infatti io non ho niente contro gli Arabi dal settimo al decimo secolo : erano molto più civili dell'Europa Cristiana. fu solo dal XI secolo che le cose cominciarono a cambiare fino a precipitare nei secoli più recenti. ho anche scoperto i motivi di tutto ciò, ma spiegarlo esige una trattazione non facilissima e non brevissima.
«The world is less explainable than we would like to admit» Jeff Jarvis
«Io non capisco come si possa passare davanti a un albero e non essere felici di vederlo» - Fëdor Dostoevskij
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«Io non capisco come si possa passare davanti a un albero e non essere felici di vederlo» - Fëdor Dostoevskij
Non mi pare proprio di aver sostenuto questo. Parlo di corresponsabilità di chi fornisce la materia prima, ma è innegabile che una buona parte della colpa sia di chi ci mette la terra, di chi materialmente la sotterra, e di chi tace e acconsente senza battere ciglio.
«Indipendenza, 700 mila voti»
Scontro sul referendum digitale
Pd, Forza Italia e Radicali: «Non è una cosa seria». Finanziatori ignoti, a controllare misteriosi «osservatori internazionali»
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VENEZIA—Il Veneto come la Catalogna, come la Scozia, come le Fiandre. Come la Crimea. Uno Stato indipendente e sovrano. Serenissima Repubblica nel Terzo Millenio. Una suggestione che mette radici nel protoleghismo degli anni Ottanta e, complici le dispute recenti tra Russia e Ucraina sulle rive del Mar Nero, arriva a far capolino sulle pagine del Los Angeles Time e del Guardian, del Daily Mail e del Sunday Express, perfino sugli schermi della Bbc. Non è un caso che i membri di Plebiscito.eu facciano sfoggio della benedizione di Franco Rocchetta, il padre della Liga «madre di tutte le leghe»: il cordone ombelicale da lì parte, per arrivare sino all’oggi. Sono loro ad aver allestito il primo referendum indipendentista della storia del Veneto, quello che si sta celebrando in queste ore (è iniziato domenica, terminerà venerdì sera) tra tastiere, cornette e seggi improvvisati. Dicono di aver superato i 700 mila voti. Un’enormità, se è vero.
E d’altronde la congiunzione astrale è irripetibile per gli irriducibili del leone di San Marco: il dibattito sul diritto all’autodeterminazione (animato nientemeno che dallo «zar» Vladimir Putin), l’imminenza del voto catalano (sarà il 25 novembre), i rinnovati aneliti secessionisti della Lega Nord in affanno elettorale, le spinte autonomiste cavalcate da Beppe Grillo (ricordate la mappetta sul blog con i granducati?). E’ arrivato perfino l’appoggio (pro referendum, non pro indipendenza) di 185 Comuni... Il refrain sui «21 miliardi lasciati ogni anno dal Veneto a Roma», ai tempi della crisi nera, rischia di rivelarsi una tentazione irresistibile di fronte alla scheda virtuale costruita da Plebiscito. eu: «Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica federale indipendente e sovrana?». Vinceranno i sì oppure i no? E’ facile immaginarlo mentre è difficile crederci. Certo è che Gianluca Busato, leader di Plebiscito.eu dopo essere passato per una moltitudine di movimenti venetisti (la litigiosità di questo pezzo di mondo è proverbiale e ne ha limitato ogni ambizione elettorale), ieri sembrava ad un passo dal colpaccio: «Stiamo andando benissimo. La volontà del popolo veneto è inequivocabile, non potrà essere snobbata o sottovalutata».
Dal governatore Luca Zaia, innanzitutto: il principale rappresentante istituzionale del Veneto sta flirtando da settimane con gli indipendentisti (si dice stia allestendo una lista a tema in vista della sua ricandidatura nel 2015), forse convinto anche dalle spinte del segretario federale del Carroccio Matteo Salvini che sull’argomento sta costruendo tutta la campagna elettorale delle Europee (forse non è un caso che proprio nelle ex roccaforti padane di Vicenza e Treviso il referendum stia andando per la maggiore). «Appoggio qualunque iniziativa in tal senso - ha detto - ma non firmo nulla perché per me conta solo ciò di cui si discute in consiglio regionale. Non illudo i veneti, parlo per atti formali». Con ciò lasciando intendere di non aver votato online, mentre molti leghisti ieri facevano a gara ad esibire su Facebook l’immagine della schermata che conferma l’avvenuta partecipazione. Ma a che punto sta «l’atto formale» di cui parla Zaia? In realtà si tratta di due proposte di legge insabbiate da tempo in commissione Affari istituzionali. La prima è l’ormai celeberrima legge presentata da Stefano Valdegamberi di Futuro Popolare, che se approvata dà automaticamente avvio all’iter di convocazione del referendum secessionista. La seconda, dall’afflato meno rivoluzionario, è quella firmata da Costantino Toniolo, presidente della commissione in quota Ncd, che punta a chiedere ai veneti se vogliano o meno «più autonomia» da Roma. «Appena finita la sessione del bilancio - fa sapere Toniolo - si passerà alla discussione di queste proposte. Potremmo anche scegliere di celebrare un unico referendum con due distinti quesiti sulla scheda: indipendenza o autonomia? ».
Gli indipendentisti non ci credono più di tanto (i precedenti rimasti nei cassetti di Palazzo Ferro Fini si sprecano) per cui si sono organizzati per conto loro, facendo leva sulle risorse della Rete con un escamotage suggerito dagli stessi costituzionalisti interpellati dal consiglio, che hanno già messo in guardia sul rischio scioglimento per attentanto alla Costituzione nel caso di un voto formale in aula. Busato sa come fare: è titolare di un’impresa, Digitnut, che produce app per iPhone e iPad (anche il co-fondatore, Alessandro Giacomella, fa parte di Plebiscito.eu). Ha messo in piedi la centrale operativa a Treviso, quella logistica a Padova ed il call center a Vedelago. Quindi, grazie ad una capillare rete di 5 mila volontari, ha distribuito nella case di 3 milioni di veneti i codici necessari a votare online, via telefono o ai seggi allestiti grazie all’appoggio del Movimento 9 dicembre (i «forconi»). C’è un notaio? «No, ci sono degli osservatori internazionali ». E chi sono? «Li sveleremo insieme ai risultati, venerdì sera».
Chi paga l’iniziativa, a cominciare dai 3 milioni di lettere? «Sono 80 imprenditori. Alcuni noti (quelli che aderiscono all’associazione Veneto Business, spin off diPlebiscito.eu, ndr.) altri, i più generosi, preferiscono restare anonimi.Temono "effetti collaterali" ». La bontà del referendum, assicura Busato, sta nei codici e nei documenti d’identità richiesti, oltre che nelle batch notturne di verifica dati con il database delle anagrafiche elettorali. «Abbiamo già individuato 30 furbi » dice. Tant’è, i dubbi restano molti, da destra a sinistra. «Abbiamo capito in tempi non sospetti che le primarie online non funzionano - dice il segretario del Pd, Roger De Menech - i controlli sono complicati e viene meno lo "sforzo fisico" che è la prova principale della volontà politica. Mi pare una rappresentazione lontana dai fatti concreti chiesti dai nostri imprenditori e non vorrei che si volesse sostituire al centralismo romano un neo centralismo veneziano».
Franco Fois dei Radicali, massimi esperti in materia, stigmatizza «la moda di organizzare un referendum un giorno sì ed un altro anche» e avverte: «L’iniziativa degli indipendentisti può essere indicativa di una tendenza ma non ha alcun valore g i u r i d i c o . Ha l a s t e s s a attendibilità di un sondaggio online». E mentre persino Flavio Tosi, segretario nathional della Lega, ammette trattarsi di «una provocazione nei confronti dello Stato centrale, un modo per smuovere il pantano a Roma ben sapendo che la Costituzione è chiara sull’indivisibilità della Repubblica », Elena Donazzan assessore regionale al Lavoro di Forza Italia, va giù piatta: «Vicende come questa sono un’affermazione di incapacità della politica, che invece di risolvere i problemi lancia proposte senza seguito. Piuttosto mi interrogherei sul perché Trento e Bolzano, che sono quattro gatti rispetto a noi, riescono ad avere un peso politico a Roma inarrivabile per il Veneto. Mentre noi stiamo qui a discutere di improbabili referendum, loro si fanno approvare in Finanziaria margini di autonomia sempre maggiori... ».
18 marzo 2014
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http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2014/18-marzo-2014/indipendenza-700-mila-voti-scontro-referendum-digitale-2224227569852.shtml
Ultima modifica di Juv; 18-03-14 alle 13:01
"Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"
Ciò che mi fa più ridere è che si danno perfino un tono parlando di "repubblica federale"...e quali sarebbero gli Stati che comporrebbero questa Repubblica?
Già me l'immagino, l'Elezione del Parlamento dello Stato Libero e Sovrano di Rovigo (con tanto di maiuscole) all'interno della Repubblica Federale degli Stati Veneti Uniti.
Rovigo come il Texas o la Baviera, che emozione! O quando ci sarà l'elezione del Governatore di Padova?
Ah, e naturalmente Venezia avrebbe uno statuto a parte senza appartenere a nessuno stato, vero?
Già me l'immagino : Venezia DF, Capitale. Come Washington DC....
Ultima modifica di Armonica; 18-03-14 alle 13:03
Guarda che in molti casi questi imprenditori credono che i loro rifiuti vengano smaltiti regolarmente (perché chi li prende porta tutta una documentazione falsa a sostegno di questa cosa)... certo dovrebbero farsi delle domande quando gli propongono certi prezzi, ma non è una loro diretta responsabilità se i rifiuti vengono smaltiti in quel modo.
resta il fatto che senza chi decide di affidare i rifiuti a una filiera chiaramente malavitosa, il problema non esisterebbe.
Forse ai veneti manca lo spirito imprenditoriale di mettere su degli impianti di trasformazione dei loro scarti... magari danno per scontato che certi posti siano "discariche naturali"... un po' come i lombardi. Noi emiliani (terroni?) abbiamo smaltito per anni i rifiuti di Milano, prima che si svegliassero e costruissero qualcosa per conto loro.
”Nel novembre del ’95 a Milano, governata allora dalla Lega Nord, c’erano tremila tonnellate di rifiuti per strada, anche davanti agli ospedali e al San Raffaele. Quei rifiuti lì, me li sono presi io da presidente dell’Emilia Romagna, convincendo la mia gente e polemizzando con il ‘Resto del Carlino’. Ma così abbiamo dato tempo a Milano di rimettere a punto il ciclo dei rifiuti”.
P. Bersani
http://it-it.facebook.com/note.php?n...50221380551267
Ultima modifica di Druuna; 18-03-14 alle 13:06
«The world is less explainable than we would like to admit» Jeff Jarvis
«Io non capisco come si possa passare davanti a un albero e non essere felici di vederlo» - Fëdor Dostoevskij
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