TORNARE AI FONDAMENTALI (dal sito di Forza Nuova)

La crisi finanziaria, che ha cominciato a galoppare in maniera evidente anche ai non addetti ai lavori dall’estate 2007, avendo come innesco occasionale il mancato pagamento di milioni di prestiti immobiliari concessi sui mercati anglo-sassoni a debitori incapaci di pagarne gli interessi, è finalmente esplosa in tutta la sua gravità sistemica nei giorni scorsi mettendo in luce la vacuità e la natura fallimentare della finanza speculativa internazionale.
Per anni i nostri governanti e le pagine economiche dei giornali (tutti di proprietà degli speculatori finanziari e bancari) ci hanno raccontato di una economia basata su bonds, shares, futures, finanza astratta e derivata; di miliardi o addirittura di trilioni di euro creati dal nulla senza sudore della fronte. Ma tutti hanno dimenticato la vera natura dell’economia, quella che ha come obiettivo la salute della comunità nazionale ed il progresso delle nazioni.
In tempi di analisi complicatissime e lontane dalla capacità di comprensione di quei lavoratori e risparmiatori che pagano il prezzo di decenni di perversione finanziaria noi affermiamo che l' Italia deve tornare alla realtà e al concreto.
Vale a dire all' agricoltura, all’edilizia popolare, all’industria manifatturiera.
Il governo deve subito lanciare una " campagna per il grano" che sventi il pericolo di un incremento dei prezzi di pane e pasta e di tutti i prodotti agricoli. Deve, altresì, immediatamente dare vita ad un progetto di Edilizia Nazionale dove case con almeno tre stanze, adatte alle famiglie con figli non costino più di 70 mila euro con mutui di riscatto di 350 euro al mese(e questo sarà possibile solamente tagliando fuori dal mercato i palazzinari).
Il governo chiuda immediatamente le frontiere alle importazioni a basso costo provenienti da India e Cina e finanzi in maniera agevolata la ripresa del manifatturiero e del tessile.
Questo perchè l' economia di una nazione deve avere in vista le basi della vita e le necessità primarie. Un popolo che non si veste, che non mangia e che non ha dove ritirarsi la sera è un popolo schiavo e povero: cosi ci vogliono gli economisti e i grandi finanzieri internazionali.
I grandi tracolli di questi giorni dimostrano chiaramente e dolorosamente che la finanza speculativa astratta che ci parla di trilioni è infinitamente più debole dell'agricoltore o dell'artigiano che vivono del sudore del proprio lavoro.

dal sito www.forzanuova.org
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Meno male che si inizia a parlare di cose concrete.