OPUS DEI
L’Opus Dei, fondata nel 1928, è una
Prelatura personale della Chiesa Cattolica. La sua missione consiste nel diffondere il messaggio che il lavoro e le circostanze ordinarie sono occasione di incontro con Dio e di servizio nei confronti degli altri, per il miglioramento della società. L’Opus Dei collabora con le chiese locali, offrendo mezzi di formazione cristiana (lezioni, ritiri, assistenza sacerdotale), rivolti a persone che desiderano rinnovare la propria vita spirituale e il proprio apostolato.
Lo Spirito.
Tutti i battezzati sono chiamati a seguire Cristo, a vivere il Vangelo e a farlo conoscere. L’Opus Dei ha lo scopo di contribuire a tale missione evange lizzatrice della Chiesa, incoraggiando nei fedeli cristiani di ogni condizione uno stile di vita pienamente coerente con la fede nelle circostanze quotidiane, soprattutto attraverso la santificazione del lavoro.
Vengono illustrate di seguito alcune caratteristiche dello spirito dell’Opus Dei:
Filiazione divina. Il fondatore dell’Opus Dei afferma: «La filiazione divina è il fondamento dello spirito dell’Opus Dei». Da quando riceve il battesimo, un cristiano diviene figlio di Dio. La formazione impartita dalla Prelatura suscita in ogni fedele cristiano una viva consapevolezza della condizione di figli di Dio e lo aiuta ad assumere un comportamento coerente con tale realtà: fa scaturire la fiducia nella provvidenza divina, la semplicità nel rapporto personale con Dio, un profondo senso della dignità di ogni essere umano, la fraternità fra gli uomini, un vero amore cristiano per il mondo e per le realtà create da Dio, la serenità e l'ottimismo.
Vita ordinaria. «È in mezzo alle cose più materiali della terra che ci dobbiamo santificare, servendo Dio e tutti gli uomini», diceva san Josemaría. La famiglia, il matrimonio, il lavoro, l’occupazione di ogni momento: sono queste le occasioni abituali per stare con Cristo e per imitarlo, cercando di praticare la carità, la pazienza, l’umiltà, la laboriosità, la giustizia, la gioia, e in generale tutte le virtù umane e cristiane.
Santificare il lavoro. Cercare la santità nel lavoro significa impegnarsi per svolgerlo bene, con competenza professionale e con senso cristiano, cioè per amore di Dio e per servire gli uomini. In questo modo, il lavoro ordinario diviene luogo dell’incontro con Cristo.
Orazione e sacrificio. I mezzi di formazione dell'Opus Dei ricordano la necessità di coltivare la preghiera e la penitenza proprie dello spirito cristiano. I fedeli della Prelatura assistono tutti i giorni alla Santa Messa, dedicano qualche minuto alla lettura del Vangelo, ricorrono con frequenza al sacramento della confessione, praticano la devozione per la Madonna. Per imitare Gesù, fanno anche in modo di offrire qualche piccola mortificazione, soprattutto quelle che migliorano l’adempimento del proprio dovere e rendono la vita più gradevole agli altri, e anche il digiuno e l'elemosina.
Unità di vita. Il fondatore dell’Opus Dei spiegava che il cristiano non deve «condurre una specie di doppia vita: da una parte la vita interiore, la vita di relazione con Dio; dall'altra, come una cosa diversa e separata, la vita familiare, professionale e sociale». Invece – ricordava lo stesso san Josemaría - «vi è una sola vita, fatta di carne e di spirito, ed è questa che deve essere - nell'anima e nel corpo - santa e piena di Dio».
Libertà. I fedeli dell'Opus Dei sono cittadini che godono degli stessi diritti e sono soggetti agli stessi doveri di ogni altro cittadino. Nelle scelte politiche, economiche, culturali, ecc., agiscono con libertà e con responsabilità personale, senza coinvolgere la Chiesa o l’Opus Dei nelle proprie decisioni e senza presentarle come le uniche coerenti con la fede. Ne consegue il rispetto della libertà e delle opinioni altrui.
Carità. Chi conosce Cristo, scopre un tesoro che non può tenere per sé. I cristiani sono testimoni di Cristo e ne diffondono il messaggio di speranza fra parenti, amici, colleghi, con l’esempio e la parola. Afferma il fondatore dell'Opus Dei: «Impegnandoci gomito a gomito negli stessi problemi dei nostri compagni, dei nostri amici, dei nostri parenti, potremo aiutarli ad arrivare a Cristo». L'aspirazione a far conoscere Cristo è inseparabile dal desiderio di contribuire ad alleviare le necessità materiali e a risolvere i problemi sociali del contesto in cui si vive.
L'Opus Dei nella Chiesa Cattolica
La formazione spirituale che l’Opus Dei offre è complementare al lavoro svolto dalle chiese locali. Le persone che entrano a far parte dell’Opus Dei continuano ad appartenere alla loro diocesi.
Persone provenienti dai cinque continenti durante la beatificazione di san Josemaría.
L’Opus Dei fu fondato nel 1928. Nel 1941 ricevette l’approvazione del Vescovo di Madrid, e nel 1947 quella della Santa Sede. Dal 1982 è una
Prelatura personale della Chiesa Cattolica.
Il Concilio Vaticano II creò la figura giuridica delle prelature personali per permettere lo svolgimento di specifiche missioni pastorali. Le prelature personali formano parte della struttura gerarchica della Chiesa. Sono composte da laici e sacerdoti i quali, sotto l’autorità di un prelato, cooperano organicamente per portare avanti la missione propria di ciascuna prelatura.
L'attività dell'Opus Dei si riassume nella formazione dei fedeli della Prelatura affinché ciascuno possa svolgere, nel posto che occupa nella Chiesa e nel mondo, una multiforme attività apostolica, sostenendo l’opera evangelizzatrice dei pastori e diffondendo intorno a sé l’ideale della chiamata universale alla santità.
L'impegno apostolico dei membri della Prelatura, nello stesso modo di tanti altri fedeli cattolici, produce una fioritura cristiana che, con la grazia di Dio, ridonda a beneficio delle parrocchie e delle chiese locali: conversioni, maggiore partecipazione all'Eucaristia, pratica più assidua degli altri sacramenti, diffusione del Vangelo in ambienti a volte lontani dalla fede, iniziative di solidarietà per i più bisognosi, collaborazione alla catechesi e alle altre attività parrocchiali, cooperazione con gli organismi diocesani.
L'apostolato delle persone dell'Opus Dei si svolge nell’ambito del carisma specifico della prelatura: la santificazione nel lavoro e nelle realtà della vita ordinaria.
Le autorità dell'Opus Dei si impegnano a procurare l'unione di tutti i fedeli della Prelatura con i pastori delle diocesi, incoraggiandoli in modo particolare ad approfondire la conoscenza delle disposizioni e degli orientamenti dei vescovi diocesani e della Conferenza Episcopale, affinché ciascuno li metta in pratica, secondo le circostanze personali, familiari e professionali .
In virtù del carattere esclusivamente spirituale della sua missione, la Prelatura non interviene nelle questioni temporali che i suoi fedeli devono affrontare con completa libertà e responsabilità personali.
Gli Statuti affermano che, per quanto riguarda l'attività professionale e le dottrine sociali, politiche ecc., ogni fedele della Prelatura, nei limiti della dottrina cattolica sulla fede e sui costumi, gode della stessa piena libertà degli altri cittadini cattolici. Su queste materie le autorità della Prelatura devono astenersi nel modo più assoluto anche solo dal dare consigli in queste materie.
Direzione spirituale, ritiri, lezioni dottrinali e di catechismo: ecco alcune attività che l’Opus Dei organizza per aiutare coloro che desiderano migliorare la propria vita spirituale e lo zelo di evangelizzazione. Si svolgono nei centri dell’Opus Dei, oppure nelle chiese, o nelle parrocchie o nel domicilio di qualcuno che vi partecipa; sono aperte a tutti.
«L’attività principale dell’Opus Dei consiste nel dare ai suoi membri, e a tutte le persone che lo desiderano, gli aiuti spirituali necessari per vivere da buoni cristiani in mezzo al mondo», spiegava il fondatore.
I fedeli della Prelatura assistono a lezioni settimanali, chiamate anche circoli, su temi dottrinali e ascetici. Partecipano a un ritiro mensile, che consente di dedicare, un giorno al mese, alcune ore all’orazione personale e alla riflessione sui temi della vita cristiana. Inoltre, una volta all’anno, assistono a un ritiro che dura ordinariamente dai tre ai cinque giorni.
Analoghi mezzi di formazione sono offerti ai cooperatori, ai giovani che prendono parte al lavoro apostolico della Prelatura e a chiunque voglia usufruirne.
I mezzi di formazione vengono impartiti nei centri dell'Opus Dei e in altri luoghi adeguati. Per esempio, un circolo si può svolgere in casa di uno dei partecipanti, un ritiro in una chiesa di cui il parroco consenta l’uso a questo scopo per qualche ora, eccetera.
L’evangelizzazione che ogni fedele della Prelatura svolge attorno a sé è l’apostolato più importante dell’Opus Dei. È un lavoro di testimonianza e di aiuto nel lavoro e nelle circostanze abituali in cui si svolge la vita di ognuno.
Di conseguenza, il lavoro che i membri dell’Opus Dei svolgono non si limita a un campo specifico, come per esempio l'educazione, l'assistenza degli ammalati o l'aiuto ai disabili. La Prelatura si propone di ricordare a tutti i cristiani, qualunque sia l'attività secolare alla quale si dedicano, che devono cooperare a trovare soluzioni cristiane ai problemi della società e devono dare continua testimonianza della propria fede, lì dove si trovano.
Le opere apostoliche sono promosse da fedeli dell'Opus Dei e cooperatori, assieme ad altre persone, e godono della garanzia morale della Prelatura, che si incarica di tutto ciò che riguarda il loro orientamento cristiano. Sono iniziative di carattere civile, senza scopo di lucro e con una finalità apostolica e di servizio.
Fra le opere apostoliche vi sono istituzioni educative e assistenziali, come scuole, università, centri di promozione della donna, ambulatori medici in zone sottosviluppate, scuole per contadini, istituti di formazione professionale, residenze per studenti, centri culturali, ecc. La Prelatura non si occupa di imprese commerciali o politiche, né di alcuna attività che abbia fine di lucro.
La responsabilità piena della titolarità e della gestione delle opere apostoliche appartiene sempre a chi le ha avviate e non alla
Prelatura dell’Opus Dei, che se ne assume solo l’orientamento spirituale e dottrinale. Ogni iniziativa si finanzia secondo le stesse modalità seguite da qualunque altra istituzione analoga: somme corrisposte dai beneficiari, contributi, donazioni, ecc.
Spesso le opere apostoliche sono passive, sia per il tipo di attività che svolgono sia perché non hanno scopo di lucro. Per questo motivo, oltre ai già citati donativi dei fedeli dell’Opus Dei, dei cooperatori e di molti altri, ricevono di solito le sovvenzioni previste dalle autorità pubbliche per le attività di interesse sociale, come pure i contributi di fondazioni private e di imprese.
Alcuni esempi di opere apostoliche:
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Università di Navarra. Fondata a Pamplona, in Spagna, nel 1952, comprende attualmente 20 facoltà. Nel
campus di Pamplona si trova anche la Clinica universitaria. Dall'Università dipende l'Istituto di Studi Superiori dell’Impresa (IESE) con sedi a Barcellona e a Madrid. Altre istituzioni accademiche avviate da fedeli dell’Opus Dei, in collaborazione con altre persone, sono l'Università di Piura, in Perù, l'Università La Sabana, in Colombia, l'Università dell'Asia e del Pacifico, nelle Filippine, l’Università Campus Bio-Medico a Roma.
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Monkole. È un ospedale di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, dove ogni anno vengono curate migliaia di persone di condizioni estremamente disagiate. Dispone di due succursali nei quartieri di Eliba e Kimbondo, nella periferia della capitale, destinate all’assistenza medica ambulatoriale. Inoltre, l’Istituto Superiore di Scienze Infermieristiche, annesso a Monkole, forma le giovani congolesi all’esercizio della professione sanitaria.
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Punlaan. È una scuola professionale specializzata di Manila, nelle Filippine, che opera nel settore alberghiero e turistico, con un sistema educativo che prevede il contatto diretto fra le allieve e le imprese (alberghi, ristoranti, ecc.). Negli ultimi anni, grazie a tale programma, il 100% delle ragazze iscritte a Punlaan ha trovato lavoro.
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Midtown Sports and Cultural Center, a Chicago, negli Stati Uniti. Opera in una zona multirazziale della città, caratterizzata da un’alta percentuale di popolazione giovanile. Midtown offre programmi di formazione accademica, umana, spirituale e sportiva, per supplire alle carenze dell'ambiente sociale. In tal modo, il 95% degli alunni termina gli studi secondari e il 60% si iscrive all'Università. Si tratta di percentuali sensibilmente superiori a quelle rilevate sugli altri giovani della zona.
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Toshi, in Messico. Si trova a ovest di Città del Messico, in una regione rurale abitata da indigeni delle etnie otomí e mazahua. Fra altre cose, comprende un corso per un diploma di materie amministrative che apre alle donne della zona l'accesso a posti di lavoro nella amministrazione pubblica e nelle industrie delle città vicine.
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ELIS. Situato nella periferia industriale di Roma, forma operai specializzati in diverse professioni (orafi, orologiai, montatori e riparatori meccanici e di apparecchiature elettroniche, eletromeccanici). L’insegnamento, gratuito, è finanziato dalla Regione Lazio e dal Ministero degli Affari Esteri italiano, dato che il centro svolge anche programmi di istruzione per alunni di paesi meno sviluppati come Albania, Somalia, ecc. Da alcuni anni è nata la Scuola di Formazione Superiore (SFS), che ha come obiettivo specifico il favorire l’occupazione di giovani diplomati, provenienti principalmente dalle regioni del Mezzogiorno d'Italia, attraverso la formazione sulle Nuove Tecnologie. Per adempiere a questa missione la SFS Elis si avvale di un Consorzio di imprese (Consel - Consorzio Elis) che ne sostiene le attività e la configura come company school.
Degli 85.000 membri dell’Opus Dei, il 98% è costituito da laici, uomini e donne, per la maggior parte sposati. Il restante 2% è costituito da sacerdoti.
L'Opus Dei è costituito da un prelato, da un presbiterio o clero proprio e da laici, uomini e donne. Nell’Opus Dei non esistono diverse categorie di membri. Esistono semplicemente modi diversi di vivere la stessa vocazione cristiana a seconda delle circostanze personali: celibi o sposati, sani o malati, ecc.
La maggior parte dei fedeli dell’Opus Dei (attualmente, circa il 70%) è costituita dai membri soprannumerari: si tratta per lo più di persone sposate, donne o uomini, per i quali la santificazione dei doveri famigliari costituisce parte fondamentale della propria vita cristiana.
Il restante 30% dei fedeli della Prelatura è costituito da uomini e donne che si impegnano a vivere il celibato, per motivi apostolici. Gli aggregati abitano con le proprie famiglie, oppure là dove pensano che sia più adeguato alla propria situazione professionale.
I numerari ordinariamente abitano nei centri dell’Opus Dei, perché le circostanze personali permettono loro di essere pienamente disponibili per prendersi cura delle iniziative di apostolato e della formazione degli altri fedeli della Prelatura. Le numerarie ausiliarie si dedicano soprattutto allo svolgimento del lavoro domestico nelle sedi dei centri della Prelatura, e ciò costituisce la loro attività professionale ordinaria.
I sacerdoti della Prelatura provengono dai fedeli laici dell'Opus Dei: sono numerari e aggregati i quali, liberamente disponibili a essere sacerdoti, dopo aver fatto parte per diversi anni della Prelatura e dopo aver completato gli studi previ al sacerdozio, sono invitati dal prelato a ricevere gli ordini sacri. Il loro lavoro sacerdotale si svolge principalmente al servizio dei fedeli della Prelatura e delle attività apostoliche che questi ultimi promuovono.
Un aspetto caratteristico della fisionomia dell'Opus Dei è l’ambiente di famiglia cristiana. Questo tono familiare è presente in ogni attività che la Prelatura organizza. Si manifesta anche nel calore familiare che si respira nei suoi centri, nella semplicità e nella fiducia dei rapporti interpersonali, nell’atteggiamento di servizio, di comprensione e di delicatezza che si cerca continuamente di avere nella vita quotidiana.
Fanno parte della Prelatura più di 85.000 persone, di cui circa 1.900 sacerdoti. Sul totale dei fedeli, la percentuale degli uomini e delle donne è approssimativamente la stessa. La distribuzione per continenti è più o meno la seguente:
Attualmente in
Italia i fedeli della Prelatura sono circa quattromila, uomini e donne, di tutti i ceti sociali. Svolgono i mestieri più svariati, sia intellettuali che manuali. Il primo italiano che chiese l'ammissione all'Opus Dei fu, nel 1947, un giovane avvocato romano. Centri e opere apostoliche della Prelatura sono presenti in 27 città italiane. La Prelatura dell’Opus Dei ha personalità giuridica civile. Il
Vicario regionale per l’Italia è attualmente mons.
Lucio Norbedo.
Essere dell’Opus Dei comporta l’impegno a ricevere formazione cristiana e a prendere parte alla missione apostolica della Chiesa.
Per entrare a far parte dell’Opus Dei occorre una vocazione soprannaturale: una chiamata di Dio a mettere tutta la propria vita al suo servizio e a diffondere il messaggio che tutti possono raggiungere la santità attraverso il lavoro e la vita quotidiana.
Quando una persona diventa dell’Opus Dei, continua a essere un cittadino e un cattolico come gli altri. Continua ad appartenere alla sua diocesi e può partecipare a tutte le attività, politiche, religiose o culturali che desidera. L’impegno con la Prelatura è di carattere contrattuale ed esclude i voti (di povertà, castità e obbedienza) propri degli ordini religiosi.
L’incorporazione all’Opus Dei non allontana dalla vita precedente: ciascuno continua a svolgere lo stesso lavoro che svolgeva prima e a partecipare alla stessa vita sociale. Le persone dell'Opus Dei non conducono una vita fuori dal mondo, ma vivono, come la maggior parte degli altri cittadini, immerse in esso
L’Opus Dei incoraggia dunque i suoi fedeli a cercare la santità, e ad aiutare gli altri a cercarla, nelle piccole cose di ogni giorno – nel lavoro, nelle contrarietà, nelle cose abituali... —. In quanto normali cittadini cattolici, le persone dell’Opus Dei vivono la propria vocazione con naturalezza; non ostentano, ma neppure nascondono, l’appartenenza alla Prelatura. Saranno il loro lavoro quotidiano e il loro impegno nel trasmettere la fede cristiana a far trasparire il loro impegno personale con Dio.
La vocazione all’Opus Dei consiste essenzialmente nel saper trovare Dio in ogni circostanza— in casa, per la strada o nel lavoro —, e nell'aiutare gli altri a scoprire la bellezza di una vita in cui Dio è presente.
Le persone dell’Opus Dei ricevono svariati mezzi di formazione spirituale, dottrinale e apostolica, adattati alle loro circostanze e necessità personali di ciascuno. La formazione filosofica e teologica è la medesima che viene impartita dalla Chiesa Cattolica.
Ogni persona dell’Opus Dei ha un piano di vita spirituale che di solito prevede l’assistenza alla Santa Messa, la Comunione, la ricezione frequente del sacramento della Penitenza, la lettura della Sacra Scrittura e di altri testi spirituali, la recita del Rosario e periodi di tempo dedicati all'orazione mentale.
Con uno stile di vita lieto, che è una conseguenza della dedicazione a Dio e agli altri, le persone dell'Opus Dei cercano di abbracciare con gioia la Croce di Cristo, che può presentarsi lungo la giornata. Nello stesso tempo, esse sono coscienti della responsabilità, che compete a ogni cristiano, di diffondere il messaggio di Cristo fra coloro che stanno loro accanto. Tale "responsabilità apostolica" è parte essenziale della vocazione cristiana e, pertanto, della vocazione all’Opus Dei.
L’Opus Dei incoraggia i suoi membri a vivere questi impegni in uno spirito di completa libertà.
Chi richiede l’incorporazione all’Opus Dei, lo fa mosso da una chiamata divina, che è una specifica determinazione della vocazione cristiana, ricevuta con il Battesimo, che lo spinge a cercare la santità e a partecipare alla missione della Chiesa secondo lo spirito che il Signore ispirò a san Josemaría.
Per far parte dell'Opus Dei è necessaria una richiesta fatta dall'interessato in piena libertà e con la personale convinzione di avere ricevuto una vocazione divina, oltre all’accettazione della richiesta stessa da parte delle autorità della Prelatura. La richiesta va fatta per iscritto e l’ammissione viene concessa non prima di sei mesi.
Successivamente, dopo un periodo di tempo di almeno un anno, l’interessato può incorporarsi temporaneamente alla prelatura mediante una dichiarazione formale di carattere contrattuale, che si può rinnovare ogni anno. In conformità al diritto canonico, nessuno può incorporarsi giuridicamente all'Opus Dei se non è maggiorenne (18 anni o più). L’incorporazione definitiva si può fare non prima che siano trascorsi cinque anni dall’incorporazione temporanea (cioè non prima di aver compiuto 23 anni).
L’incorporazione all’Opus Dei comporta per la prelatura l’impegno di fornire all'interessato un'assidua formazione nella fede cattolica e nello spirito dell'Opus Dei, come pure la necessaria cura pastorale ad opera dei sacerdoti della prelatura.
Da parte dell'interessato, l'incorporazione alla Prelatura comporta l’impegno di rimanere sotto la giurisdizione del prelato per quanto attiene al fine della Prelatura e di rispettare le norme che la regolano.
Il vincolo con la Prelatura cessa allo scadere del periodo in cui vige la convenzione o anche prima, d’accordo con le autorità della Prelatura, se l'interessato lo desidera. L'uscita dalla prelatura comporta la cessazione dei reciproci diritti e doveri.
Dal punto di vista giuridico, l’Opus Dei è una Prelatura personale della Chiesa cattolica. Alle prelature personali, gerarchicamente strutturate, viene affidata la realizzazione di peculiari attività pastorali.
Nel diritto della Chiesa Cattolica, la figura giuridica denominata prelatura personale è stata prevista dal Concilio Vaticano II. Il decreto conciliare
Presbyterorum ordinis, (7-XII-1965) n. 10, stabiliva che per «
l'attuazione di peculiari iniziative pastorali in favore di diversi gruppi sociali in certe regioni o nazioni o addirittura in tutto il mondo», si potessero costituire in futuro, fra altre istituzioni, «
peculiari diocesi e prelature personali».
Il Concilio intendeva delineare una nuova figura giuridica, caratterizzata dalla flessibilità, per contribuire all’effettiva diffusione del messaggio e della vita cristiana: l’organizzazione della Chiesa rispondeva così alle esigenze della sua missione, che si inserisce nella storia degli uomini.
Le giurisdizioni ecclesiastiche esistenti sono per la maggior parte territoriali, perché organizzate in base all’appartenenza dei fedeli a un determinato territorio per via del domicilio. Il caso tipico è quello delle diocesi.
Altre volte, l’individuazione dei fedeli appartenenti a una circoscrizione ecclesiastica non si basa sul domicilio, ma su altri criteri, quali la professione, il rito, la condizione di emigranti, una convenzione stipulata con l’entità giurisdizionale, ecc. È questo, per esempio, il caso degli ordinariati militari e delle prelature personali.
Le prelature personali, auspicate, come detto, dal Concilio Vaticano II, sono istituzioni rette da un Pastore (un prelato che può essere vescovo, nominato dal Papa, e che governa la prelatura con potestà di regime o giurisdizione); oltre al prelato vi è un presbiterio, composto di sacerdoti secolari, e vi sono i fedeli laici, sia uomini che donne.
Pertanto, le prelature personali sono istituzioni che fanno parte della struttura gerarchica della Chiesa, sono cioè una delle forme di auto-organizzazione che la Chiesa si dà per raggiungere le finalità che Cristo le ha assegnato, e presentano la peculiarità che i loro fedeli continuano a far parte anche delle chiese locali o delle diocesi dove hanno il domicilio.
Per tali caratteristiche, fra le altre, le prelature personali si differenziano dagli istituti religiosi e di vita consacrata in generale, e dai movimenti e dalle associazioni di fedeli.
Il Diritto canonico prevede che ogni prelatura personale sia retta dal diritto generale della Chiesa e da statuti propri.
LA PRELATURA DELL'OPUS DEI
L'Opus Dei fu eretto da Giovanni Paolo II in prelatura personale di ambito internazionale, mediante la Costituzione apostolica Ut sit, del 28 novembre 1982.
Prima di essere eretto in Prelatura personale, l'Opus Dei era già una unità organica, composta da laici e sacerdoti che cooperano a un compito pastorale e apostolico di ambito internazionale. Questo specifico compito cristiano consiste nel diffondere l'ideale della santità in mezzo al mondo, nel lavoro professionale e nelle circostanze ordinarie di ciascuno.
Paolo VI e i successivi Romani Pontefici stabilirono che fosse studiata la possibilità di dotare l'Opus Dei di una configurazione giuridica adeguata alla sua natura, che, alla luce dei documenti conciliari, avrebbe dovuto essere quella della prelatura personale.
Nel 1969 furono avviati gli studi per effettuare tale adeguamento con interventi tanto della Santa Sede quanto dell’Opus Dei. Questo lavoro si concluse nel 1981. Subito dopo, la Santa Sede inviò una nota informativa agli oltre duemila vescovi delle diocesi nelle quali l'Opus Dei era presente, affinché facessero pervenire le proprie osservazioni.
Compiuto questo passo, l'Opus Dei fu eretto da Giovanni Paolo II in prelatura personale di ambito internazionale, mediante la Costituzione apostolica
Ut sit, del 28 novembre 1982, che divenne esecutiva il 19 marzo 1983. Con questo documento il Romano Pontefice promulgava gli Statuti, che costituiscono la legge particolare pontificia della Prelatura dell'Opus Dei. Si tratta degli Statuti redatti in precedenza dal fondatore, con le modifiche imprescindibili per adattarli alla nuova legislazione.
La Prelatura dell'Opus Dei è una struttura giurisdizionale che fa parte dell'organizzazione pastorale e gerarchica della Chiesa. Come le diocesi, le prelature territoriali, i vicariati, gli ordinariati militari, ecc., la Prelatura gode di una propria autonomia e giurisdizione ordinaria per la realizzazione della sua missione al servizio di tutta la Chiesa.
I fedeli laici dell'Opus Dei permangono nella loro condizione di fedeli delle diocesi di residenza e pertanto continuano a essere soggetti alla potestà del vescovo diocesano nello stesso modo e nelle stesse materie degli altri battezzati, loro uguali.
Per questo motivo dipende immediatamente e direttamente dal Romano Pontefice, tramite la Congregazione per i Vescovi. La potestà del prelato si estende a tutto ciò che concerne la peculiare missione della prelatura:
a) I fedeli laici della prelatura sono soggetti alla potestà del prelato per tutto ciò che riguarda il compimento degli impegni peculiari, ascetici, formativi e apostolici, da loro assunti nella dichiarazione formale con cui si sono incorporati alla Prelatura.
Tali impegni, per la loro materia, non sono soggetti alla potestà del vescovo diocesano. Nello stesso tempo, i fedeli laici dell'Opus Dei permangono nella loro condizione di fedeli delle diocesi di residenza e pertanto continuano a essere soggetti alla potestà del vescovo diocesano nello stesso modo e nelle stesse materie degli altri battezzati, loro uguali.
b) Secondo le disposizioni della legge generale della Chiesa e del diritto particolare dell’Opus Dei, i diaconi e i presbiteri incardinati nella Prelatura appartengono al clero secolare e sono interamente soggetti alla potestà del Prelato.
Devono mantenere una stretta fraternità con i membri del presbiterio diocesano e osservare accuratamente la disciplina generale del clero; godono di voto attivo e passivo per la costituzione del consiglio presbiterale della diocesi.
Inoltre, i vescovi diocesani, previo permesso del prelato o, quando sia il caso, del suo vicario, possono affidare ai sacerdoti del presbiterio della prelatura incarichi o uffici ecclesiastici (parroci, giudici, ecc.) che essi svolgeranno secondo le direttive del vescovo diocesano, a cui solo renderanno conto.
Gli
Statuti dell'Opus Dei (titolo IV, capitolo V) stabiliscono i criteri per garantire l'armonico coordinamento fra la Prelatura e le diocesi nel cui ambito territoriale essa svolge la sua missione specifica. Di seguito, alcuni di tali criteri:
a) Non si inizia il lavoro apostolico dell'Opus Dei né si procede all'erezione canonica di un centro della Prelatura in una diocesi senza il previo consenso del vescovo diocesano.
b) Per erigere chiese della Prelatura, o per affidare ad essa chiese già esistenti nella diocesi - eventualmente, anche parrocchie -, si stipula una convenzione fra il vescovo diocesano e il Prelato o il corrispondente vicario regionale; in queste chiese si osserveranno le disposizioni generali della diocesi, relative alle chiese officiate dal clero secolare.
c) Le autorità regionali della prelatura informano regolarmente e intrattengono rapporti abituali con i vescovi delle diocesi in cui la Prelatura svolge il suo lavoro pastorale e apostolico, come pure con i vescovi che rivestono cariche direttive nelle Conferenze Episcopali e con i rispettivi organismi.
Organizzazione della Prelatura
L'Opus Dei, la cui sede centrale è a Roma, è governata da un Prelato, attualmente mons. Javier Echevarría, in base al diritto canonico e agli statuti propri della Prelatura.
La giurisdizione nell'Opus Dei è esercitata dal Prelato e, in sua vece, dai suoi vicari. Il Prelato è l'Ordinario proprio della Prelatura.
Attualmente, il Prelato dell'Opus Dei è S.E. mons. Javier Echevarría. Il Vicario generale è mons. Fernando Ocáriz; il Vicario segretario centrale è mons. Manuel Dacal. La Curia Prelatizia ha la sua sede centrale in Viale Bruno Buozzi 73, 00197 Roma, Italia.
La Prelatura dell’Opus Dei è regolata dalle norme della legislazione generale della Chiesa, dalla costituzione apostolica
Ut sit e dai propri
Statuti o Codice di diritto particolare dell’Opus Dei. Il Codice di diritto canonico del 1983 contiene le norme fondamentali della figura della prelatura personale (can. 294-297).
I sacerdoti che costituiscono il presbiterio della prelatura dipendono pienamente dal Prelato, che indica loro gli incarichi pastorali da assolvere in stretta unione con la pastorale diocesana. La Prelatura ha la responsabilità di sostenerli economicamente.
I fedeli laici dipendono dal Prelato per tutto ciò che riguarda la missione specifica della Prelatura. Sono soggetti alle autorità civili come tutti i cittadini, e alle altre autorità ecclesiastiche allo stesso modo di ogni fedele laico.
Per il governo dell’Opus Dei, il Prelato si avvale della collaborazione di un Consiglio formato da donne, l’Assessorato Centrale, e di un altro formato da uomini, il Consiglio Generale. Entrambi hanno la loro sede a Roma.
Per il governo dell’Opus Dei, il Prelato si avvale della collaborazione di un Consiglio formato da donne, l’Assessorato Centrale, e di un altro formato da uomini, il Consiglio Generale. Entrambi hanno la loro sede a Roma.
Il governo della Prelatura è collegiale: il Prelato e i suoi vicari esercitano le proprie funzioni con la collaborazione dei corrispondenti Consigli, formati in maggioranza da laici.
I congressi generali della Prelatura si svolgono normalmente ogni otto anni, con la partecipazione di membri provenienti dai diversi Paesi nei quali l'Opus Dei è presente. Durante tali congressi si studia il lavoro apostolico della Prelatura e si propongono al Prelato le linee per la futura attività pastorale. In occasione dei congressi il Prelato rinnova i membri dei Consigli.
La Prelatura si distribuisce in aree o territori, chiamate regioni. A capo di ogni regione, il cui ambito può coincidere o meno con quello di una nazione, c'è un vicario regionale affiancato dai suoi Consigli: l'Assessorato Regionale per le donne e la Commissione Regionale per gli uomini.
Alcune regioni si suddividono in ambiti minori chiamati delegazioni. In tal caso si ripete la medesima organizzazione di governo: un vicario della delegazione e due Consigli. Infine, a livello locale operano i centri della Prelatura, che organizzano i mezzi di formazione e la cura pastorale dei fedeli della prelatura del proprio ambito.
I centri della Prelatura sono di donne o di uomini. In ciascuno esiste un consiglio locale presieduto da un laico, rispettivamente la direttrice o il direttore, e composto da almeno altri due fedeli della prelatura. Per la specifica assistenza sacerdotale dei fedeli ascritti a ciascun centro, l'Ordinario della Prelatura designa un sacerdote del suo presbiterio.
Nessuna carica di governo, salvo quella del Prelato, è a vita.
Tutti i fedeli della Prelatura provvedono alle proprie necessità personali e familiari per mezzo del loro lavoro professionale ordinario. Oltre al mantenimento personale, i fedeli dell’Opus Dei e i cooperatori provvedono alle spese connesse alle esigenze pastorali della Prelatura.
Queste spese si riducono, essenzialmente, al sostentamento e alla formazione dei sacerdoti della Prelatura, a quelle inerenti alla sede della Curia Prelatizia, alle sedi regionali o delle delegazioni, e alle elemosine che la Prelatura effettua. Come è logico, i fedeli dell’Opus Dei aiutano anche le chiese, le parrocchie, eccetera.
Società Sacerdotale della Santa Croce
I sacerdoti diocesani possono incorporarsi alla Società Sacerdotale della Santa Croce, intrinsecamente unita alla Prelatura dell’Opus Dei.
La Società Sacerdotale della Santa Croce è un’associazione di chierici, intrinsecamente unita alla Prelatura, della quale fanno parte attualmente circa 4.000 soci. È composta dai sacerdoti della Prelatura e da altri presbiteri e diaconi diocesani. Il Prelato dell’Opus Dei è il presidente della Società Sacerdotale della Santa Croce.
I chierici diocesani che aderiscono alla Società Sacerdotale della Santa Croce intendono ricevere aiuto spirituale per cercare la santità nell'esercizio del loro ministero, secondo lo spirito dell'Opus Dei.
La loro ascrizione alla Società Sacerdotale della Santa Croce non comporta l’incorporazione al presbiterio della Prelatura: ciascuno continua a essere incardinato nella propria diocesi e dipende solo dal proprio vescovo, anche per quanto attiene al suo lavoro pastorale, e al vescovo soltanto rende conto del proprio lavoro pastorale.
L’autorità della Chiesa, in diversi documenti, come per esempio in vari testi del Concilio Vaticano II e nel Codice di diritto canonico, ha raccomandato questo tipo di associazioni sacerdotali.
Un sacerdote, per essere ammesso nella Società Sacerdotale della Santa Croce, deve essere consapevole di avere ricevuto una chiamata da Dio a cercare la santità secondo lo spirito dell’Opus Dei.
Ciò comporta le seguenti condizioni: amore per la diocesi e unione con tutti i membri del presbiterio diocesano; obbedienza e venerazione per il proprio vescovo; vita di pietà, studio delle scienze sacre, zelo per le anime e spirito di sacrificio; impegno nel procurare vocazioni; zelo per svolgere con la massima perfezione gli incarichi ministeriali.
L'aiuto spirituale offerto dall’associazione mira a stimolare nei soci la fedeltà nel compimento dei loro doveri sacerdotali, come pure ad alimentare l'unione di ciascuno con il proprio vescovo e la fraternità con gli altri sacerdoti.
Gli specifici mezzi di formazione rivolti ai sacerdoti diocesani della Società Sacerdotale della Santa Croce sono analoghi a quelli per i fedeli laici della Prelatura: lezioni di dottrina o di ascetica, ritiri mensili, eccetera. Inoltre, ogni sacerdote partecipa personalmente alle ordinarie occasioni di formazione prescritte dal diritto della Chiesa e indicate o raccomandate dal loro vescovo.
Le attività spirituali e formative dei soci della Società Sacerdotale della Santa Croce non interferiscono con il ministero affidato loro dal vescovo.
Pur senza far parte dell’Opus Dei, si può cooperare in diversi modi al lavoro apostolico che svolge la Prelatura.
I cooperatori dell'Opus Dei sono uomini e donne che, pur non facendo parte della Prelatura, prestano il loro aiuto alle diverse attività educative, assistenziali, di promozione culturale e sociale, eccetera, accanto ai fedeli dell’Opus Dei.
I cooperatori possono collaborare a tali iniziative soprattutto con la loro preghiera, e anche con il proprio lavoro e con il loro aiuto economico.
Partecipano dei beni spirituali concessi dalla Chiesa a quanti collaborano con l'Opus Dei: i cooperatori possono lucrare alcune indulgenze in determinati giorni dell’anno, osservando le condizioni stabilite dalla Chiesa e ogni volta che rinnovano, per devozione, i loro impegni di cooperatori.
Dalla Prelatura dell’Opus Dei ricevono inoltre l’aiuto spirituale della preghiera di tutti i fedeli della Prelatura e la possibilità di partecipare, se lo desiderano, a ritiri, circoli, e ad altri mezzi di formazione.
Per essere cooperatore dell'Opus Dei non è richiesta una specifica vocazione. In generale, i cooperatori sono parenti, amici, colleghi, vicini di casa dei fedeli dell’Opus Dei, oppure sono persone che hanno devozione per san Josemaría, partecipano agli apostolati della Prelatura o collaborano agli obiettivi di promozione umana e sociale che si prefiggono le iniziative apostoliche dei fedeli dell’Opus Dei.
Una persona viene nominata cooperatore o cooperatrice dal vicario del Prelato per un determinato Paese, su proposta di un fedele dell'Opus Dei.
Fra i cooperatori dell’Opus Dei vi sono cattolici, cristiani di altre confessioni e credenti di altre religioni. Possono essere cooperatori anche uomini e donne non credenti e che non professano alcuna religione. Hanno in comune il desiderio di partecipare e di collaborare alle svariate iniziative avviate a beneficio della società, che sono aperte a tutti.
I cooperatori che lo desiderano partecipano ai mezzi di formazione offerti dalla Prelatura dell’Opus Dei. Tale formazione li stimola ad approfondire la propria vita spirituale, ad amare con opere il Papa e i vescovi e a dare personalmente, senza formare un gruppo, una testimonianza coerente con la propria vocazione cristiana.
Molte persone scoprono in questi mezzi di formazione la possibilità di mettere in pratica e di diffondere, nel proprio ambiente, uno degli aspetti salienti dello spirito dell’Opus Dei, cioè la santificazione del lavoro ordinario e dei doveri famigliari e sociali.
Anche le comunità religiose possono essere nominate cooperatrici dell’Opus Dei. La cooperazione di queste comunità - attualmente, circa 500 - consiste nella preghiera quotidiana per il lavoro apostolico della prelatura.
L’Opus Dei fu fondato nel 1928 in Spagna. È presente in 61 Paesi.
1928. 2 ottobre. A Madrid, Josemaría Escrivá, durante gli esercizi spirituali, fonda l’Opus Dei, per ispirazione divina.
1930. 14 febbraio. A Madrid, mentre san Josemaría sta celebrando la Messa, Dio gli fa comprendere che l’Opus Dei è anche per le donne.
1933. Sempre a Madrid, viene aperto il primo centro dell’Opus Dei, la Accademia DYA, rivolta soprattutto a studenti, nella quale si danno lezioni di Diritto e di Architettura.
1936. Guerra civile spagnola: le circostanze impongono di sospendere per il momento i progetti del fondatore di estendere il lavoro apostolico dell’Opus Dei ad altre nazioni.
1939. Josemaría Escrivá rientra a Madrid. L’Opus Dei si diffonde in altre città della Spagna. L’inizio della Seconda Guerra Mondiale impedisce nuovamente di iniziare il lavoro apostolico in altre nazioni.
1941. 19 marzo. Il vescovo di Madrid, Leopoldo Eijo y Garay, concede la prima approvazione diocesana dell’Opus Dei.
Nel 2003, si cominciò il lavoro in Slovenia e Croazia; nel 2004 in Lettonia
1943. 14 febbraio. Sempre durante la Messa, il Signore fa vedere a Josemaría Escrivá una soluzione giuridica che consentirà l’ordinazione di sacerdoti dell’Opus Dei: la Società Sacerdotale della Santa Croce.
1944. 25 giugno. Il vescovo di Madrid ordina sacerdoti tre fedeli dell’Opus Dei: Álvaro del Portillo, José María Hernández de Garnica e José Luis Múzquiz.
1946. Il fondatore dell’Opus Dei si trasferisce a Roma. Negli anni successivi, effettua viaggi per svariati Paesi d’Europa per preparare l’insediamento del lavoro dell’Opus Dei nei diversi luoghi.
1947. 24 febbraio. La Santa Sede concede la prima approvazione pontificia.
1950. 16 giugno. Pio XII concede l’approvazione definitiva dell’Opus Dei, che consente l’ammissione nell’Opera di persone sposate, e l’ascrizione di sacerdoti del clero secolare alla Società Sacerdotale della Santa Croce.
1969. Congresso Generale straordinario dell’Opus Dei a Roma, al fine di studiarne la trasformazione in Prelatura personale, figura giuridica prevista dal Concilio Vaticano II e che appariva adeguata al fenomeno pastorale dell’Opus Dei.
1970-1975. Il Fondatore compie vari viaggi di catechesi cristiana in Europa e in America.
1975. 26 giugno. Josemaría Escrivá muore a Roma. A questa data fanno parte dell’Opus Dei circa 60.000 persone. 15 settembre. Álvaro del Portillo è eletto a succedere al fondatore dell’Opus Dei.
1982. 28 novembre. Giovanni Paolo II erige l’Opus Dei in Prelatura personale e nomina Prelato Álvaro del Portillo.
1991. 6 gennaio: Giovanni Paolo II consacra vescovo Mons. del Portillo, Prelato dell’Opus Dei.
1992. 17 maggio. Josemaría Escrivá è beatificato da Giovanni Paolo II, a Roma.
1994. 23 marzo. Muore a Roma mons. Álvaro del Portillo, all’età di 80 anni. 20 aprile. Javier Echevarría è nominato Prelato dell’Opus Dei da Giovanni Paolo II, che conferma l’elezione fatta nel Congresso Generale elettorale tenutosi a Roma.
1995. 6 gennaio. Giovanni Paolo II conferisce l’ordinazione episcopale a mons. Javier Echevarría.
2002. 6 ottobre. Josemaría Escrivá è canonizzato da Giovanni Paolo II nel corso di una cerimonia che si svolge nella piazza di S. Pietro, a Roma.
Data di inizio del lavoro stabile dell’Opus Dei nei vari Paesi
1946 Italia e Gran Bretagna
1949 Messico e Stati Uniti
1951 Colombia e Venezuela
1957 Brasile, Austria e Canadà
1958 Giappone, Kenya e Salvador
1980 Congo, Costa d’Avorio e Honduras
1982 Singapore e Trinidad-Tobago
1988 Camerun e Repubblica Dominicana
1989 Macao, Nuova Zelanda e Polonia
1990 Ungheria e Repubblica Ceca
1996 Estonia, Slovacchia, Libano, Panama e Uganda
www.opusdei.it
critiche:
Qualche tempo dopo il Concilio Vaticano II, vi furono - da parte liberale - molte critiche all'Opus Dei riguardo il suo carattere ultraconservatore e reazionario[10].
L'accusa all'Opus Dei di avere la forma di una setta[11] massonica ("massoneria bianca") è stata ripresa per contestare l'appoggio alle dittature in Sudamerica ed in Spagna e l'influenza di idee di stampo fascista.
Tale accusa, nata in ambienti politici[12], non tiene conto del fatto che molti membri dell'Opus Dei hanno spesso militato politicamente in opposizione alla destra. Per esempio, tra i casi più recenti in Italia, al Senato nell'aprile 2006 (XV legislatura) è stata eletta nella lista La Margherita, di centrosinistra, Paola Binetti, numeraria dell'Opus Dei. In passato Alberto Michelini, soprannumerario, è stato parlamentare nel centro-destra ma nel 2006 si è presentato nelle liste del centrosinistra al Comune di Roma e non è stato eletto.
Il 7 maggio 2007 il ministro dell'interno Giuliano Amato ha risposto a un'interrogazione parlamentare sostenendo che l'Opus Dei è un'istituzione della Chiesa cattolica, alla quale è stata riconosciuta personalità giuridica come ente ecclesiastico civilmente riconosciuto. Le pratiche di "mortificazione corporale" e le indicazioni di lettura sono liberamente assunte dagli aderenti, nel rispetto della Costituzione italiana e del Concordato tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica e le attività svolte dai numerari come volontariato non sono assimilabili ad un rapporto di lavoro subordinato, come è stato accertato dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale. Le "residenze universitarie" sono collegi universitari legalmente riconosciuti, non gestiti dall'Opus Dei, e rientrano nei benefici previsti dalla legislazione vigente[13].