Al via un progetto finalizzato
Il sesso delle cellule, sperimentazioni
e cure in esclusiva per la donna
Cellule femminili e maschili si comportano in modo diverso con malattie e farmaci
Cellule epatiche (da Cnr)
ROMA – Anche le cellule hanno un sesso. Ci sono cellule femminili e cellule maschili che si comportano in modo diverso con malattie e farmaci. Da qui la necessità di praticare la medicina di genere. Una nuova mentalità che deve portare ricercatori, medici e operatori sanitari a non confondere i sessi quando si tratta di sperimentare una terapia, prescriverla e dosarla.
STRADA POCO BATTUTA - Fino a qualche anno fa era una strada poco battuta. Ora si è capito che la donna, dal punto di vista della risposta alle cure e della suscettibilità a certi tipi di patologia, è ben diversa dall’uomo e che di questa distanza non si può non tener conto. La conferma viene dal seminario concluso mercoledì all’Istituto superiore di sanità e organizzato dal dipartimento farmaci diretto da Stefano Vella. Ricerche condotte dall'Iss in collaborazione con l’università di Sassari hanno dimostrato che la sopravvivenza e la morte delle cellule (quindi la predisposizione a malattie come tumori e problemi cardiovascolari) dipende dal loro genere sessuale. «Le donne, anche nel campo della ricerca, devono avere uno spazio tutto loro perché hanno caratteristiche speciali. Basta soltanto osservare la maggiore vulnerabilità a certi tipi di malattia, ad esempio Aids, cardiovascolari e reumatiche. Non basta ad esempio diminuire il dosaggio di un farmaco per adattarlo alle pazienti», dice Valter Malorni, autore dello studio sul sesso cellulare.
PROGETTO FINALIZZATO - Si è visto che le cellule, una volta isolate dal corpo umano, prelevate da un organo e coltivate in laboratorio, conservano una sorta di memoria di genere, una specificità sessuale che determina la suscettibilità allo stress e determina il loro destino. «Il genere maschile e quello femminile sono un determinante di malattia. Vogliamo dare un impulso allo sviluppo di una politica sanitaria attenta alla salute della donna e al percorso terapeutico che deve seguire. La medicina non può essere disegnata solo attorno all’uomo», spiega Vella. Con questo obiettivo è ai blocchi di partenza il progetto strategico sulla salute della donna, finanziato dal ministero del Welfare con 2 milioni e 700 mila euro in trenta centri di ricerca clinica coordinati dall’Istituto superiore di sanità
Margherita De Bac
11 dicembre 2008(ultima modifica: 12 dicembre 2008)
http://www.corriere.it/salute/08_dic...4f02aabc.shtml