La libertà esige responsabilità. Ma se l'uomo non è più responsabile di se stesso e verso il suo prossimo come può pretendere al tempo stesso di essere libero?
L'economista è solito preoccuparsi del denaro e non dell'uomo. Eppure se la natura umana vale più di un'operazione finanziaria bisognerebbe guardare alla persona e solo successivamente occuparsi dei profitti del mercato.
Chi scrive è in teoria contrario all'aumento delle dimensioni dello Stato, alle nazionalizzazioni, alla pianificazione. Contrario a tutte le misure che limitano la libertà personale come impronte digitali e quant'altro. Questo è socialismo ed io amo la libertà. Ma tutto ciò passa in second'ordine considerati i tempi di dissoluzione morale che stiamo vivendo. E dico questo con spirito laico e per nulla clericale.
Oggi viviamo in un mondo al di là del bene del male, dove le persone si preoccupano solo egoisticamente della propria sorte, dove il dolore fisico è il metro con il quale viene misurato ogni aspetto del quotidiano; un mondo cinico che si serve del pacifismo come ombrello per scansare ogni impegno e responsabilità; un mondo che non crede più in niente se non nel godimento terreno; un mondo non più umano e già indirizzato verso pericolosi esperimenti transumanisti... Un mondo insieme liberale e socialista, che chiede più diritti e più Stato, stipendi più alti e più assistenza sociale, più libertà personale e più sicurezza, ed è disposto a votare solo chi in campagna elettorale promette tutto e il contrario di tutto, la botte piena e la moglie ubriaca.
Nell'Ottocento il liberalismo anglosassone poteva contare su solide basi calviniste: senso del dovere, morale puritana, responsabilità individuale, spirito austero. Una volta che il nichilismo ha fatto a pezzi tutto ciò il liberalismo ha perso la sua ragion d'essere, quell'etica della responsabilità che ne legittimava la "ricerca della felicità" su questa terra. Perchè il liberalismo non può convivere con l'edonismo. Lo stesso Reagan edonista non lo fu mai e chi in Italia parlò allora di "edonismo reaganiano" aveva in mente quegli esempi deteriori di libertarismo indifferente ai valori che sono stati poi trasposti nei romanzi di Jay McInernay e Brett Easton Ellis. Quella Lost Generation rediviva che avrebbe votato per candidati democratici quali Gary Hart e Bill Clinton e che vide nella reaganomics solo un'opportunità per potersi arricchire presto e bene senza rinunciare al proprio stile di vita borghese-bohemien (bo-bo's).
E' stato Clinton a sotterrare il liberalismo reaganiano col politicamente corretto e i propositi della coppia Gingrich-Reed che in quegli stessi anni volevano far tornare la libertà americana indietro di un secolo sono rimasti purtroppo delusi. Da allora il conservatorismo liberale non ha avuto più un progetto a lungo termine, non più una vision, ma è stato costretto semptre a navigare a vista. Prima con George W. Bush e ora con John McCain. Per tornare a proporsi con successo sarà bene allora che i giovani imprenditori e i managers si mettano prima a pregare, e non solo metaforicamente...