User Tag List

Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 17
  1. #1
    Μάρκος Βαφειάδης
    Data Registrazione
    05 May 2007
    Messaggi
    843
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Sulla crisi finanziaria in corso

    Tracce di riflessioni sulla crisi finanziaria in corso
    di Giuseppe Amata
    1) Le crisi economiche sono insite nel modo di produzione capitalistico perché in esso c’è una contraddizione di fondo tra il carattere sociale della produzione e l’anarchia delle scelte private con la conseguente appropriazione del prodotto. La produzione non è finalizzata secondo i bisogni sociali, ma per aumentare i valori di scambio e realizzare il massimo profitto. Secondo Marx il limite della produzione capitalistica è rappresentato dal capitale stesso, mentre è la caduta tendenziale del saggio del profitto che determina la crisi, non viceversa.

    Il profitto, senso astratto, è considerato nella sua interezza come massa di plusvalore senza la successiva spartizione in interesse per le Banche, rendita per i proprietari terrieri, imposte per lo Stato, stipendi per i lavoratori improduttivi e profitto per l’imprenditore. Quindi se nel concreto togliamo le altre categorie il profitto che si riferisce alla remunerazione del capitale produttivo investito è una quota limitata. Però, siccome nei paesi imperialistici il capitale finanziario guida lo sviluppo economico e storicamente è stato il risultato della concentrazione del capitale bancario ed assicurativo con quello industriale monopolistico, non si può osservare separatamente il profitto dalla rendita finanziaria.

    La caduta tendenziale del saggio del profitto si può frenare secondo Marx utilizzando quattro categorie antagonistiche a questa caduta: a) l’aumento del saggio del pluslavoro; b) la diminuzione della quota di logorio ceduta dal macchinario alla produzione della singola merce (cioè tramite l’innovazione tecnica che permette di realizzare più merci); c) la diminuzione del valore delle materie prime o delle fonti energetiche che entrano nella singola merce (dal carbone si passa al petrolio, quindi all’uranio e ad altre fonti energetiche alternative; dal ferro si passa all’acciaio, con i derivati del petrolio si ottengono le materie plastiche, poi le fibre ed i semiconduttori, ecc; d) la diminuzione del salario reale. Se nonostante l’intervento di questi fattori antagonistici il saggio del profitto tende a diminuire al capitalista non resta che l’ultima possibilità per impedire la crisi: allargare i suoi mercati vendendo dippiù, pur con un guadagno unitario inferiore. Tutto ciò è avvenuto dalla fine dell’Ottocento ad oggi, con fasi alterne di espansione dei mercati, restrizione nei momenti degli scontri bellici, e successive espansioni per i vincitori dei conflitti.
    In ogni caso l’andamento di tutte le categorie del M.C.P. si svolge in forma ciclica e non lineare.

    2) Considerando in sintesi la circolazione della moneta ed in particolare di quella americana, cioè il dollaro, notiamo come la sua emissione da parte della Federal Reserve non ha mai tenuto conto delle riserve auree (anche quando era moralmente obbligata a farlo con gli accordi Bretton Woods) o di altre valute pregiate, come l’euro o lo yen, custodite nel forziere di Fort Knox e soprattutto negli ultimi anni non ha tenuto conto del crescente indebitamento interno ed estero degli Stati Uniti. Di fatto il dollaro è stato sempre emesso a corso forzoso, anche per le esigenze che provenivano dal complesso militare industriale americano e dal finanziamento delle guerre come, nel passato, in Corea ed in Vietnam ed ora in Iraq, Afghanistan od altrove in tutto il dopoguerra.

    3) La fluttuazione delle monete forti, approfittando delle leggi dello scambio economico diseguale, ha scaricato sulle monete deboli e sui paesi poveri inflazione, indebitamento, crolli di borsa avvenuti nei paesi ricchi.

    Pertanto nei paesi emergenti che accettano la presenza di capitale finanziario, pur in presenza di una crescita economica, se il capitale finanziario non è tenuto sotto controllo da parte dei governi, la ricaduta economica interna per alimentare il processo di accumulazione diventa limitata, mentre il capitale finanziario si allontana per trovare una rendita finanziaria più elevata. Quello che è avvenuto negli anni scorsi nelle tigri asiatiche potrebbe avvenire ora in India, Brasile, Cina se i rispettivi governi allentassero il controllo dei circuiti del capitale.

    4) La speculazione finanziaria ha interessato negli ultimi 60 anni una merce base (cioè una merce che entra nella produzione di tutte le merci) come il petrolio, sulla cui vendita nella Borsa di New York ed in quella di Londra avviene una compravendita di titoli pronti contro termine, i quali spesso fanno aumentare vertiginosamente oppure fanno scendere bruscamente il suo prezzo. Un’altra merce, l’oro, considerata dalla classe finanziaria come bene rifugio si adatta bene alle manovre speculative.

    5) La contraddizione imperialismo popoli-oppressi rappresenta la contraddizione principale della nostra epoca, nel senso che l’andamento di questa contraddizione influenza altre contraddizioni importanti come quella tra borghesia e proletariato e quella tra potenze imperialistiche. L’imperialismo come sistema mondiale si è avvantaggiato enormemente dal crollo dell’Urss e dei paesi dell’est europeo, allargando così i suoi mercati di sbocco delle merci e soprattutto le fonti di approvvigionamento delle materie prime e della forza-lavoro a basso prezzo; in seguito, la svolta avvenuta in Russia, con l’uscita di scena di Eltzin e la riorganizzazione economica dell’ex area sovietica, e la creazione dell’Organizzazione di Shanghai, che raggruppa la Cina e cinque ex repubbliche sovietiche, hanno determinato un fattore di forte competizione economica, politica e militare con gli Usa, l’U.E. ed il Giappone. A questi fatti si deve aggiungere che in America Latina attorno a Cuba ed al Venezuela si è ora formata una nuova alleanza antimperialista che comprende Bolivia, Ecuador e Nicaragua che di fatto ha ridotto enormemente la sfera di dominio Usa nel continente centro-sud americano. Nello stesso continente e nello stesso tempo si è stabilito un legame più solido anche tra paesi moderati come il Brasile, l’Argentina, il Cile, l’Uruguay, i quali negli anni ’90 sono stati spogliati dal capitale finanziario internazionale che gli ha determinato una grave crisi finanziaria impoverendo la loro classe media, dopo aver da molto tempo prima ridotti in miseria gli operai ed i contadini. Se si aggiunge il processo di emancipazione di altri paesi in Africa, Medio oriente ed Asia le aree di influenza imperialistica si sono ridotte. Ma, non dimentichiamo, che una crisi finanziaria, seppur meno profonda di quella attuale, si è manifestata anche nei paesi ricchi già nel periodo 2002-03.

    6) Le contraddizioni interimperialistiche dopo il 1989 ed il crollo dell’URSS sono aumentate e mentre nella prima metà degli anni ’90 c’era molta torta da spartire e la competizione, pur aspra, tra Usa e Comunità Europea era sempre mantenuta poco appariscente, successivamente con la formazione dell’Unione Europea e poi con la creazione della moneta unica, l’euro, la contraddizione diviene più palese e gli Usa per mantenere il loro dominio sul mondo scatenano la guerra in Afghanistan ed Iraq per incunearsi nel continente asiatico e per dividere l’U.E., tra chi voleva un polo imperialistico autonomo (asse franco-tedesco Chirac-Schroeder) e chi, vedi Inghilterra di Blair, Spagna di Aznar ed Italia di Berlusconi fedeli a Bush e quindi legati al carro americano.

    7) La riorganizzazione della potenza economica russa, forte del possesso di importanti materie prime come petrolio e gas, nonché di oro, e basata principalmente sulla presenza di un forte capitale pubblico e sulla ristrutturazione delle Forze armate, ha creato motivo di conflitto via via crescente con gli Usa, i quali hanno dispiegato la Nato con armi offensive e nucleari dentro l’area ex-sovietica ed aizzato i gruppi dirigenti corrotti di molte repubbliche ex-sovietiche contro il Cremlino. L’aggressione scatenata dalla Georgia contro l’Ossezia del Sud e l’Abkazia è l’ultimo esempio, ma la partita decisiva si gioca in l’Ucraina, la culla dello Stato russo agli inizi del medioevo ed oggi con metà del suo territorio influenzato dall’America e dall’U.E.

    8) La cosiddetta globalizzazione lanciata dagli Usa dopo il crollo dell’Urss non aveva niente a che vedere con il libero scambio e con l’abbattimento delle tariffe daziarie, ma doveva servire ad assoggettare il mondo al pensiero unico della triade (Usa, U.E., Giappone) fondato sul dominio del capitale finanziario, delle monete forti (dollaro, sterlina, yen, euro) e delle nuove tecnologie. In molte aree del mondo questo disegno è riuscito, in altre no e soprattutto con l’emergere di nuove potenze economiche (Cina, India, Brasile, Iran, Venezuela) la globalizzazione si è ritorta contro i suoi promotori, tant’è che per sfuggire alla concorrenza dei paesi emergenti gli Usa hanno a volte ripristinato i dazi doganali. Decisivo diventerà al riguardo il ruolo della Cina e le posizioni che occuperà nei mercati internazionali.

    9) La ricchezza finanziaria che ogni anno circola nei paesi ricchi supera per tre volte il loro PIL, mentre il debito estero consolidato di molti paesi del Terzo Mondo supera enormemente il loro PIL.

    Gli USA sono il paese più indebitato al mondo con circa un milione di miliardi di dollari (1015). La loro bilancia commerciale è negativa sia in termini di partite correnti sia in conto capitale. Il debito pubblico americano supera il 140% del PIL, mentre nei paesi dell’U.E. detto debito oscilla tra l’80% ed il 110%del PIL con l’obiettivo scritto nel Patto di stabilità di non superare il 60% del PIL. I titoli derivati della finanza americana raggiungevano nel 2007 la cifra di 55.000 miliardi di dollari, vale a dire 4 volte il PIL. Con l’attuale crisi finanziaria questi titoli si sono quasi dimezzati e le perdite interessano anche gli investimenti del TFR e dei Fondi pensione.

    10) Le crisi sociali, nella nostra fase storica, testimoniano che le tecnologie sono avanzate molto velocemente rispetto agli ordinamenti sociali che le dovrebbero controllare e spesso hanno avuto una crescita deformata perché pur di raggiungere il massimo profitto hanno violato le leggi scientifiche.

    In molti settori della produzione osserviamo come l’uso delle tecnologie, in contrasto con i principi scientifici, violenta la vita di tutte le specie viventi, compresa quella dell’uomo: è il caso dei prodotti geneticamente modificati, delle forme di allevamento intensivo e dell’impiego eccessivo di concimi inorganici, anticrittogamici, diserbanti nelle pratiche delle coltivazioni.

    11) Se a queste considerazioni sull’uso distorto delle tecnologie aggiungiamo tutte le nefandezze che hanno stravolto negli ultimi trent’anni i principi che dovrebbero regolare l’attività economica, per la quale sono stati declamati nuovi paradigmi sulla formazione della ricchezza, basati anziché sulla forza produttiva del lavoro, sulla forza speculativa dei mercati finanziari, ecco una delle spiegazioni del crollo dei castelli di sabbia.

    12) L’estremo tentativo della classe dirigente di intervenire con un keynesismo deformato, rabberciato a sua immagine e misura proprio per sostenere il fatiscente capitale finanziario, è l’opposto di quanto sosteneva l’autorevole studioso all’epoca della grande crisi del 1929-33 e cioè che lo Stato deve diventare imprenditore nelle attività produttive per diminuire la disoccupazione, stimolare la domanda aggregata e regolare la circolazione monetaria attraverso la Banca centrale, la quale deve far sì che il saggio di interesse corrente sul mercato non superi l’efficienza marginale del capitale. Era questa una terapia che cercava di attenuare le crisi cicliche del capitalismo, non poteva è chiaro risolvere le sue contraddizioni. Nella seconda metà degli anni ’70 il keynesismo è stato abbandonato da tutta la classe dirigente dei paesi capitalistici perché affidando ad ogni Stato una funzione dirigista di fatto si intralciava la libertà assoluta rivendicata dalle società multinazionali sia negli investimenti produttivi che in quelli speculativi. Ed il loro libero operare poteva mettere in crisi i governi, come è stato fatto dall’ITT e dalle compagnie del trasporto su gomma nel Cile di Allende.

    13) Gli interventi statali odierni sono diretti in primo luogo più che a “nazionalizzare” a puntellare le aziende finanziarie in crisi per salvare i grandi patrimoni societari in mano ai grandi azionisti, dopo che i medi ed i piccoli hanno già pagato enormemente con il crollo dei loro titoli azionari; in secondo luogo a salvaguardare il meccanismo perverso che permette i facili guadagni speculativi e trasferisce ricchezza dalla classe media a quella ricca. Ecco perché la classe ricca dà il benvenuto all’intervento pubblico, mentre fino a qualche giorno addietro se c’era un’azienda in crisi si diceva da parte di esponenti della finanza e della politica che si non poteva intervenire perché “si violavano le regole della concorrenza” od il Patto di stabilità dell’UE. Adesso con il play back pubblico si spera che il valore del capitale azionario si elevi, e con l’euforia del giorno dopo si nascondono all’opinione pubblica le cause reali che portarono alla crisi ed intanto si incentivano tutti i meccanismi perversi, come la sospensione di riportare nei bilanci annuali il deprezzamento del capitale azionario, cosicché l’emissione di obbligazioni va riferita a capitale sociale prima dell’attuale crisi finanziaria e del conseguente deprezzamento. Non solo, ma arrivando con l’apporto dello Stato soldi freschi, cioè liquidità, le Banche possono continuare le loro operazioni, fermo restando che in futuro, a situazione migliorata, i grandi azionisti potranno chiedere allo Stato di riprendersi ad un prezzo di favore parte di quel capitale che ora finirà nelle sue mani .

    14) Questo meccanismo perverso creato ha radici lontane ed è stato imperniato, come primo impulso, sulla libertà assoluta concessa al Fondo monetario internazionale, alla Banca mondiale ed alle Banche centrali di ogni paese, queste ultime svincolate dal controllo dei rispettivi Ministeri del Tesoro o dell’Economia (che dir si voglia). Gli Usa già prima della conclusione del II conflitto mondiale idearono a Bretton Woods (1944) ed attuarono il sistema monetario internazionale che li favoriva, imponendolo quindi a tutti i paesi che accettarono il Piano Marshall, la Nato e la retorica del “mondo libero”.

    E difatti, oggi, molti paesi per contrastare la crisi finanziaria partita dagli Usa e che minaccia il mondo intero dicono apertamente (come il Venezuela, la Russia, l’Iran) mentri altri lo dicono sottovoce, che l’egemonia mondiale degli Usa e del dollaro è finita e pertanto va creato un nuovo meccanismo finanziario mondiale.

    15) Gli impulsi successivi che sono stati impressi al meccanismo perverso della finanza internazionale, consistono:
    a) nella libertà concessa negli ultimi decenni alle banche d’affari e commerciali di operare concentrazioni anche fuori del settore bancario. Ciò ha portato all’acquisto di pacchetti azionari o alla rilevazione di aziende industriali o commerciali. Quindi se fallisce la Banca falliranno di conseguenza anche le aziende industriali da essa controllate;
    b) nella libertà concessa alle società per azioni quotate in borsa di emettere obbligazioni non solo superiori alla quota di capitale sociale versato (che nel passato era considerata una misura di garanzia per gli obbligazionisti!) ma addirittura superiore all’intero capitale sociale delle s.p.a., se esse presentano delle buone valutazioni da parte delle società di rating. Ed il crack della Parmalat è ricco di insegnamenti e di premonizioni al riguardo, perche le società del gruppo erano state tutte valutate positivamente e tutte emettevano obbligazioni, cioè carta straccia, che davano agli ignari risparmiatori in cambio della loro liquidazione a fine rapporto.
    Questi due impulsi rappresentano oggi due mine vaganti che portano alla recessione.

    16) Se finora sono stati i paesi più deboli a pagare il deficit della bilancia dei pagamenti americana, con le nuove misure di sostegno alle aziende finanziarie fallite od in via di fallimento saranno anche i contribuenti (perché i soldi che lo Stato affida alle Banche qualcuno li dovrà pagare e chi se non i medi ed i piccoli contribuenti!) obbligati con l’imposizione fiscale ad accollarsi questo enorme onere per il meccanismo perverso che non si vuole o “non si può” modificare, per la paura di far saltare tutta l’impalcatura dell’attuale sistema economico ed anche i consumatori statunitensi, in seguito alla crescente inflazione che seguirà all’eccessiva emissione di circolante per il salvataggio dell’aziende finanziarie.

    17) Alcune domande sono d’obbligo quando le Borse scivolano o si impennano:

    a) quali categorie di azionisti vendono? I grandi, oppure i piccoli e medi?;
    b) chi sono gli acquirenti? Speculatori individuali oppure s.p.a già inserite nell’attività produttiva e finanziaria oppure s.p.a. di comodo e quindi chi ci sta dietro?;
    c) chi possiede il denaro, disfacendosi delle azioni, cosa compra? Oro, immobili (magari sontuosi castelli o ville d’epoca) o quadri d’autore?;
    d) come si trasferisce la ricchezza a livello internazionale? Come si determinano i nuovi assetti e le nuove lobby economiche e quindi politiche?.

    18) Cosa riserva il futuro?

    a) le guerre sono state sempre lo sbocco naturale delle crisi economiche, sono state la continuazione della politica in altra forma;
    b) la crisi finanziaria ed economica è dentro la crisi generale del modo di produzione capitalistico;
    c) il capitalismo si regge sullo sfruttamento sia dell’uomo che della natura e quindi la sua trasformazione può avvenire soltanto con azioni coscienti; la crisi economica o finanziaria può solo portare in ultima analisi il sistema alla stagnazione, non al suo crollo finale; per trasformare il modo di produzione capitalistico occorre avviare un processo di transizione dell’economia fondato su tre livelli di proprietà: sociale, collettiva e privata.
    Per la gestione dei primi due livelli è determinante la presenza organica dello Stato e delle varie forme associative dei produttori alfine: a) dell’espropriazione delle grandi ricchezze finanziarie ed immobiliari; b) del controllo e della direzione dei principali settori economici, organizzati sulla pianificazione territoriale e sul territorio considerato come unità di produzione; c) del soddisfacimento dei bisogni sociali, impiegando la nuova produzione dei valori sociali che mano a mano sostituiranno i valori di scambio; d) della corretta relazione tra energia, economia ed ambiente, che salvaguardi le condizioni naturali d’esistenza, diminuendo i notevoli livelli di inquinamento agenti sull’ecosfera, sugli ecosistemi e sui territori, che innalzano il riscaldamento globale. Per la gestione del terzo livello di proprietà le aziende potranno svolgere, subordinatamente alle scelte macroeconomiche indicate nel Piano, una loro libera attività, basata in primo luogo sulla riduzione dei costi alfine della realizzazione del loro profitto, che permetta la produzione di una certa quantità di valori di scambio che si rendono ancora necessari fino alla loro sostituzione da parte dei valori sociali. Solo dopo una lunga fase di transizione si potranno creare definitivamente le condizioni per l’affermazione di una nuova formazione sociale socialista.

    http://www.contropiano.org/Documenti...inanziaria.htm

  2. #2
    Μάρκος Βαφειάδης
    Data Registrazione
    05 May 2007
    Messaggi
    843
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    La crisi internazionale del capitalismo e le misure urgenti per affrontarla

    di Jeronimo de Sousa
    (segretario generale del Partito comunista portoghese)


    Il Partito comunista portoghese ritiene che, di fronte alla drammatica crisi del sistema capitalistico e al suo impatto sull’economia nazionale e sulla vita del popolo, il governo abbia l’obbligo di affrontare la situazione, assumersi le sue responsabilità e smetterla di mistificare la situazione.

    §. E’ una mistificazione affermare che la crisi sia esclusivamente il prodotto dell’avidità di alcuni, come se la crisi fosse il risultato della violazione di norme etiche, e come se la ricerca spasmodica del massimo profitto non fosse una caratteristica peculiare del sistema capitalistico in sè.

    §. E’ una mistificazione spiegare la crisi come il mero prodotto dell’esplosione della bolla finanziaria legata ai mutui subprime. In realtà, la crescente finanziarizzazione dell’economia mondiale, a spese della produzione reale; le attività speculative dei grandi signori del denaro, ai quali tutto è concesso; il deprezzamento continuo e crescente dei salari che ha costretto i lavoratori ad indebitarsi chiedendo prestiti peraltro concessi a tassi sempre più di favore: questi sono gli aspetti inerenti alla situazione che noi ora stiamo affrontando.

    §. E’ una scusa grossolana dire che il governo è stato colto di sorpresa quando la verità è che la bolla speculativa sui beni immobiliari era cosa nota da lungo tempo. Il governo era consapevole della situazione e perfino dopo che la crisi era già iniziata, nell’agosto dell’anno scorso, ha continuato a minimizzarne la gravità e a nasconderne le sue conseguenze.

    §. E’ un’illusione ed una mistificazione affermare che ci possano essere trasparenza e regolamentazione nell’attuale cornice dell’economia di mercato, con una libera circolazione di capitale e società off-shore, come evidenziato dalle misure prese dopo lo scoppio della penultima bolla speculativa, quella della new economy, nella quale vennero prese nuove misure di regolamentazione, controllo e trasparenza dei mercati, senza che le questioni di fondo venissero modificate…Questo non significa che il Partito comunista portoghese sia contrario a sanzioni più severe e a misure che richiedano maggiore trasparenza al mercato e una maggiore informazione da parte delle istituzioni riguardo la loro attività ed i loro prodotti.

    §. E’ una mistificazione ed un’illusione ritenere che il paese sia in grado di superare la crisi e che oggi sia meglio preparato. Sfortunatamente, il paese è in una fase di stagnazione, come è attestato da un Pil più basso e dal dato sulle esportazioni, a causa dei tassi di interesse più alti e della diminuzione del potere d’acquisto dei lavoratori e della classe media. Questi sono assieme i risultati di una disastrosa politica interna e della crisi internazionale.
    L’indebitamento estero del paese e del sistema finanziario, e l’indebitamento crescente delle famiglie, insieme alla fragilità dell’apparato produttivo nazionale ed al controllo straniero sulle nostre imprese chiave, risultato della loro privatizzazione, hanno peggiorato la nostra esposizione alla crisi.

    Il PCP ritiene inoltre che questa crisi evidenzi la falsità dei dogmi neoliberisti del “meno Stato”, di uno “stato non interventista”, della “mano invisibile del mercato”, di un mercato di per sè “regolatore”. Coloro i quali sostengono sempre il principio di “cedere tutto alla responsabilità dei mercati” e di uno “stato minimale” sono quelli che oggi invece difendono maggiormente l’intervento dello Stato e la socializzazione delle perdite. In questo modo, cercano di far pagare il popolo in generale per la crisi e tentano di ricompensare con svariati milioni coloro che sono già stati, e sono tutt’ora, ricompensati per la loro speculazione.

    Il capitalismo rivela una volta ancora la sua natura e le sue profonde contraddizioni. E’ un sistema che non risolve i problemi dell’umanità, ma li peggiora, alimentando l’ineguaglianza, l’ingiustizia, la povertà e la sofferenza per milioni di esseri umani.

    Il PCP ritiene che, di fronte a questa grave crisi, il governo debba prendere immediatamente le seguenti misure:

    §. Sul piano interno, intervenire sul sistema bancario per abbassare i tassi di interesse; prendere delle misure per valorizzare, difendere e promuovere la produzione nazionale; alleviare la situazione finanziaria delle imprese accelerando i pagamenti in debito ed assicurando i pagamenti di tutti i fondi comunitari; aumentare i salari e ristabilire il potere d’acquisto dei lavoratori; aumentare i sostegni sociali alle famiglie in difficoltà; migliorare la distribuzione del reddito nazionale.

    §. Sul piano comunitario, il governo deve intervenire in modo che la BCE (Banca Centrale Europea) abbassi i tassi di interesse; per sospendere il Patto di Stabilità; per combattere contro le delocalizzazioni; per rafforzare i Fondi Strutturali e prendere altre misure di bilancio che possano rilanciare le attività economiche e gli investimenti; per aumentare i salari in modo da migliorare il potere di acquisto e in questo modo espandere il mercato interno. Il governo deve prendere l’iniziativa all’interno dell’Unione europea per porre fine alle società off-shore.

    §. Il PCP è favorevole ad una revisione del sistema finanziario e monetario internazionale e a combattere i privilegi del dollaro. Ma questo non si può ottenere rafforzando artificialmente l’Euro a spese delle economie più deboli dell’Unione europea, come quella del Portogallo.

    Il PCP ritiene inoltre che, nonostante il piano Bush/Paulson, gli interventi nelle banche di vari paesi d’Europa e le iniezioni delle Banche centrali, la crisi continuerà. Le principali misure già predisposte scaricheranno i suoi costi sulle popolazioni e avranno come conseguenza una concentrazione ancora maggiore della ricchezza e della centralizzazione del capitale…

    [Le lotte dei lavoratori] per un aumento dei loro salari e contro la precarietà, rappresentano un segno inequivocabile del desiderio di una politica diversa, che sia votata all’interesse nazionale e alla sovranità, alla difesa dell’apparato produttivo, ad una ripartizione più giusta della ricchezza, ad una condizione di progresso e di giustizia sociale.

    http://www.lernesto.it/index.aspx?m=...Articolo=17554

  3. #3
    Teppista
    Data Registrazione
    14 Apr 2009
    Località
    Frivolezza & Libertà
    Messaggi
    35,074
     Likes dati
    3,890
     Like avuti
    4,809
    Mentioned
    89 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Il primo articolo l'ho già inserito io oggi pomeriggio nel thread dedicato.
    Bello il comunicato dei compagni portoghesi.

  4. #4
    una persona, non un ruolo
    Data Registrazione
    30 Jul 2008
    Messaggi
    71
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    premetto che mi riesce difficile entrare in una materia che, comunque, mi affascina e mi impegna, come cittadina e come comunista.credo che sia inevitabile che ciclicamente si verifichino crisi come quella attuale, perchè rientrano nello stesso modello capitalistico, che vive squilibrandosi continuamente. è, altresì, vero che da comunisti ci piacerebbe che una congiuntura, quale quella attuale, che si presenta di dimensioni planetarie, potesse servire a cancellare il capiltalismo dalla faccia della terra.tuttavia temo che attualmente non ci sia una forza antagonista in grado di contrastare il modello esistente e di raccogliere le nuove istanze espresse dai movimenti.con questo non voglio assolutamente apparire disfattista o scoraggiante, piuttosto chiedo in quali modi e attraverso quali operazioni specifiche o di più ampio respiro si possa risolvere questa mancanza.

  5. #5
    Teppista
    Data Registrazione
    14 Apr 2009
    Località
    Frivolezza & Libertà
    Messaggi
    35,074
     Likes dati
    3,890
     Like avuti
    4,809
    Mentioned
    89 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da lallabel Visualizza Messaggio
    premetto che mi riesce difficile entrare in una materia che, comunque, mi affascina e mi impegna, come cittadina e come comunista.credo che sia inevitabile che ciclicamente si verifichino crisi come quella attuale, perchè rientrano nello stesso modello capitalistico, che vive squilibrandosi continuamente. è, altresì, vero che da comunisti ci piacerebbe che una congiuntura, quale quella attuale, che si presenta di dimensioni planetarie, potesse servire a cancellare il capiltalismo dalla faccia della terra.tuttavia temo che attualmente non ci sia una forza antagonista in grado di contrastare il modello esistente e di raccogliere le nuove istanze espresse dai movimenti.con questo non voglio assolutamente apparire disfattista o scoraggiante, piuttosto chiedo in quali modi e attraverso quali operazioni specifiche o di più ampio respiro si possa risolvere questa mancanza.
    Per esempio, lasciando perderei movimenti e concentrando le proprie energie nella costruzione di un partito comunisa organizzato, serio, propositivo, con dei quadri preparati, che possa elaborare un'alternativa.
    Tu l'hai visto da Rifondazione un comunicato come quello del PCP?

  6. #6
    Teppista
    Data Registrazione
    14 Apr 2009
    Località
    Frivolezza & Libertà
    Messaggi
    35,074
     Likes dati
    3,890
     Like avuti
    4,809
    Mentioned
    89 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da catartica Visualizza Messaggio
    Per esempio, lasciando perderei movimenti e concentrando le proprie energie nella costruzione di un partito comunisa organizzato, serio, propositivo, con dei quadri preparati, che possa elaborare un'alternativa.
    Tu l'hai visto da Rifondazione un comunicato come quello del PCP?
    Ah, e un partito che sia capace di aiutare i suoi militanti a capirci qualcosa di economia.

  7. #7
    una persona, non un ruolo
    Data Registrazione
    30 Jul 2008
    Messaggi
    71
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    a proposito di un partito che si proponga anche come luogo di formazione, nella mia realtà esiste il tentativo, veramente lodevole, di un gruppo di compagni dentro o vicini a rc, che si stanno impegnando con i mezzi che hanno a disposizione per creare una forma forte di associazione culturale e di impegno sociale. tra le varie iniziative, c'è anche un ciclo di lezioni a dibattito proprio sulla crisi finanziaria che servano a informare della crisi in una prospettiva diversa da quella adottata dai media.se può interessare, pubblicizzerò la cosa al momento opportuno(comunque nel mese di novembre) in modo che chi puòà, possa intervenire, e mi impegnerò a riassumere le lezioni. inutile dire che i relatori sono assolutamente affidabili in quanto a preparazione e inequivoci in quanto a impostazione politica.

  8. #8
    Teppista
    Data Registrazione
    14 Apr 2009
    Località
    Frivolezza & Libertà
    Messaggi
    35,074
     Likes dati
    3,890
     Like avuti
    4,809
    Mentioned
    89 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da lallabel Visualizza Messaggio
    a proposito di un partito che si proponga anche come luogo di formazione, nella mia realtà esiste il tentativo, veramente lodevole, di un gruppo di compagni dentro o vicini a rc, che si stanno impegnando con i mezzi che hanno a disposizione per creare una forma forte di associazione culturale e di impegno sociale. tra le varie iniziative, c'è anche un ciclo di lezioni a dibattito proprio sulla crisi finanziaria che servano a informare della crisi in una prospettiva diversa da quella adottata dai media.se può interessare, pubblicizzerò la cosa al momento opportuno(comunque nel mese di novembre) in modo che chi puòà, possa intervenire, e mi impegnerò a riassumere le lezioni. inutile dire che i relatori sono assolutamente affidabili in quanto a preparazione e inequivoci in quanto a impostazione politica.
    Ottima cosa, facci sapere!
    Il problema, però, è che non si può delegare la formazione alle singole iniziative di militanti volenterosi e lungimiranti. Dev'essere il partito, da Roma, ad occuparsi della formazione e ad estenderla ad ogni singola sezione.

  9. #9
    una persona, non un ruolo
    Data Registrazione
    30 Jul 2008
    Messaggi
    71
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    allora siamo d'accordo. riguardo a Roma, da lì negli ultimi tempi sono arrivate solo strane cose, tipo rinvio di congressi, strani assemblaggi di partiti, simboli ambulatoriali...secondo me conviene, pur senza smettere di insistere da roma, anche attrezzarsi a livello locale.

  10. #10
    Teppista
    Data Registrazione
    14 Apr 2009
    Località
    Frivolezza & Libertà
    Messaggi
    35,074
     Likes dati
    3,890
     Like avuti
    4,809
    Mentioned
    89 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da lallabel Visualizza Messaggio
    allora siamo d'accordo. riguardo a Roma, da lì negli ultimi tempi sono arrivate solo strane cose, tipo rinvio di congressi, strani assemblaggi di partiti, simboli ambulatoriali...secondo me conviene, pur senza smettere di insistere da roma, anche attrezzarsi a livello locale.
    Non stai considerando il cambio di dirigenza.

    Bertinotti & co. sono i responsabili, appunto, della distruzione del partito.

 

 
Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Report - sulla crisi finanziaria
    Di Grifo nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 190
    Ultimo Messaggio: 05-11-11, 12:24
  2. considerazioni sulla crisi finanziaria in corso
    Di Chandra Bose nel forum Destra Radicale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 18-10-08, 17:58
  3. Riflessioni sulla crisi finaziaria in corso-e sul capitalismo
    Di Io Robert nel forum Destra Radicale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 13-10-08, 23:47
  4. IBL: il 17 aprile un incontro sulla crisi finanziaria
    Di Abbott (POL) nel forum Liberalismo e Libertarismo
    Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 12-04-08, 00:13
  5. Sulla crisi finanziaria
    Di alfredoibba nel forum Destra Radicale
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 30-08-07, 11:20

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito