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  1. #1
    Neutrino NO-TUNNEL
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    "Mini buchi neri" riproducibili in laboratorio al CERN di Ginevra?

    Il mistero dei buchi neri


    di: Salvatore Cacciaguerra

    Buchi neri, pozzi senza fondo capaci di fagocitare ogni briciolo di materia orbitante nelle loro vicinanze, corpi celesti che suscitano maggiore curiosità anche tra persone normali, non addette agli studi sui corpi celesti.
    Sebbene non sia data per certa la loro esistenza, a tuttora non esistono prove dirette: i buchi neri, per definizione, non possono essere osservati a causa della loro straordinaria forza di gravità che non permette di sfuggire neanche alla luce. Un aiuto inaspettato potrebbe venire da un settore apparentemente non legato a questa ricerca, dai fisici che studiano le particelle elementari.
    Secondo un’idea originale partorita nell’ambiente dei fisici teorici, con l’aiuto degli acceleratori di particelle, come quello in costruzione a Ginevra presso il Cern, come il Large Hadron collider, possono essere costruiti in laboratorio buchi neri in miniatura.
    Sarebbe possibile quindi dar loro un’occhiata da vicino. Ma, soprattutto, per confermare o smentire teorie affascinanti e controverse, come quella che vuole esistenti nell’universo dimensioni nascoste, oltre alle tre con cui abbiamo a che fare quotidianamente. E ad impedire l’evasione verso dimensioni extra, sia solo la forza di gravità, tanto familiare per noi, quanto enigmatica nella sua vera struttura per i fisici.
    La forza gravitazionale è infinitamente più debole rispetto alle tre forze conosciute: l’elettromagnetismo, la forza nucleare debole, e quella forte. Per comprendere l’ordine di grandezza del divario esistente fra queste, è sufficiente un piccolo magnete per sollevare uno spillo da un tavolo, vincendo cosi la gravità esercitata da tutta la massa della terra.
    Questo squilibrio tra le forze fondamentali è una spina nel fianco per i fisici, sempre in cerca di teorie armoniose ed eleganti.
    Una delle soluzioni proposte ultimamente per far sì che i conti quadrino è che, in realtà, la maggior parte della forza di gravità si espanda in altre dimensioni e che la sua intensità nel nostro universo risulti, per così dire, diluita. Indirettamente, la formazione in laboratorio di minibuchi neri, dimostrerebbe ciò.
    Ma come si potrebbero ottenere in laboratorio dei minibuchi neri? E cosa avrebbero a che fare con dimensioni extra ed universi paralleli? Secondo la teoria corrente, i buchi neri, se esistono nelle galassie, hanno origine dalla morte di stelle, la cui massa, collassando, si concentra in un volume piccolissimo. In teoria, però, non c’è bisogno di stelle per creare buchi neri.
    Basterebbe comprimere due particelle in uno spazio sufficientemente piccolo a permettere che la forza gravitazionale abbia il sopravvento. Per far questo, però, come ai fisici è noto, occorrerebbe un acceleratore avente le dimensioni di una galassia, ovviamente, impossibile da costruire. Ma se fosse vera la nuova idea che la gravità si diffonde in altre dimensioni nascoste e sconosciute, allora per creare le energie necessarie a fabbricare i minibuchi neri basterebbe un acceleratore più piccolo. Secondo la legge di Newton, infatti, la forza gravitazionale cresce man mano che gli oggetti si avvicinano.
    A distanza inferiore al millimetro, però non è stata ancora misurata. L’ipotesi è che potrebbe essere più che proporzionale rispetto a grandezze maggiori.
    Ora, supponendo che quando due particelle si trovano ad una distanza inferiore al millimetro entrano in uno spazio a più dimensioni, la forza sufficiente a farle collassate in un buco nero piccolissimo potrebbe essere quello ottenibile nell’acceleratore che entrerà in funzione presso il Cern nel 2006.
    Ragionando alla rovescia, si potrebbe affermare che se il minibuco nero si produce, allora esistono le dimensioni extra. Come ciò sia possibile è stato descritto in dettaglio da tre figli dell’università di Stanford, USA "In qualche modo, prima, questo c’era sempre sfuggito" ha commentato Greg Landsberg, uno di loro, sul New York Times. "Si pensava che la produzione di buchi neri fosse un evento raro e strano".
    Due anni fa, durante gli esperimenti in corso nell’acceleratore del Brookhaven national laboratory,s di Long Island, New York, erano venuti in mente ai fisici, novelli apprendisti stregoni, dubbi che, un buco nero in grado di inghiottire l’intero pianeta, possa sfuggire di mano.
    Ma è un’eventualità da non prendere neanche in considerazione, secondo i fisici. Appena prodotti, i minibuchi neri si dissolverebbero.
    Resterebbe solo una traccia caratteristica che permetterebbe di identificarli.
    Per ciò, ha detto Gabriele Veneziano, fisico del Cern, anche se improbabile che si riesca ad osservarli, vale la pena di star attenti a certi effetti. Si aprirebbe un modo per confermare teorie che sembravano fantascienza.

    http://www.ecplanet.com/canale/ricer.../ecplanet.rxdf

    ammesso che un simile esperimento sia effettivamente possibile, secondo voi sarebbe giusto farlo o dati i possibili rischi derivanti da un simile esperimento sarebbe meglio non provarci?
    Nè DAVANTI Nè DI DIETRO, MA DI LATO

  2. #2
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    ne parlano da 2 3 annetti..teoricamente potremmo esserne risucchiati..teoricamente
    in realta non ci stanno capendo molto

  3. #3
    Cavaliere d'oro
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    micro buchi neri si creano continuamente e naturalmente, mai sentito parlare dell'effetto tunnel? I 3 quark che costituiscono un protone normale non stanno mai fermi e cambiano continuamente posizione per via dell'indeterminatezza, capita, a volte, che si ritrovino tutti troppo vicini e creino un piccolo pozzo gravitazionale che scompare istantaneamente, assieme ai quark ovviamente. Ecco come avviene il decadimento dei protoni.
    I micro buchi neri non fanno altro che scomparire in un microsecondo per effetto della radiazione di Hawking.
    Quando le armi saranno fuorilegge, solo i fuorilegge avranno le armi

  4. #4
    Neutrino NO-TUNNEL
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    Citazione Originariamente Scritto da Rick Hunter
    micro buchi neri si creano continuamente e naturalmente, mai sentito parlare dell'effetto tunnel? I 3 quark che costituiscono un protone normale non stanno mai fermi e cambiano continuamente posizione per via dell'indeterminatezza, capita, a volte, che si ritrovino tutti troppo vicini e creino un piccolo pozzo gravitazionale che scompare istantaneamente, assieme ai quark ovviamente. Ecco come avviene il decadimento dei protoni.
    I micro buchi neri non fanno altro che scomparire in un microsecondo per effetto della radiazione di Hawking.
    davvero? interessante questa cosa mi piacerebbe approfondirla dato che non ne sapevo niente..comunque da quello che ho letto questi mini buchi neri che vorrebbero riprodurre al cern avrebbero caratteristiche simili a quelle da te descritti....
    Nè DAVANTI Nè DI DIETRO, MA DI LATO

  5. #5
    Cavaliere d'oro
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    Se vai in una libreria, nello scaffale dedicato ai libri di divulgazione scientifica, con particolare riferimento alla fisica, ne trovi a bizzeffe. Alla fine poi i contenuti sono pressapoco sempre gli stessi...
    Quando le armi saranno fuorilegge, solo i fuorilegge avranno le armi

  6. #6
    Neutrino NO-TUNNEL
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    si ma a me mi interessavano documenti sui micro buchi neri, non sui buchi neri in generale
    Nè DAVANTI Nè DI DIETRO, MA DI LATO

  7. #7
    Cavaliere d'oro
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    L'argomento è il medesimo, sarà dagli anni 70 che vengono presi in considerazione modelli di buchi neri a livello della fisica delle particelle.
    Quando le armi saranno fuorilegge, solo i fuorilegge avranno le armi

  8. #8
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    c'è john titor ke dice ke tramite la tecnologia del Cern sui micro buchi neri sarà possibile viaggiare nel tempo...anke wikipedia ne parla http://it.wikipedia.org/wiki/John_Titor

  9. #9
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    Articolo: http://newton.corriere.it/PrimoPiano...chi_neri.shtml

    COMMENTO PERSONALE ALL'ARTICOLO:

    Basandoci unicamente sulle previsioni di Hawking,in teoria non dovremmo preoccuparci di nulla;in quanto tali mini-buchi neri si “auto-distruggerebbero” (per effetto della “radiazione di Hawking”), “evaporando” in circa 10^-42 secondi.

    Ciò che invece mi preoccupa,sono le considerazioni di Penrose sull’esistenza proibita dei buchi bianchi, a causa dell’ipotesi della curvatura di Weyl.
    Secondo Penrose: “(…) tale ipotesi [curvatura di Weyl] introduce nella discussione un’asimmetria rispetto al tempo che non fu presa in considerazione da Hawking.Si dovrebbe sottolineare che,poiché i buchi neri e le loro singolarità spaziotemporali hanno in effetti una parte importante nella discussione di ciò che accade all’interno della scatola di Hawking,è certamente in gioco la fisica ignota che deve governare il comportamento di tali singolarità. Hawking adotta il punto di vista che questa fisica ignota dovrebbe essere una teoria della gravità quantistica simmetrica rispetto al tempo,mentre io sostengo che essa è la GQC (gravità quantistica corretta […secondo Penrose] )”.

    [Si consideri che tutto il castello fisico-matematico costruito da Hawking attorno al concetto di "buco nero",implica anche l'esistenza dei cosiddetti "buchi bianchi".Mettendo quindi in discussione la possibile esistenza di questi ultimi, implicitamente metteremmo in discussione anche quella dei buchi neri; il chè farebbe crollare,su tale argomento, l'intero castello fisico-matematico di Hawking.In teoria quindi potrebbero anche esistere gli ormai famosi buchi neri,ma ciò comunque non implicherebbe che debbano forzatamente obbedire alle leggi di Hawking.Riflettendo sulle “obiezioni” di Penrose,credo che a tal proposito,sarebbe interessante uno studio della struttura interna di un Buco Nero non statico in teorie non-lineari della gravitazione. Una simile indagine sarebbe motivata
    dal fatto che modificazioni profonde della lagrangiana di Einstein-Hilbert intervengono vicino alla scala di Plank per generare contributi non lineari nello scalare di curvatura e nel tensore di Weyl. Occorrerebbe quindi eseguire una classificazione delle soluzioni
    stabili di tipo Buco Nero,con particolare riferimento alla struttura della singolarità presente nell’orizzonte di Cauchy].

    Non ci resta quindi che attendere i risultati degli esperimenti che verrano eseguiti quest'anno al CERN…nella speranza che non accada l’irreparabile.
    __________________
    Fausto Intilla
    (Inventore-divulgatore scientifico)
    www.oloscience.com

  10. #10
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    Assolutamente da vedere! :

    http://virtualvisit.web.cern.ch/VirtualVisit/ATLAS/

    A questo link è invece possibile vedere una visita guidata all'interno dell'LHC, nella sezione in cui sono stati costruiti i super magneti dell'Atlas Project:
    http://charbax.com/2007/02/09/a-tour-at-the-cern-lhc-atlas/
    Descrizione animata dell'esperimento (cliccare sulla scritta ZOOM INTO,accanto all'immagine,per zoommare):
    http://lxsa.physik.uni-bonn.de/outreach/wyp/exercises/hands-on-cern/ani/det_atlas/endview.swf
    The ATLAS Experiment:
    http://en.wikipedia.org/wiki/ATLAS_experiment

    NOTE:

    Sulla "Particella di Dio":
    La "Particella di Dio" non è nient'altro che il Bosone di Higgs.
    Si presume che se esso ha una massa di 220 GeV,lo si troverà di certo nel Large Hadron Collider (LHC) del CERN.
    Di fatto,una luminosità integrata di soli 10^4 picobarn inversi sarà sufficiente per trovare il bosone di Higgs;ciò significa che basterà una luminosità molto più modesta di quella prevista dai costruttori dell'LHC.
    I progetti inerenti all'LHC del CERN,mirano ad aumentare le energie di collisione fino a raggiungere la fascia dei Tera elettron Volt (10^12 eV),alla ricerca di prove della supersimmetria* ,del top quark e dell'ormai "famigerato" bosone di Higgs (tutte componenti del modello standard della fisica delle particelle elementari).
    Secondo J.D.Barrow comunque,anche le energie che ci si aspetta di raggiungere all'LHC sono ancora al di sotto di un fattore di circa un milione di miliardi per raggiungere le energie necessarie per controllare sperimentalmente lo schema di una quadruplice unificazione,proposto da una "Teoria del Tutto".
    A mio avviso,
    se il bosone di Higgs non verrà identificato neppure nei prossimi esperimenti all'ATLAS (l'apparato all'interno dell'LHC del CERN),ciò non creerà alcun imbarazzo per i fisici che da diversi decenni ormai stanno cercando di rilevarlo.È vero che alcuni esperimenti compiuti nel corso dell'ultimo decennio, hanno cominciato a limitare notevolmente lo spazio parametrico per questa particella, ma finorà non è mai emerso nessun risultato significativo.
    A ben vedere,la teoria che descrive tale particella scalare con spin nullo (ovvero il bosone di Higgs),ad un livello assai profondo soffre di gravi problemi formali.Uno di questi (...forse il peggiore),è che le particelle scalari sono notoriamente sensibili alla nuova fisica che potrebbe subentrare a scale di energia molto alte (come quelle che verranno utilizzate nel progetto ATLAS,rimanendo nello specifico).Se le forze: forte,debole ed elettromagnetica sono unificate ad una certa scala-livello di energia,e il bosone di Higgs diventa parte di una struttura maggiore, diventa virtualmente impossibile mantenere "leggera" la particella scalare quando le particelle ad essa affini diventano "pesanti".Nel modello standard non è possibile preservare la gerarchia delle scale in alcun modo naturale.
    Tutto comunque si verrebbe a risolvere con l'introduzione,a tal punto,del concetto di supersimmetria. Ogni bosone e ogni fermione in una coppia supersimmetrica danno lo stesso contributo alla massa efficace del bosone di Higgs,ma il loro contributo è di segno opposto.In ultima analisi quindi,gli effetti di tutte le particelle virtuali (dei fermioni e dei bosoni),si annullano facendo sì che la massa del bosone di Higgs non risenta dell'influenza della fisica a scale di energia più alte.Rimane comunque a questo punto un problema di fondo:
    Se le particelle ordinarie vengono divise in massa dalle loro partner supersimmetriche,viene a mancare il meccanismo con cui le une e le altre si annullano nel calcolo degli effetti delle particelle virtuali sulla massa di Higgs.Senza addentrarmi in ulteriori dettagli tecnici,tirando le somme,è possibile giungere all'idea che la scala di energia a cui i partner supersimmetrici della materia ordinaria dovrebbero esistere,non può essere molto più alta della scala della rottura di simmetria dell'interazione debole.
    Con i futuri esperimenti al CERN,sarà quindi possibile stabilire una volta per sempre, la fondatezza o meno del modello supersimmetrico,ipotizzato già agli inizi degli anni '70.

    Sulla Supersimmetria:
    http://www.riflessioni.it/forum/showthread.php3?t=10337

    Fausto Intilla
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