Una ricerca della Harvard University
Il particolato fine 'scarica' il cuore

Quando a Dublino venne proibita la vendita del carbone, le concentrazioni di particolato crollarono del 70 per cento in 72 mesi, e le morti per malattie cardiovascolari del 10 per cento
PAROLE CHIAVE
particolato fine

Il particolato fine che inquina l'aria delle città può esercitare effetti negativi sulle capacità di conduzione elettrica del cuore di persone che soffrono di cardiopatie severe. Lo riferisce un articolo pubblicato sulla rivista Circulation: Journal of the American Heart Association, in cui viene illustrata una ricerca condotta presso la Harvard University a Boston.
Il controllo della conduzione elettrica cardiaca su pazienti precedentemente ospedalizzati è stata monitorata attraverso un Holter per rilevare essenziali depressioni del segmento ST sull'elettrocardiogramma, e confrontarlo poi con i livelli di particolato.

Un segmento ST depresso può essere spia di un'insufficiente afflusso di sangue al cuore o di un'infiammazione a carico dl muscolo cardiaco.

"Abbiamo trovato che un innalzamento del particolato fine, proveniente dal traffico o meno, è predittivo di una depressione del segmento ST", ha spiegato Diane R. Gold. che ha diretto lo studio, osservando che le modificazioni nel segmento ST riscontrate non erano associate ai sintomi dei pazienti, i quali erano stati ricoverati per controllare lo stato delle loro coronarie. "Gli effetti erano maggiori nel mese successivo alla dimissione dall'ospedale e per quelli che avevano già subito un infarto o erano diabetici."

"Quando a Dublino venne proibita la vendita del carbone, le concentrazioni di particolato crollarono del 70 per cento in 72 mesi, e le morti per malattie cardiovascolari del 10 per cento", ha ricorda la Gold, citando uno studio del 2002, per poi proseguire: "Il nostro studio fornisce un ulteriore razionale per evitare o ridurre l'esposizione a un traffico pesante dopo una eventuale dimissione dall'ospedale, anche per quanti non abbiano subito un infarto, e questo sia per lo stress che provoca, sia per l'esposizione al particolato".

"Ora servono nuove ricerche per valutare se la depressione del segmento ST correlata all'inquinamento atmosferico sia legata a un accresciuta infiammazione cardiaca, a un ridotto afflusso di ossigeno, allo stress ossidativo o a un aumento del rischio di aritmie", ha concluso la Gold. (gg)

***