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Discussione: Lerciume comunista

  1. #2291
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    Speranza e il potere che lo ha messo a quel posto

    Maurizio Blondet25 Marzo 2021

    Avatar di Davide Rossi,

    Da assessore all’urbanistica del Comune di Potenza a ministro della salute. Questa la parabola misteriosa della carriera di Roberto Speranza. Sì, è vero che nel mezzo ha fatto il capogruppo del Pd alla Camera quando era segretario Bersani, ma chi se lo ricordava?

    Prima di lui, nel Conte I, ministro della salute era Giulia Grillo, Carneade anch’essa, ma almeno è un medico, nel Movimento 5 Stelle si è sempre occupata di tematiche sanitarie e appunto rappresentava, in quel dicastero strategico, l’allora partito più votato d’Italia.

    Che ad un partito inesistente nel Paese e minuscolo in Parlamento quale è LeU sia stato assegnato un posto di tale importanza è a dir poco strano. Incomprensibile, poi, che sia stato addirittura confermato nel Governo Draghi. Anche l’autorevole Der Spiegel inserisce Speranza, assieme a Conte, in un dossier nel quale denuncia le malefatte, le omissioni e gli insabbiamenti nell’emergenza coronavirus.

    Senza scomodare il prestigioso periodico tedesco, ci eravamo accorti anche in Italia che il ministro era a dir poco inadeguato. Niente aggiornamento del piano pandemico, nessun potenziamento dei posti letto ospedalieri, protocollo sanitario anti-Covid che non contempla, in modo letale per tanti pazienti, le fondamentali cure domiciliari.

    È stato capace solo di chiudere tutto e continua tutt’ora imperterrito. Ecco, sul chiudere tutto e sulle conseguenze sociali ed economiche di tali misure, possiamo trovare qualche solida motivazione della sua nomina alla Salute.

    …. non credo alla narrazione per la quale Speranza sia semplicemente la persona sbagliata al posto sbagliato. Altrimenti uno come Draghi – Mattarella o non Mattarella – avrebbe recepito le fondate e logiche richieste di discontinuità che arrivavano forti da pezzi importanti dell’attuale maggioranza. E poi perché Mattarella avrebbe preteso la conferma del ministro? Perché entrambi di “sinistra”? Non scherziamo, se è successo davvero è per altre e ben più sostanziose ragioni.

    La principale delle quali è che Speranza sia stato messo lì esattamente per fare quello che ha fatto. Perché proprio lui? Abbiamo già visto che viene da una formazione politica numericamente irrilevante, non ha di suo un carisma o una forte personalità, non si è mai occupato di sanità in vita sua.

    Insomma, apparentemente non c’è una ragione logica per la quale sia stato nominato in quel ruolo e ne sia stato confermato dopo la rovinosa gestione dell’emergenza.

    Di passata, ricordiamo solo che la John Hopkins University ha certificato che l’Italia è il Paese al mondo con il più alto numero di morti per Covid per 100.000 abitanti. Un disastro, al quale sarebbe dovuta conseguire una cacciata con ignominia, ed invece ha avuto il premio e sta ancora lì a darci lezioncine in tv.

    Ma da che mondo politico viene Roberto Speranza? Sì, dal Pd, ma soprattutto dal sistema di potere di Massimo D’Alema (e Bersani). D’Alema, da tempo fuori dal Parlamento e dal Pd, esercita un’influenza notevole sui governi di cui fa parte la sinistra (cioè, in Italia quasi tutti). Questo potere lo gestisce da presidente della Fondazione ItalianiEuropei, un think tank diventato molto solido e importante all’interno della galassia dei “pensatoi” del mondo progressista europeo.

    Roberto Speranza è membro del comitato di indirizzo della Fondazione ItalianiEuropei. Addirittura, per diversi anni, D’Alema è stato presidente della Foundation for European Progressive Studies, cioè la fondazione che riunisce tutti i più importanti think tank progressisti europei.

    In questo universo politico progressista il lockdown non è solo proposto come l’unico rimedio al virus ma anche come una soluzione moralmente “giusta”. Cioè, l’osservanza cieca delle misure restrittive è segno distintivo di civismo, di amore per gli altri, di superiorità morale (vecchio difetto della sinistra di tutto il mondo). Chi esprime dubbi o dissenso verso le misure liberticide è un incivile, un parvenu e, in fin dei conti, un bieco fascista.

    Da questo punto di vista, Speranza in Italia ha portato avanti questa impostazione con coerenza e determinazione. La fondazione più importante e più influente di questa galassia europea è la britannica Fabian Society, nella quale D’Alema è di casa. La Fabian prende il nome da Quinto Fabio Massimo, detto il Temporeggiatore.

    Il fabianesimo, difatti, fin dalla sua fondazione nel 1884, crede nella graduale evoluzione della società, tramite riforme che portino gradualmente appunto al socialismo, a differenza del marxismo che predica un cambiamento rivoluzionario. Ma sempre al socialismo, al collettivismo essa mira. La Fabian è tendenzialmente contraria alla proprietà privata, in particolar modo quella dei piccoli proprietari e piccoli imprenditori.

    E qui possiamo tornare in Italia, perché il buon Speranza sarà sì ben ammanicato nel mondo del laburismo anglosassone ma mica fa tutto da solo. Chi è il massimo sostenitore del debito (quello buono, si intende)? Mario Draghi. Lo ha fatto gonfiare da governatore della Bce con il Quantitative Easing per salvare l’euro dal giusto naufragio cui era destinato dal mercato e lo sta facendo, come un Conte qualunque, da presidente del Consiglio.

    Sta alimentando l’illusione che si possano allentare all’infinito i vincoli di bilancio, facendo finta di non accorgersi che presiede un Paese che è ben sopra il 160 per cento di rapporto debito/Pil, che ha già effettuato oltre 100 miliardi di scostamento e ora si prepara a contabilizzarne altri 20, oltre ai 27 miliardi arrivati dai fondi europei Sure. Il conto di tutto ciò verrà presto presentato agli italiani e Draghi lo sa benissimo.

    Non dice una parola sull’unica vera soluzione di questo problema: la crescita. Anzi, continua a promettere ulteriori chiusure delle imprese se non faremo i bravi. D’altra parte, glielo impone “l’evidenza scientifica”, che ci può fare lui? Insieme a Speranza è un convinto chiusurista e cultore di tutte le sfumature di rosso. Non ci dice che l’unico modo di salvare il Paese è tornare a vivere e a fare libera economia.

    Ha messo nel mirino la piccola e media impresa fin dal discorso per la fiducia al suo governo, promettendo che gli aiuti saranno selettivi, cioè solo per quelle imprese che, a suo giudizio, avranno un futuro.

    Accetto scommesse su quali saranno. Persegue la politica assistenzialista del reddito di cittadinanza, così da far dipendere sempre più i cittadini dallo Stato e non dal proprio lavoro. Vuole la transizione ecologica e tecnologica per “salvare il clima” (Greta docet) ed affossare gli imprenditori “che inquinano”. Dalle sue prime mosse pare gradire il controllo dello Stato sulle vite dei cittadini/sudditi.

    Sta minando alle fondamenta la proprietà privata con la proroga del blocco degli sfratti, esproprio proletario da gauche caviar, tutto proprio come un bravo fabiano. Sì perché Draghi è un liberal, non un liberale. Lui si definisce socialista liberale, che è un ossimoro ma che lo riconduce dritto alla tradizione del fabiano più importante d’Italia: Carlo Rosselli.



    E’ il programma di Schwab
    (Nota di MB – Come si vede, il programma che Davide Rossi definisce “fabiano” converge – fino a coincidere – con quello decretato dai miliardari del Forum di Davos:

    Agenda 2030: non avrai nulla e sarai felice.

    E: “Il capitalismo ha bisogno di un po’ di marxismo per sopravvivere alla quarta rivoluzione industriale?”

    Does capitalism need some Marxism to survive the Fourth Industrial Revolution?

    “Dose di marxismo” che sarà usata per espropriare la piccola proprietà immobiliare. Come spiegato nell’articolo che segue:

    Come si vede, il Bengala prescrive Ivermectina (che Speranza ha rteso irreperibile), antibiotico, steroidi, anticoagulanti – ossia gli stessi farmaci suggeriti dal gruppo di medici che curano a casa – e che il ministero Speranza e i media trarttano da criminali da radiare dall’Ordine. Il Bengala dichiara 53 morti di covid per milione di abitanti; l’Italia 1761.


    https://www.maurizioblondet.it/spera...-a-quel-posto/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  2. #2292
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    Predefinito Re: Lerciume comunista



    CASARINI INTERCETTATO DOPO IL BONIFICO DA TRAFFICANTI: “ABBIAMO FATTO IL BOTTO”, 10MILA EURO A CLANDESTINO
    MARZO 27, 2021



    http://https://voxnews.info/2021/03/...a-clandestino/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  3. #2293
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    https://www.liberoquotidiano.it/news/commenti-e-opinioni/26903676/roberto-speranza-italia-merita-meglio-libro-piena-pandemia-parole-uno-sbagliato-mestiere.html

  4. #2294
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    https://www.docdroid.net/ORUHj51/per...o-speranza-pdf

    Questo è il manifesto comunista al tempo del covid.

  5. #2295
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    Terrorismo, arrestati in Francia 7 ex brigatisti rossi. C'è Pietrostefani. Draghi: «soddisfatto». In fuga con altri due Luigi Bergamin, killer del macellaio di Santa Maria di Sala

    NORDEST > VENEZIA
    Mercoledì 28 Aprile 2021

    La polizia italiana in collaborazione con l'antiterrorismo francese ha individuato e catturato 7 ex brigatisti italiani che risiedevano in Francia, l'operazione è tuttora in corso ed è finalizzata all'estradizione in Italia dei fermati. All'appello mancherebbero tre brigatisti che si sarebbero dati alla fuga poco prima di essere individuati. Sono Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura gli ex br in fuga dopo l'operazione della polizia francese scattata questa mattina. Lo apprende l'ANSA.

    L'operazione dell'antiterrorismo della Polizia di Stato è avvenuta in collaborazione con il servizio di cooperazione internazionale Scip e all'esperto per la sicurezza della polizia italiana in Francia.

    nomi degli arrestati
    Dei 7 arrestati quattro hanno una condanna all'ergastolo: Roberta Capelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi - tutti e tre ex appartenenti alle Brigate Rosse - e Narciso Manenti, dei nuclei armati contropotere territoriale. Per Giovanni Alimonti ed Enzo Calvitti, anche loro delle Br, la pena da scontare è rispettivamente 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e 18 anni, 7 mesi e 25 giorni. Giorgio Pietrostefani, ex di Lotta Continua, deve scontare una pena di 14 anni, 2 mesi e 11 giorni.

    L'operazione era stata preparata da diversi giorni ed è stata realizzata in cooperazione dagli ufficiali di collegamento della polizia italiana a Parigi, che hanno operato in stretto contatto con la direzione antiterrorismo francese.

    L'Eliseo, in merito all'arresto degli ex brigatisti italiani, ha precisato che la decisione del presidente Emmanuel Macron «si colloca strettamente nella logica della 'dottrina Mitterrand' di accordare l'asilo agli ex brigatisti, eccetto ai responsabili di reati di sanguè». La compilazione della lista dei 10 nomi (7 arrestati e 3 in fuga) è il frutto «di un importante lavoro preparatorio bilaterale, durato diversi mesi - sottolinea l'Eliseo - che ha portato a prendere in considerazione i reati più gravi».

    Irene Terrel, storica avvocata degli ex terroristi italiani in Francia, ha denunciato stamattina un «tradimento senza nome da parte della Francia». «Sono indignata - ha detto la Terrel dopo l'arresto di 7 ex brigatisti - e non ho parole per descrivere questa operazione che assomiglia a una piccola retata».

    Chi sono gli arrestati
    Omicidi di giudici e di appartenenti alle forze di polizia, sequestri di esponenti politici, uccisioni di dirigenti d'azienda. È lungo e riporta alla luce alcuni dei momenti più bui degli anni di piombo l'elenco dei reati di cui sono accusati i sette ex terroristi fermati questa mattina. Ecco le accuse e le condanne nei confronti di ciascuno dei sette, così come indicato nelle sentenze.

    GIOVANNI ALIMONTI - 66enne ex brigatista. Tra i vari reati per i quali è condannato c'è anche il tentato omicidio del vice dirigente della Digos di Roma Nicola Simone, avvenuto il 6 gennaio del 1982 e durante il quale lui stesso rimase ferito al braccio destro. L'ordine di esecuzione della pena è stato emesso dalla procura generale presso la Corte d'appello di Roma a marzo del 2008: deve scontare 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e la libertà vigilata per 4 anni per banda armata, associazione con finalità di terrorismo, concorso in violenza privata aggravata, concorso in falso in atti pubblici. Il mandato di cattura europeo emesso nei suoi confronti scade l'8 gennaio del 2022.

    ENZO CALVITTI - anche lui 66enne ex brigatista, nato a Mafalda, in provincia di Campobasso. Deve scontare una pena di 18 anni, 7 mesi e 25 giorni e la misura della libertà vigilata per 4 anni per associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi. La sentenza è divenuta esecutiva a settembre del 1992, il mandato di cattura europeo nei suoi confronti scade il 21 dicembre del 2021.

    ROBERTA CAPPELLI - l'ex brigatista, 66enne, è responsabile di 3 omicidi avvenuti a Roma: quello del generale dei carabinieri Enrico Calvaligi, ucciso l'ultimo dell'anno del 1980, dell'agente di Polizia Michele Granato (9 settembre del 1979) e del vice questore Sebastiano Vinci (19 giugno 1981). A suo carico anche il ferimento di Domenico Gallucci (sempre a Roma il 17 maggio del 1980) e del vice questore Nicola Simone, il 6 gennaio del 1982, di cui è responsabile anche Alimonti. Deve scontare l'ergastolo con un anno di isolamento diurno per associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato. Il mandato d'arresto europeo scade il 30 luglio 2022

    NARCISO MANENTI - Il 64enne originario di Telgate, in provincia di Bergamo, è un ex dei 'Nuclei armati contropotere territorialè e dal 1985 è sposato con la francese Christine Andrè Marie Hayotte. È stato condannato all'ergastolo per l'omicidio dell'appuntato dei carabinieri Giuseppe Guerrieri, ucciso a Bergamo il 13 marzo del 1979. Manenti ha anche una condanna a 2 anni e 6 mesi per ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi e a 3 anni e 6 mesi per associazione sovversiva e banda armata. Il mandato di cattura europeo emesso dalle autorità italiane scade il 6 luglio del 2023

    MARINA PETRELLA - la 67enne ex brigatista è responsabile, in base alle condanne, dell'omicidio del generale dei Carabinieri Enrico Galvaligi, di cui è accusata anche Roberta Cappelli, del sequestro del giudice Giovanni D'Urso, avvenuto a Roma il 12 dicembre del 1980, e dell'assessore regionale della Democrazia Cristiana Ciro Cirillo, avvenuto a Torre del Grego il 27 aprile del 1981 e nel quale furono uccisi due membri della scorta, dell'attentato al vice questore Nicola Simone (insieme a Cappelli e Alimonti). Il suo mandato di cattura europeo scade l'8 gennaio del 2022.

    GIORGIO PIETROSTEFANI - il 78enne tra i fondatori di Lotta Continua e responsabile del servizio d'ordine del movimento deve scontare 14 anni, 2 mesi e 11 giorni per l'omicidio del commissario di Polizia Luigi Calabresi. L'ordine di esecuzione della pena è stato emesso il 15 luglio del 2008 dalla procura generale di Milano. il mandato di cattura europeo scade il 9 settembre 2023.

    SERGIO TORNAGHI - Il 63enne, milanese, è anche lui un ex brigatista e tra i reati per i quali è stato condannato all'ergastolo c'è l'omicidio di Renato Briano, direttore generale della 'Ercole Marellì. Tra le accuse anche partecipazione a banda armata, propaganda e apologia sovversiva, attentato con finalità di terrorismo e eversione, detenzione e porto illegale di armi, violenza privata. Il mandato di cattura europeo scade il 5 maggio del 2023.

    La svolta per gli arresti
    Nel colloquio dell'8 aprile con il suo omologo francese Eric Dupond-Moretti, la ministra della Giustizia Marta Cartabia aveva chiesto espressamente che gli ex terroristi fossero assicurati alla giustizia prima che intervenisse una nuova prescrizione.. La data cerchiata sul calendario quella del 10 maggio, data in cui scatta la tagliola della prescrizione per l'ex brigatista Maurizio Di Marzio, che è uno dei tre ex terroristi in fuga. Per tutti gli arrestati di oggi si ferma il corso della prescrizione.

    «Il governo esprime soddisfazione per la decisione della Francia di avviare le procedure giudiziarie, richieste da parte italiana, nei confronti dei responsabili di gravissimi crimini di terrorismo, che hanno lasciato una ferita ancora aperta». Lo afferma il presidente del Consiglio, Mario Draghi. «La memoria di quegli atti barbarici - prosegue il premier - è viva nella coscienza degli italiani. A nome mio e del governo, rinnovo la partecipazione al dolore dei familiari nel ricordo commosso del sacrificio delle vittime», conclude Draghi.

    http://https://www.ilgazzettino.it/e...a-5927375.html
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  6. #2296
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    Predefinito Re: Lerciume comunista



    Spassoso: sinistricoli contro sinistricoli.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  7. #2297
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    Terrorismo, arrestati in Francia 7 ex brigatisti rossi. C'è Pietrostefani. Draghi: «soddisfatto». In fuga con altri due Luigi Bergamin, killer del macellaio di Santa Maria di Sala

    NORDEST > VENEZIA
    Mercoledì 28 Aprile 2021

    La polizia italiana in collaborazione con l'antiterrorismo francese ha individuato e catturato 7 ex brigatisti italiani che risiedevano in Francia, l'operazione è tuttora in corso ed è finalizzata all'estradizione in Italia dei fermati. All'appello mancherebbero tre brigatisti che si sarebbero dati alla fuga poco prima di essere individuati. Sono Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura gli ex br in fuga dopo l'operazione della polizia francese scattata questa mattina. Lo apprende l'ANSA.

    L'operazione dell'antiterrorismo della Polizia di Stato è avvenuta in collaborazione con il servizio di cooperazione internazionale Scip e all'esperto per la sicurezza della polizia italiana in Francia.

    nomi degli arrestati
    Dei 7 arrestati quattro hanno una condanna all'ergastolo: Roberta Capelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi - tutti e tre ex appartenenti alle Brigate Rosse - e Narciso Manenti, dei nuclei armati contropotere territoriale. Per Giovanni Alimonti ed Enzo Calvitti, anche loro delle Br, la pena da scontare è rispettivamente 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e 18 anni, 7 mesi e 25 giorni. Giorgio Pietrostefani, ex di Lotta Continua, deve scontare una pena di 14 anni, 2 mesi e 11 giorni.

    L'operazione era stata preparata da diversi giorni ed è stata realizzata in cooperazione dagli ufficiali di collegamento della polizia italiana a Parigi, che hanno operato in stretto contatto con la direzione antiterrorismo francese.

    L'Eliseo, in merito all'arresto degli ex brigatisti italiani, ha precisato che la decisione del presidente Emmanuel Macron «si colloca strettamente nella logica della 'dottrina Mitterrand' di accordare l'asilo agli ex brigatisti, eccetto ai responsabili di reati di sanguè». La compilazione della lista dei 10 nomi (7 arrestati e 3 in fuga) è il frutto «di un importante lavoro preparatorio bilaterale, durato diversi mesi - sottolinea l'Eliseo - che ha portato a prendere in considerazione i reati più gravi».

    Irene Terrel, storica avvocata degli ex terroristi italiani in Francia, ha denunciato stamattina un «tradimento senza nome da parte della Francia». «Sono indignata - ha detto la Terrel dopo l'arresto di 7 ex brigatisti - e non ho parole per descrivere questa operazione che assomiglia a una piccola retata».

    Chi sono gli arrestati
    Omicidi di giudici e di appartenenti alle forze di polizia, sequestri di esponenti politici, uccisioni di dirigenti d'azienda. È lungo e riporta alla luce alcuni dei momenti più bui degli anni di piombo l'elenco dei reati di cui sono accusati i sette ex terroristi fermati questa mattina. Ecco le accuse e le condanne nei confronti di ciascuno dei sette, così come indicato nelle sentenze.

    GIOVANNI ALIMONTI - 66enne ex brigatista. Tra i vari reati per i quali è condannato c'è anche il tentato omicidio del vice dirigente della Digos di Roma Nicola Simone, avvenuto il 6 gennaio del 1982 e durante il quale lui stesso rimase ferito al braccio destro. L'ordine di esecuzione della pena è stato emesso dalla procura generale presso la Corte d'appello di Roma a marzo del 2008: deve scontare 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e la libertà vigilata per 4 anni per banda armata, associazione con finalità di terrorismo, concorso in violenza privata aggravata, concorso in falso in atti pubblici. Il mandato di cattura europeo emesso nei suoi confronti scade l'8 gennaio del 2022.

    ENZO CALVITTI - anche lui 66enne ex brigatista, nato a Mafalda, in provincia di Campobasso. Deve scontare una pena di 18 anni, 7 mesi e 25 giorni e la misura della libertà vigilata per 4 anni per associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi. La sentenza è divenuta esecutiva a settembre del 1992, il mandato di cattura europeo nei suoi confronti scade il 21 dicembre del 2021.

    ROBERTA CAPPELLI - l'ex brigatista, 66enne, è responsabile di 3 omicidi avvenuti a Roma: quello del generale dei carabinieri Enrico Calvaligi, ucciso l'ultimo dell'anno del 1980, dell'agente di Polizia Michele Granato (9 settembre del 1979) e del vice questore Sebastiano Vinci (19 giugno 1981). A suo carico anche il ferimento di Domenico Gallucci (sempre a Roma il 17 maggio del 1980) e del vice questore Nicola Simone, il 6 gennaio del 1982, di cui è responsabile anche Alimonti. Deve scontare l'ergastolo con un anno di isolamento diurno per associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato. Il mandato d'arresto europeo scade il 30 luglio 2022

    NARCISO MANENTI - Il 64enne originario di Telgate, in provincia di Bergamo, è un ex dei 'Nuclei armati contropotere territorialè e dal 1985 è sposato con la francese Christine Andrè Marie Hayotte. È stato condannato all'ergastolo per l'omicidio dell'appuntato dei carabinieri Giuseppe Guerrieri, ucciso a Bergamo il 13 marzo del 1979. Manenti ha anche una condanna a 2 anni e 6 mesi per ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi e a 3 anni e 6 mesi per associazione sovversiva e banda armata. Il mandato di cattura europeo emesso dalle autorità italiane scade il 6 luglio del 2023

    MARINA PETRELLA - la 67enne ex brigatista è responsabile, in base alle condanne, dell'omicidio del generale dei Carabinieri Enrico Galvaligi, di cui è accusata anche Roberta Cappelli, del sequestro del giudice Giovanni D'Urso, avvenuto a Roma il 12 dicembre del 1980, e dell'assessore regionale della Democrazia Cristiana Ciro Cirillo, avvenuto a Torre del Grego il 27 aprile del 1981 e nel quale furono uccisi due membri della scorta, dell'attentato al vice questore Nicola Simone (insieme a Cappelli e Alimonti). Il suo mandato di cattura europeo scade l'8 gennaio del 2022.

    GIORGIO PIETROSTEFANI - il 78enne tra i fondatori di Lotta Continua e responsabile del servizio d'ordine del movimento deve scontare 14 anni, 2 mesi e 11 giorni per l'omicidio del commissario di Polizia Luigi Calabresi. L'ordine di esecuzione della pena è stato emesso il 15 luglio del 2008 dalla procura generale di Milano. il mandato di cattura europeo scade il 9 settembre 2023.

    SERGIO TORNAGHI - Il 63enne, milanese, è anche lui un ex brigatista e tra i reati per i quali è stato condannato all'ergastolo c'è l'omicidio di Renato Briano, direttore generale della 'Ercole Marellì. Tra le accuse anche partecipazione a banda armata, propaganda e apologia sovversiva, attentato con finalità di terrorismo e eversione, detenzione e porto illegale di armi, violenza privata. Il mandato di cattura europeo scade il 5 maggio del 2023.

    La svolta per gli arresti
    Nel colloquio dell'8 aprile con il suo omologo francese Eric Dupond-Moretti, la ministra della Giustizia Marta Cartabia aveva chiesto espressamente che gli ex terroristi fossero assicurati alla giustizia prima che intervenisse una nuova prescrizione.. La data cerchiata sul calendario quella del 10 maggio, data in cui scatta la tagliola della prescrizione per l'ex brigatista Maurizio Di Marzio, che è uno dei tre ex terroristi in fuga. Per tutti gli arrestati di oggi si ferma il corso della prescrizione.

    «Il governo esprime soddisfazione per la decisione della Francia di avviare le procedure giudiziarie, richieste da parte italiana, nei confronti dei responsabili di gravissimi crimini di terrorismo, che hanno lasciato una ferita ancora aperta». Lo afferma il presidente del Consiglio, Mario Draghi. «La memoria di quegli atti barbarici - prosegue il premier - è viva nella coscienza degli italiani. A nome mio e del governo, rinnovo la partecipazione al dolore dei familiari nel ricordo commosso del sacrificio delle vittime», conclude Draghi.

    http://https://www.ilgazzettino.it/e...a-5927375.html
    Ci vorranno ANNI per l'estradizione.
    Solo e sempre fumo.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  8. #2298
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    Brigate Rosse, l'ex terrorista in fuga Bergamin si costituisce a Parigi
    Redazione Tgcom24 17 minuti fa

    Luigi Bergamin, uno dei tre ex terroristi rossi (Proletari Armati per il Comunismo) in fuga dopo l'ondata di arresti di mercoledì in Francia, si è presentato a palazzo di Giustizia di Parigi assieme al suo avvocato per costituirsi. Restano ancora ricercati Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura.

    Bergamin, ex militante dei Pac, deve scontare una pena di 16 anni e 11 mesi di reclusione come ideatore dell'omicidio del maresciallo Antonio Santoro, capo degli agenti di polizia penitenziaria ucciso a Udine il 6 giugno 1978 da Cesare Battisti.

    L'8 aprile per Bergamin sarebbe scattata la prescrizione, ma i termini sono stati interrotti dal magistrato di sorveglianza milanese Gloria Gambitta su richiesta del pm Adriana Blasco, che ha dichiarato Bergamin "delinquente abituale". La vicenda giudiziaria di Bergamin e degli altri italiani è stata seguita direttamente in Francia dalla magistrata di collegamento italiana a Parigi, Roberta Collidà, in stretta cooperazione con i colleghi francesi.

    http://https://www.msn.com/it-it/not...?ocid=msedgntp
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  9. #2299
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    Terrorismo – Si costituiscono Bergamin e Ventura
    29 APRILE 202129 APRILE 2021 CRONACA LETTURA 1 MIN

    Dopo Luigi Bergamin, ex esponente di “Prima Linea”, si è costituito in Francia anche Raffaele Silvio VENTURA, uno dei tre ex terroristi “rossi” che ieri erano sfuggiti alla cattura. Appartenente all’organizzazione eversiva “Formazioni Comuniste Combattenti”, dal 31 gennaio del 1986 VENTURA ha acquisito la cittadinanza francese, confermata il 14 agosto 1986 dal Ministero degli Affari Sociali transalpino. L’ex terrorista, colpito da ordine di carcerazione emesso il 16 febbraio del 2017 dalla procura generale di Milano, deve espiare una pena a 24 anni e 4 mesi di reclusione per l’omicidio del Brigadiere di polizia Antonio Custra (avvenuto a Milano il 14 maggio del 1977, la sentenza è dell’8 maggio del 1992), nonché, fra l’altro, per banda armata, rapine, detenzione e porto illegale di armi.

    Bergamin e Ventura sono due dei tre militanti di estrema sinistra tra i terroristi ricercati da mercoledi’ nell’ambito dell’operazione che ha portato all’arresto di sette ex membri di organizzazioni estremiste. Ventura, ex membro delle Formazioni Comuniste Combattenti, si e’ recato alla Corte d’Appello di Parigi con il suo avvocato. Bergamin e’ stato condannato a 16 anni e 11 mesi di reclusione per aver ideato l’omicidio del maresciallo Antonio Santoro, capo degli agenti di polizia penitenziaria ucciso a Udine il 6 giugno 1978 da Cesare Battisti.

    http://https://www.lanuovapadania.it...min-e-ventura/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  10. #2300
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    Predefinito Re: Lerciume comunista

    I sinistri hanno trovato il nuovo leader per i giovani decerebrati di oggi.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

 

 
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