26/05/2008
Che significa essere cristiani?
Il testamento spirituale di un giovane sacerdote spagnolo formato nel Cammino neocatecumenale, morto recentemente.
Nel Vangelo Gesù ci dice “Quando sarò elevato, attirerò tutti a me” ( Gv 12,32). Perché, misteriosamente, la Croce attrae, perché Dio è donazione e consegna di sé, e noi, fatti a sua immagine, siamo stati creati per dare noi stessi.
Per questo noi passiamo la nostra vita scappando dalla Croce, per paura della morte; ma c’è un momento nel quale Dio ci fa sperimentare che siamo veramente felici quando siamo nella Croce che Egli ci ha dato.
Le croci che uno porta per i suoi peccati sono insopportabili, ma quelle che Dio manda sono dolci e benefiche per uno e per quelli che lo circondano.
Dobbiamo lasciare che Cristo usi il nostro corpo per continuare a salvare ogni generazione.. Come dice San Paolo : “completo nel mio corpo ciò che manca alla Passione di Cristo" (Col. 1,24). Come il demonio usa i corpi per diffondere il male , così Cristo necessita di cristiani che, come Lui, tutti i giorni prendano la loro Croce e lo seguano.
E questa è stata la mia esperienza in questi giorni. Dio mi ha concesso di non scendere dalla Croce che Egli mi ha dato. E mi ha sorpreso vedere la tremenda attrazione che questo provocava in tanta gente.
Senza far nulla, la gente si avvicinava a Dio. Li attraeva l’idea di stare sulla Croce con Cristo, che è il posto dove si sta meglio. Perché quando uno sta solo, soffre tutte le difficoltà della vita. Però sulla Croce è Cristo che soffre per te.
Chiediamo al Signore che ci aiuti tutti i giorni a prendere la nostra Croce e seguirlo, a fare la volontà del Padre, come ha fatto Lui, come hanno fatto Maria e i Santi lungo i secoli.
Le loro opere buone li seguono, beneficando ogni generazione.
Desideriamo tutti essere cristiani!
Francisco Josè MARTÍNEZ (Fran), sacerdote della Parrocchia di San Matteo.
Nota:
Francesco (Fran) è un sacerdote di 31 anni morto recentemente a causa di un cancro al cervello, dopo due anni di infermità. Ha vissuto questa infermità senza ribellarsi e con una sorprendente allegria, quella che è propria dei Santi, senza disperazione e cosciente di vivere per la missione che Dio gli aveva assegnato: offrire le sue sofferenze unito a Cristo per la salvezza di molti, specialmente per la santità dei sacerdoti, la nascita di nuove vocazioni e per il ritorno alla Chiesa di tanti che si sono allontanati, così come per tante persone che lo conoscevano e per le quali pregava.
Queste sono parole che scrisse durante la sua malattia.
catechumenium.it
Nella foto: Francesco Josè Martìnez, sacerdote.