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  1. #21
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    Predefinito Re: La paganità risorge anche attraverso i riti cristiani!

    Benevento. L'incredibile bestiario fantastico o foresta di simboli del Chiostro di S.Sofia a Benevento! Risalente al 1167 per volere del papa Alessandro III il quale dichiarava mentre gli scalpellini erano ancora all'opera ”Il quattro coi suoi multipli deve essere la chiave numerica di quest’architettura” si disse, folgorato dalla propria deduzione. “Piuttosto appropriato per un luogo di preghiera quale è un chiostro” pensava mentre la sua mente riandava alla simbologia teologica e naturale legata al numero quattro.“Prima di tutto” si disse “il quattro è la cifra della perfezione divina, espressa nel tetragramma biblico YHWH, le cui quattro lettere compongono il nome di Dio, tanto sacro da essere impronunciabile. Inoltre le Virtù Cardinali sono quattro” continuò a rievocare, sempre più avvinto dalla propria disanima “così come i Vangeli e le direzioni in cui si sviluppano i bracci della croce di Gesù. E quattro sono i cavalieri dell’Apocalisse. Ma questo numero possiede anche valenze naturali. Pitagora, ad esempio, ha riconosciuto nella progressione aritmetica dei primi quattro numeri il quaternario, ossia la sigla che racchiude in sé la quintessenza dell'universo. E poi, i punti cardinali sono quattro, come le stagioni, le fasi lunari, le settimane di un mese e gli elementi della materia: terra, aria, acqua e fuoco.”






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  2. #22
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    Predefinito Re: La paganità risorge anche attraverso i riti cristiani!

    Statua di Saint Guénolé, all’interno della Cappella di Prigny, Moutiers en Retz, Loire-Atlantique, Francia. L’edificio è stato costruito nell’XI secolo ed è dedicato a uno dei “santi fallici”, diffusi nelle campagne del Medioevo, ai quali si rivolgevano le donne afflitte da sterilità. Per ottenere il dono di avere bambini esse si sfregavano contro la statua del Santo e si recavano devotamente in pellegrinaggio presso le sorgenti miracolose che sgorgavano presso le cappelle dedicate a lui. La reputazione attribuita al personaggio è dovuta probabilmente all’assonanza del suo nome con il termine latino gignere, “generare, partorire”. A queste qualità, le credenze popolari aggiungevano in generale poteri taumaturgici e ritenevano il Santo in grado di intervenire non solo sulla fecondità delle donne, ma anche di aiutare i bambini nell’imparare a camminare, di guarire dalle verruche e dalle nevralgie, nonché di allontanare le tempeste che minacciavano i raccolti. Ancora oggi, le ragazze in cerca di un’anima gemella lasciano degli spilli appuntati sul piede della statua del Santo sperando di vedere esaudito il proprio desiderio
    Vi sono altri casi consimili. Presso Ménerbes, in Provenza, si trova una località chiamata Pied de Moustier dove sorgeva un antico monastero dedicato a San Faustino. Secondo Jacques-Antoine Dulaure, la gente del posto pronunciava il nome del santo come San Foutin, “e dal momento che spesso essa giudica le cose in base al loro nome, considerava che San Foutin fosse degno di rimpiazzare San Priapo, e gli conferiva tutte le sue prerogative” .
    A Varages, nel Var, si celebrava ugualmente San Photin o San Foutin. La sera precedente il primo Maggio si tagliava un “albero di maggio”, che veniva eretto presso la piazza della chiesa e veniva lasciato in quel luogo fino alla festa del Santo, la prima domenica di Giugno. In quell’occasione, l’albero veniva portato fino alla cappella di San Foutin, sull’altura che domina il villaggio. L’albero era infine bruciato alla festa di San Giovanni. Il legame tra la fertilità umana e quella vegetale, rappresentata dall’albero, è in questo caso particolarmente evidente.





  3. #23
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    Predefinito Re: La paganità risorge anche attraverso i riti cristiani!

    Anche gli alberi si sposano. Succede ad Accettura in provincia di Matera dove da secoli, nel solco di antichi riti pagani, un faggio e un agrifoglio si amano, in piazza..
    Lui è un gigantesco faggio e lei un affusolato agrifoglio e sono i protagonisti di un suggestivo quanto particolare “matrimonio”. Un ancestrale rito arboreo che si perpetua da secoli nel cuore della Basilicata più segreta e che riporta alla mente antichi riti propiziatori celtici legati alla fecondità della terra. Si tratta, infatti, di un rituale di origine pagana cui sono stati aggiunti nei secoli significati e simboli religiosi. A fare da scenario a questa suggestivi sima tradizione il Parco regionale di Gallipoli Cognato – Piccole Dolomiti Lucane, straordinario concentrato di lussureggianti foreste e formazioni rocciose dalle fantasiose forme..
    tutto ha inizio la mattina del 19 maggio, quando due nutriti gruppi di vigorosi uomini danno vita ad altrettante spedizioni nelle foreste che circondano il borgo. I “cimaioli” sono in genere i giovani più gagliardi della comunità e, giunti nella foresta di Gallipoli Cognato, abbattono la “Cima” (la sposa), l’agrifoglio più bello e con la chioma più folta, simbolo di fertilità.A questo punto la prediletta viene trasportata con estrema cura a spalla in paese affinché non si danneggi e possa arrivare alle nozze dell’indomani in tutto il suo splendore. I “maggiaioli”, dal canto loro, si portano nel bosco di Montepiano, dove si trova, invece, il prescelto, il faggio dal fusto più regolare, alto e robusto, un gigante che può raggiungere oltre venti metri di altezza, abbattuto per tradizione il giorno dell’Ascensione.
    Da qui comincia il suo spettacolare viaggio verso la sposa, trascinato nei boschi e fino al centro del paese con l’aiuto di numerose coppie di buoi di razza podolica bardate a festa con fiori, ginestre e immagini sacre. Il sottobosco risuona dei muggiti delle bestie e delle urla di incitamento della folla: un incredibile, raro, disarmante tuffo nel passato! Il giorno successivo, il lunedì, l’intero paese partecipa alla preparazione delle nozze: i due “sposi” vengono ripuliti, sfrondati per bene e sottoposti a una lunga lavorazione, pronti per essere innestati l’uno all’altro, al martedì, sotto gli occhi compiacenti di San Giuliano, patrono della cittadina, e quelli della gente in tripudio. Il totem arboreo, che può raggiungere anche i 40 metri di altezza, viene innalzato grazie a corde e forcelle di legno, a suggellare il compimento di questo spettacolare sposalizio allegorico che, congiungendo la terra al cielo, l’uomo al cosmo, diventa un inno alla fecondità, al benessere del paese e dei suoi abitanti per l’anno a seguire. I giovani più impavidi e agili possono a questo punto finalmente cimentarsi nell’attesa quanto ardua scalata del “Maggio” sotto gli occhi increduli della folla ammutolita. Raggiunta la chioma della sposa, le loro spericolate acrobazie lasciano, infatti, letteralmente col fiato sospeso, come d’altronde tutta questa magnifica tradizione che ha la capacità, rara al giorno d’oggi, di catapultare in un mondo ormai perduto e veramente magico....







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  4. #24
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    Predefinito Re: La paganità risorge anche attraverso i riti cristiani!

    I cristiani uccisero Ipazia e poi la trasformarono in Santa Caterina

    Santa Caterina d'Alessandria e Ipazia unite da un comune destino di vita e atroce martirio. Ipazia figura storica filosofa pagana legata alla scuola di Plotino, perseguitata,torturata e uccisa dai cristiani per le sue idee e conoscenze, santa Caterina, pure, solo che la figura di santa Caterina celebrata dalla Chiesa, creduta, e fatta credere ai fedeli, quale figura reale e storicizzata è soltanto un'icona, emblematica, frutto di una mitizzazione acculturatrice ad opera della Chiesa, che di certo non pregiudica il valore spiriturale, ma pone l'obbligo e spunto di serie e importanti riflessioni in merito.
    La filosofa Ipazia d'Alessandria
    La mai esistita Santa Caterina d'Alessandria .................................................. .................................................. ............................................. Di Fra' Ettore Marangi I preti, i vescovi e i frati, che con tanto entusiasmo parlano di lei durante le omelie invocandone l’intercessione, lo sanno benissimo. Per questo sono portatori di una doppia verità: se alla gente umile che va a pregare nel santuario si racconta dei miracoli della Santa, alla gente colta che va a visitare il museo si spiega come è nata la sua leggenda. MA CHE CORAGGIO! Così non tradiamo proprio coloro che amiamo e ci amano di più? Se qualcuno poi si permette di dire come stanno attualmente le cose, lo si accusa di mancare di rispetto alla ‘fede dei semplici’ e di ‘scandalizzare i più piccoli’. Ma perché non chiediamo loro cosa ne pensano? Saranno essi stessi a dirci se è mancanza di rispetto dir loro la verità o nasconderla. Chi è che non li rispetta veramente? Chi li considera dei sempliciotti incapaci di capire o chi li considera dotati di cervello come tutti gli 'atei' studiosi? Il problema non è forse la mancanza di fede di coloro che guidano il popolo di Dio? Mi spiego: chi crede veramente in Dio? Colui che cerca la verità perché sa che alla fine proprio mediante la verità verrà glorificato Dio o colui che la nasconde perché teme che la verità possa generare la miscredenza? Ma Crediamo davvero che lo splendore della verità della fede in Dio possa fondarsi sul vuoto? Se spieghiamo alla gente che la nascita delle leggende non ha niente di ingannevole, ma che è, come il racconto, uno strumento antico dell’umanità di tutte le latitudini, usato per trasmettere i valori in cui si crede, la gente capirà! Continuerà ad urlarci dietro solo qualche fondamentalista (suo malgrado) pescato all’interno di qualche circolo UAAR (Unione-Atei-Agnostici-Razionalisti). Se è vero che di Santa Caterina d’Alessandria non si sa niente, è anche vero che di una certa Ipazia di Alessandria, quasi a lei contemporanea, si sa tutto; in questo caso però le notizie circa la sua vita sono storicamente certe e ci sono raccontate da Teone, il padre, da Filostorgio, Suda, Socrate Scolastico, Damascio e Pallada. Ipazia era un’eminente filosofa neoplatonica ed una astronoma; come Caterina, esercitava un grande fascino per la sua sapienza; come Caterina perciò si attirò l’inimicizia degli intellettuali ‘maschi’ contemporanei (Caterina secondo la leggenda si attirò l’inimicizia dei filosofi pagani, Ipazia invece quella dei monaci cristiani); come a Caterina anche a lei venne chiesto di abiurare alle proprie convinzioni; come Caterina anche lei si rifiutò tenacemente; e per questo infine, come Caterina, anche Ipazia fu denudata, atrocemente torturata e fatta a pezzi (in una Chiesa!). A questo punto non è difficile accorgersi come tra la vita di Caternia e quella di Ipazia ci sia un parallelismo fortissimo, e come non sarebbe fuori luogo ipotizzare che per Ipazia sia avvenuto quanto, secoli successivi, sarebbe avvenuto alle divinità dei negri trasportati come schiavi in America, i quali cominciarono a venerare negli eroi cristiani quasi una reincarnazione dei propri eroi africani (cf. il fenomeno della Santeria). In tal caso la venerazione per Santa Caterina sarebbe stata una trovata della ‘povera gente’ per continuare a venerare senza pericolo la propria eroina, la propria santa, fatta fuori dai poteri forti dell’epoca. A suffragare questa tesi ci sarebbero alcuni affreschi che raffigurano Ipazia nella cappella medievale di Purgg, in Austria, consacrata proprio a Santa Caterina. Se le cose sono andate veramente così, questa vicenda sicuramente disonora quei cristiani che in nome del loro Dio si posero e continuano a porsi dalla parte degli intolleranti e dei fondamentalisti, ma certamente non offusca la fede autentica della Chiesa basata sulla testimonianza del Nuovo Testamento in cui la Maddalena – poi purtroppo identificata con l’adultera del vangelo di Giovanni, da papa Gregorio Magno – in un mondo maschilista e patriarca le è scelta come l’“Apostola degli Apostoli”. Da questo punto di vista la festa di Santa Caterina di Alessandria potrebbe rappresentare un’occasione unica per evidenziare come lo Spirito non indietreggia di fronte all’offensiva dei detentori del sapere ufficiale, ma continua la sua lotta nei cuori della povera gente, scorrendo per tutta la storia dell’umanità, e facendo germogliare, in particolare, nella tradizione giudaico-cristiana donne come: Maria di Nazaret che ‘compone’ una canzone rivoluzionaria (“Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”); Chiara d’Assisi che strappa al potere clericale il diritto di avere una regola; Annalena Tonelli che, per seguire Cristo (e senza mai parlare di apertamente di lui!), spende la vita come medico in Africa ed, a causa delle sue denuncie nei confronti dell’esercito keniano ed islamico somalo, finisce per essere ammazzata. Buona Festa di Santa Caterina allora per il prossimo 25 novembre, giorno in cui ‘per pura coincidenza’ si celebra la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

  5. #25
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    Predefinito Re: La paganità risorge anche attraverso i riti cristiani!

    «sta sdraiato sotto un altare in una di quelle pose voluttuose che giustificano il malumore dei protestanti a Roma, ma è bellissimo. Troppo bello. Ẽ un Apollo che fa degnamente il paio con la Santa Teresa in Santa Maria della Vittoria. Il dio pagano s’è infilato in una chiesa pagana per dormire tranquillamente sotto l’altare del suo rivale»





  6. #26
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    Predefinito Re: La paganità risorge anche attraverso i riti cristiani!

    Il mausoleo pagano dentro a Santa Maria del Popolo in ROMA

    La cappella Chigi voluta da un papa e pagata da Agostino Chigi.


    Opera mirabile segna la potenza di una famiglia di banchieri potentissimi che si avvalgono della maestria dei migliori artisti dell'epoca, uno per tutto Raffaello Sanzio che progettera il complesso nel suo insieme e i mosaici della volta della cupola che rappresenano il cielo nel momento natale della nascita di Agostino Chigi 1466. Angeli e pianeti si confondono e determinano le sorti degli uomini!


    La tomba a forma di piramide, simbolo di immortalità è austera con un particolare gioco di colori marmorei, ma allo stesso tempo riesce a trasportare il visitatore preparato verso il perdimento, sopratutto quando si alza lo sguardo alla cupola, si ha questo preciso effetto. Credo che la preziosa cappella sia stata concepita per dare questa senzazione.




    Il luogo e sopratutto la cupola, nata nel grande rinascimento Italiano vuole essere un ponte con l'aulico paganesimo, che non lascio mai i grandi personaggi, che non è mai morto neanche nella Roma papalina e negli stesse stanze vaticane.....

  7. #27
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    Predefinito Re: La paganità risorge anche attraverso i riti cristiani!

    "Su tutta la superficie della Terra, dal Polo Nord al Polo Sud, dai golfi ghiacciati dei paesi nordici fino ai piani torridi del sud dell’India, dall’America centrale alla Grecia ed alla Caldea, il Fuoco Solare era adorato quale simbolo del Potere Creatore divino, della Vita e dell’Amore. L’unione del Sole (l’elemento maschile) con la Terra e con l’Acqua (l’elemento femminile, materia), era celebrata nei templi dell’intero Universo.
    Il Sole era il “Padre”; la Natura, l’eterna Vergine-Madre: Osiride ed Iside, Spirito-Materia, adorato sotto ciascuno dei suoi tre aspetti dai pagani e dai cristiani. Da qui, anche in Giappone, le Vergini vestite d’azzurro cosparso di stelle, in piedi sull’arco della luna crescente come simbolo della Natura femminile (nei suoi tre elementi: Aria, Acqua, Fuoco); il Fuoco, o il Sole maschile, la feconda annualmente con i suoi raggi radiosi (le “lingue di fuoco” dello Spirito Santo).
    Ancora oggi Massoni e Cristiani santificano il Sabbath e lo chiamano il “Giorno del Signore”; eppure sanno bene che sia il "Sunday" che il "Sonntag" dell’Inghilterra e della Germania protestanti significano entrambi, esattamente come 2.000 anni fa, il "giorno del sole" (Sun-day). La parola “messa” viene dal latino "messis" - “raccolto” da dove il nome "Messia", “colui che fa maturare il raccolto”, cioè, “Cristo, il Sole”. Il Sole splende per tutti e così Dio esiste per tutti, senza intermediari."
    (H.P. Blavatsky, Le Origini Del Rituale Nella Chiesa e Nella Massoneria)






  8. #28
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    Predefinito Re: La paganità risorge anche attraverso i riti cristiani!

    I DIOSCURI RIPRESI DAL CRISTIANESIMO
    i santi dioscuri...
    I santi Dioscuri, Pietro e Paolo, i «protettori dell’Alma città di Roma», come dice il calendario ufficiale cattolico.
    Pietro e Paolo erano fratelli in Cristo, parteciparono all’avventura salvifica della Chiesa nascente. Insieme formano la Chiesa romana, simboleggiata dal «Principe degli Apostoli» con in mano le chiavi della Terra e del Cielo, e dall’«Apostolo delle genti» raffigurato con la spada e il libro. Guai a separare i due, come fecero Lutero e vari eresiarchi, contrapponendo la Chiesa paolina a quella petrina: è come squartare un essere umano per dividere il corpo dalla mente, l’amore dalla fede, il terreno dal celeste. Da simili lacerazioni disumane se ne ricavano soltanto fantasmi e mostri, esseri pneumatici e materialisti volgari. Si deforma la vita rendendola o tutta ascetica o tutta sensuale, con la solita conseguenza del desiderio angelico tramutato in matta bestialità e viceversa.
    I Dioscuri cristiani proteggono le arti che nella città eterna a loro consacrata ebbero straordinaria affermazione, risuscitando i fasti classici con motivi umili e mediorientali. Solo due taumaturgici santi di tale statura potevano produrre questo miracolo.
    Proteggono anche i marinai della Navicella ecclesiastica, di cui Pietro è il singolare skipper, sempre in acque tempestose. I due augusti patroni dell’Urbe conobbero la morte per uccisione e da quel loro martirio rinacque Roma. Il sangue fecondò bene. Dopo millenni la navicella romana regge e si mantiene a galla. Ed è un altro miracolo straordinario. Non basteranno le «amenità del Belgio», come le frustava profeticamente Baudelaire nella «Bruxelles capitale delle scimmie», a impensierire la Chiesa di Pietro e Paolo. Né vi riusciranno i giudici americani: sentenze ben più sanguinarie furono emesse dagli imperatori romani che provarono a soffocarla sul nascere; nel frattempo è cresciuta in saggezza, le avversità la fortificano e la scaltriscono. Abbiamo visto la persecuzione del XX secolo, mossa dai peggiori regimi della modernità, fermata da Karol Magno che in contropiede riuscì ad abbattere l’impero dei gulag. Adesso i nemici di sempre provano a intaccarne la memoria con risibili pettegolezzi e ad affondare la navicella a colpi di moralismo. Valentiniani del terzo millennio d.C., finiranno nel fango che agitano.
    Ci preoccupa maggiormente che una giovane domestica rumena, dopo averci domandato notizie sulla festa del 29 giugno, quando nella basilica vaticana il bronzo di Arnolfo da Cambio con le fattezze di Pietro pescatore viene rivestito dei paramenti pontificali , commentava pur senza la minima arroganza: «ma perché venerare una statua?». Già irretita nella curiosità cultural-turistica, le sfuggiva la fede degli antichi viatores in costante pellegrinaggio per le strade del mondo alla ricerca curiosa di immagini visibili del divino; si era fatta sottrarre la fede nel meraviglioso che si avvale dei sensi e cambia il marmo e le tele in segni del Cielo, in specchi dell’umanità redenta dove provare un piacere indicibile e trovare al contempo la salvezza eterna….
    (da Almanacco dei protettori dell' arte)







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  9. #29
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    Predefinito Re: La paganità risorge anche attraverso i riti cristiani!

    La pesatura delle anime nel mondo egizio è passata nel giudizio cristiano per dividere i buoni dai dannati


    San Michele pesa le anime per dividerle in buoni e dannati


    Forse non tutti sanno che i comandamenti ebraico-cristiani sono derivati dal LIBRO DEI MORTI degli antichi egizi.
    Bisogna partire del significato del concetto di VERITA’ partendo da lontano dalla nostra cultura, dalla nostra storia. Andiamo in Egitto, appunto.
    Verità in Egitto si diceva MAAT ed è il nome di una dea, la sposa di Toth che è un dio a cui Platone, nel Fedro, attribuisce l’invenzione della scrittura. Maat era la madre di Amon, venerato a Tebe. Più che una persona era un concetto quello che poi i greci avrebbero chiamato non a caso logos ed i cristiani VERBO.
    Maat era raffigurata come una giovane donna che aveva una piuma di struzzo sul capo.
    Dopo la morte il defunto doveva, per accedere all’aldilà, essere sottoposto ad un giudizio che era dato da 42 giudici divini ( 42 erano le provincie egiziane, ecco spiegato il numero).
    Ciascuno di questi giudici giudicava il defunto su un possibile capo di accusa: voleva sapere se aveva fatto o no una tale cosa.
    I capi di accusa sono elencati nel LIBRO DEI MORTI egizio ( capitolo 125) e sono gli stessi che poi troviamo come COMANDAMENTI nella religione mosaica prima ed in quella cristiana poi che furono inglobati da MOSE nel primo nucleo di scrittura sacra israelitica’ e proposti agli ebrei nel DECALOGO.
    Ma cosa chiedevano i giudici del giudizio di Osiride al morto? Semplice: chiedevano, per esempio se aveva rubato, se aveva ammazzato, detto falsa testimonianza, se aveva desiderato la donna altrui o i beni altrui che sono tutte cose che a noi naturalmente suonano familiari perché così ci sono state insegnate da bambini ma senza dirci che provengono dal LIBRO DEI MORTI EGIZIO.
    Alla fine del giudizio si mettevano su una bilancia i peccati del morto su un piatto e Maat poneva la sua piuma sull’altro. Per essere assolti i la somma dei peccati doveva essere più leggera della piuma di Maat. Se lo era i giudici emettevano un verdetto e dichiaravano il morto Maat Kheru, ossia VERITIERO.
    Dunque il morto egizio poteva accedere all’aldilà soltanto se aveva detto il vero, la verità, se si era comportato in maniera giusta,se era veritiero.

    L'anima doveva pesare meno della piuma altrimenti si accedeva al mondo dei demoni..........


    Pesatura delle anime ricavata dal papiro dei morti, frutto della teologia egizia

  10. #30
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    Predefinito Re: La paganità risorge anche attraverso i riti cristiani!

    Monteleone di Spoleto...viaggio alla ricercar del Graal

    Il paese di Monteleone, è ricco di suggestioni esoteriche, non solo per la palpabile presenza degli spiriti delle montagne, ma anche per le arcane presenze che alitano nei muri secolari del suo abitato. Monteleone con la sua pietra ci racconta dell’antico castello di Brufa, delle imponenti cinte murarie del baluardo dei Cavalieri di San Giovanni, del borgo rinascimentale con i suoi ricchi palazzi, dei simboli e delle scritte scolpite nei portali dei conventi e delle chiese, che furono rifugio di pellegrini, mercanti e condottieri. L’indagine storica può allora trovare un importante mezzo interpretativo proprio nella lettura e analisi di questi simboli che la sapienza degli antichi ha fatto sì che giungessero fino a noi.Tra le varie forme di comunicazione, il linguaggio indiretto dei simboli è espressivamente più ricco, ma anche più ambiguo: deve essere quindi considerato non per quello che è di per sé, ma per la capacità di rappresentare un’altra cosa connessa ad uno suo specifico contesto di tempo, luogo e gruppo. I simboli di Monteleone ci raccontano proprio la sacralità di questo luogo, facendoci pensare ad antichi misteri celati all’interno delle sua triplice cinta muraria. È, certamente, curioso il ripetersi di certi numeri: tre sono le cinte murarie ed ognuna provvista di tre porte, sei le torri e otto i baluardi della città!
    Stelle a sei e a otto punte si ritrovano in diversi fregi e affreschi.
    Il simbolismo dei numeri a Monteleone:
    3 – Le cinte murarie e le porte – Rappresenta il completamento della Creazione. L’Uomo figlio del Cielo e della Terra (CRISTO- il figlio di Dio che si fa uomo)
    6 – Le Torri e le stelle di alcuni affreschi e fregi – raffigurata anche come stella di davide o Sigillo di Salomone, è l’immagine simbolica del dualismo (cielo e terra, alto e basso…), della mediazione tra Principio e Manifestazione (Cristo che funge da tramite per la salvezza dell’uomo)
    8 – I baluardi e le stelle di alcuni affreschi e fregi - rappresenta la mediazione tra la terra (quadrato) ed il Cielo (cerchio), è il simbolo della trasfigurazione e annuncia la via dei Giusti e la Resurrezione.
    Già questi primi riferimenti simbolici ci inducono a considerare Monteleone di Spoleto come città sacra, probabile custode di un Mistero legato a Cristo, confermato anche dalla presenza a Monteleone di Spoleto di ordini Crocigeri (portatori di croce-crociati) come quelli di San Giovanni e di San Giacomo.

 

 
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