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Risultati da 1 a 8 di 8
  1. #1
    Neutrino NO-TUNNEL
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    Thumbs up Beppe Grillo interviene all'assemblea degli azionisti Telecom

    Beppe Grillo interviene all'assemblea degli azionisti Telecom

    Riporto alcuni passaggi del mio intervento:

    Oggi sono venuto a celebrare i funerali di Telecom Italia. Ho il lutto al braccio. La ex prima azienda tecnologica del Paese è finita, ogni anno, da 10 anni, diventa più piccola, più marginale nel contesto internazionale. Nel periodo 2008/2012 tra tagli effettuati e tagli futuri sono previsti altri 13.000 licenziamenti. L’organico di Telecom Italia al 31.12.2009 era di 54.236 dipendenti, nel 1999 quando fu ceduta a debito da Massimo D’Alema ai capitani coraggiosi Gnutti e Colaninno e Consorte aveva quasi il doppio di dipendenti.
    Telecom si sta estinguendo. Quando un’azienda esternalizza i suoi migliori informatici e ingegneri per fare efficienza non ha futuro. 3000 tra i migliori del Paese sono esternalizzati in una grande scatola dal nome SSC che sarà “efficientata” e poi venduta con comodo. Che futuro ha un Paese che licenzia gli ingegneri e importa mano d’opera a basso costo? Telecom deve essere venduta al più presto a Telefonica o a qualche grande gruppo internazionale prima che gli attuali azionisti ne spolpino anche le ossa. Telecom è morta, ma si possono espiantare i suoi organi e salvare l’occupazione ancora rimasta.
    Il presidente di Telecom Galateri ha detto che: “c’è il debito da ridurre, lo faremo”, ma come può pensare di farlo se continua a distribuire dividendi agli azionisti tutti gli anni, anche quest’anno. La casa va a fuoco e usano l’acqua rimasta per farsi una doccia. Negli ultimi 10 anni il debito è rimasto lo stesso, mentre gli azionisti e i manager si sono arricchiti e Telecom ha come dice elegantemente Galatieri “diminuito il suo perimetro”. Il perimetro dei piccoli azionisti si è invece allargato, il valore di un’azione Telecom era di circa 8 euro nel 2003 e oggi vale poco più di un euro. Nel 2009 i ricavi di Telecom Italia sono stati di 27,1 miliardi di euro con un debito di 34 miliardi di euro. Il debito è di 7 miliardi di euro più dei ricavi.
    I ricavi sono in diminuzione del 6,3% rispetto al 2008 ed è previsto un ulteriore calo del 3% nel 2010 e, dopo aver ceduto quasi tutto in questi dieci anni, dalle partecipazioni estere, agli immobili, a società innovative come Telespazio, Italtel Sirti, si annuncia la prossima cessione del 50% di Telecom Argentina.
    Si parla di investimenti nei prossimi anni quando la Rete è un colabrodo e siamo ultimi nelle classifiche europee per la diffusione della banda larga.
    Vorrei fare un semplice esercizio, da ragioniere, perché io sono un ragioniere, se la Telecom in questi dieci anni ha venduto quasi tutte le sue partecipazioni, i suoi immobili, persino le centrali telefoniche, ridotto del 50% il personale, diminuito i suoi ricavi, ridotto gli investimenti, quasi azzerato il valore del titolo e, nonostante tutto questo, il debito è rimasto lo stesso di 34 miliardi. La domanda è: dove sono finiti i soldi? Chi ha distrutto la più importante azienda italiana nel campo dell’innovazione costruita con le tasse di generazioni di italiani?
    I soldi sono finiti in stock option milionarie, in dividendi agli azionisti del salotto buono che hanno spolpato viva la Telecom. E’ necessario fare un’indagine patrimoniale sui manager che in questi anni hanno gestito la Telecom per verificare il loro patrimonio prima e dopo il loro ingresso in Telecom. Per verificare se le operazioni che hanno condotto in questi anni di cessioni del patrimonio Telecom abbiano procurato loro dei guadagni diretti o indiretti. La distruzione del valore di Telecom Italia è stato il più grave danno sia economico che per il futuro sviluppo legato all’innovazione procurato al nostro Paese. Gli azionisti e i lavoratori e le generazioni future hanno o stanno già pagando il conto. I responsabili di questa catastrofe sia politici che imprenditori vanno perseguiti.
    Bernabè è una persona che stimo come manager, ma che non ha fatto quello che una persona con la schiena dritta avrebbe dovuto fare: chiedere conto alle precedenti gestioni, da Colaninno a Tronchetti, da Buora a Ruggiero, implicato nello scandalo delle false fatturazioni di Telecom Sparkle, delle loro azioni, dei loro enormi guadagni e in alcuni casi dell’uso privatistico dell’azienda. Lo spionaggio ai danni di decine di migliaia di persone fatto da dipendenti Telecom ha prodotto alla società un danno di immagine enorme. Chi lo paga? Chi risarcisce i piccoli azionisti di un titolo spazzatura? Colaninno e Gnutti hanno intascato una plusvalenza di 1,5 miliardi di euro quando hanno ceduto le loro quote a Tronchetti finanziato dalle banche, perché? E perché i piccoli azionisti non hanno avuto nulla?
    E’ immorale che siano state distribuite stock option milionarie per anni mentre decine di migliaia di persone perdevano il lavoro.
    E’ necessaria una legge per impedire la distribuzione di dividendi alle aziende con un indebitamento superiore al 50% del fatturato. Qualunque piccola media azienda con un debito superiore del 30% al fatturato chiuderebbe domani mattina. Telecom è morta, per salvare l’occupazione residua va venduta al più presto a Telefonica e la dorsale deve ritornare in mani pubbliche dando ad ogni operatore le stessa possibilità e non a un unico soggetto.
    La banda larga in Italia è stretta, la più stretta in Europa, anche grazie a questo Governo che tiene bloccati gli incentivi di 800 milioni per ridurre il digital divide e introduce tasse assurde come l’equo compenso sulle memorie.
    La diffusione della banda larga nelle abitazioni secondo dati della Commissione Europea è nella Lombardia, la più avanzata delle Regioni italiane, di soli 36 famiglie su 100, esattamente come le regioni europee più povere come la Mancha spagnola e peggio della Polonia.
    Dopo l’Italia ci sono solo la Romania, la Bulgaria e la Grecia. Senza infrastrutture l’Italia non ha un futuro e neppure un presente. Cari Bernabè e Galateri, vendete quello che è rimasto a Telefonica, restituite la dorsale allo Stato e dopo andate a casa, insieme al consiglio di amministrazione, prima del fallimento.

    Blog di Beppe Grillo


    Ultima modifica di Zefram_Cochrane; 30-04-10 alle 07:47
    Nè DAVANTI Nè DI DIETRO, MA DI LATO

  2. #2
    Neutrino NO-TUNNEL
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    Predefinito Rif: Beppe Grillo interviene all'assemblea degli azionisti Telecom

    Beppe Grillo: 'Telecom e' morta'


    Il comico in veste luttuosa si e' fatto portavoce delle critiche dei piccoli azionisti

    Rozzano – Beppe Grillo, in veste luttuosa e con fascia nera al braccio, si è fatto portavoce delle critiche dei piccoli azionisti prendendo la parola all'assemblea dei soci del gruppo Telecom. Il comico genovese si è rivolto direttamente ai vertici dell'azienda di Colaninno, che, punti sul vivo, hanno reagito prontamente: “Non condividiamo assolutamente la scelta di presentarsi all’assemblea con una fascia nera per celebrarne il funerale, qui non c’è nessun funerale da celebrare perché Telecom è un’azienda sana, viva e vivace, e ha tutto il potenziale per tornare protagonista”. Parole dell’amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè, che non accetta le accuse di Beppe Grillo. Anche Gabriele Galateri, presidente di Telecom Italia, cerca di sconfessare il comico genovese: “Rifiuto categoricamente le affermazioni secondo cui l’azienda è in crisi. Sono estremizzazioni fuori luogo. La ristrutturazione è necessaria per essere competitivi, per stare sul mercato, ma questo non vuol dire essere in crisi. Vuol dire essere un’azienda viva”.

    Beppe Grillo la pensa però diversamente e lo proclama ad alta voce: “Se la Telecom in questi ultimi dieci anni ha venduto quasi tutto, le partecipazioni, gli immobili, addirittura le centrali telefoniche, con un debito attuale di 34 miliardi, allora la domanda da porsi è la seguente: dove sono finiti i soldi?”. “Semplice - si risponde il genovese - sono finiti in stock options milionarie e dividendi agli azionisti del salotto buono, che hanno spolpato viva la Telecom”. Ma Grillo, da bravo ex ragioniere, propone anche un soluzione, che non poteva che essere provocatoria: “Fate un'indagine nei confronti del management degli ultimi dieci anni e guardate il loro stato patrimoniale prima e dopo l'ingresso in Telecom”.

    Non mancano i nomi e nemmeno le metafore. Grillo punta l'indice sul conflitto di interesse del presidente Galateri, membro del Consiglio d'Amministrazione di ben quattro società, e, risalendo ai tempi della Sip, rammenta gli scomodi casi di malagestione all'interno dell'azienda. “Pascale aveva acquistato per il proprio ufficio un Canaletto da un falsario e lo aveva messo in bilancio alla Telecom”. All'epoca, l'azienda godeva di un patrimonio immobiliare di 40mila miliardi: immobili, un parco auto e circa 300 partecipazioni in società nel mondo. Il debito era tutto sommato esiguo, attorno a un miliardo di vecchie lire ma Telecom è stata 'particellizzata' dalle manovre politiche".

    E se qualcuno è reticente nel fare accuse precise, il comico da parte sua non si tira indietro: “Bernabè non fa un nome, non menziona D'Alema, Draghi, Ciampi. D'Alema regalò a Colaninno, Gnutti e altri capitalisti la società, indebitandola con 45-46 miliardi di euro”. Ed ecco l'immagine proposta per spiegare il fatto che l'azienda, seppur drasticamente indebitata, continui a distribuire dividendi: “È come se mentre la casa va a fuoco, si utilizzasse
    l'acqua per farsi la doccia. Io stimo Bernabè - spiega il genovese - ma non ha fatto quello che avrebbe dovuto fare, cioè denunciare Colaninno, Buora, Ruggiero, ecc.”.

    Come sarebbe giusto fare in questi casi, Grillo propone un rimedio: una legge che stabilisca che non si possono distribuire dividendi se il debito supera il 50% degli utili. “Celebro il funerale della più grande società tecnologica del nostro paese, che ruba il futuro dei nostri figli”, spiega riferendosi alla volontà delle dirigenze di mettere in vendita gli asset tecnologici, esternalizzandoli in una una 'Ssc', che sarà resa efficiente e venduta. Infatti, continua, si prospetta che l'azienda dovrà “essere venduta a Telefonica o qualche altro gruppo internazionale. Lo sappiamo tutti. Telecom è morta ma si possono ancora espiantare gli organi ancora caldi”.

    Nelson Corallo
    http://www.voceditalia.it/articolo.a...e'%20morta'
    Ultima modifica di Zefram_Cochrane; 30-04-10 alle 07:46
    Nè DAVANTI Nè DI DIETRO, MA DI LATO

  3. #3
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    Predefinito Rif: Beppe Grillo interviene all'assemblea degli azionisti Telecom

    La Legge Pisanu è una vera vergogna: basta uscire dall'Italia per rendersi conto che negli altri paesi il wi-fi è una certezza, non un orpello.

    Sulla vicenda Telecom, ormai, c'è poco da dire: è il ritratto di un paese oligarchico dove i soliti noti si spartiscono le spoglie di quel che resta.
    PEOPLE SMASH AUSTERITY

  4. #4
    Neutrino NO-TUNNEL
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    Predefinito Rif: Beppe Grillo interviene all'assemblea degli azionisti Telecom

    Citazione Originariamente Scritto da Rasputin Visualizza Messaggio
    Sulla vicenda Telecom, ormai, c'è poco da dire: è il ritratto di un paese oligarchico dove i soliti noti si spartiscono le spoglie di quel che resta.
    Ben detto...siamo diventati la Russia d'Europa (solo senza armi nè petrolio), e questo da ben prima del quarto governo Berlusconi
    Nè DAVANTI Nè DI DIETRO, MA DI LATO

  5. #5
    Giolittiano
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    Predefinito Rif: Beppe Grillo interviene all'assemblea degli azionisti Telecom

    telecom... bleah che facce da capitalisti all'italiana che ha il board

  6. #6
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    Predefinito Rif: Beppe Grillo interviene all'assemblea degli azionisti Telecom

    Citazione Originariamente Scritto da Zefram_Cochrane Visualizza Messaggio
    Ben detto...siamo diventati la Russia d'Europa (solo senza armi nè petrolio), e questo da ben prima del quarto governo Berlusconi
    siamo diventati una colonia dell'oligarchia bancaria Francese altro che russi
    siamo diventati il magreb d'europa e questo da ben prima del quarto governo Berlusconi...

  7. #7
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    Predefinito Rif: Beppe Grillo interviene all'assemblea degli azionisti Telecom

    Citazione Originariamente Scritto da Trollbuster Visualizza Messaggio
    siamo diventati una colonia dell'oligarchia bancaria Francese altro che russi
    siamo diventati il magreb d'europa e questo da ben prima del quarto governo Berlusconi...
    Il simbolo imperialista della Francia sarebbe Carrefour ? :-)
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  8. #8
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    Predefinito Re: Beppe Grillo interviene all'assemblea degli azionisti Telecom

    Citazione Originariamente Scritto da Zefram_Cochrane Visualizza Messaggio
    Beppe Grillo interviene all'assemblea degli azionisti Telecom

    Riporto alcuni passaggi del mio intervento:

    Oggi sono venuto a celebrare i funerali di Telecom Italia. Ho il lutto al braccio. La ex prima azienda tecnologica del Paese è finita, ogni anno, da 10 anni, diventa più piccola, più marginale nel contesto internazionale. Nel periodo 2008/2012 tra tagli effettuati e tagli futuri sono previsti altri 13.000 licenziamenti. L’organico di Telecom Italia al 31.12.2009 era di 54.236 dipendenti, nel 1999 quando fu ceduta a debito da Massimo D’Alema ai capitani coraggiosi Gnutti e Colaninno e Consorte aveva quasi il doppio di dipendenti.
    Telecom si sta estinguendo. Quando un’azienda esternalizza i suoi migliori informatici e ingegneri per fare efficienza non ha futuro. 3000 tra i migliori del Paese sono esternalizzati in una grande scatola dal nome SSC che sarà “efficientata” e poi venduta con comodo. Che futuro ha un Paese che licenzia gli ingegneri e importa mano d’opera a basso costo? Telecom deve essere venduta al più presto a Telefonica o a qualche grande gruppo internazionale prima che gli attuali azionisti ne spolpino anche le ossa. Telecom è morta, ma si possono espiantare i suoi organi e salvare l’occupazione ancora rimasta.
    Il presidente di Telecom Galateri ha detto che: “c’è il debito da ridurre, lo faremo”, ma come può pensare di farlo se continua a distribuire dividendi agli azionisti tutti gli anni, anche quest’anno. La casa va a fuoco e usano l’acqua rimasta per farsi una doccia. Negli ultimi 10 anni il debito è rimasto lo stesso, mentre gli azionisti e i manager si sono arricchiti e Telecom ha come dice elegantemente Galatieri “diminuito il suo perimetro”. Il perimetro dei piccoli azionisti si è invece allargato, il valore di un’azione Telecom era di circa 8 euro nel 2003 e oggi vale poco più di un euro. Nel 2009 i ricavi di Telecom Italia sono stati di 27,1 miliardi di euro con un debito di 34 miliardi di euro. Il debito è di 7 miliardi di euro più dei ricavi.
    I ricavi sono in diminuzione del 6,3% rispetto al 2008 ed è previsto un ulteriore calo del 3% nel 2010 e, dopo aver ceduto quasi tutto in questi dieci anni, dalle partecipazioni estere, agli immobili, a società innovative come Telespazio, Italtel Sirti, si annuncia la prossima cessione del 50% di Telecom Argentina.
    Si parla di investimenti nei prossimi anni quando la Rete è un colabrodo e siamo ultimi nelle classifiche europee per la diffusione della banda larga.
    Vorrei fare un semplice esercizio, da ragioniere, perché io sono un ragioniere, se la Telecom in questi dieci anni ha venduto quasi tutte le sue partecipazioni, i suoi immobili, persino le centrali telefoniche, ridotto del 50% il personale, diminuito i suoi ricavi, ridotto gli investimenti, quasi azzerato il valore del titolo e, nonostante tutto questo, il debito è rimasto lo stesso di 34 miliardi. La domanda è: dove sono finiti i soldi? Chi ha distrutto la più importante azienda italiana nel campo dell’innovazione costruita con le tasse di generazioni di italiani?
    I soldi sono finiti in stock option milionarie, in dividendi agli azionisti del salotto buono che hanno spolpato viva la Telecom. E’ necessario fare un’indagine patrimoniale sui manager che in questi anni hanno gestito la Telecom per verificare il loro patrimonio prima e dopo il loro ingresso in Telecom. Per verificare se le operazioni che hanno condotto in questi anni di cessioni del patrimonio Telecom abbiano procurato loro dei guadagni diretti o indiretti. La distruzione del valore di Telecom Italia è stato il più grave danno sia economico che per il futuro sviluppo legato all’innovazione procurato al nostro Paese. Gli azionisti e i lavoratori e le generazioni future hanno o stanno già pagando il conto. I responsabili di questa catastrofe sia politici che imprenditori vanno perseguiti.
    Bernabè è una persona che stimo come manager, ma che non ha fatto quello che una persona con la schiena dritta avrebbe dovuto fare: chiedere conto alle precedenti gestioni, da Colaninno a Tronchetti, da Buora a Ruggiero, implicato nello scandalo delle false fatturazioni di Telecom Sparkle, delle loro azioni, dei loro enormi guadagni e in alcuni casi dell’uso privatistico dell’azienda. Lo spionaggio ai danni di decine di migliaia di persone fatto da dipendenti Telecom ha prodotto alla società un danno di immagine enorme. Chi lo paga? Chi risarcisce i piccoli azionisti di un titolo spazzatura? Colaninno e Gnutti hanno intascato una plusvalenza di 1,5 miliardi di euro quando hanno ceduto le loro quote a Tronchetti finanziato dalle banche, perché? E perché i piccoli azionisti non hanno avuto nulla?
    E’ immorale che siano state distribuite stock option milionarie per anni mentre decine di migliaia di persone perdevano il lavoro.
    E’ necessaria una legge per impedire la distribuzione di dividendi alle aziende con un indebitamento superiore al 50% del fatturato. Qualunque piccola media azienda con un debito superiore del 30% al fatturato chiuderebbe domani mattina. Telecom è morta, per salvare l’occupazione residua va venduta al più presto a Telefonica e la dorsale deve ritornare in mani pubbliche dando ad ogni operatore le stessa possibilità e non a un unico soggetto.
    La banda larga in Italia è stretta, la più stretta in Europa, anche grazie a questo Governo che tiene bloccati gli incentivi di 800 milioni per ridurre il digital divide e introduce tasse assurde come l’equo compenso sulle memorie.
    La diffusione della banda larga nelle abitazioni secondo dati della Commissione Europea è nella Lombardia, la più avanzata delle Regioni italiane, di soli 36 famiglie su 100, esattamente come le regioni europee più povere come la Mancha spagnola e peggio della Polonia.
    Dopo l’Italia ci sono solo la Romania, la Bulgaria e la Grecia. Senza infrastrutture l’Italia non ha un futuro e neppure un presente. Cari Bernabè e Galateri, vendete quello che è rimasto a Telefonica, restituite la dorsale allo Stato e dopo andate a casa, insieme al consiglio di amministrazione, prima del fallimento.

    Blog di Beppe Grillo


    ha detto
    la telecom è fallita?

 

 

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