Il presidente Usa ha fallito in Siria e Ucraina ecosì... non ha tutelato l`Occidente.
Il “governo segreto del mondo” – e cioè il “club Bilderberg”, così definito da Daniel Estulin – ha deciso quest’anno di analizzare lo stato di salute del pianeta e di discutere in particolare il “problema” deflagrato in Europa con la rinascita dei nazionalismi, problema ritenuto gravissimo per la sopravvivenza dell’ordine nuovo da loro costruito e imposto ai popoli della Terra. Ed ha scelto l’hotel Marriot di Copenaghen quale sede dei suoi colloqui su finanza, economia, politica e sicurezza militare.
Il “Gruppo” – detto anche “Conferenza” o, appunto, Club Bilderberg – ha mutuato il suo nome dall’albergo ‘de Bilderberg’ di Oosterbeek, vicino Arnhem in Olanda, dove – fondato due anni prima - il 29 maggio 1954 si riunì per la prima volta su iniziativa, in particolare, del politico polacco Jòzef Retinger (European-American Committee) e del principe Bernhard van Lippe-Biesterfeld (Shell Oil). A quella prima conferenza convocata con il preciso fine di rendere ancora più stretti i legami politici, economici e militari tra le due sponde dell’Atlantico, parteciparono 50 tra banchieri, imprenditori e politici europei e 11 statunitensi. Tra questi vari capi di governo, come il belga Paul Van Zeeland e l’italiano Alcide De Gasperi, David Rockefeller, lo statunitense Walter Bedell Smith, capo della Cia e l’olandese Paul Rijkens, capo della Unilever.
Già da quel primo incontro fu adottata la formula del duplice invito per ogni Stato partecipante in modo da coinvolgere esponenti di cosiddetta “destra” e cosiddetta “sinistra” dei vari regimi liberaldemocratici messi al potere nell’Europa occidentale dopo la vittoria alleata nella seconda guerra mondiale.
In tempi più recenti, dopo la caduta del muro di Berlino, il numero dei partecipanti alle “conferenze” è stato raddoppiato.
Poiché i lavori del Club Bilderberg sono interdetti al pubblico e ai media, quest’anno il “club”, anche per evitare il carico di pubblicità negativa che naturalmente assedia questa “cupola” di Signori del denaro e di potenti della Terra, ha deciso di rendere noti “i dodici argomenti” che all’ordine del giorno di quella che ben può essere dichiarata la “lobby” più potente del mondo.
Eccone le specifiche, da noi sintetizzate in sette punti:
1) Diplomazia e nucleare. Il legame tra Russia, Cina e Iran Il Club si dichiara di fatto preoccupato per la nascente alleanza tra Russia, Cina e Iran (e più in generale con gli altri Stati BRICS, India, Brasile, Sudafrica) che indebolisce il fronte atlantico. Sull’Iran il Club ritiene una minaccia lo sviluppo autonomo di un’energia nucleare per uso civile.
2) L’accordo sul gas tra Mosca e Pechino Il mega accordo di fornitura di gas russo alla Cina, annunciato a Pechino nel bel mezzo della guerra civile in Ucraina, che di fatto vanifica le pressioni di Washington per isolare Mosca, è interpretato dal Clun come un atto di “offesa” all’occidente.
3) La crescita dei nazionalismi in Europa Benché l’ordine dei lavori sia stato stilato alla vigilia delle elezioni europee, l’ondata dei successi nazionalisti era stata prevista dagli analisti che temono politiche nazionali sovrane in Europa ritenute destabilizzanti per il disegno comune della globalizzazione mondialista.
4) Le regole Ue sulla riservatezza delle informazioni. I dati sugli attentati della Nsa (National Security Agency Usa) alla riservatezza dei cittadini europei, resi noti da Edward Snowden hanno aperto il vaso di Pandora delle intercettazioni e dello spionaggio Usa nel mondo. Immaginare “regole” Ue che possano evitare o limitare lo spionaggio Usa su quelle che cosnidera nazioni-colonia è quantomeno improbabile.
5) Lotta ai cyber-raids (libertà in internet). La capacità distruttrice che può essere scatenata in attacchi cibernetici viene indicate come possible pretest per misure di limitazione all’utilizzo dell’informatica via internet. Con la scusa della “sicurezza” può essere limitata la libertà.
6) La politica estera di Obama dalla Siria all’Ucraina. I potenti del mondo criticano la presidenza Obama. La Casa Bianca ha, infatti, fallito i suoi attacchi “per difendere gli interessi occidentali”, prima in Siria e quindi in Ucraina.
7) Cambi climatici. L’argomento non può mancare come corollario dovuto in ogni ordine di lavori dei “summit” o dei “vertici” o dei “forum” che si tengono nel mondo. In realtà l’allarme delle”elites” liberaldemocratiche sul clima sembra necessario per giustificare la forzata decrescita e deindustrializzazione artificiale di molti Paesi (e l’esempio è l’Italia…). Così è più possibile raggiungere l’obiettivo di mettere tutte le economie nazionali sotto il controllo delle corporations multinazionali governate dalla finanza iperliberista.
Si badi bene che la “conferenza” è organizzata da una commissione permanente (Steering Committee) della quale fanno parte due membri di circa 18 nazioni differenti. Presidenti del “Committee” sono stati, fino a oggi: Bernhard van Lippe-Biesterfeld (1954–1975), Walter Scheel (1975–1977), Alec Douglas-Home (1977–1980), Eric Roll (1986–1989), Peter Carington, VI barone Carrington (1990–1998), Étienne Davignon (1998-2001), Henri de Castries (dal 2001).

  • Ecco una lista di nomi legati al gruppo Bilderberg:
  • David Rockefeller (Presidente della JP Morgan, membro fondatore della Trilateral Commission, membro della Commissione Bancaria Internazionale, Presidente del Council on Foreign Relations)
  • Donald Rumsfeld
  • Peter Sutherland (ex Commissario dell'Unione Europea, Presidente di Goldman Sachs e di British-Petroleum)
  • Franco Bernabè (Telecom Italia)
  • John Elkann (Fiat Chrysler)
  • Tommaso Padoa Schioppa
  • Paolo Scaroni (ex ENI)
  • Giulio Tremonti
  • Gianni Agnelli
  • Umberto Agnelli
  • Ferruccio de Bortoli
  • Mario Draghi
  • Giorgio La Malfa
  • Romano Prodi
  • Marco Tronchetti Provera
  • Walter Veltroni
  • Ignazio Visco
  • Martin Taylor (Goldman Sachs)
  • Antony Burgmans (Unilever)
  • George A. David (Coca Cola)
  • Timothy F. Geithner (Federal Reserve Bank)
  • Enrico Letta
  • John Kerr (Shell)
  • Henry A. Kissinger
  • Indra K. Nooyi (Pepsi Cola)
  • (oltre a vari giornalisti, anche italiani, integrati nel club per omologare i media)


Club Bilderberg. I mondialisti criticano Obama | Il fatto | Rinascita.eu - Quotidiano di Sinistra Nazionale