, il quale – lo voglio ricordare – anche quando non aveva ancora adottato il simbolo di Gandhi e si presentava alle elezioni in Italia con il simbolo della Rosa nel Pugno, non ha mai connotato la sua politica in termini nazionalistici e partitici: basti pensare alla lotta contro lo sterminio per fame e alla prassi della “doppia tessera”.
Alla Ragion di Stato, alla sovranità nazionale, indipendente e assoluta dello Stato, abbiamo opposto la transnazionalità dello Stato di Diritto, democratico, federalista e laico e l’universalità dei Diritti Umani, il primato assoluto della persona. Così come, alla Ragion di Partito, unico ed esclusivo, abbiamo opposto la transpartiticità della doppia e tripla tessera, per affermare innanzitutto il primato e la libertà dell’iscritto, il suo diritto di associarsi senza dover corrispondere al partito null’altro – fedeltà, disciplina o moralità – se non la quota di iscrizione.
Sulla situazione e le prospettive del Partito radicale
Come ci ha ricordato il Tesoriere del Partito Maurizio Turco, allo stato attuale il Partito ha debiti per 450mila euro, una cifra pari a quello che è stato l'intero autofinanziamento del 2014.
Si pone quindi la necessità di una iniziativa straordinaria di autofinanziamento volta a ripianare il debito e convocare il 40° Congresso del Partito radicale nel corso del 2015, a sessant'anni dalla sua fondazione.
Politicamente ci troviamo quindi nella situazione già vissuta nel corso del 2011 quando, dopo nove anni dal congresso di Tirana del 2002, siamo riusciti a convocare il congresso dopo che, nel corso di quell'anno avevamo organizzato due consigli generali preparatori del Congresso.
Rispetto ad allora sul fronte politico il Partito, grazie soprattutto all'impegno di Marco Pannella e Matteo Angioli, ha fatto passi avanti sulla campagna per lo "stato di diritto democratico, federalista, laico contro la ragion di stato e di partito". Iniziativa sulla quale si è tenuto all'inizio di quest'anno a Bruxelles un primo incontro e un secondo è previsto entro marzo finalizzato a definire e promuovere la campagna vera e propria, con obiettivi e scadenze e di cui ci parlerà Matteo Angioli.
Dall'esilio di Saddam, al tentativo di salvarlo dalla pena di morte, garantendogli un giusto processo; dal sostegno alle prime desecretazioni del cosiddetto "Downing Street memo" e di "Wikileaks", alla raccolta di documenti, interviste e testimonianze per mostrare il tradimento di parlamenti (a partire da Westminster) consultabili su iraq.radicali.it; dal supporto all'Inchiesta Chilcot al Convegno di Bruxelles tenuto al Parlamento e alla Commissione europea lo scorso 18 e 19 febbraio.
È vero: sono passati più di 10 anni dalla campagna "Iraq Libero: unica alternativa alla guerra", che ci ha portato all'iniziativa per il diritto alla conoscenza fino a sfociare nell'iniziativa in corso. Sono stati dieci anni di battaglie che si sono sucCedute con l'obiettivo di dare centralità e forza al diritto e ai diritti.
È altrettanto vero che ci sono voluti 12 anni - lo ricordavo prima - perché si realizzasse il primo impegno della mozione del primo congresso di Radicali italiani che impegnava gli organi dirigenti del movimento a presentare e sostenere una denuncia contro lo Stato italiano dinanzi alla Corte Europea dei diritti umani per l’attentato ai diritti civili e politici -e quindi umani- dei cittadini italiani, aggravato in modo particolare in questi ultimi anni, specie con riferimento al diritto fondamentale al “conoscere per deliberare” "
Sono stati davvero pochissimi coloro che oltre all'auspicio di presentare una tale denuncia credessero fosse davvero compatibile con l'ordinamento della Corte europea dei diritti dell'Uomo.