Obiettivo: sintetizzare un farmaco anti-età partendo dal gene P66
E' un'iniziativa, nata da investimenti privati, che sarà affiancata dalla Fondazione Veronesi
MILANO - Siamo ancora lontani. Molto lontani. Ma la strada è tracciata e gli scienziati ci scommettono: prima l'uomo arriverà a controllare i danni dell'invecchiamento, forse lo stesso invecchiamento. Fra chi ha raccolto la sfida c'è ora anche Genextra, nuova azienda biotech creata dal finanziere Giuseppe Micheli, che unisce la ricerca biomedica e biotecnologica all'investimento privato di mercato e che punta tutto sul gene anti-invecchiamento, il P66.
LA FONDAZIONE - Genextra avrà al suo fianco la Fondazione Umberto Veronesi e lo stesso ex ministro della Sanità si dice molto favorevole alla nuova iniziativa ed esorta i ricercatori a non lasciare le idee nel cassetto.
Lo fa con un intervento sul settimanale Panorama, in edicola con le anticipazioni sulla nascita della nuova società e con gli obiettivi che la Genextra si propone.
Gli fa eco Francesco Micheli: «Il futuro della scienza ma anche della finanza ruota intorno alle biotecnologie» dice il padre dell'azienda.
LE BIOTECNOLOGIE - L'obiettivo è quello di «sintetizzare» un farmaco anti età grazie alla scoperta del P66 firmata dall'Ieo - l'Istituto europeo di oncologia di Veronesi - e dall'Ifom - Istituto di oncologia molecolare. Gli esperimenti condotti finora sui topi hanno dimostrato che bloccando il P66 si prolunga anche la vita fino a un terzo di più.